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Lupo


Belluno: un giovane ferito al volto da un "canide"
 

È successo a Sedico, comune in provincia di Belluno confinante con il capoluogo, dove i lupi sono stati avvistati lo scorso anno. Sabato notte un trentenne, che insieme alla compagna portava i cani (al guinzaglio) a fare i loro bisogni nei pressi dell'abitazione, è stato attaccato da un "canide" riportando ferite lacero contuse su entrambe le guance (una delle quali risultata perforata "ci passava la lingua attraverso").  L'animale responsabile dell'attacco si è allontanato e nel buio e nella concitazione non è stato possibile capire se fosse un cane o un lupo. I cc forestali, protettori dei lupi in divisa, sono stati informati e ci si aspetta che facciano indagini, così come l'Ussl che deve obbligatoriamente rintracciare il cane mordace (se fosse cane).

Solo con la controinformazione possiamo rompere il muro di gomma di omertà e disinformazione eretto dalla lobby del lupo. Inviateci le vostre segnalazioni precisando data e luogo (avvistamenti, predazioni, lupi morti) con precisione a : redazione@ruralpini.it   whatsapp 3282162812  telegram @ruralpino



di Michele Corti



(29/03/2021) Due giorni fa, all'una di notte (l'orario è determinato dall'età avanzata di uno dei cani del protagonista suo malgrado dell'episodio), un giovane di Sedico che abita in una piccolissima frazione, stava portando i cani a fare l'ultima passeggiata igienica. Camminavano su una strada campestre in una zona dove i boschi sono alternati ai campi. Lui portava un cane anziano di grossa taglia, la compagna - che lo precedeva - un soggetto di tre anni di media taglia. Ad accorgersi del "canide" che li seguiva è stata la cagna giovane (l'anziano è sordo e quasi cieco). L'animale si è girato verso il giovane ringhiando.



Tutti e due i cani erano al guinzaglio anche perché lo scorso anno la vicina di casa (nella frazione abitano solo due nuclei famigliari), aveva messo in guardia il giovane sulla presenza di lupi che sarebbero stati visti presso la chiesina della frazione stessa.


Il condizionale è d'obbligo perché non sappiamo a quale distanza sono stati visti e da chi in particolare.  In ogni caso la precazuzione del guinzaglio è d'obbligo per la presenza dei cinghiali. Intuendo che la cagna righiava a qualcosa che si trovava alle sue spalle, il giovane si è girato ed è stato subito attaccato. Sono arretrato e mi sono riparato la faccia istintivamente con la mano, così non ho potuto vedere molto. Il canide dopo avermi colpito si è allontanato. Questo quanto riferisce la vittima che, solo tornato a casa davanti allo specchio si è reso conto della serietà delle ferite. A parte il sangue mi sono spaventato perché la lingua passava attraverso la guancia dal lato della faccia dove la ferità era peggiore, così sono andato al pronto soccorso.

Sul tipo di ferita parta il referto medico:  l'attacco ha provocato ferite lacero contuse al volto e, in particolare, alla commessura labiale, con piccole lesioni intraorali.  Il giovane non ha riportato altre ferite e i suoi abiti non hanno subito strappi. Il cane che portava al guinzaglio ha riportato solo un graffio sulla natica.  In ogni caso: "D'ora in avanti usciremo solo con torcia e bastone la sera".

Che i lupi in provincia di Belluno, ed anche nei pressi del capoluogo soano presenti non è un mistero. Sotto quello che rimaneva di un cane attaccato il 16 febbraio di quest'anno. 



C'erano poi state predazioni da lupo su pecore in località in località Chiesurazza, a Belluno e tra Sois e la località del fattaccio (che distano solo due km tra loro) . Inutile insistere che il sospetto di responsabilità del lupo è, date le circostanze, legittimo: il cane che ringhia, l'attacco al volto, la penetrazione dei dento.  Sta, del resto ai cc forestali e all'Ussl individuare il cane mordace come loro dovere. Se non lo faranno, se non saranno abbastanza diligenti nello scovare il colpevole domestico sfuggito al controllo del proprietario, i sospetti diventeranno mezze certezze. Orsù dunque baldi forestali (o, meglio, guardie lupofile), questa volta, se non vi muovete, l'ombra del sospetto sul vostro protetto si allungherà parecchio. Altre volte bastava stare fermi e zitti. Questa volta non è così. Per vostra sfortuna.

Va comunque sottolineato che, in caso di lesioni inferte da un canide, le indagini da parte dei cc forestali e dell'Ulss sono atti dovuti, indispensabili per risalire al proprietario (ai fini delle responsabilità), mettere in isolamento il cane ed escludere la sintomatologia rabbiosa. L'Italia è stata dichiarata esente da rabbia silvestre solo nel 2013 ma, ancora una decina di anni fa vi erano stati centinaia di casi, tra il Trentino-Südtirol e... Belluno. Va anche valutata, attraverso l'osservazione del comportamento la pericolosità del cane. Sempre che sia un cane. Certo, data la lesione non è un barboncino.

I lupologi, come abbiamo visto, ammettono che vi siano "lupi problematici". Per tali soggetti è previsto dalla Direttiva Habitat l'abbattimento o la cattura. Diversi paesi, vedi Germania, hanno stabilito dei protocolli che prevedono, sempre nel rispetto della direttiva che concede al lupo uno status di super-protezione (sulla base surrettizia di dati falsificati sul suo stato di conservazione), l'abbattimento dei soggetti "spavaldi" (in inglese bold) che si avvicinano alle persone a meno di 30 m o che le seguono insistentemente. In Italia per i lupi che entrano nei paesi, che predano nelle vie e nelle piazze, che sbranano i cani nei cortili delle abitazioni non è previsto che si tiri neppure un petardo o un proiettile di gomma. Se per l'orso è stato adottato il prorocollo Pacobace che prevede azioni di dissuasione di crescente intensità, sino all'abbattimento, per il lupo non si vuole far nulla che contraddica l'idea che il lupo è innocuo, che non si può torcergli un singolo pelo. Nel caso degli orsi, le caratteristiche di territorialità e di singolarità della specie rendono più facile individuare i soggetti "confidenti". Nel caso di un animale sociale come il lupo, i comportamenti sono prevalentemente condizionati da fattori non individali. I lupi si avvicinano ai territori antropizzati se le aree ricche di ungulati selvatici - meno antropizzate - sono "sature" di branchi. Affrontare il problema del conflitto legato alla presenza nelle aree antropizzate (ibridazione compresa) significherebbe per la lupisteria, ammettere che i lupi sono troppi. E che vanno contenuti (ovviamente con il piombo visto che di lupi in cattività ce ne sono già sin troppi).

Per i lupologi ciò comporterebbe il mettersi in urto con i loro fan, con le associazioni animal-ambientaliste, con quell'opinione pubblica che,"consuma" i loro prodotti, che alimenta tutto il mercato (film, romanzi, "turismo specializzato") e che crea un clima favorevole ai progetti milionari. Il cui continuo "gettito" è condizionato, per il futuro, al sussistere del mito del lupo, al suo status "prioritario", di intoccabilità. Così non si fa nulla.  Si lascia che il problema si aggravi. Tanto ci rimettono i "villici", gente dappoco, gente ignorante che non solo non capisce quanto il lupo è sublime ma che vorrebbe prenderlo a sacrileghe schioppettate.




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