| 
                        
                           
                          
                         Vacca di razza 'locale' non specializzata 
                        (Varzese della provincia di Pavia) che all'età di 22 
                        anni produceva ancora latte (foto di trent'anni fa) 
                          
                          
                         Miss 'tettona' (the best udder in 
                        the show). Ecco il modello  di bellezza distorto 
                        ma tuttora dominanteper tecnici e allevatori : una tettona 
                        dall'aspetto anoressico (in realtà super-ingozzata) con 
                        zampette da antilope  
                          
                          
                        Mungimificio  per le 'forzate 
                        del latte' 
                     | 
                    
                           
                        (21.10.09) 
                        Il 
                        latte prodotto negli allevamenti intensivi proviene 
                        da mucche in condizioni insoffisfacienti di benessere 
                        e salute, 'rottamate' precocemente all'inizio della loro 'carriera produttiva' a 
                        causa di patologie e traumi 
                          
                        Il 
                        livello produttivo raggiunto dagli allevamenti industriali 
                        è incompatibile con il benessere e la salute delle 'forzate 
                        del 
                         latte'  
                          
                        Il 
                        panel degli esperti chiamato dall'EFSA (Ente europeo 
                        per la sicurezza alimentare) ad esprimersi sul benessere 
                        delle vacche da latte ha espresso nel luglio 
                        2009 - sia pure con  le cautele 
                        del linguaggio 'scientifico' - un parere molto negativo  
                          
                        Long term genetic selection for high milk yield is the major factor causing
poor welfare, in particular health problems, in dairy cows (l'onda lunga 
                        della selezione genetica finalizzata alle elevate produzioni 
                        di latte  è la causa principale dell'insofddisfaciente 
                        livello di benessere delle vacche da latte legato, in 
                        particolare, a problemi sanitari). L'aumento della produzione 
                        di latte per vacca non conosce freno  e, per effetto 
                        di una selezione che insiste a concentrarsi sull'obiettivo 
                        di allevare animali sempre più lattiferi, ogni anno 
                        la media di produzione del 'parco vacche' allevate in 
                        condizioni intensive aumenta di più di un quintale di 
                        latte per lattazione. Il 'parere' per l'Efsa ricorda 
                        che: 'The milk yield of
dairy cows has risen steadily over the last thirty years in Europe
with approximately 50 % of this increase estimated to be attributable to
genetic selection for milk production efficiency' (la produzione di latte delle 
                        vacche lattifere è aumentata costantemente negli ultimi 
                        trent'anni e per il 50% circa questo aumento è dovuto 
                        ai criteri di selezione genetica). 
                        Negli anni '60 una mucca da latte 
                        delle zone più 'specializzate' della Bassa Lombardia 
                        produceva 3000-3500 kg di latte (ma in montagna la produzione 
                        non superava i 2000 kg). Oggi le vacche Frisone 
                        (la razza di bovini da latte più diffusa e a più 
                        elevata produttività) producono in media in Italia più 
                        di 9.000 kg di latte per lattazione (di 305 giorni secondo 
                        convenzione). In Israele si è vicini ai 12.000 kg (una 
                        produzione che è raggiunta da parecchi allevamenti anche 
                        in Italia).  Significa che una vacca all'inizio 
                        della lattazione produce 60 kg di latte al giorno, uno sproposito. 
                          
                        Povere macchine da latte 
                          
                        L'aumento spaventoso della produzione 
                        di latte che porta la mucca a produrre 10 volte tanto 
                        quello che è il fabbisogno del vitello (ovvero il livello 
                        'naturale' di secrezione lattea) è stato ottenuto modificando 
                        l'anatomia, la fisiologia, il metabolismo dell'animale. 
                        Rispetto alle mucche 'naturali' le 'macchine da latte' 
                        sono bestie pelle e ossa, tutte sporgenze e senza arrotondamento 
                        da copertura di muscolo e grasso (molto suscettibili 
                        alle lesioni di un ambiente di allevamento artificiale 
                        con materiali artificiali). Inevitabilmente l'aumento della produzione 
                        del latte porta ad un aumento della taglia (mucche lunghe, 
                        alte e sottili) che fa si 
                        che le povere mucche siano sempre 'alle strette' 
                        nonostante ogni tot anni si rifacciano le stalle o, quantomeno, 
                        l'arredo zootecnico. 
                        This selection has also
changed the form and size of dairy cows and hence demands on their behaviour
and other adaptive mechanisms. The spatial requirements of the dairy cow have
increased as well as its vulnerability for mechanical impacts and wounds on the
exterior parts of the body, the skin, limbs and claws. (La selezione ha 
                        cambiato anche la taglia e la morfologia della vacca 
                        da latte e quindi i suoi bisogni relativamente 
                        al comportamento e agli altri meccanismi adattativi. 
                        Il fabbisogno di spazio della vacca da latte è aumentato 
                        così come la sua vulnerabilità agli impatti meccanici 
                        e alle lesioni a carico delle parti esterne, della pelle, 
                        degli arti, degli unghioni). L'elevatissimo potenziale 
                        genetico per la produzione  di latte corrisponde 
                        ad una maggiore suscettibilità ad una serie di 
                        patologie : 'The genetic component
underlying milk yield has also been found to be positively correlated with the
incidence of lameness, mastitis, reproductive disorders and metabolic disorders.
In order to improve dairy cow welfare there is an urgent need to promote
changes in the criteria used for genetic selection in the dairy industry' 
                        (La componente genetica legata alla produzione lattea 
                        è risultata correlata con l'incidenza di laminiti, 
                        mastiti, disturbi riproduttivi e metabolici. Al fine 
                        di migliorare il benessere delle vacche da latte è urgente 
                        promuovere la revisione dei criteri utilizzati per la 
                        selezione genetica nell'ambito della produzione lattiera). 
                          
                        Poveri piedi 
                          
                        Tra i problemi i di cui soffrono 
                        le vacche 'forzate del latte' quelli podali sono 
                        tra i più gravi e frequenti. Le zoppie che ne conseguono 
                        sono causa di molte 'rottamazioni'. I problemi podali 
                        (in primo luogo la laminite) esemplificano bene la concomitanza 
                        di fattori alla base di condizioni di lesioni e sofferenza. 
                        La laminite sub-acuta è stata da tempo messa in relazione 
                        con i problemi alimentari legati alla super produzione 
                        di latte. L'energia e le proteine necessarie a sostenere 
                        la super produzione sono fornite alla vacca attraverso 
                        alimenti ben diversi dai foraggi (che rappresentano 
                        la naturale alimentazione degli erbivori). Si tratta 
                        di alimenti 'concentrati' ('rubati' agli umani) ricchi 
                        di amido e di zuccheri (oltre che molto ricchi di proteine) 
                        che comportano scarsa masticazione e che fermentano 
                        rapidamente nel rumine (di fatto la vacca viene 'ingozzata' 
                        in modo innaturale).  
                        Non tamponati dalla saliva (per 
                        mancanza di adeguata masticazione) gli acidi organici (in particolare 
                        l'acido lattico, che non si evolve con razioni 'naturali') 
                        si sviluppano in forte quantità nel rumine determinando 
                        una condizione di  basso pH che, a sua volta, provoca 
                        danni all'epitelio dell'organo digestivo e quindi 
                        il passaggio nel circolo sanguigno di sostanze tossiche quali istamine e endotossine 
                        (legate alla forte attività fermentativa) dannose per 
                        i tessuti. Il tessuto del piede è particolarmente 
                        sensibile a queste tossine, anche perché già sollecitato 
                        e stressato dalla deambulazione forzata su superfici 
                        innaturali (cemento) dove la reazione meccanica è ben 
                        diversa da quella di un tappeto erboso.  
                        L'acidosi sub-clinica è una condizione 
                        normale nelle 'forzate del latte'. Si interviene con 
                        correttivi quali i tamponi chimici, ma come per 
                        tutti gli 'integratori' somministrati alla 'forzate 
                        del latte' il loro scopo è quello di 'spingere' ancora 
                        di più il livello alimentare e la produzione (il potenziale 
                        genetico lo consente). L'acidosi sub-clinica provoca 
                        anche ascessi epatici e immunodepressione e 
                        favorisce - insieme ad altre concause - la dislocazione 
                        dell'abomaso (grave patologia che porta spesso alla 
                        'rottamazione' della vacca).  
                          
                        Vacche 'rottamate' 
                          
                        Le vacche sono precocemente 'riformate' 
                        (ipocrisia semantica per non dire 'rottamate') per varie 
                        cause, direttamente o indirettamente legate alle super 
                        produzioni: zoppie, dislocazioni dell'abomaso, infertilità. 
                        La carriera di una 'forzata del latte' non arriva a 
                        2 lattazioni e mezza. Il che equivale a dire che la 
                        vacca (che  inizia a produrre latte a due anni e mezzo, 
                        dopo il primo parto) arriva, in media,  a poco 
                        più di 5 anni di vita. Un tempo, quando le vacche 
                        non erano spremute come limoni, non era infrequente 
                        che arrivassero in piena salute, partorendo regolarmente 
                        ogni anno e producendo latte, sino a venti anni 
                        di età. Altri tempi.  
                        Delle vacche 'riformate' circa l'80% 
                        - sia pure in condizioni non certo perfette - è comunque 
                        'idoneo alla macellazione' (in grado cioè di subire 
                        l'autotrasporto senza riportare eccessive sofferenze 
                        e di salire e scendere con le proprie zampe dal camion). 
                        Un 10% viene certificato 'non idoneo' e deve essere 
                        abbattuto sul posto. La carcassa deve essere 'smaltita' 
                        e incenerita (costo circa 250 €, a carico dell'allevatore). 
                        Vi è un altro 10% che non sarebbe idoneo al trasporto 
                        (vacche 'a terra' che non si rialzano più dopo il parto 
                        o che hanno subito traumi gravi, fratture ecc.) ma che 
                        - per evitare i costi di 'smaltimento' e per non 
                        far perdere la carcassa all'industria di macellazione 
                        - viene caricato lo stesso sui camion (con l'aiuto di 
                        vericelli o altri sistemi 'meccanici' comunque disumani). 
                        Allevatori, veterinari e autotrasportatori sono tutti 
                        d'accordo a 'chiudere un occhio'. Notare che l'allevatore 
                        non ci guadagna; anzi deve quasi ringraziare che gli 
                        'porta via' la bestia. Poi l'industria di macellazione 
                        trasformerà la carcassa della povera mucca in hamburger, 
                        guadagnandoci non poco.  Dal momento che le vacche 
                        'rottamate' sono tante (vista la breve 'carriera' delle 
                        forzate del latte) il business non è dei minori.  
                          
                        Un po' di pietà per le mucche 
                          
                        Le questioni del 'benessere' delle 
                        vacche da latte non hanno sinora attirato molte attenzioni 
                        (se si esclude la campagna LAV del 2006). Il pubblico 
                        pensa che la vacca, dopotutto, se la passi meglio di 
                        una gallina ovaiola in gabbia o di un maiale chiuso 
                        in un box superaffollato con decine di suoi simili in 
                        attesa di essere trasformati in prosciutti. Ma le cose 
                        non sono così, come abbiamo cercato di evidenziare. 
                        Il latte è un alimento che richiama sensazioni di pace 
                        (ha proprietà sedative); è all'opposto della carne e 
                        del sangue (che richiamano aggressività). Dietro l'apparenza, 
                        però, l'industria del latte è crudele e cruenta 
                        nei confronti delle mucche. La peggiore crudeltà, 
                        però, 
                        non è quella che si manifesta con le mucche spremute 
                        sino alla fine, malate croniche, piagate, rachitiche (e 
                        magari anche bastonate e tirate su con i vericelli 
                        sul camion della morte). No. La crudeltà  
                        più sordida è quella di chi si occupa del 'miglioramento 
                        genetico' con il fine di produrre super-tori padri di 
                        super-mucche (super nel senso della maggior mproduzione 
                        di latte). E' gente che non si sporca le mani, lavora 
                        nei 'centri studi' occupandosi di statistica e algoritmi. 
                         
                        Lo stop a questa crudeltà si avrà 
                        solo quando entreranno in vigore norme sul benessere 
                        delle vacche da latte che imporranno uno stop alla selezione 
                        genetica per la produzione di latte (la causa principale 
                        dello scarso benessere di questi poveri animali) e norme 
                        senza deroghe sul diritto delle bovine a riposare 
                        sulla paglia, a camminare sull'erba, ad essere 
                        alimentate da erbivori quali dovrebbero essere. 
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