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(06.03.12) L'agricoltura industriale ha compromesso la qualità del terreno agrario. Il greening della nuova PAC non rappresenta un vezzo ambientalista ma tende ad evitare gravi pericoli

 

 

Salvare la fertilità della terra

Come si conciliano greening

e corsa alle biomasse?

di Michele Corti

 

L'agricoltura industriale ha determinato il deterioramento della fertilità a lungo termine dei suoli coltivati. In un paese come l'Italia dove le condizioni climatiche e gli indirizzi agricoli determinano la presenza di suoli poveri o poverissimi di sostanza organica la politica di utilizzo energetico delle biomasse che riduce le restituzioni di sostanza organica rappresenta un tragico errore

 

Le produzioni agricole e forestali nel lungo periodo saranno sempre più influenzate negativamente dalla degradazione del suolo. L'agricoltura industriale ha prodotto un aumento delle rese a discapito dell'integrità delle risorse naturali, a discapito del capitale naturale, a discapito del futuro. Un tragico abbaglio in cui cadiamo tutti quando al supermercato paghiamo pochi centesimi i prodotti agricoli (es. ortaggi) non trasformati.

La risorsa mesa a repentaglio in modo più grave è rappresentata dallo stesso suolo coltivato. L'utilizzo intensivo dei fattori produttivi impiegati per incrementare la produzione (inputs), (pesticidi, acqua di irrigazione, concimi chimici) finisce per danneggiare il substrato produttivo creando le premesse per un calo delle rese. Mentre gli Ogm si stanno rivelando sempre più un imbroglio (non aumentano le rese, non diminuiscono l'uso della chimica, creano super-parassiti e super-infestanti) gli altri mezzi tradizionali impiegati per incrementare le rese potrebbero risultare del tutto insufficienti a contrastare la perdita di fertilità dei suoli e potrebbero anche contribuire ad accellerarla in una spirale perversa.

 

 

Il suolo coltivato rappresenta una risorsa più fragile e più facilmente esauribile di quanto la gente pensi

 

Le persone sono più consapevoli dei pericoli di inquinamento dell'aria e dell'acqua ma fanno fatica a comprendere la gravità dei problemi di deterioramento della qualità del suolo coltivato. Quest'ultimo rappresenta una risorsa esauribile, soggetta facilmente a degrado (erosione, salinizzazione, inquinamento, perdita di sostanza organica). Le tecniche agronomiche possono cambiare rapidamente la condizione dinamica del suolo; un fatto che dovrebbe preoccupare se pensiamo che è essenziale non solo per la produzione di alimenti ma anche per il mantenimento degli equilibri ambientali. Consente l'immagazzinamento e la purificazione dell'acqua, la decomposizione e il riciclo degli organismi animali e vegetali, influsice sulla qualità dell'aria Oltre a queste, il suolo assolve un’altra importante funzione: ha la capacità di immobilizzare una grande quantità di CO2 sotto forma di sostanza organica.

Il mantenimento della qualità del suolo ed il suo miglioramento può generare benefici economici in termini di miglioramento delle rese, maggiore efficienza agronomica nell’uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci, e di miglioramento della risorsa acqua ed aria in particolare con la riduzione dei gas ad effetto serra.

 

Risale  al 2002 il primo documento comunitario che impegna la Commissione ad individuare una strategia per la protezione del suolo. Tale documento (COM 2002, 179/def) sulla base della convenzione del 1994 per la lotta contro la desertificazione e la Strategia europea per lo sviluppo sostenibile, si propone di realizzare una completa e sistematica politica di protezione del suolo anche attraverso l’integrazione con le altre politiche comunitarie, in particolare con la PAC - sia nella componente mercati (I pilastro) che in quella dello sviluppo rurale (II pilastro) - sulla base della convinzione che …la politica agricola ha un impatto enorme sul suolo (COM, 2006, 231/def). Nessuna Direttiva è però mai stata redatta in materia di protezione del suolo a causa di diversità di vedute ma anche della difficoltà di stabilire parametri di valutazione e monitoraggio.

La nuova PAC in ogni caso rappresenta un passo avanti perchè introduce incentivi all'adozione di tecniche in grado di conservare la fertilità e, in particolare, la sostanza organica dei suoli. Essa rappresenta la necessaria correzione rispetto ad una linea di tendenza che potrebbe pericolosamente compromettere il futuro dell'alimentazione. Una correzione anche rispetto alla PAC in vigore che agisce in modo contradditorio sulla conservazione del suolo spingendo sulla competitività, sia pure mitigata dal rispetto di fattori di condizionalità (non specifici).

Quanto alla sostanza organica, che rappresenta un elemento chiave della qualità del suolo coltivato già nel 2004 Il rapporto finale del Gruppo di lavoro su sostanza organica nel suolo e biodiversità della Commissione Europea aveva stabilito alcune raccomandazioni.  Il Gruppo di lavoro oltre a rilevare l'importanza della sostanza organica per le funzioni del suolo e la bodiversità rilevava che: "Per evitare perdita di sostanza organica del suolo è necessario promuovere pratiche (agricole) appropriate e prevenire l’uso di pratiche (agricole) potenzialmente dannose".

 

Il ruolo chiave della sostanza organica

 

La sostanza organica nei suoli svolge un ruolo essenziale, in quanto ne migliora la struttura, riduce i fenomeni di compattamento e di erosione, aumenta la capacità di ritenzione idrica e favorisce il ricambio di aria nel terreno, migliorando lo sviluppo radicale e lo stato sanitario delle colture. Dal punto di vista chimico la aumenta la capacità di scambio cationico, rilascia elementi nutritivi in modo graduale e costante, migliorando nel complesso la nutrizione vegetale ed evitando perdite per lisciviazione o insolubilizzazione. La s.o. inoltre vivacizza l’attività biologica del suolo, apportando microrganismi utili e il substrato necessario per il loro sviluppo (favorendo quindi la mineralizzazione degli elementi nutritivi e l’instaurarsi di un equilibrio biologico che ostacola la proliferazione di agenti patogeni).  Tuttavia nei terreni agrari italiani, dove le condizioni climatiche non ne favoriscono - di per sé -  l'accumulo, il contenuto di s.o. è spesso molto limitato a causa delle eccessive lavorazioni meccaniche, di pratiche colturali che favoriscono la diminuzione della componente organica (es. bruciatura delle stoppie) e dell’impiego di concimi minerali. Si stima che circa il 45% dei suoli europei presenta uno scarso contenuto di sostanza organica e nell’area del mediterraneo ed in Italia il contenuto di sostanza organica si aggira intorno al 1.5%. Molti suoli hanno un contenuto che non arriva all'1% della s.o. e potrebbero essere candidati alla desertificazione. La situazione è quella illustrata dalle tavole riprodotte di seguito (fonte Commissione Europea).

 

 

 

 

La politica delle biomasse è in aperto conflitto con l'esigenza di conservare la qualità dei suoli

 

Il biogas tende a ridurre la restituzione al terreno di sostanza organica perché nei digestati che rappresentano lo "scarto" del processo essa è stata quasi del tutto mineralizzata. Non parliamo delle ceneri derivanti dalla combustione delle biomasse stesse. La sottrazione di sostanza organica ai terreni è evidente dove il biogas è prodotto a partire da letami, liquami, pollina. Particolarmente grave è la digestione di letami e pollina, concimi organici e ammendanti preziosi per il terreno con un fiorente mercato. Come si concilia la politica del governo centrale italiano e dei governi regionali a favore dell'uso di biomasse dedicate per la biodigestione o la combustione? Come si concilia con le raccomandazioni dell'Europa? Che dice sì: valorizzare le rinnovabili ma dice anche che va tutelata la qualità dei suoli e la sostanza organica in essi contenuta.

Se utilizzare i reflui zootecnici per la biodigestione rappresenta un errore ma che almeno è giustificato dalla necessità di compensare un altro errore (di fondo): quello dell'eccessiva concentrazione territoriale di insediamenti zootecnici e del superamento di ogni ragionevole carico animale (UBA/ha), bruciare letteralmente la pollina nelle centrali a biomasse può essere qualificato solo come demenziale.

La pollina, prezioso concime organico largamente utilizzato nell'agricoltura biologica che - in forza del suo valore agronomico e della concentrazione in principi nutritivi - può essere trasportato anche a distanza, a compensare la mancanza di produzione in loco di concimi organici.

 

Le biomasse "rubano" sostanza organica anche per altre vie

 

La sottrazione di sostanza organica al terreno non avviene solo per via dell'utilizzo come matrici da biodigestione degli "scarti" animali, è anche legata alla riduzione dei residui colturali lasciati in campo e interrati in forza della tendenza ad utilizzare per la biodigestione tutta la biomassa disponibile. Un fatto che diventa evidente quando si sostituiscono colture destinate all'alimentazione umana o zootecnica come i cereali da granella che lasciano sul campo stocchi e paglia con colture che vengono insilate integralmente tagliando la pianta raso terra.

Direttamente nelle centrali a combustione o indirettamente attraverso la combustione del biogas prodotto dai biodigestori si trasforma sostanza organica in CO2. Ma il suolo ha bisogno di sostanza organica. ha bisogno di carbonio. Deve essere nutrito. E' un organismo vivo dove sono presenti non solo batteri e funghi ma anche insetti e altri animali che popolano la "rizosfera" lo strato di terreno dove affondano le radici delle piante. La trasformazione della sostanza organica in humus conferisce al terreno molte delle sue caratteristiche positive. Pare che queste nozioni elementari di agroecologia siano state dimenticate dai fautori del biogas.

 

Non vale citare la Germania

 

Le canzoni delle sirene delle biomasse, che mirano solo a riempire le tasche delle stesse sirene e dei loro committenti, citano spesso l'esempio "virtuoso" della Germania. A parte il fatto che anche in quel paese il biogas presenta impatti che vengono ormai contestati anche dai disciplinati teutonici (convinti dalla propaganda che si tratta di energie pulite che vanno accettate per civismo e coscienza ecologica) è difficile non vedere una bella differenza tra Italia e Germania. Per ragioni climatiche, sistemi agricoli ecc. la Germania non ha il nostro problema di carenza di sostanza organica tranne che in qualche area. Il Gruppo di lavoro raccomandava che le azioni per la conservazione della sostanza organica fossero basate su una articolazione regionale delle politiche. Come dire: il biogas può essere compatibile in Germania con il rispetto di obiettivi agroecologici, incompatibile in Italia.

Sempre in materia di sostanza organica del suolo il protocollo di Kyoto ha stabilito che la sostanza organica del suolo rappresenta la riserva principale di Carbonio nella biosfera continentale, come sorgente di CO2 o come “carbon sink” (banca di carbonio). Come è possibile invocarlo per realizzare centrali che di emissioni di CO2 non ne riducono ma che di certo vanno a ridurre una concentrazione di sostanza organica nel suolo già eccessivamente bassa?

 

 

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