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(06.09.11) Vernante (Cn). Bruttissima esperienza per un cacciatore

Ieri sera Silvio Pellegrino,  un cacciatore di trentaquattro anni di Peveragno, è incorso in una bruttissima avventura. Stava compiendo una passeggiata disarmato quando due lupi adulti l'hanno "accompagnato" per 2,5 km su un sentiero girandogli intorno e avvicinandosi sino a 30-40 m. Solo a un certo punto ha potuto chiamare con il cellulare. Inutili i tentativi di scacciarli battendo un bastone, le mani, fischiando. La paura è stata tantissima. leggi tutto

(29.04.11) Prazzo (Cn). I lupi sotto il balcone in pieno giorno (foto di ieri)

Lidia Fresia questa foto l'ha scattata ieri dal balcone di casa sua in frazione Ferreri di San Michele di Prazzo (Val Maira, Cn).  Il lupo è sulla strada provinciale. Lidia abita lassù col compagno e il loro bimbo di tre anni che non può più giocare in libertà. Perché in montagna i bambini sono stati condannati agli arresti domiciliari? Forse per la colpa di nascere (ancora) e di non lasciare tutto lo 'spazio vitale' ai lupi?  Non avrà qualcosa di hitleriano questa lupofilia? leggi tutto

 

(04.04.11) Quando il lupo è pericoloso per l'uomo?

Basta una semplice analisi storica e della realtà dei diversi continenti per capire che in alcuni contesti il lupo non è pericoloso, ma in altri sì. Quando l'uomo non è più un pericolo per il lupo quest'ultimo, (che perde la paura per l'uomo), rischia di divenire un potenziale pericolo per le persone. Ecco perché la protezione assoluta in caso di assenza di rischio di estinzione delle popolazioni lupine è un grave errore. La politica deve essere consapevole delle responsabilità che si assume favorendo l'aumento dei lupi e mantenendo un regime di tutela assoluta. leggi tutto

 

(10.03.11) lupi corrono sulla pista di fondo insanguinata. E la gente ha paura (succede a Prazzo, Cn) Da due anni a questa parte a Prazzo, in Valle Maira, in inverno si assiste ad una strage continua di ungulati fin a ridosso delle case. La gente continua a sentire ululati e la pista da fondo è a volte insanguinata per episodi di predazione. leggi tutto

 

 

(10.09.11) Il cacciatore di Peveragno (Cn) risponde ai lupofili che ironizzano sulla sua esperienza "Poteva almeno farci una foto". La risposta di Pellegrino: "Non ho niente da dimostrare l'importante è essere tornato sano e salvo dalla mia famiglia"

 

Sei un cacciatore? Non ti crediamo,

vogliamo le fotografie

di Michele Corti

Per i lupofili, orfani delle ideologie, non contano le persone ma le categorie. Sei cacciatore (un nemico) non sei credibile. E si arriva a fare ironia su una persona che ha vissuto una esperienza realmente drammatica

 

ll giorno 9 Pellegrino scrive a noi e a al sito targatocn.it per precisare quanto sotto riportato.

 

Le dichiarazioni di Silvio Pellegrino dopo i commenti "poteva farci una foto"

 

Dopo aver letto gli articoli e i commenti sulla mia intervista ci tenevo solamente a precisare che la zona in cui mi trovavo è abitualmente frequentata da molte persone escursionisti e non.Nell'intervista che ho rilasciato ho solamente spiegato come si è svolto l'incontro, Ho acconsentito a divulgare  la notizia solo perchè ritengo giusto che la gente venga a conoscenza del fatto e non si lasci cogliere impreparata nel caso in cui possa ricapitare Il fatto che non c'è nessuna foto che testimonia il mio incontro con i lupi per me non è essenziale, perchè io non ho niente da dover dimostrare, l'importante è che la gente sappia e che io sia riuscito a tornare a casa da mia moglie e dalla mia piccola bambina sano e salvo, poi ognuno è libero di pensare e scrivere cosa meglio crede.

 

Silvio Pellegrino

 

Chi la pensa diversamente da te o, semplicemente riferisce fatti sgraditi  è un 'avversario' e va denigrato (vecchia tattica)

 

Dopo la pubblicazione della notizia tratta da Ruralpini, ripresa da targatocn.it (ma anche altri siti di informazione del cuneense e di caccia) targatocn aveva ospitato anche l'ironica lettera del solito lupofilo in servizio permanente effettivo che irridendo, scriveva "peccato che il sig. Pellegrini non ci abbia tatto una foto". Il lupofilo si qualificaf come "Massimo" secondo una prassi frequente presso questa gente che, evidentemente è tanto convinta delle proprie idee che non ha il coraggio di metterci la faccia per sostenerle (il coraggio che a loro difetta lo proiettano - in uno scoperto meccanismo di transfer - nel loro beniamino).

Lasciava poi intendere che lui, al posto del cacciatore, si sarebbe goduta la presenza dei lupi che erano lì a 'studiare' e a 'scortare' l'escursionista solo perché si trovavano a 'pattugliare' il loro territorio. Rassicurante vero? Forse per loro, non per le persone normali che non sono molto tranquille e rasserenate a sentirsi dire che il territorio è entrato in possesso dei lupi.

 

Il commento di Massimo resta comunque entro i limiti dell'ironia e della civiltà; commenti peggiori sono stati inseriti nei forum lupofili dove il fatto che Pellegrino sia cacciatore è stato considerato di per sé come elemento di inattendibilità. "Chissà perché solo i pastori e i cacciatori vedono i lupi così facilmente, che invidia a noi che vorremmo vederli non capita così facilmente". "Siamo come San Tommaso". Sono commenti che si qualificano da soli. Quando una persona non viene creduta solo perché appartiene ad una determinata categoria - invece di considerarla per la sua personale onestà, sincerità, affidabilità - siamo alla deriva ideologica. Per le ideologia - specie quando prendono una piega totalitaria - le persone sono annullate, sono "nemici di classe", "cacciatori". Non contano, non conta quello che dicono.

 

Il sedimento dell'ideologismo deteriore e intollerante

 

In Italia una lunga e infausta tradizione di ideologie totalitarie (fascismo e comunismo) ha messo radici. Oggi, in era post-ideologica ci sono in circolazione frotte di 'orfani' che devono ancora cercare la contrapposizione a tutti i costi, lo screditamento di chi non la pensa come loro. La 'difesa della natura', l' 'animalismo'sono spesso solo un pretesto per alzare nuove bandiere (quelle vecchie sono non solo logore ma fradice di sangue), per sentirsi migliori, nel giusto e investiti di una missione salvifica di redenzione. Poi si scivola nel 'fine che giustifica il mezzo' e su quel piano inclinato non ci si ferma più. Quanto all'irrisione: "poteva farci una fotografia, ha detto di essere un appassionato" (commento sui forum) dimostra solo il livello di certi lupofili che non ritengono di dover rispettare l'esperienza di una persona che sostiene di avere vissuto momenti di grande paura.

 

Va chiarito che tutto ciò non ha nulla a che fare con il sostenere le proprie ragioni in modo appassionato e persino veemente (a me, non ho problemi a riconoscerlo, capita di andare a volte sopra le righe  trascinato dalla passione). Si può sostenere con accanimento le proprie tesi senza denigrare gli altri. E poi c'è un altro punto discriminante: il confronto duro ma aperto, l'accusa, il dileggio protetti dall'anonimato rappersentano un metodo inaccettabile. Una posizione per quanto estrema può essere presa in considerazione, può essere oggetto di confronto a patto che non si giochi con le carte truccate e con un cappuccio in testa.

 

È una colpa non avere il cellulare in grado di scattare foto?

 

Personalmente faccio molte foto (credo non ci sia bisogno di dimostrarlo) ma mi capita spesso di non portarmi dietro la reflex. A volte metto la compatta in tasca, a volte me la dimentico e vedo cose interessanti. Allora tito fuori il telefonino. Pellegrino nella prima intervista alla mia domanda (che non ho riportato) "Ma non aveva il cellulare per fotografare" mi ha risposto "Ho un telefonino semplice mi serve solo per telefonare". È una colpa. Siamo al punto che una persona non viene creduta solo perché cacciatore e deve provare in una situazione critica quello che dice fotografando? Siamo caduti in basso.

 

 

           

 

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