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Orsi trentini

Michele Corti, 10 marzo 2023
Feriti dagli orsi tra il 2014 e il 2020 in Trentino. Questa volta il ferito è invisibile. Non si deve fare "allarmismo"!


Gli orsi, reintrodotti per "giocare alla Natura", attaccano ancora. E il turismo trema



  • (11/3/2023) - Non ci sono fotografie di Alessandro Cicolini, trentottenne di Pracorno di Rabbi (Tn) che, alle 8 di domenica 5 marzo, attaccato da un orso (poi individuato in MJ5) mentre camminava con il suo pastore tedesco su un sentiero a 1800, in una zona di malghe molto frequentate dai turisti. L'uomo non è un "escursionista" , come hanno riferito i media, ma è fratello del sindaco del paese, residente in una delle frazioni del comune di valle. Cicolini non è neppure uno sprovveduto che (come sempre dicono gli animal-ambientalisti per accusare l'uomo e assolvere le loro bestie pericolose), non si è comportato "scorrettamente" e non è colpa del cane se l'orso ha attaccato. Era su un sentiero, l'orso l'ha visto ed ha caricato.  La soluzione logica è togliere gli orsi pericolosi  ma  i fanatici esigono che gli orsi siano intoccabili anche se attaccano le persone. La montagna deve diventare off limits per non disturbarli.  Come abbiamo sempre detto orsi e lupi sono il grimaldello per espropriare le popolazioni dei loro territori.  Molte responsabilità della cattiva gestione degli orsi sono, però, anche delle autorità. Nell'articolo documentiamo come a 5 km in linea d'aria dal luogo della reecente aggressione, un orso  fosse stabilmente presente la scorsa estate per banchettare con i resti di animali che la speculazione sui pascoli abbandona a sé stessi in condizioni inacettabili, esposti a incidenti e predazioni. Tutti sanno, nessuno interviene.


  • Nella foto di copertina abbiamo riunito i feriti da orso in Trentino tra 2014 e 2020. In alto a sinistra  Diego Balasso, ferito da un orso ad Andalo nel 2020. A seguire Daniele Maturi, il primo della serie (Pinzolo 2015), poi Angelo Metlicovez (Trento 2017), Marco Zadra (di cui si vede il braccio), attaccato mentre faceva jogging a Zambana presso Trento nel 2015, Wladimir Molinari , anch'egli ferito nel 2015 a Trento (ha perso l'uso del braccio) e infine i Misseroni, attaccati e feriti da un orso nella zona del monte Peller a Cles nel 2020 (località Fontana Mora di Verdé). Vale la pena ricordare che Molinari, che perse il lavoro di imbianchino a causa dell'invalidità , è stato tacitato dalla Provincia autonoma di Trento (PAT) con un posto di usciere. Quanto ad Angelo Metlicovez, la sentenza di primo grado della causa intentata dalla vittima contro la PAT si è risolta nel 2022 a favore dell'istituzione che la sentenza (meglio non commentare) scagiona in quanto "fatto fortuito" e in quanto la PAT si era preoccupata di mettere dei cartelli. 

Angelo Metlicovez in ospedale a Trento

Questa volta non c'è nessuna foto di Alessandro Cicolini. Sappiamo che è stato ricoverato all'ospedale di Cles (sopra), che è st ato operato e che è stato dimesso. Ha rilasciato delle dichiarazioni ma non esiste nessuna immagine. Probabilmente le immagini "forti" delle ferite alla testa e al braccio (queste ultime belle profonde tanto da recidere i muscoli e rendere necessaria una operazione chirurgica). Pensiamo che si sia preferito evitare una pessima "promozione turistica" all'inizio della primavera. Ma il problema orsi resta. Gli animalisti oltre ad accusare la vittima di "comportamenti scorretti" (lo fanno prima di conoscere le circostanze per tattiva di disimformazione preventiva), questa volta si sono spinti oltre.  Hanno parlato di un episodio avvenuto in una zona "selvaggia", nel regno degli orsi entro il quale gli esseri umani non devono andare a "disturbare".


Si sono anche spinti a chiedere che le aree con le orse siano chiusi all'escursionismo. A parte che non si sà neppure se l'orso responsabile dell'aggressione sia maschio o femmina (cuccioli comunque non sono stati visti), la richiesta degli animalisti equivale a chiudere al turismo e alle attività ricreative una bella fetta di Trentino. E lascia trasparire la malcelata finalità dell'introduzione dei grandi predatori che erano estinti: espropriare la montagna, sottrarla agli usi tradizionali e trasformarla in gradi parchi dove solo pochi privilegiati possano mettere piede.


L'area di presenza delle femmine riguarda buona parte del Trentino occidentale. L'alta val di Non e la val di Rabbi sono comprese nella zona con elevanti indici di presenza degli orsi. Un fatto che il sindaco di Rabbi, fratello dell'aggredito, tende a negare nelle sue dichiarazioni parlando di elementi "di passaggio" (qui l'intervista). I motivi per farlo sono evidenti: la valle vive sul turismo. Vivendo di turismo deve "vendersi" per la sua "selvaticità" nonostante il problema della fauna sia sempre più grave.



A Pracorno, la frazione di Cicolini, un apicoltore ha avuto danni da orso e un residente che portava a spasso due cagnolini ha avuto un incontro con un lupo in atteggiamento aggressivo. A San Bernardo un ragazzo che aveva pecore ha smesso di allevarle a seguito delle predazioni da parte dell'orso. Nonostante l'atteggiamento del sindaco, che minimizza, in valle il problema orsi esiste. Tanto è vero che nel 2013 un maschio di sei anni era stato trovato ucciso a fucilate (qui la notizia). Agli orsi e ai lupi si sommano i cervi, presenti in numeri elevatissimi. Si parla di ben 2000 cervi nel settore trentino del Parco dello Stelvio che nel piano 2022-2026 verranno sottoposti ad un prelievo di 100-180 capi all'anno, palesemente insufficiente, nonostante l'aumento delle quote a contenere la sovrappopolazione. Una densità faunistica folle di 12 cervi/100 ha si superficie territoriale. Del resto anche la presenza di 200 orsi, concentrati nel Trentino occidentale è "fauna-spettacolo" e non gestione guidata da principi biologici e di integrazione con le attività antropiche. I cervi abbondanti producono però il "turismo dei bramiti". Così, però, l'economia diventa monocoltura turistica e la cultura locale si azzera perché non si può più coltivare e allevare. Per seminare un campetto di patate si devono installare recinzioni alte 2 m con pali di cemento di sostegno. Molto sostenibile.

Restor Natura, le malghe diventano alberghi


La val di Rabbi, nello specifico, ha fatto del turismo di malga un'offerta importante. Dalla sua la valle può vantare una cultura della malga che aveva resistito sino a pochi anni fa. In un articolo di dieci anni fa su Ruralpini, noi stessi riconoscevamo alla val di Rabbi un'autenticità di prodotti di malga e di cultura della malga che altrove in Trentino si stentava a trovare (qui l'articolo). In effetti , nonostante la presenza di un'attività agrituristica diffusa qui le malghe sono ben tenute e il turismo ha fatto da freno alla "mafia dei pascoli". Diversa la situazione in Rendena dove l'abbandono della caseificazione in alpeggio ha favorito la penetrazione del fenomeno dell'accaparramento dei pascoli (qui per risalire agli articoli sulla "mafia dei pascoli" in val Rendena).  Diversa la situazione se ci spostiamo solo di pochi km a Bresimo, si verificano i tristi fatti di cui ci occuperemo tra poco, in quanto connessi con la problematica dell'orso. Esempio di struttura turistica d'alpeggio è il Restor Natura di Malga Mordent (sopra), situata nella zona dove è avvenuta l'aggressione a Cicolini. Il Restor Natura (un nome ruffiano che attira i milanesi per i quali Natura equivale a orsi e lupi e che, alla lunga, diventa un boomerang) è un alberghetto integrato in una malga (se l'attività di malga viene mantenuta e non sacrificata alle esigenze turistiche). Altrove avviene di peggio: progetti come quello di Malga Lagorai, in tutt'altra zona del Trentino, che cancellano la malga per realizzare un albergo in quota (qui un articolo in proposito).

Malga Mondent e Malga Cortinga. Siamo nella zona dove è avvenuta l'aggressione di MJ5

Quello che è certo è che la zona della val di Rabbi, anche se si considera la frazione Pracorno, è ricca di punti di attrazione turistica come dimostra l'estratto di Google Map. Malghe dove si alloggia, si mangia, si fa la spesa. Dove l'escursionista vorrebbe godersi la passeggiata senza guardarsi indietro inquieto ogni tanto per scrutare che non ci siano orsi e lupi. Nella mappa sotto vediamo a Sud-Ovest Rabbi/Pracorno e a Nord-Est Bresimo. Come si vede il passaggio da un territorio all'altro è agevole e nell'altra valle si può essere ospitati a malga Bordolona e Malga Binasia. A Est della Binasia c'è il monte Pin. Qui la situazione è meno idilliaca.


Prima che, mentre scrivevamo queste righe, arrivasse la notizia che il colpevole dell'aggressione a Cicolini è MJ5, maschio figlio di Joze e Maja (i maschi sloveni importati con il famigerato progetto Life Ursus avevano nomi con iniziale J se maschi, M se femmine), era stata incolpata JJ4, orsa di 17 anni. Gli animalisti tendono ad attribuire gli incidenti alle femmine per poter giustificare il tutto con il "disturbo della prole". Nel caso dei maschietti il buonismo è più difficile. Si pensava che potesse essere JJ4, figlia di Joze e Jurka perché protagonista dell'ultimo grave episodio avvenuto nel 2020.




Nel giugno 2020 due fungiatt di Cles, padre e figlio, erano stati assaliti dall'orsa che era sbucata a razzo dalla boscaglia in località Verdé nella zona del Peller.  Il monte Peller si trova al confine tra il Parco Adamello Brenta (la fabbrica degli orsi) e la val di Sole (di cui la val di Rabbi è una convalle di sponda sinistra)


A questo punto vogliamo introdurre nella scena un altro orso, la cui identità non ci è nota (ma ai forestali sì, peccato che la politica dell'Ufficio grandi carnivori sia improntata a pochissima trasparenza, alla faccia del cambiamento promesso dalla giunta Fugatti). Considerato che, tra il sito per il quale abbiamo la documentazione della presenza stabile di un orso (maschio o comunque senza cuccioli), la malga Borca, alle falde del monte Pin, e l'area dove è avvenuta l'aggressione di MJ5 vi sono solo cinque km in linea d'aria, potrebbe essere lui. Se non è lui è comunque un altro orso potenzialmente pericoloso. Come dimostriamo di seguito.


La malga Borca di Bresimo è entrata da qualche anno nel giro della speculazione sui pascoli. Una realtà tristissima. Non limitata certo alla val Rendena che ha fatto molto parlare di sé (qui per risalire alla situazione della "mafia dei pascoli" a Pinzolo). Aggiudicata dall'Asuc a una ditta veneziana (che fa solo le carte e intasca i contributi Pac), la malga Borca è gestita tramite intermediari che restano nell'ombra e che procurano le Unità bovino adulto, ovvero le "unità di conto" della UE. Ma le Uba  corrispondono ad animali vivi e senzienti, mandati allo sbaraglio, a patire la fame, a diroccare, a finire in pasto ai predatori. Gli animali per gli speculatori servono solo per completare il carico del pascolo sulla carta, intascare i contributi e non rischiare decurtazioni. Non servono per produrre reddito dalla produzione zootecnica. Uno scenario che, comnunque, non è compatibile con il benessere animale e dovrebbe far partire denunce a raffica. Per "far numero" si caricano, come nelle altre malghe della speculazione, animali non in perfette condizioni di salute o comunque inadatti, spesso troppo giovani, come il vitello sotto, un animale di due mesi e mezzo non in grado di alimentarsi autonomamente sul pascolo. Un altro capo della stessa età era sparito.


 La scorsa estate diversi gruppi di animali, raccolti qui e là dall'intermediario, sono arrivati alla spicciolata a Borca. Così non si è formata una mandria e i gruppetti sparsi, senza custodia, vagavano in un ambiente che può presentare dei pericoli, specie se c'è in giro un orso che terrorizza gli animali. Il pastore, di fronte a una situazione disperata ha mollato. Così ne è subentrato un altro, Massimo Verbitz, (qui la vicenda che lo vide protagonista, suo malgrado, a Pinzolo, lo scorso anno si altre vicende di speculazione e maltrattamento animale). Verbitz, consapevole dell'etica pastorale, ha potuto (era solo) radunare una parte dei capi mentre altri restavano sbandati, difficili da raggiungere e lasciarsi condurre.  Ha però provveduto a segnalare all'azienda titolare, alla proprietà (Asuc), ai forestali, all'Ufficio grandi carnivori della PAT  tutto quanto. Però non si è mosso nulla. Se le cose vanno così nel resto delle malghe trentine siamo messi proprio bene. Dal momento che alcune superfici sono impervie, gli animali, senza adeguata custodia, correvano il rischio concreto il rischio di infortuni. La manza della foto sotto si era fratturata il femore, camminava a fatica su tre zampe ed è diventata il pasto dell'orso.


Le fatte della foto sotto sono state rinvenute a 100 m dalla carcassa della manza. Particolare interessante, contenevano un nocciolo di pesca che si individua bene nell'immagine. L'orso, per nulla intimorito dalla presenza del pastore e dei suoi cani, non solo da conduzione ma anche da difesa, passava sotto la casera a venti metri dalle finestre e ha mangiato le pesche andate a male che il pastore gettava via. Un orso spavaldo. Quindi potenzialmente pericoloso.


Sotto vediamo un cane da guardiania che si è preso quanto rimaneva della zampa della manza. Il cane è poi morto per avvelenamento. Malga o museo degli orrori?


Il fatto più grave è che i cani, durante la stagione di malga 2022, non si limitavano a riportare ossa "fresche" ma anche  "d'annata" (sotto i cani da conduzione con un teschio) , segno che la malga , in conseguenza della gestione speculativa, è stata caratterizzata anche precedentemente al 2022 da incidenti, predazioni, carcasse rimaste sul posto consumate dai carnivori e non smaltite o sotterrate. Ai fini del nostro discorso questo spiega perché in zona ci sianono uno o più orsi stabilmente presenti. Sanno che possono contare sui carnai. Al di fuori di ogni regola e di ogni criterio di buona gestione degli orsi.


Quanto questo fenomeno sia pericoloso lo conferma la discendenza degli orsi importati dalla Slovenia. Quando il progetto Life Ursus stava per terminare, e bisognava spendere le risorse per l'acquisto degli orsi pena la restituzione delle cospicue somme, si dovette ricorrere a una "selezione" di soggetti discutibili, quelli catturabili più facilmente perché frequentatori dei carna. I carnai, in Slovenia, vengono utilizzati per censire i plantigradi, per attirarli a fini venatori, per fare felici i turisti che pagano per vederli. Ma l'orso da carnaio associa l'inevitabile traccia odorosa lasciata dagli umani che li riforniscono con una fonte di cibo accessibile e a buon mercato. Con conseguenze facilmente intuibili: diventano orsi "confidenti".  A conferma di tutto ciò sotto vediamo come è finita un'altra manza, sempre nell'estate 2022. Questo animale è diroccato dal salto di roccia a monte della pista forestale che consente l'accesso alla malga.




E mentre i cani trovavano e riportavano ossa, un occhio attento trovava marche auricolari, alcune ancora fissate ai padiglioni auricolari, altre no. Alcune forse semplicemente perse, altre estremo resto di animali predati/consumati dall'orso? Ultima notazione, triste: l'orso che banchettava nella malga di Bresimo ogni tanto, da confidente qual era, si spingeva a valle (dove ci sono ghiotte ciliege che l'orso pappa salendo sui teli che proteggono dalla mosca). Nel seguirlo uno dei cani di queste foto è sceso verso il paese e si è imbattuto in un boccone avvelenato non si sa se diretto ai cani o ai lupi. Veramente idilliaca la "convivenza" con i grandi predatori, specie se all'insegna di un'ipocrisia sotto la cui protezione si sviluppa la sinergia tra cattiva gestione dei carnivori e tolleranza della speculazione sui pascoli.



Gli orsi trentini su Ruralpini.


(24.06.20) Orsi trentini. Ora basta minimizzare il pericolo.
Ieri i giornali trentini, che pure hanno ampiamente trattato del nuovo grave incidente provocato dagli orsi, hanno incomprensibilmente "dimenticato" il caso di Marco Zadra, un podista inseguito e ferito da un orso. Un caso che, a suo tempo, aveva meritato le prome pagine degli stessi organi di stampa. Perché? Si vuole ancora minimizzare per paura di non "allarmare" i turisti? Certo che se si va a vedere il sito ufficiale della PAT, la provincia autonoma, le cose sono ancora più disperanti. E' fermo a due incidenti, si censurano diversi incidenti mortali che pure erano avvenuti in Europa al tempo dell'aggiornamento del sito (2015). Perché non è stato aggiornato? Per non dover dire la verità, ovvero che le balle sull'orso che non è mai pericoloso "a meno che non venga provocato" sono, appunto, balle. Balle di stato, ma pur sempre balle.  E' ammissibile che la nuova giunta lasci al suo posto chi (il responsabile grandi carnivori) accusava i feriti dall'orso di averlo attaccato loro, contraddicendo anche l'ex presidente Rossi?

(14.07.17) Rotto il tabù abbattuta l'orsa pericolosa.
È bastato, dopo due anni di teatrino, applicare finalmente un'ordinanza. Un atto che il presidente della Pat (responsabile della sicurezza pubblica) non poteva esimersi dall'emanare senza assumersi pesanti responsabilità penali. Un colpo di fucile che segna una discontinuità, che pone fine all'assurdo di un paese che, unico al mondo, non sopprime animali pericolosi per le persone per la "paura degli animal-ambientalisti". I mitici "grandi predatori" sono scesi dal loro piedistallo di sacralità e inviolabilità e il potere di interdizione del mondo animal-ambientalista ne esce sgonfiato.

(24.07.17) Metlicovez : gravi colpe della PAT 
Questa volta non basta alla Pat il gioco dello scaricabarile ("le catture le deve autorizzare Roma"), né i giochi di parole ("non è un vero attacco"). Se sarà accertato, come tutto lascia supporre, che ad attaccare è stata Kj2, orsa catturata e poi rilasciata (e mai più ritrovata) emergerebbe non solo l'incapacità delle strutture della provincia a garantire la sicurezza delle persone, ma anche una responsabilità dolosa nel provocare le gravi lesioni al pensionato di Cadine.

(03.08.15)  L'orso visto da un Trentino "figlio di un dio minore" Ragoli,  Preore, Montagne, comuni di poche centinaia di abitanti della "busa di Tione" (che nell'ottica del Parco Adamello Brenta sono una "porta di servizio" per entrare nel regno dell'orso creato con Life ursus). Qui l'orso si vede tutti i giorni ma - in compenso - non c'è la ricca economia turistica di Pinzolo e Madonna di Campiglio

(21.07.15)  Hanno scambiato il Trentino con il Canada (e insistono) Oggi politici ed "esperti" (ai quali i primi delegano tutto) hanno perso il contatto con la realtà. Il progetto Life ursus è un esempio di delirio tecnocratico e del trionfo dell'ignoranza mascherata da saperi specialistici. Hanno scambiato il Trentino con un Wild North spopolato

(14.07.15) Grigno (Valsugana) non vuole convivere con gli orsi Siamo andati ad intervistare la gente di Grigno, paese della Valsugana, dove lo scorso anno si sono verificati numerosi casi di predazione e l'orso ha passeggiato tra le case.  La gente ha paura ma non si fa intimidire e il sindaco non ha accettato che  a informare  sugli orsi venissero gli ambientalisti.

(13.07.15) Psicosi orsi in Trentino. Ma chi ne è affetto? La provincia di Trento sugli orsi sta assumendo posizioni contraddittorie. Basti dire che ora si ammette la pericolosità degli orsi e si chiede (come noi facciamo da tempo) l'autorizzazione dello spray urticante. Ma dentro la struttura gli irriducibili non rinunciano a negare l'evidenza della presenza di orsi anche a Est dell'Adige.

(09.07.15) Marco Zadra ringrazia Life Ursus per i "regali"  elargiti ai trentini (e ai turisti) Marco Zadra, aggredito a Zambana lo scorso 29 maggio e sfuggito per miracolo ad una tragedia, invia la seguente lettera che, purtroppo, non è stata pubblicata sui giornali. Preghiamo perciò di diffonderla online al fine di contribuire a quell'opera di  informazione in grado di contrastare le manipolazioni di coloro che hanno sostenuto il progetto Life Ursus.

(24.06.15) ... temevo mi prendesse alla schiena e me la spezzasse in due Marco Zadra aggredito da un orso a pochi km da Trento (e a 700 m  da un abitato) racconta nei dettagli a Laura Zanetti di  l'allucinante esperienza che ha vissuto il 29 maggio scorso.  La sua "colpa" è di aver voluto andare a fare esercizio fisico su un sentiero a 500 m di altitudine dopo il lavoro . Life Ursus ha deciso che i trentini non possono più vivere liberamente.  

(19.06.15) Parte la petizione per lo spray anti-orsoDopo l'aggressione a Wladimir Molinari massacrato da un orso che lo ha assalito a a freddo nulla è come prima. La gente sta prendendo coraggio di reagire, la maggioranza silenziosa è stanca di subire politici, anilamalisti, tecnocrati. Intanto è partita la petizione per chiedere al Ministero dell'interno di autorizzare la libera vendita dello spray anti-orso (200 ml contro i 30 di quello anti-stupro).

(18.06.15) Orsi pericolosi: la provincia di Trento non sa decidersi a cambiare dottrina 
L'ultima aggressione da parte di un'orsa (apparentemente senza cuccioli  e non provocata) avvenuta in comune di Trento ha mandato il 9 giugno in ospedale un uomo di 45 anni con prognosi di 30 giorni e il braccio massacrato. Ma per la Provincia di Trento gli orsi continuano a non essere pericolosi e si insiste a imporre una "convivenza" rifiutata dalla stragrande maggioranza della popolazione.

(31.05.15) Uomo ferito da orso su un sentiero in Trentino
Mentre i Signori dell'orso gongolano per le sette cucciolate in Trentino gli albergatori gongolano meno sapendo che in Italia si sta diffondendo la notizia che un escursionista locale ha vissuto l'incubo di un'aggressione da orso su un sentiero. Nonostante il racconto della vittima e la ferita "compatibile con attacco da orso" secondo i sanitari i Forestali per difendere i loro orsi parlano di "falso attacco".

(29.09.14) L'avv. Giuliano avverte la Provincia di Trento e i suoi super esperti di orsi: vi assumete la responsabilità di omicidio volontario
Forte di pareri di esperti internazionali sulla materia l'avv. Mario Giuliano mette in guardia politici e tecnici che continuano a scherzare con il fuoco. Negando la pericolosità degli orsi, omettendo la cattura di quelli pericolosi, manipolando l'informazione, inducendo le persone a sottovalutare la pericolosità degli orsi, essi si rendono responsabili di omicidio volontario in caso di attacco mortale. Solo per pura fortuna quest'anno due attacchi non sono stati tragici. Ma fino a quando durerà la fortuna?

(13.09.14) Vi spiego perché Life Ursus è un disastro annunciato (Daniza è solo l'inizio...)
Perché Life Ursus è un fallimento lo si capisce bene vedendo cosa succede a Madonna di Campiglio dove il Parco dell'orso benedice la devastazione dell'ambiente. Chi ha spinto sull'orso e la sua reintroduzione lo ha fatto in modi sbagliati perché aveva interessi inconfessabili. Oggi tra chi vuole eliminare gli orsi e chi ne fa un idolo non c'è possibilità di mediazione e le istituzioni che hanno scherzato con il fuoco ora pagano le conseguenze. Intanto i business proseguono.

(02.09.14)  Voci da Pinzolo. Cosa pensa la gente (allevatori e abitanti) degli orsi (senza filtri)
Sabato scorso la val Rendena è stata militarizzata per colpa dell'ignavia della provincia di Trento (cui è sfuggito di mano l'irresponsabile progetto Life Ursus) e della protervia un pugno di animalisti di Roma che pretendono di imporre ai trentini l'abbandono delle attività di allevamento e di non mettere piede nei boschi. Sulla situazione la nostra Laura Zanetti ha raccolto i commenti senza filtro di allevatori trentini e veneti e degli abitanti della Rendena.

(28.08.14) Animalisti decisi a marciare su Pinzolo sabato senza autorizzazione
(nella foto Pinzolo) C'è di che riflettere per i guru del marketing territoriale Trentino  che hanno voluto il progetto Life Ursus, sintesi di integralismo 'conservazionista' e di affarismo. Ora l'estate turistica trentina rimbalza sui media con l'immagine di manifestazioni, schieramento di polizia antisommossa tensioni, denunce. Non basta la crescente paura e disaffezione dei turisti che temnono l'orso. Ora si aggiunge il timore di manifestazioni violente nel Trentino felix turistico delle famiglie.

(26.08.14)Fuga politica di Daniza agevolata da una provincia a metà tra ignavia e macchiavellismo
Sono passati 12 giorni dall'aggressione potenzialmente mortale dell'orsa a un malcapitato abitante della val Rendena e l'orsa Daniza è stata lasciata 'fuggire' per calcoli politici. La PAT non l'ha catturata ma ha, furbescamente e irresponsabilmente lasciata andare la bestia oltre il confine provinciale (un orso che aggredisce un uomo una volta può rifarlo perché ha vinto ogni residua paura dell'uomo). Così ora se la vedranno i bolzanini con l'orsa. Bravi, avanti così. 
 
(26.08.14)  Il movimento dei genitori prende posizione contro la mancata cattura di Daniza
Alla provincia di Trento si credono furbi. Dicono che cattureranno l'orsa responsabile di un'aggressione ad un uomo a Pinzolo ma non lo fanno per calcoli politici (del PD). A Trento hanno giocato da apprendisti stregoni con gli orsi. Ora sono sotto pressione da parte di soggetti economici, animalisti, politica di opposizione, Roma, valligiani e non sanno che fare mentre i più scaltri politici di scuola DC/PCI cercano di trarne profitto. Quanto mai opportuno il monito del Movimento genitori che denuncia la gravità della mancata cattura dell'orsa
 
(23.08.14)La Provincia di Trento non sa più che pesci pigliare. Gli orsi sono patata bollente politica
Ugo Rossi, presidente del Trentino si copre di ridicolo. Con i suoi autogol dimostra come la premiata fabbrica degli orsi (Life Ursus) sia fuori controllo. Prima dice di voler limitare gli orsi con catture e abbattimenti, poi - inginocchiandosi agli animalisti - supplica le altre regioni, e 'oltralpe' di subirsi un 'contingentamento' di plantigradi da esportazione. I montanari delle regioni limitrofe diranno: "Dividi l'autonomia e poi forse dividiamo gli orsi" e "Prima sistemali nel Trentino orientale dove non ci sono o quasi, poi parliamo di deportazioni in altre regioni". "Contingenti orsi". Come fossero rifiuti speciali

(18.04.14) Life Ursus di fronte alla realtà
Robi Ronza commenta l'aggressione subita da un uomo in Trentino che ha 'osato' andare a cercare funghi in un bosco disturbando il sacro territorio dei sacri orsi.  La provincia di Trento non ne uscirà facilmente da un ginepraio dove a metterla in croce ci sono anche (oltre ad animalisti e valligiani furenti) anche il Ministero, la regione Veneto (Zaia pro-orsi, l'assessore al'agricoltura contro) . Intanto a ferragosto in tutta Italia si sa che ad andar a funghi in Trentino si rischia la vita. Ottima promozione per le famiglie. Grazie Life Ursus da parte degli albergatori (che potevano anche loro pensarci prima che la 'promozione' a suon di orsi era un boomergang).

(27.07.13)Dalle parole ai fatti : Comitato antiorso
Quest' anno le azioni del Comitato antiorso (diventato anche "e Grandi Predatori") del Trentino si sono fatte più incisive. La campagna di raccolta firme "per liberare il Trentino dagli orsi" prevede banchetti informativi sui mercati dei paesi rivolti anche ai turisti. Sino all'anno scorso vi era il timore di perdere il consenso degli albergatori. Ora si teme anche per il turismo.

(03.07.13)Liberalizzare lo spray anti orso
L'avvocato Mario Giuliano di Trento, citando la casistica di incidenti mortali pubblicata da Ruralpini, scrive al ministro Alfano per chiedere che lo spray utilizzato in America per difendersi dalle aggressioni degli orsi non sia considerato come un'arma e posto in libera vendita. 

(08.07.12) Poveri orsi
Esibiti come bestie da baraccone, sfruttati commercialmente, oggetto di voyeurismo, spiati, radiocollarati, attirati da incoscienti fotografi, disturbati da elicotteri, pallottole di gomma e petardi, narcotizzati, catturati in trappole-tubo, uccisi "dai loro amici", "stirati" dalle automobili, castrati e imprigionati. Gli orsi trentini sono le prime vittime della messa in scena della wilderness, sono vittime dell'ipocrisia dominante, che impone la caduta dei confini tra domestico e selvatico, la mitologia ribaltata dell' orso "vegetariano" e della "buona fiera", mescolando escatologia biblica, Disney e... business. Nel mondo ecologista si impone una riflessione.

(24.05.12) Strembo (Tn). Esplode la protesta per la strage degli asini. Nasce il Comitato anti-orsi
È stata una donna a dare finalmente il la alla protesta. Si è vista due suoi asini "Beppo" e "Cirillo" sbranati dall'orso e ha reagito. Non solo ha portato personalmente la carcassa di Beppo davanti alla sede del Parco (Adamello-Brenta) responsabile della reintroduzione degli orsi in Trentino, ma ha anche lanciato un Comitato anti-orso che ha subito avuto decine e decine di adesioni anche dalle provincie limitrofe.

(12.05.12)  Trentino: Orso, sbagliato e dannoso reintrodurlo
Il gestore del rifugio Carè alto di Pelugo in Val Rendena (TN) ha scritto una lettera al quotidiano l'Adige dopo aver subito la perdita di un'asina di 12 anni che faceva parte della sua famiglia; aiutava nei trasporti in malga ma giocava anche con i suoi figli. Marco Bosetti non risparmia giudizi taglienti agli "ecologisti da salotto" e a tutti coloro che: a tutti coloro che hanno ritenuto e ritengono che il mio asino sia meno importante del loro orso.  

(29.05.12) Gli orsi sono pericolosi per l'uomo?
 In Trentino, specie dopo il primo attacco a delle persone, infuria la polemica sugli orsi e si chiede un "giro di vite" sugli orsi potenzialmente pericolosi, senza esitare ad abbatterli. Ma gli orsi rappresentano un reale pericolo per l'uomo?

(14.02.11) 50 orsi in Trentino pronti a uscire dal letargo e a fare danni
In vista del prossimo risveglio della popolazione ursina trentina - che ogni anno si fa più numerosa - l'On. Fugazzi presenta una interrogazione al Ministro dell'Ambiente. Cosa si fa per tutelare la popolazione e ridurre i danni di una presenza che interessa da vicino i centri abitati? Che ne è delle promesse di Dellai di 'rivedere' la demagogica politica conservazionista che penalizza chi vive nelle Terre alte?
 
(18.10.10) Orsi trentini. Dopo una estate di emergenze Giovanazzi lancia iniziativa legislativa
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) dopo le petizioni presentate in Consiglio provinciale lancia ora una coraggiosa proposta di legge di iniziativa popolare che modifica alcuni articoli della legge provinciale sulla caccia. Vengono introdotti più congrui risarcimenti e un controllo democratico (anche attraverso referendum locali) sulle misure di rimozione degli orsi problematici. Il progetto di legge viene incontro alle istanze di componenti della popolazione che vedono la propria libertà di movimento e le proprie attività sempre più condizionate dalla crescente presenza dei plantigradi 

(05.08.10)  In Primiero (trentino)Dellai deve subire la contestazione dei contadini esasperati per i danni provocati dagli orsi
Il presidente della PAT, che si era recato in Primiero per problemi di viabilità, ha dovuto affrontare la collera di una trentina di contadini infuriati per l'imperversare delle predazioni da parte degli orsi che solo negli ultimi giorni sono costate la vita a una ventina di pecore. Il tutto mentre il consigliere provinciale centrista Giovanazzi promuove una petizione per chiedere la cattura e l'abbattimento degli orsi pericolosi.
Nello stesso giorno viene annunciato  dal capo del servizio forestale Masé che si procederà a uno studio per 'rivedere' tutta la questione...

(05.07.10) Baselga del Bondone (Tn) Pecore e capre sbranate, frutteti distrutti, una nonna terrorizzata.
Fino a che punto la Provincia di Trento consente agli orsi di fare le loro scorribande nei pressi dei paesi? Perché le 'regole di ingaggio' degli orsi sono scritte da coloro che sostengono il ripopolamento ursino e ne traggono vantaggi? Le storie della pecora Meringa, guida dei bambini, e della nonna che ha avuto un incontro molto ravvicinato e da incubo con l'orsa Cindy

(30.04.10)(Trentino/Veneto) Torna la fiera dell'orso. 
Villaggi di montagna sotto assedio nel vicentino per la gioia degli animalisti e ambientalisti di città.
 M5 è un orso dal comportamento anomalo, imprevedibile e pericoloso. Gira nel villaggi, torna a finire i pasti (di animali uccisi) i giorni successivi nonostante le dissuasioni (petardi, sirene, pallottole di gomma). Nei protocolli orso dei paesi civili sarebbe già stata classificato pericoloso e abbattuto. Da noi c'è il Pacobace (protocollo interregionale di gestione dell'orso scritto dagli esperti orsofili e WWF) che tutela molto l'orso, pochissimo gli animali domestici e poco anche l'incolumità delle persone. Dalla Romania alla Scandinavia gli orsi uccidono, non solo pecore, galline e asini anche esseri umani. Ma qui dicono che 'non fa male a nessuno'.  


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Italia invasa dai lupi "in via di estinzione" "

(05/03/2023) Chi come ruralpini denuncia da 14 anni la gravità del pericolo lupo ha la magra consolazione di poter dire: "l'avevo detto". Oggi si è finalmente formato un movimento sociale che contesta la politica del mantenimento della protezione del lupo anche a fronte di una presenza ubiquitaria, spavalda, aggressiva. Un mantenimento chiaramente politico-ideologico, sostenuto dal potente partito del lupo. Le cronache del febbraio 2023 sono ricche di notizie che solo pochi anni fa sarebbero stte ritenute impossibili. Ormai l'apparizione del lupo fa notizia se interessa solo città e centri maggiori, se entra nei cortili e nei giardini, se preda animali d'affezione o non usuali vittime. Le stragi di pecore non fanno più notizia. Ci si preoccupa, invece, dei lupi salvati, di cui si tenta il recupero nonostante fratture multiple, rogna, gravi ferite. Un animalismo di stato che spreca risorse per animali che dovrebbero essere "selvatici", esposti alla "legge della natura" e invece sono catturati, ospedalizzati, operti riabilitati, rilasciati. Salvo poi "non farcela" (due casi solo nel febbraio 2023). Per i lupi morti in circostanze men che chiare, ma anche per quelli stirati sulle strade si praticano autopsie e si eseguono indagini. Non sono solo i fanatici animalisti affetti da sindrome lupomane ma le istituzioni. Intanto nessuno si muove per stabilire regole per allontanare i lupi dai centri abitati e dalle città. Per i lupisti sono benvenuti e un fatto da salutare con giubilo. Ma dovrebbero dirlo a chi si è visto sparire cani, gatti, galline, oche.. leggi tutto

Da Lollobrigida una delegazione di pastori e allevatori: "il lupo fa morire le nostre attività"

(24/12/2022) Siamo finalmente di fronte all'inizio di una reazione organizzata dei pastori e degli allevatori sul tema dell'impatto sempre più grave del lupo. Il 29 Novembre 2022, a Saint-Jean-de-Bournai, in Francia, ha avuto luogo un meeting internazionale con rappresentanze di allevatori provenienti da 11 nazioni europee (inclusa l’Italia) per richiedere all’Unione Europea e ai paesi della Convenzione di Berna il declassamento del livello di protezione della specie lupo. Sappiamo che poi il parlamento europeo ha poi deluso le aspettative con una risoluzione ambigua e inconcludente che evita di impegnare la commissione sul punto cruciale. Il 19 gennaio  una delegazione di pastori e allevatori di nove regioni , accompagnata dall'eurodeputato Fiocchi, ha invece incontrato il ministro dell'agricoltura Lollobrigida,  al quale - consapevole della gravità del problema - sono stati esposti i diversi aspetti che assume  il problema. leggi tutto

Il lupo attacca sempre più vicino all'uomo

(03/13/2022) - Siamo ormai all'ultimo gradino della "scala di Geist". Negli ultimi tempi le notizie di attacchi dei lupi nelle immediate pertinenze delle abitazioni e sin dentro le stalle si sono moltiplicate. In molti casi gli attacchi ai cani avvengono in presenza dell'uomo e si segnala il caso di una donna alla quale un lupo ha "assaggiato" i pantaloni mentre camminava in una frazione del comune di Alessandria. La cadenza di queste notizie ma anche la natura degli attacchi, sempre più prossimi all'uomo, fa pensare che, come previsto da Valerius Geist, si sia di fronte a un'escalation che presto comporterà attacchi letali all'uomo. Un'occasione per ricordare l'eminante studioso scomparso lo scorso anno che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a mettere in guardia contro i pericoli del lupismo, un'utopia - con molte analogie con quelle che insanguinarono il Novecento - che porterà a un mare di sofferenze per animali e esseri umani e - alla fine - all'estesa, inevitabile (già largamante in atto) ibridazione del lupo. Prima o poi il lupo  dovrà essere di nuovo espulso, anche a  vantaggio di quello che resterà della specie, dagli ambienti antropizzati. . leggi tutto

Una delusione la risoluzione dell'europarlamento sul lupo

(26/11/2022) - Mentre i media di regime fanno credere alla prossima apertura della "caccia" al lupo, la realtà è che nella risoluzione (che - non va dimenticato - alla fine è solo un invito alla Commissione) non è stato inserito il punto decisivo: il passaggio del lupo dall'allegato IV della Direttiva Habitat all'allegato V, quello delle specie "normalmente protette". Vi spieghiamo la risoluzione, venduta come una "svolta"  è una delusione, soprattutto per l'Italia. Un compromesso parecchio al ribasso che è difficile vendere come una vittoria. Tra l'altro si auspica il rifinanziamento dei progetti Life (Life Wolf Alps) per la "coesistenza". E l'impronta generale è quella della persistente ricerca della "coesistenza", dei continui monitoraggi, non riconoscendo che l'aumento della presenza e degli impatti sta portando a una situazione insostenibile e che, mentre si mena il can per l'aia come vogliono i lupisti, l'allevamento estensivo sta morendo. Che dire: pochissimi progressi, grande ambiguità. leggi tutto
 

Lo certificano i lupologi: in Europa il lupo scoppia di salute

(12/11/2022) - In vista della riunione della segreteria permanente della Convenzione di Berna (quella che nel lontanissimo 1979 decretò il regime di super protezione a favore del lupo), il gruppo degli esperti europei dei grandi carnivori (LCIE - Large carnivore initiative Europe) ha redatto un report nel quale sono costretti ad ammettere che la crescita del lupo è un fenomeno generale in Europa, che solo in qualche paese balcanico, dove sono comunque molto numerosi, è in diminuzione. Che nella maggior parte dei paesi è in atto una forte crescita che non accenna a diminuire. Il report è disponibile da tempo ma i media e la politica pare non se ne siano accorti. La Convenzione di Berna e la Commissione Europea non possono però ignorare un quadro demografico che fa venir meno i presupposti dello lo status giuridico di super protezione della specie. La spinta della lobby a favore di una protezione "a prescindere" è fortissima e come testimoniano anche le prime timide e impacciate dichiarazioni dei nuovi ministri del governo italiano, ben lungi dal riconoscere che c'è un'emergenza e che non si può perdere tempo nell'attivare piani di contenimento. leggi tutto

Lupo: quando la preda è un bambino

La notizia, divulgata dalle agenzie di stampa russe è stata ripresa anche dal settimanale americano Newsweek (Washington Post). Il fatto è avvenuto il 28 luglio in uno dei distretti più montagnosi del Daghestan (una repubblica autonoma della Russia europea), sul versante nord del Caucaso, al confine con la Georgia. Tre bambini sono stati attaccati da un lupo uscito dal bosco presso il villaggio di Kidero. Quello di 8 anni è rimasto ucciso (e trascinato a una certa distanza dal lupo) per difendere il fratellino di 6 anni. Quest' ultimo è stato comunque graveremente ferito al collo e agli arti, il terzo bambino è fuggito incolume.  Gli abitanti segnalano l'aumento del numero dei lupi nell'area a seguito del minore impegno delle autorità nel controllo della specie. La notizia non è stata riportata da nessun organo di informazione italiano e in Francia e Germania solo da siti di caccia . La mafia del lupo è efficiente. Per poter negare che i lupi rappresentino un pericolo  per l'uomo censurano le notizie. E le istituzioni e i media si allineano ai poteri occulti (altro che democrazia e libertà di informazione).leggi tutto
 
Il lupo colpisce in alta Valseriana

(22/07/2022) Bergamo - All'alpe Fontanamora, in alta Valseriana si registra una predazione di 12 ovini. Il fatto è avvenuto la notte del 15 luglio. Gli animali presentano inequivocabili lesioni alla gola. La gravità della notizia consiste nel fatto che tutto intorno all'alpe vi è lo storico comprensorio d'alpeggio del pastoralismo bergamasco con 10 mila ovini caricati. Perchè si tiene nascosto l'accaduto? Perchè non si allertano i pastori? L'alpe Fontanamora fa parte del pompatissimo progetto Pasturs attuato dalla coop Eliante (WWF), con il sostegno del Parco delle Orobie Bergamasche e della Coldiretti, purtroppo. Per anni il progetto Pasturs è stato venduto come dimostrazione della "convivenza" con il lupo. Una propaganda che approfittava del fatto che il lupo ... non c'era. Ora, nonostante la presenza di "personale appositamente formato" il lupo arriva e colpisce. L'altra considerazione riguarda il comportamento opaco degli organi competenti: polizia provinciale e corpo forestale che si guardano bene dall'avvisare i pastori dell'arrivo del predatore (per "proteggere" il lupo). Nessuna considerazione e nessun rispetto per i pastori da parte di organi istituzionali che hanno sposato in modo fazioso e ideologico la causa del lupo e del rewilding leggi tutto



Dallapiccola: un camaleonte in Trentino

(12/07/2022) Laura Zanetti, storico esponente dell'associaizione malghesi e pastori del Lagorai interviene stigmatizzando il trasformismo di Dallapiccola, un politico capace di passare dall'orsolupismo a ua strumntale difesa degli allevatori (ma solo perché ora è all'opposizione e deve attaccare la giunta che lo ha scalzato da assessore). leggi tutto



In Svezia il lupo è animale da gestire, in Italia solo ideologia

In concomitanza con gli esiti del "censimento" italico del lupo, che si è fermato a contare 3300 esemplari (hanno mandato in giro tutti orbi?), comunque non pochissimi anche se non se ne parla neppure di attivare le famose "deroghe" e iniziare un contenimento, il governo svedese fa sapere che intende ridurre i "suoi" lupi da 480 a 170, applicando le indicazioni del parlamento. Il confronto tra quello che avviene in Svezia e in Italia in tema di lupo ci consente di analizzare gli aspetti sociali e politici del problema. Dietro il "sacro lupo" c'è evidentemente tanta ideologia e la realtà di un mondo rurale non rappresentato, non tutelato, preso a calci in faccia (in barba alle belle parole dell'uguaglianza dei cittadini, della difesa dei diritti fondamentali ecc.)leggi tutto



Lupo: le regioni non possono più nascondersi

25/4/2022 - Lupo. Per troppo tempo la politica ha abdicato alle sue funzioni, quelle più importanti. Sinora ha lisciato il pelo a un'opinione pubblica emotivamente pro lupo (disinformata e montata dalla propaganda ben finanziata - con soldi pubblici - della potentissima lobby). Le regioni si sono nascoste dietro un dito anche se le loro competenze sono chiare come il sole. Dietro la farsa ignobile del "Progetto lupo", bloccato da sette anni, , un comodo alibi per la conferenza stato-regioni, per le regioni, per il ministero per lasciare marcire la situazione. Alla lobby del lupo va alla grande, gli allevatori chiudono le aziende, i cittadini dovranno scappare dai centri abitati dove i lupi entrano in casa. Ma sino a che punto si possono ignorare le esigenze costituzionalmente garantite di sicurezza, tutela della libertà e dell'economia dei territori? In vista del convegno del 7 maggio in val d'Ossola, la prima iniziativa forte iniziativa organizzata da allevatori e montanari vittime dell'incontrollata proliferazione del lupo sulle Alpi, torniamo sul tema dei lupi pericolosi (già affrontato in precedenti articoli qui su Ruralpini) e chiediamo ai politici: perché mettete ancora la testa nella sabbia e non vedere che siamo già arrivati a situazioni giudicate di pericolo da studiosi e da istituzioni pubbliche che si occupano di fauna nella vicina Svizzera? leggi tutto