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Inforegioni/ Cai BG a muso duro contro le moto

 

 

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(13.12.09)  Motocross in montagna: sport o vandalismo? Un problema non solo bergamasco

Sui sentieri, mulattiere, strade agrosilvopastorali vige il divieto di mezzi motorizzati se non per servizio o comunque autorizzati, però in zone come le valli bergamasche dove la pratica del motocross è molto diffusa qusti divieti non sono rispettati. Le conseguenze non sono da poco. leggi tutto

 

(05.05.10) Trentino. Un segnale forte di contrasto al dilagare dei mezzi a motore

 Un lettore dal Trentino ci segnala le iniziative messe in atto dalla Provincia di Trento e dal Corpo Forestale provinciale per contrastare in modo deciso il fenomeno dell'uso sconsiderato di motoslitte e quad anche in ambienti sensibili e a tutto danno di strade forestali, sentieri e pascoli. 

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(20.03.10) Non bastavano le moto ad aggredire la montagna

Quanto più  amministratori, esperti, operatori turistici ripetono i mantra del turismo sostenibile tanto più si sviluppano 'proposte' basate sull'uso di mezzi motorizzati. Oltre ai motociclisti che sfrecciano su pascoli, mulattiere, sentieri ecco che arrivano i quad-atv con tanto di ditte specializzate che organizzano escursioni e noleggio quad e gli albergatori che offrono pacchetti con la nuova 'emozione adrenalinica'. Percorsi reclamizzati spudoratamente 'tra sentieri e boschi' dove le norme sulla viabilità agro-silvo pastorale vietano la circolazione di mezzi a motore, raduni ecc. Intanto alcuni comuni vietano quad e motoslitte su tutto il territorio, altri le regolamentano in modo molto severo (vedi Livigno con ordinanza del gennaio 2010). A chi sta a cuore montagna e l'ambiente compete segnalare Consorzi turistici e località che tollerano o persino promuovono l'uso 'libero' o organizzato  dei quad 

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(08.02.11) Dura presa di posizione del Cai di Bergamo contro il fenomeno del transito fuorilegge di mezzi motorizzati su sentieri, piste forestali, pascoli e boschi

 

Basta mezzi motorizzati selvaggi

su sentieri, pascoli, mulattiere

 

di Michele Corti (foto a lato Michele Corti, nel testo Cai Bergamo)

 

I mezzi motorizzati 'selvaggi' provocano gravi danni alla viabilitò agro-silvo-pastorale e alla sentieristica. In un periodo di risorse decrescenti non ci si può permettere che per 'divertimento' si vanificano gli interventi di manutenzione di un aspetto così importante per lo svolgimento delle attività in montagna

 

É un intervento a muso duro quello del presidente del Cai Bergamo, Paolo Valoti. In una lettera aperta a tutte le sezioni e sottosezioni, ma destinata anche alle istituzioni Valoti dopo aver ricordato che i sentieri delle Orobie non sono certo in ottime condizioni, va al dunque del problema e lamenta che la manutenzione della rete sentieristica, affidata in gran parte ai volontari del Cai, è come un lavoro di Sisifo: non si fa in tempo a sistemare da una parte che si deve  intervenire dall'altra. Non tanto per via  di smottamenti naturali del terreno ma dei danni provocati dal transito  fuorilegge dei mezzi motorizzati (in primis moto enduro).  Come è noto per legge è proibito il transito sui pascoli, nei boschi sui sentieri ma anche su tutta la rete della viabilità agro-silvo-pastorale (mulattiere. strade di servizio forestali e di accesso agli alpeggi). Lamenta il presidente del CAI che:

 

"Nonostante la legge regionale 31 del 2008 vieti il transito dei mezzi motorizzati a eccezione di quelli di servizio e di quelli autorizzati i sentieri del parco delle Orobie e delle altre aree protette, ma anche quelli al di fuori dei loro confini, sono spesso frequentati da motociclisti e da altri veicoli che non potrebbero farlo".

 

Le conseguenze sono gravi:

 

"La distruzione talvolta irreparabile dei sentieri, in particolare per quelli con fondo in terra, delle zone prative e dei boschi; disagi sia per gli escursionisti e appassionati alla ricerca di un ambiente salutare, sia per coloro che vi si trovano per attività professionali o di altro tipo; infine problemi di sicurezza perché motocross ma anche motoslitte, quad, mountain bike e la pratica del down hill rendono molto  precaria e rischiosa ogni forma d’escursionismo. Da anni segnaliamo come certi episodi si verifichino anche su cime e itinerari non proprio vicine ai centri abitati e comunque fuori dai percorsi motociclistici abituali. Pur comprendendo le esigenze degli appassionati delle due ruote, è indispensabile che la legge venga rispettata con ordinanze emanate e attuate dai Comuni"

 

Sul punto di fare di tutte le due ruote un unico fascio ci permettiamo di dissentire. Non si possono mettere sullo stesso piano le biciclette che non inquinano e che implicano una genuina pratica sportiva ed escursionistica con gli enduro. É vero che vi sono biker spericolati che si lanciano a velocità elevata in discesa mettendo a repentaglio la sicurezza degli escursionisti ma si tratta di una questione di rispetto di un comportamento corretto nel'ambito di una pratica lecita e lelata ad una fruizione sostenibile della montagna. Tutt'altra questione rispetto alle moto da cross e da enduro che danneggiano il fondo dei tracciati, che inquinano, disturbano con il loro fracasso e, punto fondamentale, sono semplicemente illegali. Porre così la questione rischia di vedere confusa una sacrosanta battaglia per il rispetto della legge e della montagna con una pretesa corporativa di 'monopolio' della fruizione della montagna stessa. Ma torniamo alla lettera aperta. Il presidente del Cai  sollecita  gli enti competenti:

 

"a ricercare le soluzioni più idonee per ridurre i rischi alle persone e limitare il negativo impatto ambientale del fenomeno, a realizzare interventi per limitare i pesanti danni sui sentieri e tracciati di montagna e, a contribuire tangibilmente alla gestione, e alla manutenzione dell’intero patrimonio sentieristico bergamasco, affiancando l’indispensabile lavoro dei volontari ".

 

L'appello viene rivolto ai comuni che, anche quando hanno adempiuto alle previsioni di legge ed hanno apposto l'apposita segnaletica all'imbocco delle strade a 'traffico regolamentato' si guardano bene dal comminare le sanzioni. In realtà, a parte l'ovvia preoccupazione di perdere voti (il Moto Club Bergamo ha 2.000 iscritti) vi è anche la difficoltà di eseguire i verbali. Quando un poliziotto locale di un comune si trova di fronte ad un gruppo di motociclisti può anche capitare che venga malmenato. In ogni caso i poliziotti del comune temono anche le ritorsioni. Se ci fosse la volontà politica di contrastare il fenomeno basterebbe costituire dei 'pattuglioni' di polizia locale di più comuni e piazzarli il sabato in alcuni noti punti strategici. Parallelamente andrebbero progettati dei 'percorsi protetti' autorizzati per consentire una pratica controllata a quella componente degli appassionati più sportiva e meno vandalica.

 

L'appello del Cai viene lanciato in corrispondenza del bando per la presentazione di progetti per la conservazione e la manutenzione dei sentieri delle Orobie finanziato dalla Fondazione Cariplo con  60 mila euro. Il bando verrà presentato nel corso di una conferenza stampa giovedì 10 febbraio alle ore 18,30 al Palamonti. La presentazione dei progetti è aperta a tutte le realtà associative impegnate nella conservazione e manutenzione dei sentieri delle Orobie: i progetti potranno essere finanziati sino al 50 per cento del costo complessivo, nei limiti dell’importo previsto dal bando.


 

                   

 

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