Ruralpini

 

La mostra

 

60 opere a olio su cartone  49 x 39 cm (tranne i 12 mesi di formato minore). Bel catalogo con testi di diversi autori (15 )

 

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I pastori di Ferrari Bordogna:

 

una mostra da vedere

 

di Michele Corti

 

Ci sono solo due week-end utili per visitare la mostra "Pastori".  L'invito a farlo non è rivolto solo agli amici del pastoralismo. Chi si recherà a Cornegliano Bertario avrà modo di apprezzare una serie di dipinti che esprimono con immediatezza espressiva una dimensione che si può a buon titolo definire "sognante" senza il rischio  di cadere nelle frasi fatte. Non sono in ogni caso pastori di maniera quelli di Ferrari Bordogna, da "nostalgia di pecorelle" e da idilli pecorecci .  Sono pastori che esprimono con naturalezza il senso di solitudine, di intimità con il cielo e la terra senza romanticismo, con naturalezza. Una naturalezza che la pittura rende trasmettendo una serenità che rimane inalterata - e questo ne testimonia la forza -  anche nel passaggio dalle cariche tinte notturne a quelle marcatamente solari .   La pittura bucolica ha avuto le sue stagioni generando rigetto e la svalutazione. Non è facile quindi accostarsi al genere spesso trattato con supercialità. Nel caso di Andrea Ferrari Bordogna l'interesse per il tema non è occasionale.

A Corneliano la presenza del pastore è favorita dal fiume che con le sue aree incolte e boscate è prezioso alleato dei transumanti quando in primavera , dopo la semine del mais (in nefasta monocoltura), i campi diventano off limits per i greggi. Lo diventa tutta la "campagna". In realtà solo qui a Corneliano e in pochissimi altri posti del milanese si può parlare di "campagna".  Qui la quinta delle fasce boscate e la rara condizione di un antico nucleo storico non "affogato" in cerchi di disordinata espansione edilizia definiscono ancora il senso di stare in un luogo diverso dall'indistinta, oggi istituzionalizzata, "area metropolitana". Se Corneliano non ha subito la sorte di tanti altri antichi centri rurali del milanese è perché la proprietà  del castello e delle cascine è in capo ai Borromeo. Venire a vivere a Cornegliano è stata per Ferrari Bordogna una fonte di ispirazione cercata. Qui in quest'angolo milanese di confine (segnato dall'Adda ma anche dal limite con il lodigiano) i ritmi sono, in parte, quelli di un tempo. Le stagioni non trascorrono senza accorgersene. E i pastori che periodicamente vanno e ritornano marcano questo ritmo.

Visitare la mostra è anche visitare un luogo singolare e commovente (considerando che è isola nel groviglio di autostrade e di una ex campagna puntellata di cupole e serbatoi di depuratori e biogas, depositi e capannoni). Un luogo "dove il tempo si è fermato" meritevole di visita di per sé. Ma visitarlo consente anche (cosa che non avviene spesso) di capire  dove il pittore si ispira e lavora, dove ha incontrato i pastori.

Quasi tutte le opere sono ispirate dagli stessi personaggi reali: il pastore, un ragazzo pastore, l'asino, il cane, le pecore. Altro protagonista è il cielo, cielo notturno, cielo di giorni brumosi, cielo di estati sfolgoranti. Un cielo "presente" con il suo carattere, con le nuvole, le stelle, i grossi fiocchi di neva. Un modo di rimandare al rapporto tra il pastore e il cielo. Anche quando oggi non dorme più "sotto le stelle" o, meno poeticamente, sota a la gabada (i filari di salici o gelsi capitozzati di una volta) . Altro protaginista sono le pecore. le pecore, non il gregge, spesso soggetto del tema pittorico (il la nuvola bianca in movimento). Solo in un'opera il soggetto è il gregge, un gregge in movimento "autonomo" senza altri protagonisti, in poche altre è evocato da macchioline bianche mentre nella gran parte delle pitture c'è il pastore, il cane , l'asino (due importanti coprotagonisti) e ... un drappello di pecore (5-6 spesso). Un modo di discostarsi dal cliché dell'animale gregario, senza personalità che conta solo perché un numero insieme a 1000 altri. E qui si coglie la vicinanza alla sensibilità e all'esperienza vivente  del pastore che sa riconoscere molte pecore nel gregge e in modo particolare alcune tra esse (quelle più intraprendenti e socievoli e tra loro la batiudura che si pone alla testa). Un modo di guardare con gli occhi del pastore anche se per farlo è necessaria una "licenza pittorica".

La prova di questa capacità di raccontare i pastori nel modo in cui essi si riconoscono è venuta dagli apprezzamenti di Tino Ziliani, presidente dell'Associazione pastori lombardi e di Renato Zucchelli (il protagonista del film "Ultimo pastore"). Andrea, però, mi ha anche raccontato che qualche visitatore gli ha chiesto se anche lui fosse pastore. "Un bel riconoscimento".

La mostra è allestita in alcuni locali annessi al castello. Qui il pittore ha già esposto in precendenza e ha "attrezzato" le sale spoglie ma suggestive, con le pareti di borlanti di fiume, con mensole e supporti.

La mostra "Pastori" a Corneliano è nel suo "habitat naturale" ma ritengo che il lavoro svolto da Ferrari sul tema meriti di essere esposto anche in contesti dove può essere apprezzato da un numero molto più persone. E quale migliore occasione del "Festival del pastoralismo" nell'ambientazione della cinquecentesca Porta Sant'Agostino?  La proposta è partita spontaneamente e altrettanto spontaneamente è stata accolta con favore dall'artista. Voi, però, non rimandate all'autunno la visita (anche perché la mostra potrebbe essere in parte diversa specie se il pittore riuscirà, come ci auguriamo, a vendere le sue opere nel frattempo).

 

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