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(20.10.10) Bolzano stoppa il fotovoltaico selvaggio. Ma in Lombardia?

A Bolzano un regolamento della provincia autonoma ha vietato i pannelli fotovoltaici negli spazi aperti e verdi. In Lombardia un comune della montagna più debole (Livo) si fa allettare da un progetto di 'campo solare' di quasi cinque ettari. Ricavato dove c'erano pascoli. Una triste conseguenza della realtà della 'montagna di serie B'.

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(07.01.11) Teglio (So). Sventato un nuovo attacco demenziale alla montagna lombarda

No all'unisono di Comune, Comunità Montana, Provincia, Regione, Soprintendenze al 'parco solare a Teglio che avrebbe deturpato uno dei paesaggi più belli ed emblematici della Valtellina. Però è preoccupante che ci siano degli sciagurati che portano avanti tali proposte che, a volte, trovano il sostegno di amministratori locali (vedi Albaredo, sempre in Valtellina che  voleva il 'parco eolico' al Passo di San Marco e Livo, nell'alto comasco).  E se altri altri amministratori si lasciassero 'tentare', se le istituzioni abbassassero per una volta la guardia? Cosa succederebbe? Bisogna chiedere che, come in provincia di Bolzano si escluda tassativamente su tutto il territorio di valore agricolo e pasesistico l'installazione di simili 'parchi'. leggi tutto

 

(06.03.11) Energie 'rinnovabili': un business sempre più sporco

Le buone intenzioni del governo di ridimensionare il regime di incentivi folli alle 'rinnovabili' si scontrano contro gli appetiti delle lobby. Via i limiti alla percentuale di superfici da destinare a biogas, via il tetto del fotovoltaico. Il ricatto di Forza Sud che ha minacciato di non votare il federalismo se il governo non avesse ritirato il decreto sulle 'rinnovabili' (poi 'ammorbidito') la dice lunga sul meccanismo che si è messo in moto. Ma anche al Nord... Strane manovre delle società padane dell'energia 'alternativa' per mettere le mani sui terreni per produrre biogas. Non solo a Cremona e nel Polesine ma a anche del Centro Italia. leggi tutto

 

 

 

(30.05.11) É soprattutto nelle regioni 'rosse' che sono stati realizzati devastanti 'Parchi solari'. Con la benedizione di Legambiente, spesso impegnata nella realizzazione attraverso il suo braccio

 

Barbarie fotovoltaica

di Michele Corti

La devastazione di paesaggi culturali millenari ad opera degli accecanti specchi fotovoltaici rappresenta una barbarie che andrebbe divulgata all'estero per far riflettere i potenziali turisti sull'opportunità di visitare un paese che non si ama e non si rispetta. E dove gli ambientalisti sono i primi complici degli scempi

 

La corsa selvaggia al fotovoltaico a terra è stata provvidenzialmente frenata dal governo che ha limitato gli stratosferici incentivi ad impianti a terra di max 0,2MW mantenendo il limite di 1MW per gli impianti collocati sui tetti. Gli 'ambientalisti' (!?) hanno elevato alti lai e lamenti. Sì, perché il governo così facendo ha ridimensionato le prospettive di business loro e delle società amiche (italiane ma per lo più straniere). Nella vicenda fotovoltaico a terra è emerso chi ha veramente a cuore il territorio. La Provincia di Bolzano che tiene alla propria terra, all' heimat in forza di una cultura ben più radicata e credibile delle improvvisazioni ambientaliste, ha vietato in modo asoluto il fotovoltaico - non solo quello a terra - nelle aree verdi, e di ineteresse storico. In Lombardia, sulle Alpi, due progetti da diversi ettari di specchi solari sono stati stoppati sul Lario e in Valtellina da provincie e soprintendenze. Precisiamo che nel caso della Valtellina (link nella colonna a fianco) i proponenti erano amministratori locali leghisti con chiari interessi privati nella faccenda. Però la provincia a presidenza leghista a detto no.

Cosa che non succede spesso nelle 'regioni rosse' dove la 'società civile' ma anche gli organi dello stato sono 'allineati e coperti' e non osano contraddire le caste al potere.

 

 

Così le dolci colline di regioni come l'Umbria vengono devastate da impianti come quello della foto. Una barbarie. E pensare che questi sono i paesaggi dei pittori rinascimentali, di Leopardi. Un biglietto da visita peggio dei crolli di Pompei. Ma è in Puglia, la regione più baciata da sole d'europa che le speculazioni nostrane e straniere si sono concentrate. Proprio dal 'tacco', il Salento orgoglioso della propria rinascita e desideroso di autonomia, arriva una storia squallida che è finita solo per il buon senso degli amministratori locali e l'opposizione dei veri ambientalisti locali.

 

 

Contro chi se la prendevano gli oppositori del mega parco elolico da 26 ettari su suolo agricolo di Cutrofiano? Contro Legambiente che proponeva l'impianto 'a inseguimento solare' come modello di sostenibiluità. Lo ha fatto attraverso il suo 'braccio operativo' ovvero la società AzzeroCO2. Ma I lavori da chi sarebbero stati eseguiti? Le televisioni locali e i blog  scavando nella compagine della società che ha proposto il parco fotovoltaico a Cutrofiano hanno messo in evidenza che a realizzare  e gestire il parco sarà Exalto, una società che ha per presidente Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e direttore responsabile della rivista QualEnergia. Ma anche componente del Comitato Scientifico di Legambiente. Altro proprietario di Exalto è Mario Gamberale, che è sia in AzzeroCO2 che nel già citato Comitato Scientifico. I guadagni del parco, quindi, non sarebbero andati direttamente a Legambiente, ma a due sue esponenti. Di qui la rivolta di circolo di Legambiente locali ma anche del Nord Italia informati dai 'dissidenti' salentini. Una vicenda veramente edificante e che dovrebbe aprire gli occhi a tanta gente.

 

 

 

            

 

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