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Lupo

Michele Corti, 30  gennaio, 2023

Da Lollobrigida una delegazione di pastori e allevatori: "il lupo fa morire le nostre attività"



  • (3/3/2022) - Siamo finalmente di fronte all'inizio di una reazione organizzata dei pastori e degli allevatori sul tema dell'impatto sempre più grave del lupo. Il 29 Novembre 2022, a Saint-Jean-de-Bournai, in Francia, ha avuto luogo un meeting internazionale con rappresentanze di allevatori provenienti da 11 nazioni europee (inclusa l’Italia) per richiedere all’Unione Europea e ai paesi della Convenzione di Berna il declassamento del livello di protezione della specie lupo. Sappiamo che poi il parlamento europeo ha poi deluso le aspettative con una risoluzione ambigua e inconcludente che evita di impegnare la commissione sul punto cruciale 
qui su ruralpini ).  Il 19 gennaio  una delegazione di pastori e allevatori di nove regioni , accompagnata dall'eurodeputato Fiocchi, ha invece incontrato il ministro dell'agricoltura Lollobrigida,  al quale - consapevole della gravità del problema - sono stati esposti i diversi aspetti che assume  il problema.



La delegazione ha presentato al Ministro un documento che rappresenta il "grido di dolore" del settore dell'allevamento pastorale, estensivo e semi-estensivo, messo letteralmente in ginocchio dalla proliferazione incontrollata del lupo. Tale proliferazione, in assenza di misure di contenimento ma anche solo di deterrenza, ha reso la specie sempre più "baldanzosa", circostanza che ne aggrava gli effetti della presenza sul territorio e determina perdite anche di animali d'affezione. Nel documento si afferma che gli allevamenti estensivi e semi-estensivi (sia professionali che amatoriali) rappresentano solo una piccola parte della produzione nazionale ma danno un insostituibile contributo sia in termini di preservazione e manutenzione di grandi porzioni di territorio svantaggiato (non altrimenti mantenibili dalla pubblica amministrazione), che in termini culturali e di turismo, con produzioni tipiche e tradizioni che attirano migliaia di persone in zone difficili. I pastori e allevatori rappresentanti delle associazioni e comitati firmatari del documento mettono in evidenza come il monitoraggio della specie, del tutto frammentario sino a due anni orsono, pur in presenza della maggiore popolazione europa, tenda ancora oggi a sottovalutare la reale presenza del grande carnivoro. Rilevano poi come i danni ufficialmente rilevati che, a causa di una serie di motivi che scoraggiano gli allevatori dal denunciarli, rappresentando solo la punta dell'iceberg. Del tutto ignorati poi sono i pesanti danni indiretti mentre si lamenta un atteggiamento unilaterale delle istituzioni che continuano a basarsi sull'assunto che i mezzi di difesa passiva (cani, recinti, sorveglianza) siano sempre efficaci mentre l'esperienza quotidiana prova il contrario.
Oltre a chiedere al Ministero un ruolo attivo sul tema lupo, le associazioni/comitati recatisi a Roma hanno chiesto l'applicazione delle deroghe previste dalla norma europea per il contenimento del lupo, il monitoraggio di tutti gli impatti del lupo, la revisione della politica sugli ibridi nonché misure per un riconoscimento sin qui in Italia inesistente della specificità delle attività pastorali.

Non è proprio così !!!!



  • Di seguito il comunicato delle associazioni/comitati


  • Nel pomeriggio di giovedì 19 Gennaio il Sottosegretario di Stato per l’agricoltura Sen. La Pietra e il Ministro dell’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste On. Lollobrigida hanno incontrato una delegazione di 20 pastori, alpigiani e allevatori provenienti 9 regioni italiane (Abruzzo, Alto Adige, Campania, Lazio, Molise, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto) per raccogliere le loro istanze inerenti alla problematica dell’impatto dei lupi sulle attività zootecniche, sia professionali che amatoriali, e sulla vita dei cittadini.

Durante l’incontro, promosso dall’Europarlamentare Pietro Fiocchi, è emersa la vastità e complessità della problematica che colpisce con la stessa gravità i diversi comparti del pastoralismo e dell’allevamento estensivo da Sud a Nord: la “convivenza” passiva con una popolazione crescente, incontrollata e sempre più audace di lupi è impossibile su larga scala, andando a compromettere la continuità aziendale e dei sistemi territoriali. Il rischio concreto di abbandono del territorio e delle aree marginali da parte degli allevatori (fenomeno già in corso) comporta il venire meno dei servizi che l’attività rurale fornisce alla collettività - come la manutenzione dei prati-pascoli e degli ecosistemi alpini - e che non sono sostituibili dall’intervento della pubblica amministrazione. Contestualmente, si vanno a perdere le caratteristiche peculiari che rendono unici nel mondo i prodotti tipici del made in Italy, come il Pecorino Romano DOP, il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP e tutti i formaggi tradizionali dell’arco alpino.

La problematica sta suscitando grande unione tra pastori e allevatori, che si sono trovati riuniti al di fuori dei colori sindacali per chiedere a gran voce la tutela della pastorizia e dell’aLpicoltura, attività ad alto valore ambientale, paesaggistico e turistico.

A conclusione dell’incontro, è stato consegnato al Ministro un documento contenente proposte e richieste concrete a tutela della pastorizia e dell’aLpicoltura, sottoscritto da 12 associazioni e comitati territoriali (Associazione per la tutela degli Allevatori del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise; Alleanza dei Pastori Aurunci e Ciociari; Associazione Difesa Rurale; Associazione Pastoralismo Alpino; Comitato Allevatori e Agricoltori del Territorio; Associazione Difesa Alpeggi Piemonte; Comitato Salvaguardia Allevatori VCO; Consorzio Escaroun-Pecora Sambucana; Associazione “Pastur De Blins”; Comitato Pastori d’Italia; Südtiroler Bauernbund; Associazione Salvaguardia Rurale Veneta).

La delegazione rurale ha colto positivamente la disponibilità sia del Ministro che della sua squadra ad impegnarsi nel prossimo futuro per cercare soluzioni diverse e condivise e nuove vie istituzionali per tutelare il mondo rurale della pastorizia, vero cuore pulsante del territorio Italiano.



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