Nuovo Header

Solidarietà pastorale

Michele Corti, 28 marzo, 2023

Colletta per un pastore in difficoltà



Vai alla raccolta fondi su gofundme e aiuta Massimo Verbitz


Per la seconda volta (la prima è stata la raccolta fondi per dotare Cristina Fraquelli di cani per difendere le sue capre vai a vedere), Ruralpini lancia una colletta di solidarietà per i pastori e i piccoli allevatori ovicaprini estensivi. Messi in ginocchio dai lupi e  con la prospettiva di una forte penalizzazione da parte della nuova PAC, molti di loro soffrono anche per la "mafia dei pascoli" e per l'insensibilità delle istituzioni verso di loro. Ci sono poi situazioni limite di difficoltà dove è necessario attivare un "soccorso pastorale" o, meglio, una fraternità pastorale. Una di queste è quella di Massimo Verbitz che ha scoperchiato la pentola della "mafia dei pascoli" in Trentino ma si dibatte attualmente in una situazione difficile non avendo avuto nessun reddito da parecchi mesi mesi. Ha bisogno di liquidità per restituire i prestiti che gli hanno concesso di rinnovare l'assicurazione dell'auto e la patente. Grazie alla mobilità recuperata ha potuto combinare una promettente collaborazione in val di Non per la prossima stagione di malga. Un aiuto in questo momento gli è prezioso. Sull'uso dei fondi (si chiede solo 1000€) si renderà conto qui sul sito.

Qui su Ruralpini potrete trovare tutti i riferimenti alla situazione per la quale chiedo aiuto. Il pastore Massimo Verbitz non può ricevere direttamente aiuto. Non ha nessun conto e nessuna carta. Quindi lo stiamo aiutando a raccogliere fondi. Svolge da molti anni la sua attività pastorale non come semplice dipendente ma come lavoratore autonomo; è casaro, esperto allevatore e si muove con le sue capre da latte, i cani da conduzione (pastore del Lagorai) e da difesa greggi (pastore di origine calabrese). Può assicurare dove va una valida difesa dai lupi e deterrenza dagli orsi.

Negli ultimi anni ha subito diverse peripezie. Sembrerebbe un romanzo ma è tutto documentato. Non disponendo più di alloggio con stalla e pascoli invernali nei colli friulani perché cacciato dalla proprietà dopo le lamentele di un ricco "scappato dalla città" per l'abbaio dei cani (vai a vedere).

In inverno, negli ultimi anni, ha trovato precarie sistemazioni presso allevamenti di vario tipo. In una delle realtà dove è stato ospitato (nel Biellese) un vicino, titolare di un agriturismo, ha investito un suo cane perché "disturbava".

Nell'estate 2021 a Madonna di Campiglio la sua collaborazione con un "conduttore di pascoli" (per sola finalità contributi) venne interrotta perché si rifiutò di portare in quota pecore male in arnese appena arrivate da Perugia nell'ambito dell'uso di animali "a perdere" . Successivamente molte di quelle pecore morino di stenti o per la predazione (non si è mai fatto chiarezza)(vai a vedere)

L'anno successivo nella stessa malga si sono verificati fatti simili (a riprova che Verbitz aveva ragione)(vai a vedere) Da parte sua, contrariamente ad abitudini omertose e al silenzio "per paura di ritorsioni" tutto è stato denunciato alla forestale.

Nell'estate 2022 venne chiamato a sostituire un pastore che se ne era andato all'improvviso in una malga dell'alta val di Non anche qui gestita dalla speculazione (animali lasciati allo sbando e vittima di incidenti e predatori)(vai a vedere). Nel corso della stagione in una malga di Bresimo, uno dei due cani avvelenati da bocconi è morto.

Anche questa situazione venne puntualmente denunciata ma nulla è emerso tranne che su Ruralpini (a differenza delle situazioni di Madonna di Campiglio che sono finite sui media). Invece di voltarsi dall'altra parte, Verbitz ha sempre denunciato situazioni gravi connesse alla mafia dei pascoli, esponendosi di persona. Tutto ciò ha contribuito a scoperchiare situazioni scandalose e molti margari trentini seri gli sono riconoscenti (se, oltre alle parole, lo facessero anche partecipando a questa colletta, ne avrebbero merito).

Attualmente, impossibilitato a lavorare per gravi motivi, attende di trasferirsi dal Friuli in Trentino dove ha trovato offerte di lavoro da parte di imprenditori agricoli per bene. Ha bisogno di un minimo di liquidità per restituire i prestiti ottenuti per poter pagare l'assicurazione e rinnovare la patente e poter acquistare il gasolio per muoversi. Come nel caso della raccolta che ho intrapreso per Cristina Fraquelli (vai a vedere) verrà rendicontato tutto su Ruralpini si come sono stati impiegati i fondi ricevuti. Grazie a nome di Massimo.

Vai alla raccolta fondi su gofundme e aiuta Massimo Verbitz

Articoli correlati

La solidarietà tra pastori cresce. Cani funzionali da difesa arrivati in alta Valtellina e Valcuvia


(19/3/2023) - Grazie a soggetti forniti a prezzo politico, alcuni cani pastore di origine calabrese, provenienti dal nucleo di Cristina Fraquelli, stabilito grazie alla raccolta fondi di Ruralpini (vai a vedere) e dal pastore Massimo Verbitz, sono stati trasferiti in alta Valtellina a Roberto Compagnoni di Valdisotto e in provincia di Varese a Gianni Beltrami. Tutti e quattro (fornitori e riceventi) sono allevatori di capre. Sia Compagnoni che Beltrami dispongono ora di una coppia e le prossime cucciolate saranno a disposizione , sempre a condizioni eque, a pastori che ne avessero bisogno sotto l'incalzare della crescente pressione predatoria. A questo punto, però, l'attività di questo "circolo di pastori solidali" è supportata da un'entità creata all'interno dell'Associazione Pastoralismo Alpino che ha preso il nome di Commissione cinofilia (pastorale) ed è composta da veterinari, pastori professionisti e pastori che allevano (non in forma commerciale) cani. Questa commissione si prefigge di interloquire con le istituzioni per sollecitare adeguamenti normativi e sostegni per gli allevatori/pastori che necessitano di proteggere le loro greggi/mandrie

Aiutata Cristina a difendere le sue capre

(18 dicembre, 2021 Germasino - Gravedona ed Uniti - Como. Lupo. Questa settimana è arrivato in valle Albano, direttamente dalla Calabria, all'allevatrice di capre Cristina Fraquelli, il terzo cucciolone di razza pastore della Sila. Sono cani destinati a difendere le capre dai branchi di lupi presenti in zona donati a Cristina attraverso il crowdfunding. Qui diamo conto dell'utilizzo dei fondi. L'ultimo cane arrivato è un maschio che , insieme alle due femmine arrivate ai primi di novembre, costituirà un nucleo di riproduzione che opererà a favore di altri allevatori della zona. Attraverso gli scambi con altri allevatori solidali (Nina Liebhardt e Massimo Verbitz), integrato dal rifornimento dalla Calabria di nuovi maschi, saranno messi a disposizione dei pastori e allevatori alpini soggetti adatti all'ambiente a prezzi calmierati, con garanzie sulla provenienza da linee con buone caratteristiche comportamentali. Tutto all'opposto di quello che è successo con i cani abruzzesi distribuiti dai lupisti, provenienti spesso da "canari" improvvisatisi pastori sull'onda di mire speculative e meno adatti ai nostri ambienti.

Aiutiamo Cristina a difendere le sue capre


(08/11/2021) Aiutami a raccogliere duemila euro per aiutare Cristina ad acquistare da veri pastori (che li cedono a prezzo politico), cani affidabili adatti ai pascoli dell'alto Lario. Una storia di veri allevatori di montagna che soffrono per tante difficoltà, non aiutati (a dir poco) dalle istituzioni che, nei fatti, stanno dalla parte della proliferazione senza regole dei lupi e della mafia dei pascoli. Loro si stanno aiutando da soli, ma hanno bisogno anche dell'aiuto delle persone di buon cuore, che hanno a cuore la montagna, gli animali, le capre, i cani, la gente di montagna.

Alpeggio libertà ma va difesa


(20/02/2019) Torniamo a parlare di Nina e dell'alpe Ratagina. Come mai a Febbraio? Perché è adesso che ci si prepara all'alpeggio. Lo scorso anno abbiamo parlato della storia del lama Filippo, di un premio "peloso" offerto dal Cai (sezione orsolupista) e rifiutato dalla capraia. I lupi in Ossola si sono fatti avanti, sempre più spavaldi, onnipresenti in alcune valli. Il lama diventerebbe solo un lauto pasto per i predatori. Così, terrorizzata dall'idea di vedere le sue capre sbranate, consigliata da amici e colleghi, la giovane donna ha pensato di ricorrere ai cani della Sila, razza da difesa ma adatta alle Alpi e non aggressiva con le persone. Ma Nina e il suo compagno Päddy non vogliono rinunciare a portare le capre alla meravigliosa alpe Ratagina e si sono affidati a una raccolta fondi on line.

Cani da difesa greggi: sfruttando l'emergenza lupi si smerciano soggetti non idonei


(2/03/2019) La lobby del lupo, che punta a eliminare la pastorizia dalle Alpi attraverso la diffusione dei grandi carnivori, caldeggia da anni l'adozione a tappeto dei cani da difesa. Lo fa perché sa bene che i pastori non solo non riusciranno a eliminare i danni da predazione ma si troveranno a fronteggiare altri problemi (la problematica "convivenza" tra cani sufficientemente aggressivi per contrastare i lupi e i turisti), tanto da gettare la spugna.  Nel  frattempo chi non adotta i cani, o chi li adotta ma non riesce a evitare le predazioni, viene biasimato come testardo, retrogrado o incapace  (chi è causa del suo mal pianga sé stesso). Se si aggiunge che molti cani venduti come "addestrati e selezionati" sono stati "addestrati" in forza della presenza in allevamento (canino) di quattro pecorelle da compagnia, si comprende bene come la "soluzione" cani sia in realtà una trappola perfetta. Utile, non in ultimo, a dividere i pastori tra loro e a esibire come "buoni selvaggi" (da contrapporre ai "cattivi"), i pastori che accettano di fare da testimonial della felice convivenza con il lupo in cambio della fornitura a gratis di crocchette per cani della Almo Nature.

Cani da difesa vietati


(22.06.20) Non è la prima volta che dobbiamo occuparci del tema. Il pastore è stretto nella tenaglia tra lupi e gestione dei cani da difesa. Sulle Alpi problematica perché il turismo fruisce di spazi che si sovrappongono largamente a quelli del pastoralismo. Quando un comune come quello di Alagna Valsesia (zona dove i lupi sono in forte aumento) prevede pesanti limiti all'uso dei cani da difesa, scaricando sui pastori gli oneri della gestione del conflitto cani-turisti, non possiamo non fare a meno di riflettere che la "convivenza" o "coabitazione" tra lupo e pastoralismo è solo l'ipocrita formula per togliere di mezzo uno dei due elementi della "convivenza": il pastore e i suoi animali.