Ruralpini          Inforegioni/Alpe Nesdale 2012

 

 

 

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(30.07.10) Gli alpeggi del Bregagno: un grande patrimonio ignorato Ma dall'alpe Nesdale arriva un segnale di rilancio 

Era l'attività zoocasearia la principale 'industria' della maggior parte dei comuni della montagna lariana. Ora l'alpeggio può tornare ad avere significato non solo storico-culturale e paesistico ma anche economico Il 25 luglio in coincidenza con la tradizionale festa di Sant Amáa (sotto la Grona) si è svolta anche una cerimonia piena di significato in occasione dell'apertura della prima forma di formaggio all'alpe Nesdale. Il rilancio dell'alpe reso possibile da una pista di servizio che potrebbe collegare anche altri alpeggi. leggi tutto

 

(11.08.11) Sui pascoli di Plesio si rinnovano cerimonie antiche.

La sempre partecipata festa di Sant Amàa (Plesio, Co) per il secondo anno si è associata alla benedizione dei frutti dei pascoli (i formaggi) e alla cerimonia del taglio della prima forma A Sant' Amàa e alla vicina Alpe Nesdale si rinnovano riti antichi di celebrazione della fecondità del bestiame e dei pascoli. Qui si vede che il cibo è sacro, frutto dei doni del creato, della terra, dell'erba, degli animali, del lavoro dell'uomo. La dimensione profana e persino empia dell'eccesso e dello spreco alimentare, della natura stuprata e degli animali ridotti a cose, che valgono un tot al kg, è lontana. Venissero in tanti quassù. leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(30.07.12) Quest'anno all'Alpe Nesdàa (Plesio, Co) alla tradizionale cerimonia del taglio della prima forma si è affiancata quella della inaugurazione della nuova struttura turistica: due camere, una cucina comune e un soppalco-dormitorio

 

Alpe Nesdale (Plesio):

 

si guarda avanti

 

di Michele Corti

 

La festa di Sant Amàa e del'Alpe Nesdàa è sempre molto sentita. Ma da quest'anno ci sarà anche una Festa della fine dell'alpeggio in paese.

 

 

Intorno all'Alpe Nesdale c'è - confermato ogni anno - un grande affetto e partecipazione della popolazione. Lo testimonia la presenza delle tante persone salite quassù si dalla sera prima (vedi foto) nonostante il tempo incerto, a tratti soleggiato (e caldissimo) a tratti nuvoloso.

 

 

Confortato da questo sostegno il comune di Plesio va avanti (nonostante le ben note difficoltà in cui si trovano i comuni) nella realizzazione del progetto di valorizzazione dei suoi alpeggi che guarda anche a quella degli alpeggi del Bregagno (afferenti ai comuni di San Siro, Cremia ma anche Pianello, Musso e Garzeno), e della Val Cavargna. Plesio fa da apripista, gli altri speriamo che seguano.

 

 

Quest'anno si è concretizzata la possibilità di soggiorno all'alpe (a metà tra ospitalità rifugistica e agrituristica e secondo modalità ancora da definire nei dettagli). Ciò grazie al completamento di un alloggio annesso all'alpeggio (con tanto di cucina e funzionante e due servizi). È prossimo il collegamento con le alpi di Cremia (Palù e Sumero) che potrebbero tornare ad essere caricate. Intanto grazie all'opera dei volontari di Plesio sono state recuperate le strutture dell'Alpe Varöö in Val Sanagra (non per l'alpeggio a causa della scarsità dei pascoli ma per attività). Come sempre alla messa è seguito il pranzo campestre e poi il trasferimento all'Alpe dove Don Daniele (rientrato tra i suoi parrocchiani dopo un'assenza per ragioni di salute) intratteneva i presenti suonando la fisarmonica intonando canti popolari e di montagna.

 

 

Come gli scorsi anni si è proceduto alla benedizione dei fabbricati, dei pascoli e degli animali (sotto).

 

 

Poi si è trattato di scegliere la forma di formaggio per il rito del taglgio e della benedizione del "frutto dei pascoli". Anche quest'anno l'onere della scelta è caduto su Marco Imperiali, maestro assaggiatore Onaf.

 

 

La scelta dello scorso anno era stata più che azzeccata. Anche le forme che Marco aveva consigliato a che gli aveva chiesto un consiglio si erano rivelate perfette e chi le aveva acquistate non ha mancato di ringraziarlo per la scelta. Quest'anno, però, il caldo non ha giocato a favore del formaggio. La cantina manca ancora di una sufficiente ventilazione e il caldo umido ha creato condizioni sfavorevoli (forme che "si alzano"). Diverse forme esaminate rilevavano alla "auscultazione" una occhiatura eccessiva. Marco non si è limitato a scegliere la forma da tagliare ma ha anche fornito a Ivan Albini, il giovane casaro-caricatore i suoi consigli (foto sotto).

 

 

Dopo aver esaminato diverse forme Marco ne ha trovato una che gli poteva dare la sicurezza di far fare bella figura ad Ivan. La cerimonia del taglio è importante. Poter mostrare un bel formaggio, senza difetti, con una occhiatura caratteristica è importante per tutti: per gli alpeggiatori (Ivan e il padre Giovanni) ma anche per il sindaco Fabio Canti che tanto si è impegnato e si impegna per l'alpe.

 

 

Alla fine arriva il momento fatidico: il sindaco, assistito da Ivan, taglia. Marco osserva con molta attenzione. "Lo scorso anno mi dice c'erano meno forme occhiate, quest'anno è stato più difficile scegliere". L'esame "acustico" delle forme prima del taglio può sempre riservare delle sorprese. Paradossalmente è più preoccupato Marco di Ivan. Quest'ultimo sostiene che non ha difficoltà a vendere anche le forme con grossi occhi. Marco, che guarda più in là (e si rende conto che questo formaggio ha grandi potenzialità ma che per essere valorizzato come merita deve raggiungere l'eccellenza) è in attesa di vedere come saranno gli "occhi".

 

 

La tensione si stempera quando la forma si rivela (foto sotto). L'occhiatura è giustamente irregolare (è un formaggio fatto senza "bustine" di fermenti), ben distribuita anche se non proprio in modo uniforme. In media gli occhi sono più piccoli della forma scelta lo scorso anno.

 

 

A questo punto tocca al Don benedire il formaggio: il "frutto dei pascoli" come il pane e il vino sono frutti della terra. È anche il frutto di tanta passione, il frutto delle mucche, delle capre, di chi le munge, di chi lavora il latte e - non dimentichiamolo - di tanti piccoli esserini (i microbi) che il bravo casaro sa allevare in modo giusto.

 

 

Le forme tagliate si mostrano in tutta la loro bellezza: presentano l'occhiatura tipica di un formaggio a latte crudo e un colore che è già giallo nonostante le poche settimane di "vita" e che risalta sul fondo della candita tela bianca del rudimentale "altare".

 

 

A questo punto i passa all'inaugurazione dei nuovi locali. Si tratta di un'ala del fabbricato principale con ingresso indipendente ed esterna alla "corte" chiusa sulla quale si affacciano i fabbricati utilizzati per l'attività d'alpeghgio vera e propria.

 

 

Assistito sempre da Ivan il sindaco taglia il nastro. I presenti entrano e il Don impartisce la benedizione inaugurale ai nuovi locali. Che speriamo siano occupati presto da escursionisti desiderosi di fare tappa qui.

 

 

In questo contesto è stato annunciato che quest'anno si recupererà anche la tradizione della festa di fine alpeggio (descarga de l'aalp). Si svolgerà ai primi di ottobre presso il centro polifunzionale di Plesio. Sarà occasione per presentare libri sugli alpeggi e sui formaggi d'alpe e per una degustazione guidata dei prodotti dell'Alpe Nesdale (c'è anche il zingherlin, ricotta grassa stagionata e pepata). Durante le conversazioni con alcuni dei presenti, volontari della Pro Plesio, cacciatori, sono emerse interessanti testimonianze della vita d'alpeggio del passato che rappresentava un aspetto importante della cultura locale. Sono testimonianze importanti che ci fanno capire che Plesio era un paese proiettato in alto, sulle montagne dove esistevano ben 7-8 alpeggi. Altro che paese "sopra il lago". Così sta maturando anche l'idea di raccogliere le storie di questo passato prima sin tanto che che chi è stato protagonista della vita ruralpina è in grado di narrarle. Lasciato l'alpeggio mi sono impattuto in questa interessante testimonianza materiale di cui mi avevano parlato i "testimoni" del paese: un avèll scavato nella roccia per l'alimentazione degli animali.

 

 


 

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