| 
                        
   
                        Figura 
                        1. Lo chef e il giardiniere della White House intenti 
                        a delimitare l'area dell'orto 
                          
                          
                          
                        Figura 
                        2. Milano 
                        alla fine del XVII secolo, in alto a sinistra il Duomo, 
                        in basso, orti, frutteti, vigneti, piccoli campi 
                          
                          
                        Figura3 
                        . Non sarà così l'agricoltura 
                        urbana del domani: orti di guerra a Roma 
                          
                        Figura 
                        4.  La mietitura in Piazza Duomo in occasione della 
                        "battaglia del grano" 
                          
                        Figura 
                        5.  La Cascina Campazzo, a meno di 3 km in linea d'aria 
                        dal centro della città 
                          
                        Figura 
                        6.  La Cascina Linterno (Foto Associazione Amici Cascina 
                        Linterno) 
                         
                        Bibliografia: 
                        Agostini 
                        S., Pizzingrilli P., Rausa P. iL PATRIMONIO RURALE VERNACOLARE 
                        AI MARGINO DELLA METROPOLI. Analisi di quattro insediamenti 
                        nell'area metropolitana milanese. Presentazione di Francesco 
                        Balandrin. Direttore World Heritage Centre, Unesco 
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                         Michelle Obama pianta zucchine al posto delle 
            rose nel parco presidenziale ma i media non parlano della 
            rivoluzione dei sistemi agroalimentari urbani. A Milano a maggio 
            un convegno sul tema(28.03.09)  
                        Agricoltura 
                        urbana: la rivoluzione del XXI secolo 
                        Il movimento per l'agricoltura urbana  
                        La 
                        first lady nel commentare la sua iniziativa, ha messo 
                        l'accenno sulle finalità di educazione alimentare. La 
                        pratica ortistica dei ragazzi aiuterà a veicolare sani principi di 
                        educazione alimentare. Obiettivo encomiabile negli Usa del fast food, dell'eccessivo 
                        consumo di grassi e proteine animali, dell'obesità 
                        epidemica (non che in Europa le cose stiamo molto meglio 
                        ...). 
                        Il 
                        significato politico, oltre che simbolico, del gesto 
                        non è sfuggito agli osservatori più attenti. Rappresenta, 
                        infatti, una apertura e un incoraggiamento della Casa 
                        Bianca al movimento dell'agricoltura urbana e del cibo 
                        locale, sviluppatosi negli Usa, almeno in forma organizzata 
                        e autoconsapevole, a partire dala metà degli anni '90. 
                        Questo 
                        movimento fa parte di un più ampia tendenza a favore 
                        della Civic agriculture, ovvero per lo sviluppo 
                        di esperienze e schemi di co-produzione (agricoltori-consumatori) 
                        che si innescano su pratiche di filiera corta (farmers' 
                        markets, abbonamenti spesa) assumendo anche 
                        la veste più impegnativa e coinvolgente dei community 
                        gardens (nel senso di orti e frutteti) e delle community 
                        farms, spesso attive in area urbana o sub-urbana. 
                         
                        Le 
                        finalità di queste iniziative sono legate al desiderio 
                        di stabilire un rapporto personale e di fiducia con 
                        i produttori agricoli, non solo sulla base di uno scambio 
                        commerciale ma di una partnership produttiva (economica 
                        e lavorativa). Il tutto si muove nel contesto di un 
                        sistema di agricoltura su piccola scala orientato alle 
                        tecniche della agricoltura biologica, attento al riciclo 
                        di energia e biomasse e al contenimento dei trasporti 
                        e dell'uso di materiali per gli imballaggi. 
                          
                        Agricoltura 
                        biointensiva 
                        L'agricoltura 
                        urbana presuppone la verifica delle condizioni per l'esercizio 
                        di una produzione destinata agli scopi alimentari. Vanno 
                        innanzitutto verificati la qualità dei terreni e 
                        la presenza di contaminanti. Da questo punto di vista 
                        la spinta all'agricoltura urbana rappresenta uno stimolo 
                        al monitoraggio ambientale, nonché all'attuazione di interventi 
                        di bonifica e mitigazione ambientali, sia con riguardo alla qualità 
                        dei terreni che dell'acqua e dell'aria, che alla realizzazione 
                        di piantumazioni, fasce fasce di rispetto, 
                        corridoi ecc. Preoccuparsi 
                        se sia è possibile o meno coltivare un terreno significa 
                        divenire consapevoli di ciò che ha significato la crescita 
                        urbana (in termini di insediamenti e attività inquinanti). 
                        L'impatto educativo e la promozione di stili di vita 
                        sostenibili da parte del movimento dell'agricoltura urbana è, 
                        da questo punto di vista enorme; ci si rende conto che 
                        le metropoli sono cresciute come metastasi.  
                        Fino ad 
                        oggi la loro crescita è stata possibile
                        importando energia e cibo, sempre più da lontano e sempre 
                        in modo più massivo. Ciò, oltre tutto, ha spinto
allo sviluppo di sistemi agricoli insostenibili, 
                        alle monocolture specializzate, al largo uso di pesticidi 
                        e di pratiche agricole che provocano un uso sconsiderato 
                        delle risorse (distruzione delle foreste, esaurimento 
                        delle riserve idriche, erosione e compromissione 
                        delle stesso suolo  fertile).  
                        Da questo punto 
                        di vista l'agricoltura urbana deve rappresentare un 
                        elemento di svolta, frutto della consapevolezza che 
                        "nutrire il pianeta", contrastare i cambiamenti 
                        climatici, conservare la risorsa acqua, significa operare 
                        dei cambiamenti. Oggi alle porte delle città - quando 
                        i terreni non sono lasciati incolti o occupati 
                        da vivai di piante ornamentali - si praticano spesso 
                        le stesse coltivazioni delle zone a forte vocazione 
                        agricola. Si usano anche gli stessi metodi (chimici 
                        e meccanici). In queste condizioni la competizione per 
                        usi più "pregiati" delle aree (residenziali 
                        e commerciali) non è sostenibile. 
                        Va 
                        invece incoraggiato lo sviluppo di un'agricoltura differenziata 
                        (policoltura) quale era in passato praticata in ambito 
                        urbano all'interno delle mura cittadine (vedi mappa 
                        storica di Milano qui sopra). Oggi, tale agricoltura 
                        deve essere basata il più possibile su metodi biologici, 
                        orientata alla vendita diretta che compensi con l'annullamento 
                        dei costi di trasporto e di commercializzazione i maggiori 
                        costi di una scala "artigianale". Se questa 
                        base è possibile anche la realizzazione di forme di 
                        partenariato e coproduzione.  
                        Anche 
                        da noi, alle porte di Milano, vi sono aziende biologiche 
                        che praticano queste forme di partenariato. Alla Cascina 
                        Santa Brera di S. Giuliano milanese (http://www.cascinasantabrera.it/) 
                        si può, versando una quota due volte all'anno, "adottare 
                        un orto" e partecipare alla sua cura (quantomeno 
                        alla programmazione delle semine e alla raccolta) ottenendo 
                        tutto quello che serve alla famiglia durante l'anno. 
                        Questa attività è legata ad iniziative didattiche nei 
                        vari campi dell'alimentazione e degli stili di vita 
                        sostenibili. E' un esempio di agricoltura "biointensiva" 
                        dove il consumatore investe anche una parte di tempo 
                        e di lavoro in cambio della freschezza e salubrità dei 
                        prodotti. Il "bilancio" di queste pratiche 
                        va anche visto alla luce dei vantaggi collaterali che 
                        comporta l'esercizio dell'orticoltura e dell'agricoltura 
                        su piccola scala (le coltivazioni di pieno campo non 
                        sono certo ecluse da queste forme di agricoltura urbana 
                        biointensiva). Il piacere di stare all'aria aperta e 
                        di socializzare con altri "agricoltori urbani", 
                        gli effetti sulla salute dell'esercizio fisico (che 
                        comportano il risparmio sulle spese per la palestra 
                        e di costosi "passatempi"). Sono vantaggi 
                        che possono risultare rilevanti dal punto di vista sociale 
                        ed individuale.   
                          
                        I 
                        numerosi vantaggi dell'agricoltura urbana 
                        Ai 
                        vantagggi già indicati  ne vanno aggiuntii numerosi 
                        altri non meno importanti: la pratica dell'agricoltura 
                        urbana favorisce, attraverso il compostaggio, una "filiera 
                        corta" del riciclo della frazione umida incoraggiando 
                        ad una migliore gestione complessiva dei "rifiuti"; 
                        essa promuove il ripristino di un paesaggio agricolo 
                        dove la crescita urbana aveva creato dei "vuoti", 
                        aree nel "limbo", in attesa di cementificazione. 
                        Laddove si torna a fare agricoltura, specie se su piccola 
                        scala e di tipo "sociale" c'è spazio per il 
                        ripristino di siepi e filari arborei, per la cura dei 
                        viottoli ricreando reti di percorrenza ciclopedonali 
                        e "connessioni ecologiche" in un quadro di 
                        rinaturalizzazione e rivalutazione estetica che comporta 
                        anche sensibili vantaggi ambientali. Salvare e recuperare 
                        aree "verdi" con presenza di coltivazioni 
                        e fasce arboree ed arbustive significa anche creare "corridoi" 
                        che interrompono la continuità delle aree edificate 
                        ed impermeabilizzate e le connettono alle aree agricole 
                        esterne (anche nella prospettiva di rompere la "bolla 
                        climatica" che caratterizza le dense aree 
                        urbane).  
                        Le 
                        vecchie cascine, a volte tristi fantasmi abbandonati 
                        al degrado, nel contesto di questo movimento possono 
                        tornare a nuova vita, svolgendo un ventaglio di funzioni 
                        che uniscono ( in modo organico) produzione, trasformazione, 
                        commercializzazione di prodotti agroalimentari alle 
                        attività formative, culturali e sociali divenendo un 
                        centro propulsore della vita dei quartieri. Il movimento 
                        per il recupero e la conservazione di questi beni rurali, 
                        testimoni così importanti della storia del territorio, 
                        si salda quindi al nuovo movimento per l'agricoltura 
                        civica urbana prendendo nuovo slancio e coinvolgendo 
                        nuove realtà (a partire dai GAS, fenomeno in crescita 
                        esponenziale ma che ha bisogno di obiettivi che vadano 
                        al di là dell'acquisto e del consumo). 
                        L'insieme 
                        delle multifunzioni potenziali dell'agricoltura urbana 
                        è di enorme valore, ma esso deve essere in 
                        qualche modo quantificato e socialmente riconosciuto 
                        se si vuole bloccare la cementificazione degli spazi 
                        agricoli rimasti.  
                          
                        Verso 
                        un sistema agoalimentare urbano; l'Expo 2015 può rappresentare 
                        una spinta? 
                        L'agricoltura 
                        urbana nei paesi ricchi come in quelli poveri può 
                        dare un contributo significativo, diretto ed indiretto, 
                        alla sicurezza alimentare, al miglioramento delle qualità 
                        del cibo, all'educazione alimentare. Si tratta dei temi 
                        dell'Expo 2015. Per richiamare l'attenzione sull'importanza 
                        - nel quadro dei temi e delle iniziative di Expo 2015 
                        - di un progetto sul sistema agroalimentare 
                        urbano milanese (a Milano vi sono ancora decine 
                        e decine di aziende agricole in attività e un vasto 
                        patrimonio di cascine), è prevista - a maggio - l'organizzazione 
                        di un Convegno (presso l'Umanitaria). L'iniziativa è promossa 
                        dal DIPSA (Dipartimento  la protezione dei 
                        sistemi agro-alimentare ed urbano e valorizzazione delle 
                        biodiversità) con il coinvolgimento delle organizzazione 
                        agricole, delle associazioni che si battono per il recupero 
                        delle cascine, di varie associazioni quali Arte da Mangiare 
                        e Slow Food. Su questo sito verranno pubblicati tempestivamente 
                        info e programmi. 
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