Ruralpini  Commenti/La fabbrica dei lupi

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(31.12.13) Il Corpo Forestale dello Stato ha reso noti i risultati di un'operazione condotta in diverse regioni nel corso della quale sono stati trovati lupi canadesi, carpatici e ... modesti lupi appenninici detenuti illegalmente

 

La lupomania e le fabbriche

dei lupi fanno male al lupo

(ma i lupi si ordinano su E-bay?)

 

di Michele Corti

 

Il Corpo Forestale dello Stato contro le "fabbriche dei lupi". Ma siamo sicuri che tra Centri lupo del CFS, Centri recupero, Zoo vari, Centri faunistici di Parchi e organizzazioni ambientaliste  non ci sia in essere una grande "fabbrica del lupo" finalizzata a favorire l'ulteriore espansione della specie? E chi ha messo in circolazione i lupi canadesi? Vediamo di penetrare un po' nell'ambigua vicenda che rafforza i sospetti su una diffusione non proprio "spontanea" del predatore

 

Otto allevatori di cane cecoslovacco (una razza ottenuta "rinsanguando" con il lupo il pastore tedesco) sono stati denunciati perché accoppiavano lupi di provenienza selvatica estera (oltre che lupi appenninici) con cani cecoslovacchi. L'operazione mira a trovare un capro espriatorio ("cattivi allevatori di cani") cui addossare la responsabilità del fenomeno degli ibrididi lupo e mira anche a "giustificare" la sempre minor "timidezza" dei lupi nei confronti dell'uomo. "Sono ibridi, derivano in parte del cane, per questo si avvicinano all'uomo". Un giochetto sporco.

Ma tutta l'operazione si rivela un boomerang contro le tesi degli ambientalisti (e dello stesso CfS che continuano ad insistere su una diffusione "spontanea" del predatore bollando come "leggende metropolitane" le tesi di Franco Zunino e di numerosi allevatori e pastori in tutta Italia e in Francia). Se è così facile procurarsi un "lupo del Meckenzie" per semplici allevatori di cani deve essere stato molto più facile farlo per gli ambientalisti che dispongono di ampierelazioni e coperture nazionali ed internazionali

Un lupo del Meckenzie

La notizia dell'operazione "anti-ibridi" l'ha fornita lo stesso Corpo Forestale dello Stato che ha comunicato di aver operato il sequesto di 35 ibridi di lupo (con cane CLC = cane lupo cecolslovacco): 16 a Pistoia, 11 a Modena, 2 ad Alessandria, 5 a Cosenza e 1 a Salerno. Questi ibridi sono stati ottenuti  facendo accoppiare in maniera fraudolenta esemplari di lupo cecoslovacco con lupe selvatiche provenienti dai Carpazi (Lupo europeo), dal Nord America (Lupo del Mackenzie) e in alcuni casi con lupi appenninici per migliorare le caratteristiche genetiche e morfologiche della razza. Il cane lupo cecoslovacco molto di moda in Italia e all'estero ha un valore sul mercato che può arrivare fino a 5.000 euro ad esemplare.

Lo scenario che sembra apparire – ha dichiarato a GeaPress Ciro Lungo, responsabile del Servizio CITES [Convenzione di Washington sulla tutela delle specie a rischio di estinzione] centrale del Corpo forestale dello Stato – è quello di alcuni animali di provenienza selvatica importati dall’estero e fatti accoppiare nel nostro paese con dei cani lupo cecoslovacchi. La competenza Cites è relativa anche agli ibridi delle generazioni successive.

Vi è anche la possibilità, sempre secondo il CFS - come riporta Geapress - che gli ibridi siano frutto (anche?) della cattura di ibridi prodotti "in natura" e, nella fattispecie, tra esemplari liberi di lupo canadese (del Meckenzie) e cani. Questa seconda ipotesi renderebbe conto degli avvistamenti di grossi lupi scuri da parte di pastori e allevatori, avvistamenti liquidati come "leggende metropolitane" dai numerosi "amici del lupo". Resta da chiedersi come arrivano in Italia i lupi del Meckenzie e dai Carpazi? Innanzitutto va precisato che in Europa nei vari Centri e Parchi del lupo di lupi canadesi ve ne sono parecchi e che non è necessario farli arrivare direttamente dal Canada. Uno dei più famosi "Parchi del lupo" si trova in Francia. Si tratta del Parco dei lupi del Gévaudan ospita 130 esemplari provenienti da Mongolia, Canada, Polania, Siberia e Artico.

 

CLC - esemplare di cane lupo cecoslovacco

 

Voglio un lupo al guinzaglio! (ma non è il simbolo della selvaticità?)

 

Ma perché tutto questo movimento intorno ai CLC e ai lupi canadesi? I motivi del successo del CLC (cane lupo cecoslovacco) sono facilmente intuibili: è il cane più simile al lupo in circolazione e un ibrido con il lupo passa quasi inosservato, anzi più è simile al lupo più il CLC è bello; al contrario più è simile al Pastore tedesco più è brutto. Per chi è affetto dalla passione per i lupi il possedere un CLC è il modo legale (o apparentemente legale) di possedere l'oggetto del desiderio. Un intervista a Intervista a Ilaria Boldrini, titolare dell'Allevamento Amico del Lupo ci chiarisce bene le motivazioni della "moda del CLC" e al tempo stesso della passione per i lupi canadesi dei lupofili.

 

Insomma, un giorno all''esposizione di Firenze abbiamo visto una coppia di CLC. E sia io che Francesco li abbiamo trovati bellissimi! Davvero la razza per noi, in tutto e per tutto! Premetto che siamo amanti del lupo selvatico da anni; per me il massimo è il lupo canadese. E quando li abbiamo visti per la prima volta il sogno si è avverato. Dopo un anno un "lupo" è entrato a far parte del nostro piccolo branco. (...) Come vedi morfologicamente il CLC?  "Lo vedo sempre più simile al lupo. lo Standard dice che questo cane deve assomigliare al lupo. Tutti i segni caratteristici del Pastore Tedesco sono da considerare un difetto. Quindi la groppa scesa, la canna nasale non a punta, ma rivolta verso il basso, le orecchie grandi, gli occhi tondi e scuri, le angolazioni da Pastore Tedesco. (...) Il CLC è semplicemente unico nella specie canina! Io ho letto e visto tanto sui lupi, e posso dire che questi cani sono decisamente simili all'antenato lupo. Di "cane" c'è davvero poco. E adesso, dopo tante selezioni, l'aspetto morfologico è più del lupo che del cane.  (http://www.dognet.it/home/articolo.php?id=374)

Morale il CLC è il cane più lupo che ci sia, il lupo canadese il più "fustacchione" dei lupi. Ci vuole poco a capire come i patiti del lupo desiderino possedere un non cane più lupo possibile praticando il rinsanguamento con il lupo selvatico (ufficialmente ammesso in Cecoslovacchia per lungo tempo doipo la formazione della razza a partire da un ibrido tra Pastore tedesco e lupo selvatico). Ma, evidentemente, c'è non chi si accontenta e - visto che tra i lupi selvatici il Mackenzie è il più "bello" hanno ben pensato di lanciare lupi canadesi in natura. Ci vuole poco a capire che dietro la lupofilia ci sono pulsioni che non c'entrano nulla con l'equilibrio dell'ecosistema, la tutela della biodiversità, il rispetto della selvaticità. Lo conferma un frequentatore di Forum Canis Lupus che scrive :

Ho avuto modo di visitare allevamenti di questi cani che sono volutamente tenuti piu possibili come lupi; adirittura le femmine le fanno partorire in aree realizzate a doc in terrapieni così che le femmine scavino tane e partoriscano quanto più possibile come in natura; i cuccioli vengono definiti "Wild"!!! vengono venduti a peso d'oro e poi li ritroviamo nelle piazze al guinzaglio che impazziscono davanti a folle di umani!! I "padroni" che sono fuori di testa peggio dei loro cani si giustificano dicendo che devono socializzare...

(http://www.canislupus.it/forum/viewtopic.php?f=28&t=140&start=20)

Il rischio è che tra ibridi e "miglioramenti" del lupo selvatico il patrimonio genetico del lupo appenninico vada a farsi benedire. Ma tutto ciò è solo frutto di spregiudicati allevatori di simil lupi e di fanatici lupomani? La risposta è no. La lupofilia e la lupomania sono diventate fatti sociali, esiste una lupofilia e una lupomania di stato che finanzia progetti pro lupo a go go e, e qui viene un punto critico, Centri per il recupero della fauna selvatica che diventano "fabbriche di lupi" e veri e propri zoo.

alcuni aspetti (eloquenti) del Centro lupo del Corpo Forestale dello Stato nella Majella

Le fabbriche dei lupi

Sempre sul Forum Canis Lupus (dove, per fortuna, non mancano persone responsabili che rintuzzano i lupomani e che vivono con disagio l'atteggiamento sprezzante nei confronti degli allevatori della maggior parte dei lupisti), lo stesso moderatore - Duccio Berzi - non mancava di notare le contraddizioni del Centro lupo di Popoli gestito dal CfS che nel mentre sequestra gli ibridi li produce esso stesso.

Alcune cose ascoltate al convegno mi hanno fatto accapponare la pelle... Nella presentazione della dr. Mattei, si indica che i lupi nelle aree faunistiche della Majella vengono fatti riprodurre. Questi sono poi utilizzabili per altre aree faunistiche o in vista di reintroduzioni in natura (...).  Siamo l'unico paese al mondo in cui da una parte si chiedono gli abbattimenti [mai concessi], dall'altra si finanziano strutture che "producono" lupi. Sempre a Popoli tempo fa è arrivata una femmina di clc gravida probabilmente di un lupo (accoppiamento programmato da un allevatore). E' stata fatta figliare. Ora hanno un nuovo gruppo di ibridi in cattività che non sanno come gestire.

All'interno del CfS, non è un segreto, vi sono agenti, sottufficiali e ufficiali che si arruolano solo per motivazioni ideologiche, per poter esercitare il ruolo di "poliziotti verdi". Vi sono non pochi lupomani che vedono come una missione non solo la tutela assoluta del lupo (come vuole una legge forse un po' anacronistica che va comunque rispettata) ma anche la proliferazione della specie. E qui si sa che per i lupofili (accademici, in divisa, militanti ambientalisti) il fine giustifica i mezzi.

 

 

In ogni caso la politica ufficiale del CfS è improntata al lupismo di stato. A Popoli si insegna che la paura del lupo è "atavica" e infondata. Lo dimostra la presentazione del Centro di Popoli da parte dello stesso CfS. Significativa la smentita degli "allarmismi" sulla presenza di lupi presso i centri abitati (sarebbero i soliti "cani vaganti"). Un fenomeno che è palesemente in crescita in varie parti d'Italia e che solo è la cui smentita è conseguenza di atteggiamenti ideologici (inammissibii da parte di istituzioni pubbliche, specie se militarizzate).

 

 

La proliferazione dei "Centri lupo"

 

La "rete" di cui parla il CfF è in forte crescita. C'è un nutrito numero di Parchi o Centri del lupo che si scambiano lupi, dove vengono ricoverati gli animali vittime di incidenti e bracconaggio, dove vengono esibiti come in uno zoo (con la scusa delle motivazioni educative). Animali esaltati perché liberi su centinaia di km2 vengono confinati in recinti di qualche migliaio di m2. Sono le contraddizioni di un lupismo che è fatto di sostanza ideologica e che persegue secondi e terzi fini ben diversi da quelli proclamati. Da questi "Centri" (abbondantemente finanziati nella penuria generale) a volte i lupi che possono essere "reinseriti" sono lanciati liberi. In tutto questo "giro" di lupi il sospetto che qualche esemplare venga "messo via" per operazioni di lancio in aree non ancora colonizzate dai lupi c'è, ed è forte. Parliamo di gente che fa prevalere il "fine" sui mezzi, rispetto della legge e sui valori e i principi dichiarati dell'ecologia (non parliamo del rispetto dei diritti del prossimo e di chi si guadagna da vivere facendo il pastore che non è proprio il mestiere più rilassante del mondo). E il fine per loro è chiaro: riempire l'Italia di lupi. Il più possibile.

 

 

Sulla corretezza di chi vede nel lupo un credo ideologico (e un business) c'è poco da scommettere. Anche perché hanno dimostrato di venir meno ai loro stressi buoni propostiti. A Entraque, in provincia di Cuneo, esiste uno dei principali Centri lupo italiani (quel Centro faunistico Grandi Carnivori "Uomini e lupi") che è il fiore all'occhiello del Parco delle Alpi Marittime (autoproclamatosi Parco del Lupo e desideroso di fondersi con il francese Parco del Mercantour per creare un mega parco transnazionale del lupo ). Il Parco ha recentemente portato a casa altri 1,5 milioni di € (nell'ambito di WolfAlp, l'ennesimo progetto milionario pro lupo) per rinverdire il Progetto lupo. Che servirà per mantenere la costosa baracca del Centro lupo. I lupologi del Parco avevano giurato e spergiurato che non avrebbero mai praticato la riproduzione in cattività dei lupi "per ragioni di etica faunistica". Ma la voglia di esibire un branco e di mostrare ai "guardoni del lupo" la vita intima dei loro beniamini è stata più forte dei proponimenti iniziali.

 

 

 

Intanto nuovi Centri lupo aprono i battenti ansiosi di accogliere lupi e di portare a casa finanziamenti (di seguito alcuni esempi in Emilia, Lombardia e Trentino)

 

 

 

Questi zoo insegnano che il lupo è un simpatico cucciolotto, timido e schivo, così come l'orso bruno è un simatico Yoghi vegetariano. Che dall'esperienza della visita di questi Zoo si possano ricavare elementi di educazione ambientale è molto dubbio. Forse sarà più probabile che piccoli e grandi ne escano con il desiderio di portarsi a casa la natura selvaggia, di comprarsela, di possederla. Uno stimolo al mercato dei CLC, a trasformare la "voglia di selvaticità" in uno show, in un business dalle diverse ma sempre poco gradevoli sfaccettature. Una fiera di cui pagano il prezzo i lupi non meno dei pastori e degli animali domestici. Alla fine un trionfo della virtualità, della commodificazione della natura, della peggior cultura metropolitana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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