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Cosa sta succedendo a Vasto, dove le aggressioni a persone di diversa
età e sesso si susseguono dalla scorsa estate? Perché il presidente
del Parco della Maiella, smentendo gli stessi esperti del parco, tenta
di accreditare l'ipotesi del "cane vagante"? Bisogna sapere che
proprio il Parco della Maiella è il soggetto dove è attuato in
Italia il progetto Life Wild Wolf, un progetto strategico per
impedire di passare a una gestione del lupo e alla tutela della
sicurezza pubblica minacciata dal predatore. La situazione di Vasto,
smentisce i presupposti del progetto e si configura come una grossa grana
per la "centrale" dell'IEA di Boitani che coordina il progetto (l'ennesimo)
ed è al centro di una fitta rete di iniziative e organismi, anima della
lobby del lupo in Italia e in Europa. Ma le aggressioni del lupo e le
intrusioni nelle pertinenze delle abitazioni stanno crescendo in modo
esponenziale anche nel resto d'Italia. I dati fanno rizzare i capelli.
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(16/3/2023)
- Sull'emergenza lupo le istituzioni, non stanno facendo nulla. Non
vogliono muoversi. La lobby del lupo è una piovra che si è infiltrata
in tutti gli apparati dello stato e dei media e riesce a paralizzare
qualsiasi iniziativa. Prefetti e regioni sono uniti nell'inerzia, nel
rimpallarsi le responsabilità, nel far credere che il lupo sia
intoccabile. Ovviamente non è così ma gli organi dello stato non si
preoccupano di mentire spudoratamente. Di fronte a questa vergognosa
situazione solo l'iniziativa dei cittadini (politica, legale) può
smuovere le acque putride. Il Comitato "Emergenza lupo-Arezzo",
costituitosi alla fine di gennaio, ha conseguito un grande successo
nella raccolta delle firme per la petizione rivolta all'on. Francesco
Lollobrigida, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e
delle foreste ed all'on. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro
dell'Ambiente e della sicurezza energetica, che hanno le competenze
relative alla gestione della popolazione della specie Canis lupus nel
territorio nazionale. In un solo mese raccolte 3.700 firme, una cifra
importante. Il successo dell'iniziativa aretina deve spingere i gruppi
e le associazioni che operano in altre provincie e in altre regioni a
intraprendere iniziative analoghe.leggi
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(05/03/2023)
Chi come ruralpini denuncia da 14 anni la gravità del pericolo lupo ha
la magra consolazione di poter dire: "l'avevo detto". Oggi si è
finalmente formato un movimento sociale che contesta la politica del
mantenimento della protezione del lupo anche a fronte di una presenza
ubiquitaria, spavalda, aggressiva. Un mantenimento chiaramente
politico-ideologico, sostenuto dal potente partito del lupo. Le
cronache del febbraio 2023 sono ricche di notizie che solo pochi anni
fa sarebbero stte ritenute impossibili. Ormai l'apparizione del lupo fa
notizia se interessa solo città e centri maggiori, se entra nei cortili
e nei giardini, se preda animali d'affezione o non usuali vittime. Le
stragi di pecore non fanno più notizia. Ci si preoccupa, invece, dei
lupi salvati, di cui si tenta il recupero nonostante fratture multiple,
rogna, gravi ferite. Un animalismo di stato che spreca risorse per
animali che dovrebbero essere "selvatici", esposti alla "legge della
natura" e invece sono catturati, ospedalizzati, operti riabilitati,
rilasciati. Salvo poi "non farcela" (due casi solo nel febbraio 2023).
Per i lupi morti in circostanze men che chiare, ma anche per quelli
stirati sulle strade si praticano autopsie e si eseguono indagini. Non
sono solo i fanatici animalisti affetti da sindrome lupomane ma le
istituzioni. Intanto nessuno si muove per stabilire regole per
allontanare i lupi dai centri abitati e dalle città. Per i lupisti sono
benvenuti e un fatto da salutare con giubilo. Ma dovrebbero dirlo a chi
si è visto sparire cani, gatti, galline, oche.. leggi
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(24/12/2022)
Siamo finalmente di fronte all'inizio di una reazione organizzata dei
pastori e degli allevatori sul tema dell'impatto sempre più grave del
lupo. Il 29 Novembre 2022, a Saint-Jean-de-Bournai, in Francia, ha
avuto luogo un meeting internazionale con rappresentanze di allevatori
provenienti da 11 nazioni europee (inclusa l’Italia) per richiedere
all’Unione Europea e ai paesi della Convenzione di Berna il
declassamento del livello di protezione della specie lupo. Sappiamo che
poi il parlamento europeo ha poi deluso le aspettative con una
risoluzione ambigua e inconcludente che evita di impegnare la
commissione sul punto cruciale. Il 19 gennaio una delegazione di
pastori e allevatori di nove regioni , accompagnata dall'eurodeputato
Fiocchi, ha invece incontrato il ministro dell'agricoltura
Lollobrigida, al quale - consapevole della gravità del problema -
sono stati esposti i diversi aspetti che assume il problema. leggi
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(03/13/2022)
- Siamo ormai all'ultimo
gradino della "scala di Geist". Negli ultimi
tempi le notizie di attacchi dei lupi nelle immediate pertinenze delle
abitazioni e sin dentro le stalle si sono moltiplicate. In molti casi
gli attacchi ai cani avvengono in presenza dell'uomo e si segnala il
caso di una donna alla quale un lupo ha "assaggiato" i pantaloni mentre
camminava in una frazione del comune di Alessandria. La cadenza di
queste notizie ma anche la natura degli attacchi, sempre più prossimi
all'uomo, fa pensare che, come previsto da Valerius Geist, si sia di
fronte a un'escalation che presto comporterà attacchi letali all'uomo.
Un'occasione per ricordare l'eminante studioso scomparso lo scorso anno
che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a mettere in guardia
contro i pericoli del lupismo, un'utopia - con molte analogie con
quelle che insanguinarono il Novecento - che porterà a un mare di
sofferenze per animali e esseri umani e - alla fine - all'estesa,
inevitabile (già largamante in atto) ibridazione del lupo. Prima o poi
il lupo dovrà essere di nuovo espulso, anche a
vantaggio di
quello che resterà della specie, dagli ambienti antropizzati. .
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(26/11/2022)
- Mentre i media di regime fanno credere alla prossima apertura della
"caccia" al lupo, la realtà è che nella risoluzione (che - non va
dimenticato - alla fine è solo un invito alla Commissione) non è stato
inserito il punto decisivo: il passaggio del lupo dall'allegato IV
della Direttiva Habitat all'allegato V, quello delle specie
"normalmente protette". Vi spieghiamo la risoluzione, venduta come una
"svolta" è una delusione, soprattutto per l'Italia. Un
compromesso parecchio al ribasso che è difficile vendere come una
vittoria. Tra l'altro si auspica il rifinanziamento dei progetti Life
(Life Wolf Alps) per la "coesistenza". E l'impronta generale è quella
della persistente ricerca della "coesistenza", dei continui
monitoraggi, non riconoscendo che l'aumento della presenza e degli
impatti sta portando a una situazione insostenibile e che, mentre si
mena il can per l'aia come vogliono i lupisti, l'allevamento estensivo
sta morendo. Che dire: pochissimi progressi, grande ambiguità.
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(12/11/2022)
- In vista della riunione della segreteria permanente della Convenzione
di Berna (quella che nel lontanissimo 1979 decretò il regime di super
protezione a favore del lupo), il gruppo degli esperti europei dei
grandi carnivori (LCIE - Large carnivore initiative Europe) ha redatto
un report nel quale sono costretti ad ammettere che la crescita del
lupo è un fenomeno generale in Europa, che solo in qualche paese
balcanico, dove sono comunque molto numerosi, è in diminuzione. Che
nella maggior parte dei paesi è in atto una forte crescita che non
accenna a diminuire. Il report è disponibile da tempo ma i media e la
politica pare non se ne siano accorti. La Convenzione di Berna e la
Commissione Europea non possono però ignorare un quadro demografico che
fa venir meno i presupposti dello lo status giuridico di super
protezione della specie. La spinta della lobby a favore di una
protezione "a prescindere" è fortissima e come testimoniano anche le
prime timide e impacciate dichiarazioni dei nuovi ministri del governo
italiano, ben lungi dal riconoscere che c'è un'emergenza e che non si
può perdere tempo nell'attivare piani di contenimento. leggi
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