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Commenti/La sfida veneto-morava al GP

 

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Le problematiche agroambientali del sistema di produzione del Grana Padano DOP  

(da: Alimenta)

Questo contributo si occuperemo della definizione del problema nei suoi termini generali cercando di comprendere il nesso tra gli impatti ambientali delle attività agro-zootecniche nel bacino del Po e gli aspetti specifici che caratterizzano il sistema di produzione del Grana Padano (d'ora in poi GP). Cerca anche di delineare lo scenario che verrebbe a definirsi sulla base dell'esclusione dell'utilizzo degli insilati nell'alimentazione delle vacche da latte (causa della presenza di spore di Clostridi nel latte e motivo dell'utilizzo dell'additivo conservante Lisozima). Viene ipotizzata in particolare la riduzione dell'uso di fitofarmaci (diserbanti) conseguente a questo ipotetico scenario.

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(17.04.11) Milano: le mamme non vogliono il Grana Padano Dop

Milano Ristorazione - secondo i genitori - non avrebbe rispettato un contratto che prevedeva il miglioramento della qualità delle materie. Ci sarà quindi un ricorso al Tar e una class action entro la fine del mese. La vicenda coinvolge il Parmigiano Reggiano (che era previsto) e il  Grana Padano (che le mamme non vogliono per via della presenza del conservante lisozima). Intanto arriva il Rusticone ... leggi tutto

 

(07.07.10)La beffa al 'nazionalismo alimentare'

Galan, in tenuta giallo Coldiretti, era al Brennero a protestare platealmente per la  rituale difesa del Made in Italy. Nel frattempo poco a valle (in Trentino) deflagrava lo scandalo della mozzarella blu 'di puro latte trentino' (ma spesso prodotto con insilato di mais e con foraggi importati da altre regioni) . Il 'colpevole' è il solito maxi Caseificio di Fiavè, già noto per aver accumulato decine di milioni di euro di debiti e per il 'salvataggio' di mamma provincia e mamma cooperazione. Segnalazioni di mozzarelle blu di Fiavè si registrano in varie parti d'Italia e sono state ritirate 400.000 confezioni. Il mega direttore del 'Polo bianco', Paoli, che ha disposto lo stop della produzione, da la colpa del fattaccio al caldo!? La Procura di Trento ha intanto aperto un fascicolo sulla base delle segnalazioni dei NAS. leggi tutto

 

Europa (11.09.09)  Contro la crisi del latte soluzioni vecchie e costose

La Commissione europea non vuole fare marcia indietro sulle quote latte (a termine nel 2015). Si torna quindi indietro ai vecchi metodi di ritiro delle eccedenze (sotto forma di burro e latte in polvere, tanto per cambiare). Una soluzione voluta dalla lobby Olanda e C. che fa a pugni con i proclami sulla sostenibilità ma anche sulla necessità di ridurre la spesa agricola. De Castro - nel giubilo del Consorzio del Parmigiano - ha fatto approvare dall'europarlamento una proposta per estendere i sostegni ai formaggi. In alternativa? La Nuova Zelanda pensa di usare il latte come biocombistile mentre il ministro Zaia vorrebbe far chiudere le piccole stalle. Una proposta che, se applicata come in passato, può fare 'terra bruciata' della zootecnia di montagna e delle 'aree deboli'.  leggi tutto

 

(05.02.09)  Le super Dop vogliono aumentare la proiìduzione e convincere il governo a sostenere i prezzi

A Mantova, il 2 febbraio, emerge chiara in un convegno la posizione delle "SuperDop". Esse rifiutanodi limitare la produzione e vogliono che il governo sostenga i prezzi con operazioni tipo Grana Padano e Parmigiano Reggiano agli indigenti e il sostegno all'esportazione di BuonItalia. E le piccole produzioni? leggi tutto



 

 

 

 

(31.08.11) Un prodotto con know-how, imprenditorialità, esperienza padano-venete che, però è frutto del latte di mucche morave (Repubblica ceca) alimentatecon foraggi puliti, concedendo agli animali grande spazio

 

Dalla Moravia il formaggio "di grana" indigesto alla più grande dop del Made in Italy caseario

di Michele Corti

Punta sul consumatore consapevole il Gran Moravia. Consapevole dell'etica ambientale e animale. Questa volta la sfida alle corazzate del Made in Italy alimentare viene da una famiglia veneta che mantiene saldamente il legame con la propria terra. Non in nome del prezzo ma della ecosostenibilità. E se ne parlera à Cheese il 18 settembre.

Non è stata una estate da ricordare per il Consorzio di Desenzano. Da una parte gli spot televisivi di Soresina che, come già successo per il Parmigiano reggiano Dop ("Parmareggio" delle coop) 'rompe le fila' con strategia di marca che indebolisce quella di marchio e, di conseguenza, il Consorzio. Ma c'è stato di peggio. Tutti i grandi quotidiani hanno ospitato paginate di pubblicità del Gran Moravia, un "formaggio di grana" realizzato dalla ditta veneta Brazzale in Moravia (Repubblica Ceca). Tutto tranne che una volgare imitazione tesa a fare concorrenza sul piano di una inferiore qualità e di inferiori prezzi alla corazzata delle dop italiane: il Grana Padano.

Siamo certi che il Consorzio non resterà con le mani in mano. La sfida è di quelle serie. molto di più di quelle lanciate a suo tempo da Biraghi (ma anche da altri) e sostanzialmente rintuzzate. Il Consorzio è sinora riuscito ad impedire che si utilizzase la denominazione "grana" per qualsiasi altro prodotto che non fosse Grana Padano anche se, è evidente, che il nome non potrebbe essere rivendicato così esclusivamente trattandosi di una categoria tecnologica, ovvero di formaggio "lavorato a grana". Basti pensare che il Melazzini, un tecnico caseario che all'inizio del secolo scorso si occupava di Bitto, ebbe a distinguere il "Bitto" (più morbido) esitato a Morbegno (So) e quello "di Grana" o "Branzi", più duro, esitato a Branzi (Bg).  Quindi il formaggio "di Grana" non era neppure esclusivo della pianura padana. C'è, in realtà,il precedente del Granone lodigiano (tollerato dal Consorzio  perché in definitiva è il padre del GP) e di altri Grana minori.  In attesa che il più grosso potentato caseario nazionale lanci la sua controffensiva il Gran Moravia non si è limitato alla campagna pubblicitaria.  È diventato sponsor del congresso internazionale del caseificio che si terrà a Parma in ottobre e sarà presente a Cheese, al grande evento in tema di formaggio organizzato da Slow Food il 18 settembre ore 12.15 presso i Caffè letterari ore 12,15 con una presentazione dal titolo: "La filiera latte ecosostenibile In Moravia, tra Vienna e Praga, nell’area agricola più fertile e incontaminata della Repubblica  Ceca, nasce il formaggio Gran Moravia; in una pianura solcata da sorgenti d’acqua pura, circondata da dolci colline e incantevoli montagne". Un po' idillico, d'accordo, ma la sostanza c'è. Tutto certificato da società del nord-Europa visto anche che il Csqa (che qualche anno fa aveva prodotto un singolare studio - in cui non si chiariva il destino delle forme di formaggio - a supporto della tesi che il Grana Padano toglie C02 dal'atmosfera) non si è reso disponibile.

C'è la garanzia a produrre latte impiegando i foraggi locali nell'ambito di un comprensorio di oltre 60 mila ettari, in settanta fattorie con dodicimila mucche da latte. Sono numeri che forniscono già l'idea di una situazione all'opposto della pianura padana dove su un ettaro 'insistono' anche 4-5 capi bovini alimentati a silomais ampiamente integrato di nuclei, soia, mangimi.  Qui per un capo ci sono 4,5 ha.

I sistemi agricoli estensivi delle colline morave garantiscono acque e suoli puliti. Un altro pianeta rispetto alla nostra super sfruttata pianura irrigua dove la monocoltura del mais (per l'alimentazione animale e per il biogas) obbliga a usare una serie nutrita di diserbanti e insetticidi in quantità massiccie (come testimonia la presenza al di sopra dei limiti di legge nelle acque superficiali). Non parliamo poi dei nitrati che vengono lisciviati nelle acque di falda, come conseguenza di carichi animali eccessivi e di super spargimenti di liquami.

Oltre a garantire una filiera ecocompatibile (i dettagli sono curioso di conoscerli alla conferenza stampa che di sarà a Milano il giorno 8 settembre, e della quale riferirò) il Gran Moravia garantisce assenza di micotossine. Peccato che anch'esso come il Grana Padano non riesca a fare a meno del conservante Lisozima, una conseguenza dell'utilizzo dell' insilato.

Garantisce anche alti standard di benessere animale legati ad una lunga permanenza all'aperto e a spazi individuali 'larghi'. Ce n'è abbastanza per stuzzicare un consumatore che, a dun certo livello di consapevolezza,  non si lascia più condizionare dagli appelli pelosi al nazionalismo alimentare, appelli che sarebbero credibili qualora i nostri principali formaggi rinunciassero a conservanti come il Lisozima (usato proprio nel caso del Grana Padano) e degli antibiotici per la 'protezione' delle croste. Rinunciassero a manipolare continuamente i disciplinari per meglio adattarli alle esigenze dell'industria casearia. I formaggi Made in Italy non sono stati esenti dagli scandali legati alla presenza di Lysteria e alle 'mozzarelle blu'. Una volta tanto che la concorrenza si pone sul piano non del prezzo ma della qualità ambientale non pare il caso di stracciarsi le vesti per la difesa di una improbabile e indimostrata genuinità intrinseca delle nostre Dop e del Made in Italy. Qui la sfida è sulla qualità del latte usato per la caseificazione, di più sulla qualità dei foraggi, di più sulla qualità del paesaggio agricolo (inteso in senso agroecologico e non di paesaggio puramente estetico, ovviamente). Cercheremo di sapene di più alla conferenza stampa e alla presentazione a Cheese. Un ultima notazione: ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Grana Padano era sponsor di Slow Food!

 

 

           

 

pagine visitate dal 21.11.08

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