Ruralpini

 

(17.01.16) I pastori di Ferrari Bordogna: una mostra da vedere

Resterà aperta sino al 31 gennaio la mostra del pittore Andrea Ferrari Bordogna al castello Borromeo di Corneliano Bertario (Mi). 60 opere a olio in cui i pastori transumanti si sono riconosciuti. Una vita sotto il cielo al mutare delle stagioni (mentre gli altri non se ne accorgono)

leggi tutto

 

(19.12.15) Un piano contro i pastori

Il Piano lupo conferma, se ce ne fosse bisogno, l'arroganza della lobby che - almeno sino ad oggi - ha potuto operare su una base di totale autoreferenzialità finanziandosi con 18 progetti LIFE.  L'impostazione del Piano è molto pericolosa per i pastori e gli allevatori in quanto mira in modo ormai scoperto ad utilizzare il lupo per imporre una gestione dello spazio rurale che escluderà l'uomo leggi tutto

 

(04.09.15) Pastori francesi prendono in ostaggio i vertici di un parco

Dopo le minacce di blocco del Tour de France e le manifestazioni  non si ferma la lotta dei pastori contro le stragi ad opera dei lupi. In Savoia (a 7 km in linea d'aria dalla Val di Susa) sequestrano presidente, e direttore del Parco del Vanoise.  Il prefetto viene incontro alle loro richieste autorizzando l'abbattimento di sei lupi. E in Italia?  leggi tutto

 

 

(04.12.14) Taricco e altri deputati Pd presentano una interrogazione pro pastori anti lupi

C'è voluto il manifesto-appello pro pastori anti lupo apparso sul quotidiano gauchiste Liberation (firmato anche da Carlin Petrini) per dare coraggio a Taricco e soci e spingerli a presentare una interrogazione ai ministri dell'ambiente e dell'agricoltura che farà infuriare gli animalisti.  Quando era assessore all'agricoltura piemontese il nostro cercò di ottenere dal Ministero dall'ambiente l'autorizzazione ad abbattere qualche lupo. Le risposte furono elusive ma sostanzialmente negative. Basate sul gioco italico della "mancanza di dati". "Non sappiamo quanti sono i lupi, quanti sono bracconati". Un "non sappiamo" indegno di un paese civile. Ora Taricco chiede da deputato: "Quanti sono i lupi in Italia, quanti danni fanno?". Ci sarà da divertirsi. leggi tutto.

 

(13.11.14) Appello di accademici e specialisti francesi di varie discipline per i pastori

La cultura e l'accademia italiana sono affette dai secolari vizi di provincialismo, conformismo, servilismo disprezzo per i contadini. Chiunque si sente un minimo acculturato in Italia deve aderire al dogna: "lupo è bello, pastore è zotico ignorante". Quindi chissenefrega se i lupi stanno mettendo in ginocchio i pastori in tani comprensori. In Francia, invece, 35 studiosi e specialisti firmano un appello a favore dei pastori denunciando che la pressione predatoria che mina la biodiversità, il paesaggio, i prodotti alimentari più autenticamente 'legati al territorio'. Tra loro Carlin Petrini, fondatore di Slow Food  leggi tutto

 

(05.01.14) Il leader no global con i pastori sui lupi

José Bové, conferma in una "scandalosa" intervista al quotidiano vallesano "le Nouvelliste" del 31 dicembre la sua ricetta sui lupi "ridurre fortemente il numero con il fucile". Le sue parole cadono in un momento di grande tensione in Svizzera e in Italia. Ormai il discrimine tra ambientalismo di comodo che sfrutta una fasulla "natura selvaggia" e l'ecologismo sociale e contadino è chiaro. Va chiarito invece che la politica italiana "pro lupi" è ipocrita e cinica e nuoce al lupo come specie e come individui  leggi tutto

  

 

 

(21.01.16) I pochissimi pastori transumanti trentini che in inverno non si dirigono verso le pianure sono presi di mira. Questa settimana un pastore è stato condannato a dieci mesi per "resistenza a pubblico ufficiale" e "furto" perché aveva reagito esasperato alle guardie animaliste (in borghese) che gli sequestravano i cani

 

In Trentino solo per i pastori

non c'è  "tolleranza"

 

di Michele Corti

 

Nel Trentino politicamente corretto, "urbano" e anticontadino (agli antipodi della "sorrellastra" provincia di Bolzano), attento a non "turbare" gli animalisti (sempre sul piede di guerra per difendere gli orsi) nessuno osa prendere le difese dei pastori. Non solo ma la stampa - senza distinzione - si scatena nel loro linciaggio. Con nessuna categoria, e men che mai con i rom e altre etnie con alta frequenza di reati contro il patrimonio e la persona, si oserebbe usare toni come "non nuovi alle condanne", "già condannati per una serie di violazioni". Con i pastori si può. Perché nessun intellettuale progressista si scandalizza e ne prende le difese. Nessuna Ong si fa imprenditrice della solidarietà istituzionalizzata. Anche perché di solidarietà pelosa non sanno che farne.

La stampa trentina, però, trattando dei pastori non si limita a quelle espressioni che possono indurre a giudizi "precostituiti". Fa di peggio. Racconta di guardie zoofile selvaggiamente picchiate dal pastore quando l'imputazione (e la condanna) sono solo per "resistenza". Racconta di cani maltrattati e denutriti quando, in realtà, le guardie animaliste Enpa contestavano (a parte la catena a cui un animale era momentaneamente legato) le basse temperature (lo vediamo poi).

Antonio Giuliani di 57 anni ha reagito perché riteneva un abuso il sequestro dei cani del figlio Luca (35 anni). In autunno ha subito condanne per sconfinamenti in terreni privati e in aree del demanio provinciale. Tutte sull'Adige. L'Adige è stata storicamente l'autostrada delle transumanze. Fiumi di pecore scendevano a svernare nell'asta del fiume (tranne quelle che proseguivano nelle basse bresciane, mantovane e veronesi). Cià quando non era "intubato", quando era "naturale" di viti e mele non c'era ancora ombra. È la solita storia: l'agricoltura, le infrastrutture "moderne" prendono il posto del pastoralismo e non gli lasciano nulla, neanche un "corridoio ecologico". Per i rospi, per gli ungulati si fanno sottopassi, per gli orsi c'è in progetto un "ponte per gli orsi" e un corridoio tutto per loro a Lavis. Per le pecore e i pastori nulla, nessun diritto di "corridoio". Eppure sono gli esponenti più "naturali" del consorzio umano ed agricolo.

Se sgarri poi ti bastonano (i giornali tentini si sono compiaciuti nell'usare questo verbo per riferire della punizione inflitta ai reprobi). Giuliani ha avuto anche a che fare con i forestali trentini che gli hanno "rotto i c." (attribuito al pastore) anche se poi le "aggressioni e ingiurie" raccontate dai giornali si sono risolte in nulla. Nessuna denuncia. Resistenza. Stop.

In questo clima sereno si inserisce la "guerriglia" degli animalisti che, non avendo il coraggio di contestare i grandi allevamenti industriali ,dove gli animali vivono una vita triste e dolorosa, se la prendono con i pastori.  

Giuliani non ne poteva più di quelle accuse gratuite di maltrattamenti alle pecore e ai cani frutto dell'ignoranza di chi si ritiene amico degli animali perché si tiene il cagnolino attaccato al calorifero e con paltoncino e non capisce che ad animali da lavoro, nati e cresciuti nel mondo della transumanza, non si possono applicare le categorie dei "pet", degli animali d'affezione. Che, detto per inciso, subiscono molti più maltrattamenti dai padroni "animalisti" di quelli che subiscono i cani dei pastori che hanno la possibilità di "fare i cani" di esprimere il loro repertorio comportamentale molto meglio che animali-giocattolo, seviziati dal "troppo amore" (distorto e morboso).  Le guardie Enpa hanno agito sulla base di "circostanziate denunce anonime" come riferisce zelante la stampa. Insomma un clima di "dagli al pastore".

I precedenti in ogni caso giustificano l'esasperazione di Giuliani. Che ha anche strappato la macchina fotografica di una dei due animalisti gettandola in un campo ( e per questo si è beccato anche la condanna per furto con una severità che in Italia èriservata solo ai ... ladri di mele dal banco del fruttivendolo). Uno dei precedenti, che  la stampa non racconta, lo raccontiamo noi. Qualche tempo fa una cagna che Antonio, il padre, aveva prestato al figlio è improvvisamente sparita (nel giro di minuti).  Giuliani ha fatto denuncia alla Polizia locale e, guarda caso, lo spesso giorno il canile-rifugio animalista denunciava uno stranissimo furto di cane. Evidentemente i "cinofili" lo hanno portato da un'altra parte

 

Abusi di potere

Se c'è un abuso di potere non c'è neppure "resistenza a pubblico ufficiale". La maggior gravità del reato non giustifica la fretta del PM nel trattare il caso per "direttissima" (non stoppata dal giudice)  dal momento che, se non fosse confermata in altro procedimento la legittimità della contestazione di "maltrattamento" verrebbe meno anche la legittimità dell'intervento degli animalisti dell'Enpa e quindi anche la sussistenza della "resistenza". La qualifica di "pubblico ufficiale" (che una legge faziosa regala alle polizie di partito animal-ambientaliste) è in ogni caso limitata alla fattispecie del maltrattamento come definito dalla legge. Il "maltrattamento"' ai sensi dell'art. 544-ter del codice penale è così definito:

1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. 2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell'animale.

Ma l'art. 19 ter (Leggi speciali in materia di animali), inserito dall'art. 3, L. 20.07.2004, n. 189, circoscrive il maltrattamento escludendo l'applicabilità della norma ad animali da reddito e da lavoro:

Le disposizioni del titolo IX bis del libro II del codice penale non si applicano ai casi previsti dalle leggi speciali in materia di caccia, di pesca, di allevamento, di trasporto, di macellazione degli animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici, nonché dalle altre leggi speciali in materia di animali. Le disposizioni del titolo IX bis del libro II del codice penale non si applicano altresi' alle manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla regione competente.

Quale "maltrattamento" contestavano gli animalisti al pastore tanto da sequestrarli i cani? Non le botte o la malnutrizione come hanno riferito i giornali ma l'esposizione alle basse temperature, parte inevitabile del loro "mestiere". C'erano comunque  -7 C° che non è poi un gran freddo.

Secondo le guardie animaliste i cani avrebbero dovuto avere a disposizione una cuccia o essere protetti dal freddo con delle coperte. Ma un cane che deve seguire il gregge che pratica in inverno il pascolo vagante può avere a disposizione una cuccia? In passato anche il pastore dormiva all'aperto. E un cane che, come richiedono e impongono gli stessi animal-ambientalisti amici di lupi e orsi, deve sempre vigile fare la guardia al gregge alla notte ve lo vedete voi con la copertina? Ma che risate si farebbero i lupi? A  proposito a loro nessuna copertina?.

 Ecco perché per animali da lavoro certi criteri non possono valere come per i "pet". A quanti gradi sotto zero passano  la notte all'aperto i cani da slitta in Canada? Altro che - 7°C.

L'importante, però, è rendere la vita impossibile ai pastori per farli smettere. La società "moderna" usa i suoi avanguardisti ideologizzati per eliminare quelle attività che non "quadrano" con un mondo controllato dalle multinazionali, fatto di Ogm e di cibo in provetta. Luca, il figlio del pastore condannato (e padrone dei cani sequestrati)  mi ha riferito che: "i veterinari cercano di difenderci ma ci dicono anche che noi pastori non siamo compatibili con il mondo moderno e che dovremo sparire".

Bisogna però porsi anche la domanda: "Questo «mondo moderno» è compatibile con la vita e con il mantenimento della nostra specie umana sul pianeta Terra?". Respiriamo aria cancerogena e abbiamo sterilizzato vasti tratti di mare riempiendo il resto di plastica. Forse il pastore va tolto di mezzo perché scomodo testimone di un modo diverso di essere umanità.

 

counter customizable
View My Stats

 

 Creazione/Webmaster Michele Corti