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Tangenziale di Tirano:
  Si vuole mantenere
il tracciato illegittimo?





La tangenziale di Tirano, con il tracciato che Anas si accinge a presentare agli enti, comporta un esproprio di 128.700 mq, danni e pericoli, mentre vi sarebbero soluzioni alternative che consentirebbero risparmi 10/20 milioni con gallerie e 20/30 con strada a lato Adda, senza pericoli per ghiaccio ed esondazione del fiume


Su Ruralpini abbiamo trattato lo scorso maggio (vai qui a vedere l'articolo) del problema costituito dalla tangenziale di Tirano, opera di cui non si contesta l'utilità ma il tracciato, ben diverso dalla proposta originaria del 2004 che prevedeva un percorso in galleria.  Il tracciato attuale comporta un forte impatto sul paesaggio e la frammentazione di un pregiato territorio agricolo nonché varie problematiche di ordine idro-geologico. Quello che sorprende e indigna è che vengono ignorate le prescrizioni e le raccomandazioni - non rispettate - alle quali era  subordinata l'approvazione del progetto.
Esse erano state pubblicate
in Gazzetta Ufficiale, n 237 del 11 ottobre 2018 pag. 21 e seguenti. Di seguito alcuni stralci (in parentesi gli enti che le hanno redatte):

1.2.1 Aspetti stradali.
1.2.1.6 Date le criticità territoriali e ambientali (in particolare la rilevante frammentazione di ecosistemi agroforestali), dovrà essere ulteriormente affinata la valutazione della possibilità di realizzare maggiori tratti in galleria naturale - tendenzialmente avvicinandosi all’originaria soluzione progettuale - anche attraversoun più dettagliato bilancio dei costi delle opere di mitigazione e compensazione ambientale necessarie a fronte della soluzione ora proposta (Regione Lombardia).
1.2.1.8 Si dovranno individuare e perseguire miglioramenti progettuali atti a ridurre la frammentazione del territorio agricolo nel tratto di circa 1 km a
monte della località San Bernardo, rispetto al rapporto tra la nuova viabilità e la riqualificazione di quella esistente (Regione Lombardia).
1.2.1.9 Dovrà essere valutata la possibilità di spostare il tratto della nuova strada in progetto tra la rotatoria di Stazzona e la contrada San Bernardo posizionandola più a ridosso dell’attuale strada provinciale (Stazzona-Tirano) fino ad inglobarla (Comune di Villa Tirano).


Già in sede di stipula del protocopllo d'intesa (5.11.2007) la Regione Lombardia era stata chiara nell'individuare le criticità del tracciato che si insiste a realizzare. ... date le criticità territoriali e ambientali evidenziate (in particolare la rilevante frammentazione diecosistemi agroforestali), sia ulteriormente affinata la valutazione della possibilità di realizzare maggiori tratti in galleria naturale - tendenzialmente avvicinandosi alla originaria soluzione progettuale - ancheattraverso un più dettagliato bilancio dei costi delle opere di mitigazione e compensazione ambientale necessarie a fronte della soluzione ora proposta.

e inoltre:  in sede di progetto esecutivo si individuino e perseguano miglioramenti progettuali atti a ridurre la frammentazione del territorio agricolo nel tratto di circa 1 km a monte della località S. Bernardo, rispetto al rapporto tra la nuova viabilità e la riqualificazione di quella esistente.

in sintesi il parere della Regione era netto: Le misure di mitigazione proposte non risultano sufficienti per ridurre a livelli accettabili l'impatto complessivo dell'opera sul sistema territoriale e ambientale. Occorre quindi definire ulteriori specifici interventi di mitigazione e compensazione, da sviluppare nelle successive fasi di approvazione ed eventualmente in sede di progettazione esecutiva.

Il mancato rispetto delle prescrizioni vincolanti relativamente agli aspetti stradali come si è visto non è l'unico aspetto critico che solleva una questione di legittimità dell'intervento (nelle modalità con le quali si teme venga attuato). Va tenuto conto di diversi impatti tra cui quello idraulico rispetto al quale ci si chiede che fine abbia fatto e se esista la relazione idraulica che dovrebbe contenere la simulazione degli effetti dell'occupazione, da parte del tracciato, di una fascia sensibile (fascia A) sulla sponda sinistra dell'Adda che potrebbe comportare ripercussioni negative in termini di esondazioni sulla sponda destra dove si trovano i magazzini della coop melicola Melavì, l'ipermercato Iperal e la ferrovia. In più il tracciato Anas comporta l'attraversamento di zone fortemente soggette a gelate con tutto quello che comporta in termini di rischi per la circolazione.

A lato una foto che dimostra la forte suscettibilità alle gelate della zona attraversata dal tracciato ANAS









Non è finita, perché, oltre a queste criticità ci sono anche aspetti economici che alimentano qualcosa di più di perplessità. Il tracciato che si vuole realizzare  comporterebbe tra opere (svincoli, viadotti), spostamento di elettrodotti ed espropri un costo superiore a quello del tracciato in galleria, un aspetto che comporterebbe un possibile danno erariale. La differenza di costo è infatti notevole. Sulla base dei costi chilometrici di opere analoghe realizzate in Valcamonica e Valtellina e tenuto conto di opere ed espropri il costo del tracciato in galleria può comportare un risparmio di 10-20 milioni rispetto al progetto approvato.  Un assurdo quindi: si vuole evitare una soluzione che eviterebbe molti gravi impatti anche se è più economica.

Per approfondimenti tecnici puoi scaricare due documenti in PDF
scarica il Documento 1: SOLUZIONI ALTERNATIVE al tracciato in progetto (lettera all'Anas)
scarica il Documento 2: Lettera al Prefetto di Sondrio


Si compromettono valori inestimabili

I
l progetto definitivo per la tangenziale (Strada statale 38, nodo di Tirano,  tratta A svincolo di Bianzone - svincolo La Granda e tratta B, svincolo la Granda - Campone di Tirano), comporta ingenti danni a paesaggio/ambiente e attività
agricole. Va premesso che la "variante" interessa una valle alpina tra le più importanti e note. Sul lato opposto della valle vi sono i vigneti e terrazzamenti candidati all’Unesco quale patrimonio dell'umanità e, da Tirano, parte la ferrovia del Bernina già riconosciuta quale "patrimonio dell'umanità".




Il tracciato medesimo, previsto fuori terra, attraversa - frammentandoli e deturpandoli in modo irreparabile, i vigneti e i frutteti che caratterizzano i conoidi di deiezione intensamente coltivati, quelli che si vedono nel docufilm
"Le rupi del vino" di Ermanno Olmi , opera che prende le mosse proprio da Tirano.  Ma non sono solo il paesaggio e le attività agricole a essere gravemnente compromesse: a fianco del tracciato c’é le chiesa di san Bernardo (XVII sec.).




 Una sintesi dei danni la si legge in articolo di Monica Bortolotti  del 02 Luglio 2011 su La Provincia: La tangenziale di Tirano: «Un intervento invasivo che peggiora il paesaggio». L'articolista scriveva: La Regione ha dato l'ok al progetto, ma con numerose prescrizioni. «È opportuno valutare la possibilità di
realizzare tratti in galleria».  Nell'articolo si sottolineava anche come: La realizzazione dell'opera (ad esempio nel chilometro a monte della località San Bernardo) comporterà inevitabilmente la  mancata fruibilità del patrimonio terra da parte degli imprenditori agricoli; il tracciato di progetto, infatti, frammenta zone fondamentalmente pianeggianti, che, in quanto tali, possono essere coltivate con l'ausilio delle macchine - fatto estremamente raro in Valtellina.


Compete ora agli organi competenti valutare la legittimità dell'opera




Montagna sfregiata

Tangenziale di Tirano: l'ultimo sfregio
(29.05.19) A essere devastata dalla tangenziale è la sponda retica a Sud dell'Adda (in alto nella foto sotto), una zona agricola intatta caratterizzata da coltivazioni di mele e pere in buona parte esportate nella vicina Svizzera. Una zona dove sono presenti solo aziende agricole e fabbricati rurali. Il passaggio della tangenziale è tanto più grave perché compromette entrambe le sponde (a Nord dell'Adda c'è la zona industriale). Il "taglio" del nastro d'asfalto si vedrebbe sin dalla Svizzera arrivando con il trenino del Bernina (da diversi anni patrimonio Unesco) e dai vigneti dell'opposta sponda retica (candidati Unesco, ma penalizzati dai capannoni).

Quattro schiaffi alla montagna
(06.05.19) Fa riflettere la concomitanza di quattro iniziative, quattro schiaffi alla montagna, promossi dagli stessi ambientalisti e coinvolgenti anche aree protette. Debole, però, la protesta, proprio perché la mancanza di rispetto, lo sfregio vengono presentati, in più casi, come azioni ambientaliste. L'invito è a reagire all'ipocrisia dominante, al buonismo, alle parole vuote cui seguono fatti di ben altro segno. In tre casi su quattro sono già state attivate delle petizioni online che invitiamo a sottoscrivere 

La finta vendita di Esino Lario: Piccoli comuni usati e dileggiati
(18.04.19) Sono tutte amare le riflessioni su quella che è stata definita
"provocazione" o, con minore benevolenza, la "pagliacciata" di Esino Lario. Purtoppo è qualcosa di peggio e di più grave. Comunità e istituzioni (è stata coinvolta anche la Regione Lombardia) sono state usate per la spregiudicata campagna di marketing di una società privata, avallandone un ruolo di benefattrice dei piccoli comuni, e consentendole di realizzare una grandiosa campagna promozionale a buon mercato 

Jovanotti, montagna e mercificazione neoliberale
(09.04.19) Messner interviene contro il mega concerto estivo  diJovanotti/ WWF sulle Dolomiti (Plan de Corones)  e gliambientalisti si offendono. Se lo fanno un cantante buonista ecomondialista e il WWF allora anche un concerto pop a 2275 m diventa sostenibile e guai a chi contesta 

(03.04.14) Firma contro il vandalismo motorizzato sulle montagne lombarde (superate 20 mila firme oggi)
Il Cai Lombardia ha lanciato una petizione online che viaggia verso 30 mila firme. Si tratta di far capire al Consiglio Regionale che le deroghe che allargano i paletti della normativa, peraltro già poco rispettata, possono avere un effetto deleterio. I costi del transito motorizzato illegale su pascoli, mulattiere e sentieri sono ingenti. Esso compromette la fruizione e l'immagine di una montagna che può e deve rilanciarsi in una prospettiva di ecoturismo rurale 
 
(17.01.14) A Gromo (BG) va in rovina un complesso architettonico di proprietà comunale
La Lombardia fa di tutto per cancellare la sua storia e la sua identità.  Nel 1984 la prima Comunità Montana della Valseriana Superiore aveva censito un enorme e prezioso patrimonio rurale vernacolare. Ma poi per il suo recupero e la valorizzazione i soldi non ci sono mai (per la speculazione immobiliare cammuffata da industria sciistica e le biomasse invece si)
 
(14.01.14) La Lombardia merita una rete sentieristica
Intollerabile il ritardo di una regione "avanzata" in materia di valorizzazione di una infrastruttura così importante come la rete sentieristica. Per di più da parte di una regione largamente confinante con la Svizzera, paese che dal 1985 ha varato la rete federale e cantonale dei sentieri . Una politica miope che continua a trascura la mobilità lenta per puntare ancora su sci e autostrade

 
(30.10.2013) Il marcio dietro il Luna Park bianco
Lo scandalo della società comunale Sviluppo Turistico Lizzola minaccia la stagione sciistica in alta Valseriana. Un torbido vortice di soldi, di firme false, di bilanci aggiustati. Un sindaco-bancariolicenziato dalla banca e accusato di appropriazione indebita aggravata. Compensi al di là della legge per gli amministratori. Il fallimento annunciato. E una centrale a biomasse che doveva salvare i bilanci e lo affondadefinitivamente


(06.10.13) TAV violenza contro le valli

Mentre in val di Susa anche la vendemmia è militarizzata, in val Scrivia (Liguria) è in atto la resistenza agli espropri del "Terzo Valico" una linea ancor più inutile della Lione-Torino che serve ad accontentare banche e imprese escluse dalle tratte principali. Intanto si assimila il movimento al terrorismo 
 
(04.01.13) Alagna (Vc). Blocco della pista da sci contro i gatti delle nevi e i cannoni
Devono intervenire i carabinieri per interrompere la protesta contro i cannoni, i battipista che disturbano una borgata di case walser del XVII secolo. Ed emerge tutta l'ipocrisia delle "bandiere" e delle certificazioni di comodo
 
(15.01.13) Il retro triste del Luna Park (Orobie)
 Un rifugio che già da diversi anni era dato per "temporaneamente chiuso", una specie di discarica, un cadavere insepolto, vandalizzato. In mezzo alle piste 

 
(28.01.13) E lo chiamano ecotunnel (Madesimo/Piuro) (SO)

Ancora progetti hard di "sviluppo sciistico" nella montagna lombarda. Si progetta un tunnel di 3,5 km per raggiungere una valle dove oggi si arriva a piedi o in funivia e con gli sci. E si prende anche la scusa di favorire gli alpeggi. In una Valle Spluga con alpeggi sottocaricati e abbandonati anche quando serviti da strade

(19.09.12) Val Seriana Superiore (Bg). Non è solo Luna Park, c'è di peggio

L'immagine delle valli bergamasche che oggi La Stampa fornisce ai propri lettori è desolante. Ruralpini e diversi amici della Val Seriana che amano la montagna hanno lanciato un allarme sul "Luna Park Orobie", sull'uso sempre più massivo di mezzi motorizzati su sentieri, mulattiere e pascoli. Amministratori (non tutti), operatori turistici, politici hanno risposto sdegnati: "si ingigantiscono fatti marginali", "si getta discredito gratuitamente", "polemiche inutili e pretestuose". Ma di fronte ad una lettera (privata) dello scrittore Davide Sapienza - che denunciava una domenica di ordinario Luna Park (e peggio) per di più 'giustificato' strumentalizzando i disabili - un redattore del quotidiano torinese ha chiesto di pubblicarla. Una promozione all'incontrario su cui gli operatori locali farebbero bene a riflettere e una denuncia che dovrebbe spingere il Cai ad una posizione un po' più coraggiosa

(02.09.12) Orobie: Orso, Neviland, e... mattone
Yvan Caccia, il neo presidente leghista del Parco delle Orobie bergamasche definisce "provocazioni" i rilievi sulla trasformazione della montagna orobica in un Luna Park. "Prima di tutto c'è l'uomo". In realtà dietro la demagogia c'è una malissimo celata difesa del mattone e del progetto Comprensorio sciistico Colere-Lizzola/Neviland. Intanto lancia il nuovo simbolo ruffiano del Parco: l'orso  leggi tutto
 
(21.08.12) Montagna Luna-Park in Val Seriana (Bg)
Questa estate Son e Lumière alle cascate del Serio. Le cascate sono uno spettacolo di per sé con i loro 315 m, reso evento "tradizionale" dallo sfruttamento idroelettrico che concedeva un tempo solo due volte all'anno il deflusso naturale. Ora l'Enel, per esigenze di immagine, apre 5 volte, anche in notturna. E già che ci siamo: fuochi d'artificio e musica. Ma è inseguendo emozionalità pura e spettacolarizzazione che si valorizza la montagna? Intanto in Val Seriana si va avanti per questa strada: si promuove l'uso dell'elicottero come fosse una giostra e si progetta di portare masse escursionistiche sulla vetta della Presolana. leggi tutto
 
(19.08.12) Aggressione legalizzata (o tollerata) alla montagna (Bg)
In questi giorni su certi sentieri dell'alta vel Brembana ho incrociato più moto che escursionisti. Una pratica vietata ma tollerata. Se poi pensiamo che mei prossimi giorni si organizzeranno anche delle gare di enduro e motocross... Tutte cose non solo tollerate ma anche incoraggiate dalle amministrazioni (che poi si riempiono la bocca di ambiente e sostenibilità). E gli ambientalisti dove sono? 
 
(03.02.12) Valtellina: Patrizio del Nero, il politico della "montagna da bere" al capolinea
L'articolo di ieri su La Provincia ha avuto l'effetto di un rintocco di campane a morto per Patrizio Del Nero. Sfiduciato quale presidente del consiglio provinciale (anche a seguito della vicenda del Parco eolico) ora è sfiduciato anche come "manager" dal Cda del Distretto agroalimentare per via del fallimento della Mostra del Bitto. E come se non bastasse c'è la vicenda di Fly emotion il Luna Park della montagna con la ditta trentina che non è mai stata pagata per il lavoro eseguito
 
(29.02.12) NO TAV: quando la montagna è espropriata anche della protesta

Il movimento No TAV è diventato un pretesto per gli estremisti in servizio permanente effettivo. Chi imbratta i muri di Milano (foto mia a fianco) o organizza i blocchi a Lecce parla in nome di una valle che non sa nemmeno dove si trovi. Le Terre alte le loro battaglie le vogliono combattere con la partecipazione e la non violenza
 
(12.01.12) Circo bianco a  tutti i costi. Proteste in alta val Seriana (BG) ma anche a Milano
Una stagione con poca neve e temperature elevate riapre la discussione sulla sostenibilità dell'industria dell"oro bianco". Una monocoltura che ha imposto un modello di sviluppo distorto e dipendente alla montagna. La protesta degli abitanti di Cassiglio e Valbondione che si vedono "rubare" le neve per portarla assurdamente in una Milano dalle temperature di inizio primavera diventa il simbolo di una reazione (che va ben al di là di 5mile mc di neve artificiale).

 



    redazione@ruralpini.it

 

 

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