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(18.07.11) Videointervista al canalone della morte (Bellino, Val varaita, Cn)

ono stato, nell'ambito delle attività del progetto Propast, ad approfondire le circostanze in cui 59 pecore (di cui una morsa alla gola) sono morte il giorno 11 a Bellino.  Ascoltate i fatti dalla viva voce del pastore (videoclip) che mi ha mostrato il teatro della tragedia e quello che ha visto. vai a vedere

 

(13.07.11) Una strage senza fine

Negli ultimi giorni 82 capi ovicaprini persi a causa di attacchi di lupi in Piemonte. I branchi sono ormai numerosi e gli attacchi di massa provocano pesanti perdite. Vi sono numerose carcasse da recuperare dal fondo di canaloni e animali dispersi feriti o agonizzanti da soccorrere. Serve l'intervento della Protezione civile e dei veterinari pubblici.  Si spera nell'intervento della Regione. leggi tutto

 

(29.05.11) L'impossibile convivenza. Capre e lupi a Bellino (Cn)

Intervista all'allevatore di capre Giacomino Gallian di Bellino (Valle Varaita, Cn).  Giacomino alleva le capre come attività integrativa ma con con grande passione. Il suo gregge è una 'collezione' di razze (non incrociate tra loro). Tutto irreparabilmente frustrato dall'arrivo del lupo per colpa del quale le capre "non sono più belle come prima". Per ora Giacomino non molla (pur avendo dovuto abbandonare i pascoli alti), ma tanti altri allevatori lo hanno già fatto. É proprio quello che vogliono gli amici del lupo: la montagna  tutta per loro e il loro gioco egoista e nichilista alla 'natura selvaggia'  vai alla videointervista

 

(28.05.10) Dalle Marittime alle Orobie  il ritorno dei predatori mette a rischio i migliori formaggi ovicaprini d'alpeggio

I pastori delle Alpi Marittime denunciano l'intensificazione degli attacchi del lupo. Abbiamo parlato con Marilena Giorgis della Val Pesio (CN), pastora e casara aziendale e d'alpeggio. Lo scorso hanno ha avuto venti pecore da latte di razza Frabosana sbranate e dieci disperse. Quest'anno proverà con le recinzioni, ma i cani da guardiania non li vuole e al figlio consiglia di rinunciare al pastoralismo. Intanto nelle Orobie il Parco 'allerta' i comuni invitandoli a raccomandare ai pastori di abbandonare il pascolo 'libero' e di dotarsi di cani e recinti. Siamo al 'coprifuoco'. E' a rischio lo stesso Bitto storico fatto anche con latte di capra Orobica mantenuta con un sistema particolare di pascolo. Che non c'entra nulla con il pascolo 'brado' e che richiede pastori 'veri' ed esperti. Alla lobby pro predatori i pastori e allevatori devono imparare a rispondere uniti al di là delle differenze e dei confini regionali e nazionali. leggi tutto

 

 

 

 

(21.07.11) La testimonianza di un altra strage di ovicaprini ad opera dei lupi. Questa volta in valle Po. Chi darà più capre 'a guardia'? Ma senza alpeggio che fine faranno gli allevamenti ovicaprini?

 

Oncino: all'alpe Tartarea girano sei lupi

(e si sono fatti vivi)

testo,  foto e videoclip di Michele Corti

Nell'ambito del progetto Propast della regione Piemonte al fine di  approfondire la dinamica e le conseguenze di quanto avvenuto  al margaro Pier Valter Osella di Scanafidi (To) mi sono recato all'alpe Tartarea in valle Po dove il margaro alpeggia da quattordici anni

 

Lo scorso anno avevo lanciato un allarme per i formaggi ovicaprini d'alpeggio delle alpi cuneesi e torinesi ( vai al posto). Nell'articolo (ripreso dalla rivista Caseus) citavo anche il comunicato di allerta del Parco delle Orobie bergamasche che metteva in guardia dalla presenza di alcuni lupi anche sulle montagne tra la Valtellina e la bergamasca. Ne era seguita la risposta, piuttosto risentita, di alcuni lupologi dell'Università di Pavia che - come al solito - proclamavano la possibilità di 'convivenza' tra pastorizia e lupi.  I lupofili sanno che l'argomento della possibile estinzione di produzioni tradizionali pregiate può fare presa sull'opinione pubblica e controbilanciare il filolupismo emotivo da documentario televisivo. Perciò lo temono. 

Le loro 'ricette' per una 'convivenza' (coatta), però, oltre ad imporre pesanti sacrifici ai pastori e ai margari, non sempre sono attuabili.

Come nel caso dei Macario, che alpeggiano in val Gesso e che citavo nell'articolo dello scorso anno, anche nel caso degli Osella - che sono andato a trovare il giorno 16 di questo mese - alla domanda: "Perché non tenete i cani da guardiania ?", la risposta è sempre: "Perché qui passano molti turisti e per noi la vendita diretta è essenziale". Chi vuole rischiare problemi con turisti-consumatori anche solo spaventati dai cani da difesa?

Gli Osella sono margari di Scanafigi e, in inverno, pascolano le superfici intorno al castello di Racconigi (To).

 

Il margaro 'reale'

 

Carlin Petrini ha dedicato a Pier Valter Osella un pezzo su Repubblica nel 2009  (vai all'articolo di Repubblica) che descrive la storia di questo 'malgaro di ritorno' che, pian piano, cominciando dalle pecore, ha ripreso la tradizione di famiglia che era stata interrotta. Valter è anche un protagonista della Transumanza che da qualche anno si organizza a Saluzzo in primavera. Da quattordici anni carica l'alpe Tartarea in comune di Oncino, in valle Po. In alpeggio producono Nostrale d'alpe aggiungendo al latte delle vacche Valdostane di proprietà quello delle capre prese 'a guardia'. Ne deriva un formaggio misto con il 10% di latte caprino. Producono anche un formaggio 'a pasta rotta' (nello stile del Castelmagno).

Quando sono salito all'alpe Tartarea, dove si arriva comodamente in fuoristrada, Valter non c'era. Come spesso capita ai margari era dovuto scendere a fare il fieno. In alpe c'erano la signora Osella, la bambina di nove anni e un collaboratore. La giornata è nebbiosa.

 

Non ci si lamenta solo del lupo e si sa anche apprezzare le 'comodità' dell'alpeggio

 

Prima di andare a vedere dove erano state attaccate le capre dal lupo parliamo un po' della vita in alpe e delle produzioni. La signora riconosce che l'alpeggio è nettamente più confortevole dello standard delle vallate cuneesi: c'è la strada, c'è il pannello fotovoltaico. Quando vengono delle margare a trovarmi si meravigliano: "ma voi avete anche la luce, che bello". C'è persino il frigorifero. Quello di cui si lamenta è il mercato: "La gente punta solo al prezzo; io faccio diversi mercatini e mi vengono a dire che al supermercato trovano formaggi a minor prezzo".  "Non c'è informazione sui prodotti". Ora, però, il problema principale è rappresentato dal lupo.

 

 

 

I lupi erano stati avvistati dalla famigliola in primavera

 

L'attacco che si è verificato nella notte tra il 10 e l'11 luglio alle 3 del mattino ha dei precedenti. Nel 2008, alla metà di agosto, si era registrata la perdita di ben 54 capi ovini, tutti di proprietà. Quest'anno, come raccontano la signora Osella e la sua bambina, i lupi erano stati avvistati a primavera. Quando gli Osella erano saliti al Pian delle Bigoire per constatare come stava procedendo lo scioglimento della neve hanno visto dalla macchine ben sei lupi che passavano tranquillamente per nulla spaventati dall'auto e dai fari. L'avvistamento è stato di cattivo auspicio perché dopo soli quindici giorni di alpeggio c'è stato l'attacco.  Delle 44 capre presenti due (più un becco) sono state sbranate, morse alla gola e parzialmente divorate; sedici sono tutt'ora disperse.

 

 

Le capre superstiti hanno paura

 

Nonostante le ricerche non si è trovato nulla. C'è da temere che si troveranno solo le ossa (chissà quando) a meno che il fetore delle carcasse in decomposizione consenta di individuarle. Le capre non erano degli Osella ma di due proprietari che le affidavano a guardia e che sono saliti per constatare la perdita dei capi uccisi sul posto e dell'attacco e per portare a casa le superstiti. In alpe rimangono solo due capre e un becco Saanen (foto sopra) che restano quasi sempre sotto la tettoia (foto sopra) e comunque si allontanano ben poco dai fabbricati. Hanno paura evidentemente.

 

 

 

È la bambina (foto sopra) a raccontare i particolari del ritrovamento in quanto accorsa per prima alla mattina successiva sul posto insieme al papà. Di notte si era sentito del trambusto ma si era data la colpa ai cani che litigavano.  Il punto dell'attacco è a 100 m dai fabbricati (foto sotto) dove si trovavano cani e persone. Quella notte le capre non erano chiuse nel recinto elettrico (di cui rimane solo qualche sparuto paletto isolante di plastica) perché Valter voleva cambiarlo. L'area è peraltro piuttosto degradata per la presenza di abbondante flora nitrofila legata anche alla sosta dei bovini (poco sotto le capre). Purtroppo gli spiazzi liberi dalle rocce sono esigui. È probabile che i lupi fossero già presenti e che si aggirassero intorno alla recinzione elettrica attendendo il momento giusto.

 

Un alpeggio che è divenuto a rischio

 

Le conseguenze dei questa strage ancora non quantificabile (in ragione dei capi dispersi) sono comunque gravi perché Valter ha avuto spiacevoli discussioni con i proprietari delle capre che non gliele affideranno più di sicuro. Ma chi  lo farà?

 

 

"Abbiamo fatto la guardia alle capre per quindici giorni per nulla" dice la signora. Ovviamente i proprietari delle capre non riconoscono nulla agli Osella (il compenso per la stagione è di 17€) ed anzi recriminano con loro per il danno subito. Senza latte di capra (erano 25 in lattazione) niente più formaggio misto che è di qualità superiore ("la pasta viene migliore, più morbida") a quello ottenuto esclusivamente da latte vaccino. Sono tanti i danni 'collaterali'. In più c'è la preoccupazione per le pecore (ottanta) affidate ad un pastore che le mantiene non distanti da qui. E un po' di paura (sentito cosa succede altrove) c'è anche per i vitelli (una sessantina). Con sei lupi in circolazione (che potrebbero aumentare) non c'è da scherzare.

 

 

 

           

 

pagine visitate dal 21.11.08

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