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(11.10.12) Incendio doloso all'alpeggio Gias Perla (Limone Piemonte, CN)

Tiziano Aiassa è l'allevatore più colpito dai lupi in Piemonte. Ma è anche un giovane che non si tira indietro quando c'è da denunciare pubblicamente la gravità del problema della predazione. Questo deve aver dato fastidio a qualcuno che (per indimidazione?) ha appiccato un incendio alla casetta prefabbricata che ha installato a sue spese sull'alpeggio per meglio custodire i suoi animali   leggi tutto

 

(09.09.12) Pressione predatoria inaccettabile per alcuni allevatori 

A Limone Piemonte (Cuneo) un alpeggio gestito in modo esemplare è stato bersagliato da una raffica di attacchi di lupi con perdita di numerosi capi bovini, comprese vacche, manze gravide e un toro. Una situazione insostenibile che determina notevoli danni che solo in minima parte sono compensati dagli indennizzi. Giornate intere spese ad accompagnare il veterinario, a contattare il Soccorso alpino per il recupero delle carcasse a portare documenti negli uffici. E il giorno dopo... da capo.leggi tutto

 

(01.09.12) Su La Stampa di oggi par condicio per la pecora Estate impazzita (prima alpeggi abbandonati precocemente per la siccità, adesso per la neve). Per fortuna che, in compenso, rinsaviscono un po' i media nazionali. Dopo il Corrierone anche la Busiarda si accorge che il lupo non è solo una bella fiaba fantecologista. La puntata di oggi a Bellino (Val Varaita, Cn) de "la via dei lupi", (l'inchiesta in 11 puntate (!) de La Stampa) era programmata. Altrimenti avremmo potuto credere (ingenuamente) in una risposta indiretta alle lamentele ed esternazioni del "partito della pecora" leggi tutto

 

(30.08.12)Con lobos no hay paraíso

Un bellissimo documento del gruppo pastoralista anti-lupo asturiano "Con lobos no hay paraíso (Nessun paradiso con i lupi) che abbiamo tradotto per dimostrare come in Europa la politica di proliferazione del lupo abbia già distrutto interi sistemi pastorali. Con il risultato che un formaggio ovicaprino è diventato vaccino e non più d'alpeggio. E Slow Food cosadice?

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(28.08.12) Il Corrierone si accorge che i lupi sono un problema

Alleluia! Ieri un articolo sul Corrierone dava la notizia che il Roquefort, il prestigio formaggio ovino francese, è a rischio. I branchi di lupi "provenienti dall'Italia" (!?) hanno iniziato a infestare la Lozére (antico Gévaudan, sì quello de La Bête) fanno strage delle pecore addette alla produzione di latte da Roquefort e José Bové dice di sparargli leggi tutto

 

(13. 08.12) Il grifone sempre più spesso predatore

Il grifone è uno spazzino, si nutre di carogne, non preda animali vivi. Così recita uno dei nuovi dogmi (del tipo: "l'orso è vegetariano") L'arroganza dei respondabili dei Parchi, delle lobby verdi e di ricercatori che tradiscono sé stessi (negando l'evidenza) è grande ma i casi di predazione in Spagna e Francia si moltiplicano e gli allevatori chiedono il controllo della specie protetta.

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(13.08.12) Per gli allevatori piemontesi i danni e le beffe

A Limone Piemonte i turisti e il comune rinfacciano ad un allevatore di essere vittima dei lupi. Dopo aver perso delle manze gravide (proprio dove transita la corsa "La via dei lupi") a Tiziano Aiassa il comune ha contestato la violazione di un regolamento che impone la presenza di un pastore ogni 30 capi  leggi tutto

 

(07.08.12) José Bové  leader contadino e pastorale europeo

Bové rompe con l'ecologismo urbano-borghese  “Noi ecologisti dobbiamo smetterla di parlare a vanvera: non si può essere contro la desertificazione delle campagne e l’infinita espansione urbana e, al tempo stesso, a favore della creazione nelle campagne di spazi dove gli agricoltori non possono vivere.  Si deve poter sparare al lupo perché la priorità è quella di mantenere i contadini nelle zone di montagna” dichiarazione a Le Monde del 2 agosto 2012. le posizioni dell'ex allevatore ovino Bové non erano nuove ma i bigottoni verdi si sono scandalizzati e l'hanno denunciato leggi tutto

 

(05.08.12) Lupi e speculazioni non spengono la passione per l'alpeggio

All'Alpe Serour in Valle Stura di Demonte(Vallone dell'Arma) troviamo Federico Desogus, nato nel 1992, che ha costruito il suo sogno di allevatore da bambino allevando gli anatroccoli sul balcone. I lupi gli hanno falcidiato capre e pecore. Ora è su in alpeggio a lavorare con l'amico margaro Luca Marsigliani, a fare i formaggi e a proteggere le capre superstiti. In alpe troviamo anche una famiglia di margari della Val Chisone (To), gli Aglì, appartenenti all'inedita categoria dei "profughi" o "rifugiati" pastorali. Tutti con tanta passione, tutti capaci di aiutarsi e sostenersi a vicenda (a proposito di certi stereotipi). Va anche detto che in questo alpeggio - uno dei pochissimi con caseificio della valle - abbiamo trovato degli ottimi formaggi (purtroppo solo vaccini perché il latte delle pecore e delle capre ci hanno pensato i lupi a farlo sparire)leggi tutto

 

(01.07.12) Alpeggi piemontesi  tra siccità e lupi

La grave siccità con il tempo secco ha ridotto nella prima parte della stagione gli attacchi dei lupi. Ma sono comunque numerosi e hanno interessato alpeggi sinora "risparmiati" leggi tutto

 

(20.06.12)A Barcellonette (Francia) il primo incontro su lupo e predazione

 Importante avvenimento ieri nell'Ubaye (Alpi Provenzali) dove si sono incontrati esponenti del pastoralismo francese ed italiano per impostare una strategia comune di difesa dai danni crescenti della predazione sui sistemi di allevamento alpini. leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26.08.12) La prima edizione  di Formalp formaggi a Saluzzo è decollata un po' in sordina ma con una formula nuova che potrà attecchire. Produttori e giovani allevatori hanno potuto parlare direttamente con interlocutori pubblici

 

A Formalp Saluzzo

 

parola agli allevatori

 

 

Voluta dal progetto Propast Regione Piemonte, dalla Fondazione Bertoni di Saluzzo e da Agenform di Moretta, la manifestazione potrà diventare un appuntamento importante per gli appassionati del formaggio, per gli amici degli alpeggi e della montagna, ma soprattutto per pastori e margari che stanno scoprendo che è possibile e utile parlare (senza filtri) tra loro e con i referenti pubblici. ne parla Gianni Varetto del Corriere di Saluzzo che ha fatto da moderatore all'incontro di domenica svolgendo anche un appassionato intervento

 

 

di Gianni Varetto (foto Marzia Verona e Michele Corti)

 

Sabato 13 e Domenica14 Ottobre, FORMALP, AGENFORM e PROPAST erano insieme a Saluzzo che ha ospitato alcuni eventi importanti, interessando i pastori e gli allevatori delle nostre vallate montane: 20 espositori, due mostre, incontri e dibattiti aperti al pubblico, presentazioni di libri sul tema, degustazioni guidate da maestri assaggiatori hanno fatto da cornice al primo “Formalp”, la Mostra mercato dei formaggi d’alpeggio, di formaggi ovicaprini e artigianali di montagna, che iniziata Sabato 13 è proseguita sino alle 19:30 di Domenica 14.

 

Tra gli eventi del Sabato vogliamo sottolineare la Mostra coordinata da Propast “Pastori Piemontesi del XXI secolo” e curata da Marzia Verona, il convegno sul tema “La valorizzazione del latte e della carne ovicaprina: aspetti normativi, prospettive economiche, condizioni per la costruzione di filiere pastorali locali” con diversi esperti relatori e produttori ed a seguire, la presentazione del libro “ Formaggi d’altura” di Beppe Caldera, con la partecipazione dell’autore e del Prof. Michele Corti.

 

 

La Domenica poi, siè svolto, sempre nei locali della Fondazione Bertoni all’interno della caserma di Cavalleria di Piazza Montebello,  un interessante convegno, aperto al pubblico sul tema:  -Gli alpeggi di fronte a nuovi e vecchi problemi. Basta la passione per continuare?-

Ha introdotto il Prof. Luca Battaglini , del Dipartimento Scienze Zootecniche presso l’Università di Torino che con il Prof. Corti e la D.ssa Verona fanno parte di un progetto elaborato da un Team del Dipartimento di Scienze Zootecniche dell'Università di Torino per conto della nostra Regione e denominato Propast, nato per evidenziare e risolvere i problemi della pastorizia in Piemonte,.

E’ intervenuto Michele Antonio Fino, Presidente della Fondazione Amleto Bertoni ed erano presenti  tra gli altri Giovanni Dalmasso dell’Adialpi, Vittorino Cerutti, Enrico Raina (Regione Piemonte, Ufficio decentrato di Cuneo), e Luigi Ferrero (Servizio Sviluppo zootecnica Regione Piemonte). Mancavano al tavolo, ma anche tra le fila dei malgari i rappresentanti della Coldiretti e della Confederazione Italiana Agricoltori che pur dovrebbero essere interessati e/o parte in causa nel dibattito che riguarda questo importante settore dell’economia regionale e nazionale.

Esaurite le presentazioni, il Prof. Corti ha dato avvio al convegno illustrando con immagini anche cruente la storia della strage fatta dai lupi lo scorso mese di Settembre alla mandria di Tiziano Aiassa, giovane allevatore di Casalgrasso, nell’alpeggio di Gias Perla sopra Limone P.te. La D.ssa Marzia Verona ha illustrando il risultato della sua ricerca sugli alpeggi, la complessità  e gli impedimenti peraltro ben descritti anche nel suo libro ”Di questo lavoro mi piace tutto. Giovani allevatori del XXI secolo”.

 

Chi scrive,  è stato chiamato a coordinare gli interventi di giovani malgari e allevatori, le difficoltà dell'alpeggio i problemi e le criticità che vivono sulla loro pelle nel loro mestiere di ogni giorno.

E’ emerso prorompente fin dalle prime battute del dibattito, il tema legato a meccanismi di speculazione, che vedono in gara affaristi attratti dallo sfruttamento dei contributi. Da un lato si dice che la montagna viene abbandonata , dall’altro non si trovano alpeggi liberi e addirittura i costi di affitto versati dai malgari ai Comuni rasentano cifre anche di 50-70 mila euro per 3 mesi di alpeggio! E’ un mestiere sostenibile?

Premesso da tutti che nessuno odia il lupo, viene almeno richiesto che la coabitazione lupo/mandria abbia la stessa tutela o perlomeno l’attenzione che la pastorizia ed i malgari dovrebbero avere. Marta Fossati giovane allevatrice di capre  di Sambuco un piccolo Comune di 110 abitanti in Valle Stura, si chiede cosa stia facendo la Regione per valorizzare la figura del “pastore”,  e suggerisce l’esempio francese.

Per l’azienda del giovane Stefano Aglì di Usseaux che produce anche formaggi d’alpeggio (loro svernano a Cervignasco) parla la mamma, evidenziando che la passione non basta più a sopperire i costi degli affitti, della burocrazia, e le perdite di capi legati alla predazione; al primo attacco si sono contate 45 pecore morte; di questo passo rischiamo di chiudere.

Gli attacchi si susseguono ormai regolarmente in tutti gli alpeggi delle montagne piemontesi; dunque questo è un problema della nostra Regione. In alcune zone del Piemonte, la pastorizia è già scomparsa, in altre sta scomparendo, e oggi non si può fare a meno di dare voce al grande sconforto dei pastori.

Tiziano Aiassa, che ha subito una pesante serie di incursioni, non solo dalla burocrazia e dai lupi, parla a ragion veduta delle sue vicissitudini e chiede aiuto alle istituzioni. Esiste un conflitto di competenze tra veterinari-comuni-ASL, basti pensare che per ogni evento che riguarda un animale  attaccato dal lupo, sono richiesti 6 verbali. La stagione appena trascorsa è stata un bagno di sangue: oltre 20 gli animali morti infortunati e/o soppressi. Su 56 manze gravide, 30 gli aborti causati dallo stress, il verbale dei Vigili perché su in alpeggio non c’era un guardiano ogni 30 capi, la mandria demonticata anzitempo come unica soluzione per porre fine all’ecatombe e come se non bastasse, l’incendio doloso appiccato al prefabbricato in legno costruito a sue spese nell’alpeggio di Limone: una perdita globale stimata in svariate decine di migliaia di euro.

Adriano Aimar, un ricercatore esperto di Cultura alpina di Monterosso Grana, presente in sala, si chiede: Quale sarà il futuro per la zootecnia di montagna? Pare quasi agli occhi dei non addetti, che sia colpa dei pastori se subiscono attacchi, perché essi stessi incapaci di prevenirli!

Oggi il lupo è un problema per l’economia della montagna e, a questo proposito Anna Arneodo  rivendica per i pastori un ruolo sociale e culturale per la montagna: I lupi ci uccidono le bestie ma la colpa non è dei lupi ma di chi ha scelto di proteggere i lupi e si è dimenticato di proteggere i pastori.

 

 

Luigi Ferrero ed Enrico Raina dellaregione Piemonte, hanno ascoltato con molto interesse il dibattito; hanno risposto e illustrato in modo dettagliato e professionale quelli che sono le norme comunitarie assegnate alla zootecnia, ed i contributi stanziati: -Per quanto riguarda gli indennizzi, si è messo in atto un sistema assicurativo per coprire le spese di recupero dei capi deceduti  in alta montagna, sia per predazione che per evento accidentale o di maltempo, ricordando che il conto totale dei capi morti per motivi di maltempo, quest’anno è stato di oltre 180 unità, rammentando come il servizio di recupero sia un obbligo sanitario di legge. Ha ringraziato il soccorso alpino che con la sua opera ha consentito di contenere i costi coordinando spesso le varie fasi dei molteplici interventi. Sono stati attivati i contribuiti per la difesa con reti e cani da guardiania. Tutti sono consapevoli del ritorno generale dato dal mantenimento dei pascoli e l’effetto ambientale benefico della zootecnia, sia per ciò che attiene l’assetto idrogeologico del territorio montano, che la biodiversità ma tutti sono parimenti consapevoli che le istituzioni devono vigilare e aiutare.

Ma ancora una volta la voce degli allevatori e dei malgari è stata unanime chiedendo di proteggere a livello istituzionale i VERI allevatori di montagna, reclamando a gran voce che i contributi statali o comunitari siano erogati solo a quegli allevatori che dimostrino la proprietà di almeno il 70% della mandria che portano in alpeggio.

La Regione Piemonte nell’ambito del programma attuativo del Fondo di sviluppo e coesione, ha stanziato a favore della montagna,  17 milioni di euro per la sicurezza e la valorizzazione da utilizzarsi tra il 2013 e il 2016. Sono risorse fresche destinate alla realizzazione di interventi di riqualificazione territoriale e di sviluppo sostenibile del sistema montano. Dovrebbero venire impiegate per interventi di messa in sicurezza del sistema ambientale montano, per la realizzazione di servizi e infrastrutture destinate alla popolazione montana, e la fruizione turistico-naturalistica. Di questi 17 milioni, ben 3.348.0000 serviranno per il miglioramento delle strutture degli alpeggi di proprietà di enti pubblici, per migliorare la fruibilità delle strutture e la qualità della vita degli operatori … staremo a vedere!

Ha concluso Giovanni Dalmasso Presidente dell'Adialpi (Associazione Difesa Alpeggi del Piemonte); prendendo la parola ha sottolineato anche lui come sia scandalosa la “truffa” ai danni degli allevatori e dell’intero sistema degli alpeggi, messa in atto da chi, spacciandosi per allevatore, in realtà specula sui contributi “legalmente” elargiti. Ha chiesto ai malgari di aderire all’Associazione per portare avanti con forza le legittime rivendicazioni della categoria.


 

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