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Opportunismo in Valtellina

 

Le immagini dei calec' dei 'ribelli' e della loro casera di Gerola alta sono spesso utilizzate in contesti in cui si parla di Bitto DOP 'ufficiale'. E' successo anche ieri nell'ambito di un servizio di Teleunica in occasione della visita di Formigoni in Valtellina

 

In linea con il ben poco alpino vezzo del 'chiagne e fotte' i produttori e i rappresentanti del Consorzio lamentano la campagna di 'denigrazione' contro il Bitto Dop.

Cominciamo col 'chiagne'. E' colpa dei produttori storici se il loro prodotto è eccellente e ha pedigree storico e se la loro battaglia coraggiosa e testarda calamita le simpatie generali?

Tra i critici enogastronomici nomi come Veronelli, Marchi, Bigazzi,  Arrigoni, Cremona,  (per non citarne che alcuni) hanno difeso a spada tratta il Bitto storico, perché è una bandiera, la materializzazione di concetti di qualità da loro propugnati. E' l'esempio dell'eccellenza che non si piega alle regole del marketing, della politica, che sfida l'appiattimento modernista e produttivista fatto di mangimi e fermenti selezionati.

Sul web il Bitto storico poi vince in modo ancora più netto che sulla carta stampata. Ci sono gruppi facebook di 'quelli che mangiano solo il Bitto di gerola' ha 619 aderenti e la causa 'Salviamo il Bitto delle Valli del Bitto' ben 1130. La petizione on line proBitto storico è a 3520 firme. Folklore dirà qualcuno. Invece è il sintomo che la causa del Bitto storico è sostenuta anche dal basso, non solo degli 'snob elitaristi'.  Del Bitto storico hanno parlato la TV tedesca e di recente quella svedese. E Slow Food porta il mito del Bitto 'ribelle' in giro per il mondo. Che rabbia!

Certo non può far piacere che Bigazzi consideri 'vero Bitto' solo quello delle Valli del Bitto, che Paolo Marchi scriva che il Bitto Dop è pronto a finire nel McItaly insieme alla bresaola brasilera (ops, 'Valtellinese'). Aveva parlato anche di Ferrari F1 e di Duna Fiat per 'rendere l'idea'.

Intanto, però, nel mentre ci si lamenta per la 'denigrazione' che danneggierebbe gli 80 produttori del Consorzio, che rischia di desertificare gli alpeggi valtellinesi e valchiavennaschi ecc., capita - ormai troppe volte per essere casuale -  si utilizzino immagini accattivanti di quello 'ribelle' nel mentre si parla, si scrive, si manda in onda in TV qualcosa sul Bitto Dop 'ufficiale'. Di quello che ai vertici dell'agroalimentare valtellinese è definito nei 'fuori onda' come quello dei 'trogloditi', degli 'sporcaccioni'.

E' successo in modo piuttosto clamoroso ieri sera. L'evento era importante: Roberto (Formigoni) in visita in Valtellina si interessa, come è giusto, delle produzioni tipiche. Peccato che in un servizio in cui appaiono il direttore del Consorzio 'Valtellina c'è più gusto' e il presidente del Consorzio tutela Bitto Dop, e si parla dei prodotti Dop, appaiano le immagini della casera di Gerola alta e le forme di Bitto 'ribelle'.

Così molti, specie all'estero, affascinati dalla vicenda dei ribelli del Bitto, cercano il prodotto e, spesso, finiscono per acquistare Bitto Dop. Un bel servizio, ripagato con quello che sappiamo: chi ha avuto ha avuto e chi ha dato a dato, ovvero: 'ci spiace per voi che siete senza dubbio i 'padri' del Bitto, ma  i marchi e le sottodenominazioni sono proibite da Bruxelles, vi abbiamo già dato la concessione del nome dell'alpeggio (in realtà vale per tutta la provincia per chi non usa mangimi e non vincola al latte di capra), tenetevi quella' ('... e fotte'). Per fortuna che in Camera di Commercio e ai piani alti del  Pirellone si è capito che non è né giusto né conveniente chiudere le porte in faccia ai 'ribelli' (e che forse, persino al Ministero - cambiati certi burocrati - si è capito che una certa differenziazione entro le DOP è una 'valvola di sicurezza' rispetto a situazioni difficilmente gestibili)

 

Intanto abbiamo scritto alla emittente Teleunica la lettera che riportiamo qui sotto.

Spett. Redazione

Teleunica Sondrio

 

In relazione al vs servizio sulla visita del presidente Formigoni in Valtellina, trasmesso più volte nella serata di ieri, vorremmo osservare quanto segue:

 

Nell'ambito del servizio giornalistico che ha illustrato l'incontro del presidente Formigoni con i produttori agricoli presso la Latteria Sociale Valtellina di Delebio è stato evidenziato l'interesse del presidente per le eccellenze agroalimentari valtellinese presentatigli da Patrizio Del Nero e Maurizio Quadrio, rispettivamente direttore di 'Valtellina c'è più gusto' e presidente del Consorzio Tutela Casera e Bitto.

Nell'ambito della cronaca di questi eventi sono state mandate in onda delle immagini della casera di stagionatura di Gerola alta e delle forme di Bitto storico prodotte dai soci della Associazione Produttori Valli del Bitto.

 

Va ricordato che i produttori dell'Associazione si sono autoescusi dalla DOP per protesta contro il divieto ministeriale di usare un marchio distintivo della loro produzione e in disaccordo con le modifiche apportate al disciplinare (che introducono mangimi e fermenti selezionati). Questa ferma posizione è costata l'irrogazione di pesanti sanzioni pecuniarie (per decine di migliaia di euro) da parte del Ministero con la motivazione che l'uso della denominazione Bitto da parte dei produttori storici 'usurpa' il Bitto DOP.

Situazione paradossale e imbarazzante dal momento che la primogenitura delle Valli del Bitto è riconosciuta dallo stesso Consorzio.

In questo conteso utilizzare l'immagine del Bitto storico (al momento 'fuorilegge') associandola alla produzione DOP appare a dir poco discutibile.

 

Ci auguriamo pertanto che, al fine di fornire ai telespettatori un quadro informativo corretto, la vs emittente voglia dedicare prossimamente uno spazio alla realtà del Bitto storico e della casera di Gerola alta.

 

Cordiali saluti

Prof. Michele Corti

Comitato sostegno Bitto storico

 

a nome Associazione Produttori Valli del Bitto

info@formaggiobitto.com

 

 

 

 

 

 

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