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Ci
è pervenuta per email a redazione@ruralpini.it una lunga lettera "dalle
Giudicarie". Chi l'ha inviata non ha il coraggio di firmarsi
(comprensibile nella baronia del Parco degli orsi) ma, a
giudicare dal
contenuto, è persona attendibile e informata, che conosce bene il
problema e che pone le questioni in modo lucido e netto. I media
trentini hanno rifiutato la lettera perché implica una sana autocritica
a tanti in Trentino, tanti che hanno accettato l'esca avvelenata per
avidità di guadagno, tanti che si sono voltati dall'altra parte per
quieto vivere per non disturbare il manovratore, per timore di non
riuscire a piazzare il figlio in provincia, di perdere un contributo,
un appalto all'Asl ecc. ecc. La ricchezza impoverisce. Lo spirito
critico, lo spirito di comunità, quello di cautela. Fa anteporre i
guadagni di oggi alle disgrazie di domani. Gli orsi sono arrivati
facendo leva sulla sete di guadagno, se ne devono andare facendo leva
sul timore di contraccolpi economici. E' triste da dire, non vale certo
solo per i trentini, ma un morto non è sufficiente a cambiare le cose.
Ed allora la donna che ci ha scritto si appella a chi pianifica una
vacanza in Trentino e, contro il proprio l'interesse , lancia un
appello: "Se volete sostenerci, se volete aiutare il Trentino, vi
imploro: andate al mare, non venite in Trentino".
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salutato con giubilo dagli animalisti. E ha provocato l'indignazione
dei tanti che, in Trentino, addebitano agli animalisti e a una
giustizia di parte la morte di Andrea. Nel 2020, infatti, Enpa e Oipa
(le organizzazioni animaliste si danno il turno) ricorrevano al Tar
opponendosi all'ordinanza di cattura e captivazione dell'orsa JJ4 che
aveva attaccato due escursionisti locali (padre e figlio) che
riportarono serie ferite. Il Tar rigettava il ricorso ma il Consiglio
di Stato, presieduto da Franco Frattini, un animalista fanatico (in
seguito deceduto), accolse le loro cavillose motivazioni (i cuccioli
che erano ormai svezzati, l'inadeguatezza dell'area di detenzione del
Casteller - agli orsi, evidentemente, deve essere garantito un hotel a
cinque stelle). Vennero così legate le mani alla Provincia di Trento.
Così l'animale ha potuto uccidere qualche giorno fa un giovane
appassionato di corsa in montagna che si allenava vicino a casa.
Vittima non di un incidente ma di un omicidio.
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(10/3/2023) - Sono passati solo sei giorni dall'uccisione di Andrea
Papi e sembra sia passata una vita. Un coacervo, un ingorgo di
emozioni, di sentimenti, di riflessioni. Vent'anni di sciagurato
progetto di reintroduzione degli orsi in Trentino sono stati rivissuti
collettivamente come in flash back condensati, raggrumati. Tutto è
stato molto doloroso perché, oltre al senso di nausea per la cattiva
fede, alle menzogne, reiterate per anni di chi ha voluto reintrodurre
gli orsi e li difende, sono stati rivissuti i dolori delle otto
vittime, alle quali sono stati negati anche i risarcimenti. Abbiamo
ripercorso le tappe di un percorso che, mentre per alcuni erano di
dolore, di paura, di libertà negata per altri erano di cinico
compiacimento, di prospettive di business. Abbiamo ripassato in
rassegna i Ponzio Pilato, i Don Abbondio della politica, la sfacciata
propaganda istituzionale, pagata dal contribuente e avallata dalla
Provincia. Ora, non solo vanno abbattuti senza se e senza ma gli orsi
pericolosi ma aperta una commissione d'inchiesta su tutta la gestione
della reintroduzione dell'orso in Trentino.