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Articoli correlati

 

(02.07.11) Nasce nel bolognese il movimento contro il biogas

Ieri sera affollata assemblea a Galliera. 10 comitati e tanta voglia di non mollare. Di fronte a speculazioni sfacciate che penalizzano pesantemente i residenti e l'agricoltura, di fronte alla scarsa trasparenza, al deficit di processo democratico. Un riferimento per chi in tutta Italia cerca - con grande difficoltà e ostracismi - di opporsi ad una vera e pericolosa truffa leggi tutto

 

(01.07.11) Estendere la coraggiosa iniziativa di Slow Food cremonese

Nell'assemblea di maggio della condotta è stata approvata una richiesta di moratoria per le centrali a biogas 'agricolo'. Cremona è l'epicentro di questa folle corsa, ma anche a Brescia, a Lodi a Mantova, a Bologna, a Padova sono numerosi i progetti realizzati o in cantiere. A Bologna è stata la stessa provincia a chiedere la moratoria alla Regione. Altrove comitati, associazioni, personalità preoccupate del futuro dell'agricoltura devono attivarsi per chiedere uno stop o severe linee guida limitative alle Regioni. leggi tutto

 

(01.07.11) Il biogas è un danno. In montagna lo è ancora di più

Intervento di Fausto Gusmeroli sul problema delle conseguenze nehative della diffusione delle centrali a biogas spinte dall'industria e dalla speculazione. Gli interessi speculativi hanno scatenato la corsa al biogas selvaggio che porterà - senza una moratoria - a centinaia di impianti da 1MW in Lombardia. Anche a Sondrio ne è stato realizzato uno e uno è in progetto leggi tutto

 

(23.06.11) Imbroglio ecologico, agricoltura truffata

Tra Bergamo e Brescia alcune società si offrono di provvedere alla realizzazione a loro spese, di impianti di biogas (da liquami e mais) con trattamento secondario di abbattimento dei nitrati. Si riservano tutti i proventi energetici, acquisiscono diritti di superficie per lunghi periodi e vincolano gli imprenditori agricoli al conferimento della quantità pattuita di liquami. Un ciclo ad alta insostenibilità spacciato per 'ecologico'.  leggi tutto

 

(02.05.11) Cresce in tutta la Padania l'opposizione alla folle corsa al biogas

Sono centinaia gli impianti di biogas che verrebbero realizzati nei prossimi anni nella pianura padana con il pretesto di risolvere i problemi ambientali (direttiva nitrati) e con la favola dell'energia rinnovabile.

Il risultato  consiste nel  'digerire' i contributi a fondo perduto regionali (erogati per rendere allettanti i forti investimenti), i contributi della PAC per le coltivazioni agricole ora convertite in colture 'elettriche', i super-incentivi elettrici e trasformare il tutto in super-profitti speculativi. Il tutto pagato più volte dall'ignaro consumatore-utente-contribuente a tutto danno dei veri agricoltori e a vantaggio economico di una lobby spregiudicata fortemente sostenuta dalla tecnoburocrazia. leggi tutto

 

(15.01.11) Biogas: una trappola per l'agricoltura

Ora che la corsa al biogas è scatenata c'è una parte di mondo agricolo che inizia a rendersi conto della 'fregatura'. Compito delle regioni fermare una speculazione che spaccia per 'agricoli' impianti da 1MW che 'divorano' gradi estensioni sottraendole alla produzione foraggera. leggi tutto

 

(03.11.10)  Gli equivoci delle 'rinnovabili

L'energia rinnovabile può rappresentare un'opportunità se riavvicina produzione a consumo di energia ridando controllo e responsabilità alle comunità locali.  Le soluzioni speculative non sono sostenibili specie quelle che divorano terreno coltivabile. Vanno invece premiate le soluzioni decentrate e 'contadine'. In ogni caso non si possono risolvere i problemi (fine petrolio e emissioni) in assenza di un forte cambiamento verso il risparmio di energia e il suo utilizzo più efficiente.

leggi il commento di Fausto Gusmeroli

 

 

 

 

 

(29.11.11) La bassa bolognese e il ferrarese sono divemntati terra di conquista della speculazione necroenergetica, quella che brucia l'agricoltura all'inseguimento dei superprofitti speculativi. Ma c'è anche un movimento di opposizione

 

Biogas senza pudore:  centrale "agricola" da

 

4MW a Mezzolara (Bo)

 

di Michele Corti

 

A Budrio, nella bassa bolognese, la logica spietata della speculazione agroenergetica raggiunge un vertice sinora insuperato. Un impianto da 4MW formalmente composto da quattro impianti da 0,999MW, giusto per massimizzare i superincentivi. Come non bastasse l'area della centrale a biomasse vergini agricole sorge adiacente ad un'area umida di rete natura 2000

Succede nella bassa bolognese, in una campagna piatta come una tavola da biliardo strappata alle acque dalle bonifiche, dove i centri abitati - piuttosto grossi - sono piuttosto distanti l'uno dall'altro. Grandi distese di coltivazioni dove ha posato l'occhio e poi l'artiglio la speculazione delle necroenergie. Sì, chiamiamole così, energie di morte, come ci insegna il poeta-contadino franco-algerino Pierre Rabhi, cantore della terra e dell'uomo sostenitore di una insurrezione delle coscienze e di un cambiamento sociale che deve partire dal diritto di ciascuna comunità a produrre il proprio cibo, a disporre di cibo prodotto in loco che non deve arrivare anonimo da migliaia di chilometri di distanza.

In viola i SIC (siti ambientali di interesse comunitario) e le ZPS (zone di protezione speciale)

Sottraendo fette crescenti di terra all'uso alimentare, come sta succedendo nelle aree agricole più produttive della Padania: Cremona, Brescia, Bologna, Ferrara, non facciamo che aumentare le importazioni di alimenti zootecnici e per l'alimentazione umana. Alimenti che non piovono dal cielo! Che sono prodotti a prezzo della deforestazione (diretta o indiretta) e dell'aumento delle rese delle vecchie terre agricole: aumentando l'uso di concimi chimici, pesticidi e trasporti. Aumentando la competizione per le derrate alimentari, una competizione in cui sono sempre più i più poveri a soccombere con l'aumento della denutrizione ma - e qui ci conviene riflettere bene - una competizioni in cui le economie della vecchia Europa saranno presto sopravanzate da quelle dei paesi emergenti con miliardi di bocche tendenzialmente con un potere di acquisto pari al nostro. La Cina vuole diventare anche una superpotenza alimentare (alla fine il cibo conta più delle armi) e si accaparra aree agricole in Africa e in Asia. Gli sviluppi in questo senso sono rapidi e basterebbero qualche annata di cattivi raccolti per anticipare foschi scenari.

 

           

 

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