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(08.01.13) Per una gestione comunitaria delle risorse e dei problemi  ambientali

Attorno ai problemi, dei rischi per la salute legati alla nocività ambientale e alla volontà di gestire in positivo le risorse territoriali sta crescendo nel mondo un movimento post-ambientalista. leggi tutt

 

(02.01.13) Ripensare la relazione tra la natura e la società

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(02.12.2012) Continuavano a chiamarli  NIMBY

L'estendersi del movimento contro l'utilizzo a fini energetici delle biomasse induce a inquadrare queste proteste nell'ambito della più ampia iniziativa ecologista grass roots ("di base") che nel mondo si è sviluppata a partire dagli anni '90. Essa non si limita al opporsi ad autostrade, centrali energetiche, dighe, cementificazioni ma si esprime anche in iniziative partecipate, finalizzate alla gestione delle risorse locali. 

La dimensione oppositiva della protesta "post-ambientalista" e quella propositiva non sono affatto disgiunte nonostante sia interesse dei poteri politici ed economici (e dell'ambientalismo istituzionale) far credere il contrario mediante la stigmatizzazione delle proteste quali espressione della "sindrome NIMBY" leggi tutto

 

(14.03.12) Modernizzazione ecologica: legittimazione dei rischi e della tecnocrazia

Dietro l'ecobusiness degli Ogm, delle "rinnovabili" insostenibili c'è la teoria e il programma politico della modernizzazione ecologica. L'estremo tentativo dell'industrialismo e del potere tecnoscientifico di evitare di fare i conti con i limiti dello sviluppo e con la crisi della modernità. Con forti pericoli per la democrazia e per l'ambiente stesso sottoposti al controllo di una governance autoritaria e tecnocratica alla cui legittimazione concorre in modo subalterno anche il mainstream del movimento ambientalista istituzionalizzato. Che diventa controparte dei movimenti locali per la salute, contro la tossicità ambientale, per la difesa del cibo e dell'agricoltura

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(17.03.13) Biomasse: camini attaccati alle scuole materne

A Mello (SO) la centrale a biomasse da 0,3MW è stata realizzata a fianco della scuola materna. Finanziata dal Piano di sviluppo rurale per favorire il recupero dei boschi mediante il Consorzio forestale Bosco vivo si  approvvigiona di cippato sul mercato con un'asta al ribasso. Cosa c'è di sostenibile?

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11.03.13) Land grabbing all'emiliana in Senegal

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(24.02.13) Genola (CN). L'assessore: la biomasse da 0,4MW inquinerà dieci volte meno della caldaietta di una villetta

Questa la spericolata affermazione dell'Ing. Origlia, socio della società che propone la realizzazione di due centrali a combustione di pellets da 0,2MW. Origlia spudoratamente sostiene questo da assessore dello stesso comune . leggi tutto

 

(23.02.13) Una merchant nella Cantina sociale di Villa (So)?

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(03.03.13) Parte da Cremona la campagna di primavera del movimento NO biogas No biomasse

A Cremona, mentre alla Fiera di Cremona era in corso  Bio energy, un evento organizzato dai piazzisti del biogas per conquistare nuovi clienti i no biogas si sono riuniti per organizzare la campagna di primavera contro biogas e biomasse e per ribadire pubblicamente che il biogas è una porcheria leggi tutto

 

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(08.04.13) Si svolgerà il 25 maggio ad Assisi la Prima Marcia per l'aria, il cibo, l'acqua puliti no biomasse no biogas. Un appuntanto che fa crescere un movimento dal basso per la salute, l'ambiente, l'agricoltura pulita

 

Nella città di Francesco per dire con una

sola voce: "basta alla truffa biomasse"

 

di Michele Corti

 

La proliferazione degli impianti a biogas e biomasse, sostenuta da super-incentivi è senza freni. La prospettiva di guadagno elevato e sicuro allenta ogni freno inbitore. Si calpestano apertamente le leggi, i diritti alla salute, alla proprietà, alla libera attività economica, si spingono le amministrazioni locali alla connivenza con la prospettiva di compensazioni e presunti vantaggi. Solo una classe politica di fine impero può consentire una svendita così palese del bene comune. In compenso la società, le comunità - pur con residui forti di sudditanze ai poteri locali e non - si muovono. Si muovono anche al di là dell'ambientalismo istituzionalizzato che è tutt'ora condizionato da ideologismi e legami con la politica che ha fallito.

Il no alle biomasse, come stato chiarito da molti, non può essere identificato con quella sindrome Nimby evocata a sproposito e strumentalmente dagli speculatori e dai loro tirapiedi. Dentro il no alle biomasse, che minano così in profondità una serie di valori prioritari per la coesione sociale, c'è l'appello in positivo alla ricostruzione di questi valori: il senso del bilanciamento degli interessi, il rispetto delle regole, il riconoscimanto di beni indisponibili: la salute delle persone, dei sistemi ecologici, dei sistemi sociali.

Il ripartire da lontano nella riflettessione sui fondamentali della società e della vita pubblica ha un grande vantaggio: sgombra il campo dalle visioni ideologiche che dividono, si va all'essenziale, a  ciò che può unire, che può tenere insieme per resistere e per ricostruire il bene comune. Se c'è un valore che i comitati hanno imparato a riconoscere, e a difendere, è la trasversalità: alle ideologie e alle appartenenze partitiche, l'indipendenza dalle organizzazioni nazionali ambientaliste che sono lontane da questo spirito e troppo inclini a trovare compromessi con la green economy del profitto sregolato, lontane da una dimensione di ecologia sociale..

 

Perchè nella città di Francesco

 

Da tempo si discute tra i comitati di organizzare un evento ad Assisi. Era stato programmato da oltre un anno fa, ben prima della elezione di papa Francesco. Oggi, con le forti e coraggiose prese di posizione del nuovo papa il ritrovarsi nella città di quel Francesco al quale il papa si ispira assume un significato ancora più forte. In questa scelta (maturata oltre un anno e mezzo fa quando anche nella valle sotto Assisi stava per essere realizzata una biogas) non c'è nessuna strumentalità. Il coordinamento Terre Nostre rappresenta un movimento che è intrinsecamente connesso ai temi della pace, costituito in minima parte di militanti e in larga parte da persone che non si sono mai impegnate direttamente in politica o nei movimenti: mamme, famiglie, che difendono il paesaggio, il cibo pulito, un ambiente concretamente vivibile a partire dall'aria che si respira. Il movimento no biomasse no biogas, a differenza di altri che l'hanno preceduto su temi ambientali e di salvaguardia del territorio, è un movimento che non nasce nell città ma nelle campagne, o meglio di quanto resta delle campagne prese nella morsa tra industrializzazione agricola, cementificazione e abbandono o parchizzazione. Un fatto che influisce molto sul connotato sociale e culturale e che comunque ne fa qualcosa di nuovo.

 

 

Uno snodo di temi cruciali

 

Le biomasse utilizzate a scopi energetici aprono nuovi scenari di smaltimento dei rifiuti allontanando le prospettive virtuose della riduzione della loro produzione, dell'aumento del riciclo.

Tolgono terra alla produzione di cibo spingendo verso un'agricoltura ancora più intensiva e industrializzata e stimolano la corsa all'accaparramento della terra in Africa e altrove, sia per produrre gli oli da bruciare nelle centrali poste nei nostri paesi, sia per compensare la minor produzione di alimenti per alimentazione dell'uomo e del bestiame a casa nostra. Così si disboscano foreste, si aumentano le emissioni di CO2 e si compromettono ecosistemi e agroecosistenmi fragili. Così si deportano intere comunità rurali dalle loro sedi e si mina la loro sicurezza alimentare. Gli enormi incentivi (miliardi e miliardi) che sostengono la proliferazione delle centrali (1000 solo a biogas escluse le piccole che sono "invisibili") sottraggono risorse ai programmi di risparmio energetico che, con la riqualificazione di edifici pubblici e privati, darebbero lavoro a moltissime piccole imprese e lavoratori. La falsa e sporca green economy delle biomasse distrugge posti di lavoro danneggiando le filiere agroalimentari e turistiche e le stesse filiere del legno, compromesse dall'invasione di cippato e pellets a basso costo di lontana origine. Tenendo conto che il no alle biomasse riguarda i temi della gestionedei rifiuti, dell'energia, dell'agricoltura, della qualità dell'aria e dell'acqua, è concreta la capacità di questo movimento di stimolare la crescita di un nuovo ecologismo sociale che, non a caso, si incontra con i fermenti all'interno delle realtà ecclesiali, con lo sviluppo (ancora limitato) di una pastorale ambientale, per la salvaguardia del creato e con molte prese di posizione coraggiose di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e, per quanto ha potuto anticipare molto incisive, di papa Francesco.

 

Unire le mille voci contro le mille centrali

 

Stiamo contrastando qualcosa di molto grosso e dobbiamo in qualche modo esprimere all'unisono il nostro no per farlo sentire. È necessario rendere visibile un movimento diffuso ma che fatica - tranne in alcune realtà come le Marche dove è in corso l'inchiesta su biogasopoli - ad avere spazio sui media nazionali. Per far conoscere le ragioni di un movimento - che in centinaia e centinaia di incontri, manifestazioni, convegni, raccolte firme, e assemblee ha coinvolto decine di migliaia di cittadini in tutta Itali - è necessaria un'iniziativa pubblica nazionale. Di qui la volontà di impegnarsi in una manifestazione importante. Un compito notevole per un movimento fatto di tanti comitati non ancora sufficientemente coordinati tra loro, per un movimento "diffuso".

Era però necessario superare gli indugi e stabilire un'occasione in cui i protagonisti di questo grande movimento si ritrovino tra loro ed esprimano insieme le motivazioni del loro agire.

È giusto contrastare con tutti i mezzi a livello locale le centrali ma bisogna essere consapevoli che questa calamità, non certo naturale, è stata determinata da precise volontà e scelte politiche ed economiche e si può efficacemente azzerare solo annullando incentivi e favoritismi normativi agendo a livello politico e di opinione pubblica. Solo agendo a livello politico confrontandosi con parlamento e governo centrali oltre che con i governi e le assemblee regionali.

 

 

Un business enorme che si rende poco visibile grazie allo sfarinamento della realizzazione di millgliaia di impianti

 

Le biomasse rappresentano una biotruffa da diversi miliardi di Euro che segna una forma di aggressione al territorio, all'acqua all'aria, alla terra alle comunità locali. Una truffa che vede in prima fila i gruppi del capitalismo ex-industriale ed ora speculativo (Tronchetti-Provera, Marcegaglia, Marzotto, Maccaferri, Merloni ...) e in seconda le ecomafie che da molto tempo ronzano intorno alle discariche, al business degli smaltimenti. Le biomasse rappresentano un terreno unificante di questi business e l'occasione per consentire loro un nefasto salto di qualità. Per contrastarlo dobbiamo essere in grado anche noi di fare un salto di qualità nelle nostre azioni di contrasto, un salto di qualità nella costruzione di un movimento di tutela del territorio, dell'ambiente, delle comunità rurali.

È un'aggressione inedita in forma capillare, quella attuata con le biomasse, un'aggressione che porta ad aggiungere emissioni nocive dove già l'inquinamento ambientale è elevato producendo un impatto (non solo ambientale ma anche economico e sociale) del tutto sproporzionato alla quantità di energia ottenuta e prefigurando forme inquietanti di smaltimento dei rifiuti in impianti a combustione e a digestione anaerobica. Particolarmente grave sia per la difficoltà dei controlli (e quindi l'invito a nozze dell'ecomafia) sia per le prospettive di danneggiare le sicurezza alimentare futura contaminando i terreni con i digestati e altri residui dello smaltimento di varie forme di rifiuto (senza contare che le biomasse "drogate" dagli incentivi indeboliscono, attraverso una impari concorrenza per la terra in affitto e atri fattori di produzione, l'agricoltura vera).

Intanto, a riprova del pericolo per la salute e l'ambiente, si moltiplicano le fumate delle centrali a biomassa (a seguito di malfunzionamenti) e gli sversamenti nei corsi d'acqua dei digestati della centrali a biogas. Si moltiplicano i casi di scuole esposte alle inalazioni degli inquinanti delle adiacenti centrali collocate, a bella posta, a fianco delle scuole per incassare il massimo di incentivi con la scusa della cogenerazione. Si moltiplicano i disagi di piccoli centri - caratterizzati da viabilità campestre inadeguata a un traffico industriale, penalizzati dal traffico di mezzi pesanti impegnati per rifornire le centrali (e per smaltire i residui).

 

Una manifestazione che nasce dall'emergenza biomasse ma si allarga ai temi dell'aria, del cibo, dell'acqua puliti, della gestione dei rigiuti, dell'energia, dell'agricoltura

 

Il problema biomasse è di per sé un'emergenza nazionale e abbiamo il diritto-dovere di farlo sapere. Farlo in un sito di così forte valore simbolico come la città di Francesco può - per tutte le ragioni esposte - aiutare ad amplificare il messaggio.
Al fine di ampliare il significato della manifestazione e di allargare la partecipazione e il conseguente impatto, il coordinamento nazionale Terre Nostre dei comitati no biomasse no biogas per la salute e l'ambiente ha deciso di aprire la manifestazione anche ad altre tematiche, nel quadro di un impegno complessivo contro le varie forme di nocività ambientale: contro il business de rifiuti, per l'ecologia sociale, il diritto all'acqua, all'aria, al cibo puliti ma anche a un paesaggio gradevole costruito dalla fatica delle generazioni passate ed elemento di riconoscimento e coesione delle comunità locali, un'agricoltura sottratta ai ricatti dei sistemi globali di produzione di cibo ed energia, libera dalla concorrenza delle bioenergia, ma anche libera da pesticidi. Ci rivolgeremo in questa prospettiva alle tante associazioni, comitati, coordinamenti, coalizioni che operano in questo ambito.

 

 

Il programma

 

L'impegno per una manifestazione che porti ad Assisi migliaia di persone non è da poco ma spero di aver esposto in modo convincente lle ragioni per chiedere ai coordinamenti, ai singoli comitati, ai singoli di impegnarsi per il successo dell'evento iniziando sin da ora a raccogliere prenotazioni per la partecipazione organizzata all'evento e di sollecitare l'adesione di personalità di rilievo in campo ecclesiale, culturale e politico (senza simboli di partito sono bene accolti tutti coloro che sono disposti ad aiutarci e che lo stanno già facendo).
Nel corso di tutte le iniziative  contro le centrali a biogas e biomasse che in Italia si organizzeranno da oggi al 24 maggio i comitati locali (sia quelli già in contatto con le reti locali e il coordinamento nazionale che quelli ancora al di fuori della rete) sono  invitati a pubblicizzare la manifestazione e a raccogliere le adesioni (con versamento anticipo per il pullman).

Ai comitati sarà fornito adeguato materiale per propagandare la manifestazione che potranno utilizzare "personalizzandolo" con denominazioni e riferimenti locali.
Il programma della giornata, predisposto dagli amici del coordinamento Terre Nostre dell'Umbria, che si sono assunti il gravoso impegno, è il seguente: alla mattina un convegno con importanti relatori e la partecipazione di delegazioni estere presso il Cenacolo Francescano (loc. S.Maria degli Angeli) servita da stazione ferroviaria.

Alle 15 dalla piazza della Basilica di Santa Maria degli Angeli si muoverà la marcia che - se verrà autorizzato il percorso richiesto - transiterà dalla stessa Basilica di S.Francesco.

La manifestazione si concluderà con una festa popolazione nella Piazza del comune nel cuore di Assisi.

Verrà comunicata quanto prima la lista dei Comitati locali che si assumono l'onere di organizzare la partecipazione con i pullman raccogliendo le adesioni e qualla degli esercizi pubblici (agriturismi, ostelli, B&B ecc.) convenzionati.  Nella foto sotto l'Agriturismo Bellarosa che è stato il quartier generale del Comitato di Costano che ha combattuto vittoriosamente contro una biogas che avrebbe dovuto sorgere nel cono paesistico della Basilica di S.Francesco.

 

 


 

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