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Mario Colombo (mario.colombo@unimi.it)

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Minacce animaliste contro

assessore comasco

 

Contro Mario Colombo, assessore provinciale alla caccia, insulti e minacce vie email ma anche un biglietto con minacce di morte affisso alla porta del suo studio all'Università. La colpa: difendere le semine (ma anche la salute dei comaschi e il patrimonio edilizio) dalle torme di piccioni pendolari tra la città e le campagne

 

di Michele Corti

 

L'animalismo fanatico non si ferma davanti a nulla. I principi della protezione assoluta degli animali (a questo punto perché non tutelare anche ratti e scarafaggi?) devono valere per gli animalisti sempre e comunque, anche quando ci sono in gioco gli interessi dell'agricoltura (che da da mangiare anche a loro) e della salute pubblica.

La reazione alla decisione dell'assessore alla caccia della provincia di Como, Mario Colombo, di organizzare un corso per operatori faunisti volontari da affiancare alle guardie provinciali per controllare i piccioni (abbattendoli, ma anche tenenendoli lontani dai campi per effetto delle fucilate) ha scatenato un'ondata di proteste animaliste fatta di annunci - a mero scopo propagandistico - di denunce per "maltrattamenti" e "uccisione di fauna protetta", insulti e minacce. Qualcuno è arrivato ad affiggere un biglietto con minacce di morte sulla porta dello studio del prof. Colombo all'Università di Milano.

 

Un intervento necessario, adottato dopo anni di inutili tentativi di utilizzo di mezzi "incruenti"

 

A Como durante la primavera i campi coltivati, specie nella zona collinare prossima alla città, sono devastati dai piccioni "pendolari" tra le campagne e la città lariana. Negli anni l'ammistrazione comunale ha messo in atto vari strumenti dissuasivi al fine di allontanare i piccioni dalle colture (mezzi acustici "cannoni", repellenti) ma senza ottenere risultati. Gli animalisti contestano l'epoca degli interventi con argomenti che fanno leva sull'emotività ("si uccidono i piccioni quando nascono i pulcini"). Non si rendono conto - o fanno finta di non redersi conto - che l'intervento attuato durante le semine è efficace perché allontana i piccioni nel momento necessario (ai cannoni acustici si assuefanno e quando si rendono conto che non rappresentano un pericolo tornano immediatamente sul campo). L'altra accusa ridicola mossa alla provincia è di aver "sprecato denaro pubblico in un momento di ristrettezze". È proprio vero che la mala fede non conosce limiti.

I cacciatori che si prestano per gli interventi di contenimento dei piccioni (come di altre specie) lo fanno a titolo completamente gratuito. Sarebbe uno spreco, invece, insistere con mezzi che si sono rivelati inefficaci o utilizzare personale quale guardie provinciali e corpo forestale dello stato distogliendolo da altri compiti più importanti di sorveglianza del territorio.

 

 

Interventi previsti dalla legge e attuati da anni da molte provincie

 

Il controllo numerico della fauna "nociva" (le leggi di vent'anni fa per una forma di ipocrisia semantica evitano questo aggettivo). attuato anche con l'ausilio degli operatori faunistici abilitati è previsto dalle leggi nazionali e regionale sulla cgestione della fauna (art. 19 della legge 11 febbraio1992 n. 157, art. 41 della L.R. 16 agosto 1993 n. 26 e succ.mod.). Gli ambiental-animalisti, che sparano a zero contro l'amministrazione provinciale di Como in cerca di visibilità probabilmente ignorano che il Lombardia come in altre regioni gli operatori faunisti contribuiscono al controllo di varie specie: oltre ai piccioni, corvidi, cormorani (specie ittiofaga che danneggia severamente la pesca), cinghiali, nutrie, minilepri.

Cosa credono di avere scoperto denunciando come un sadico spara-piccioni l'assessore leghista Colombo? È da parecchi anni le provincie, che devono fronteggiare l'emergere di danni sempre più gravi da parte di fauna selvatica o rinselvatichita, sono ricorse all'affiancamento delle guardie provinciali con operatori faunistici volontari. Provincie di diverso colore politico peraltro.

 

Chi sono e come operano gli operatori faunistici volontari

 

Si tratta di cacciatori con diversi anni di esperienza che non hanno mai commesso infrazioni e che devono frequentare un corso, sostenere un esame e ricevere un patentino abilitativo. Devono operare su indicazioni della polizia provinciale annotando scrupolosamente i capi abbattuti e consegnando settimanalmente un resoconto e un aggiornamento degli abbattimenti. Non si spara a più non posso per "sterminare" i piccioni. Il numero di abbattimenti è stabilito sulla base di valutazioni che tengono conto dei censimenti (ai quali gli operatori sono tenuti a collaborare) ed è sottoposto al controllo dell'ISPRA (ex-INFS Istituto nazionale fauna selvatica).

Non è finita. Gli operatori devono anche collaborare all'attuazione delle altre forme di controllo "non cruente". Se abbattono fauna diversa da quella per la quale sono stati abilitati quali operatori subiscono le sanzioni penali di legge come qualsiasi bracconiere.

Tutto all'opposto di quell'immagine che la disinformazione ambiental-animalista tende trasmettere al pubblico forte dell'appoggio delle numerose "teste di ponte" che, negli anni, il movimento animalista ha saputo piazzare nelle redazioni dei media (tv, carta stampata, internet). I cacciatori, che prestano la loro opera gratuitamente al servizio della collettività, sono presentati come una torma di assatanati sparatori tanto  questi giorni sono apparsi sui giornali titoli come "killer dei piccioni", "terminator", "cecchini". Invece svolgono un vero e proprio servizio sociale, specie nelle aree di collina e di montagna dove i piccoli centri sono stretti d'assedio dall'avanzata dei boschi e dell'aumento di una fauna selvatica che è causa di crescenti danni che rendono sempre più difficile vivere in aree rurali e praticarvi le attività tradizionali.

 

 

La fauna deve essere gestita senza schemi ideologici precostituiti

 

Gli ambiental-animalisti nei loro salotti di città pensano alla fauna nei termini di Bambi e di Geo&Geo e non si rendono conto che le alterazioni degli equilibri ecologici (urbanizzazione, industrializzazione agricola ma anche abbandono delle tradizionali attività agrosilvopastorali) ha comportato l'aumento di alcune specie animali a scapito di altre. Si aggiungano sconsiderate introduzioni quali quella della minilepre e delle nutrie nonché l'immissione di capi selvatici non autoctoni o ibridi con le specie domestiche (cinghiale). Di queste introduzioni parte della responsabilità è anche dei cacciatori.

In alcuni casi è stato il degrado ambientale a favorire specie opportuniste (in grado di adattarsi a qualsiasi habitat) come la cornacchia grigia che - da temibile e astuto predatore quale è - provoca la rarefazione di altre specie di avifauna.

In queste condizioni è puramente illusorio ritenere che nel "teatro della natura" si possa contenere la diffusione delle specie nocive con mezzi "naturali". Ecco allora la folkloristica trovata dei falchi che predano i piccioni. Attuata anche da alcuni enti pubblici in vena di accattivarsi simpatie ambiental-animaliste ha un'efficacia limitata nel tempo e nello spazio. In ogni caso i falchi devono essere gestiti da pepersonale specializzato (come negli aereoporti) ed è ingenuo pensare che si mettano a nidificare spontaneamente sui grattacieli e sui monumenti mantenendo un presidio anti-piccione. Nelle città è arrivata anche la cornacchia grigia. Ma la sua efficacia nel contenere i piccioni è minima.

 

Sulla base di una serena e realistica considerazione delle necessità di mantenimento e ripristino di equilibri ecologici non si possono demonizzare in modo ideologico ed emotivo gli interventi di controllo di alcune specie di fauna. Questi atteggiamenti se esasperati portano a manifestazioni di intolleranza e intimidazione come quelle di Como.

 

 

 

 

Appendice: i danni dei piccioni in ambiente urbano

 

I motivi che inducono a considerare i piccioni quali animali nocivi, una specie di ratti dell'aria da sottoporre ad un efficace controllo della popolazione, sono sia di ordine sanitario collettivo (art. 32 Costituzione), che è di tutela del patrimonio artistico-monumentale e più in generale degli edifici pubblici e privati e del pubblico decoro. I piccioni  (Columba livia) specie sinantropa "tollerata" (a differenza dei ratti) provocano danni provocati dalla sua presenza (guano su tetti, cornicioni, monumenti, imbrattamento superficie, contaminazione batterica) che sono tali da richiedere drastici e costosi interventi di allontanamento e dissuasione.

 

Il grave problema delle zecche dei piccioni

 

Il colombo di città è specie ricettiva a numerosi agenti patogeni portatori di diverse malattie trasmissibili all'uomo. Tra questi quelli più preoccupanti sino gli ectoparassiti che vivono sulla cute del piccione ( in particolare le zecche del genere Cheyletiella e, soprattutto, Argas) possono provocare lesioni cutanee nell'uomo, talvolta più gravi di quelle indotte dalle zecche dei carnivori domestici. Esse inoltre possono risultare fortemente allergizzanti i soggetti atopici e contribuire a concentrare e incrementare la popolazione di acari "domestici" in cui i metaboliti sono responsabili della diffusissima "allergia da polvere". Le zecche dei piccioni del tipo Argas reflexus dai tetti e dai posatoi, nicchie, sottotetti e altri siti dove, specie nelle vecchie abitazioni, sono soliti posarsi e nidificare erano state anche ritenute portatrici di una spirocheta (batteri a forma di spirale) Borrellia burgdorferi in grado di trasmettere all'uomo una malattia infettiva detta appunto Borrelliosi o malattia di Lyme che provoca disturbi neurologici anche irreversibili, disturbi cardiaci, artriti.

 

Per approfondimento sui rischi collegati alle zecche dei piccioni : Cristina KHOURY e Michele MAROLI (Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate, Istituto Superiore di Sanità, Roma) La zecca del piccione Argas reflexus (Acari: Argasidae) ed i rischi per la salute umana. Annali dell'Istituto Superiore di Sanità. 2004;40(4):427-432 (vai all'articolo)

 

Altri rischi sanitari connessi ai piccioni

 

Tra le malattie infettive trasmesse dal piccione assume particolare rilievo l'Ornitosi-clamidiosi. questa malattia (l'agente ezilogico è rappresentato dalla Clamidia psittaci) viene trasmessa per inalazione di polvere contenente residui fecali e si capi di uccelli infetti. La sintomatologia della oritosi è a carico dell'apparato respiratorio conforme polmonitiche. A causa della mancanza di specificità della sintomatologia la diagnosi eziologica non viene né supposta né accertata, ma secondo alcune fonti il 10% delle malattie acute dell'apparato respiratorio potrebbero essere a e psicologia ornitosica. i rischi maggiori sono corsi dai bambini che corrono e giocano nelle piazze frequentati dai piccioni e inalano la polvere infetta.Altre malattie dei piccioni sono:

 

Salmonellosi, la cui pericolosità per l'uomo gli animali domestici è ben nota. I piccioni portatori malati diffondono mediante le feci i microrganismi nell'ambiente; il contagio si verifica per contatto diretto con l'ambiente infetto o per ingestione di alimenti contaminati ad opera di lettori come le mosche;

Toxoplasmosi, che nelle donne gravide può determinare l'aborto e tirato genesi; i piccioni eliminò con le feci protozoi responsabili della malattia;

Listeriosi, che nei neonati può provocare meningiti mortali;

Pseudopeste aviare, che causa congiuntivite acuta follicolare, linfoadenite, febbre;

Pasteurellosi;

Riptoccosi.

 

Le feci dei piccioni sono pericolose per i miceti e i microrganismi che vi si possono moltiplicare; tra questi i lieviti del tipo Candida sp. e Cryptococcus neoformans, agenti di malattia nell'uomo. Anche detriti cutanei e le penne possono essere causa di allergie. Infine si devono ricordare i rischi sanitari legati alla presenza di piccioni morti che possono rappresentare fonte di infezione attraverso gli animali domestici e gli altri vettori di malattie che attraggono (roditori, mosche, ecc.). I rischi sanitari maggiori si riscontrano nelle fasce di popolazione più deboli e soprattutto bambini, anziani, immunodepressi.

 

I danni al patrimonio artistico-monumentale ed edilizio

 

I danni arrecati dalla presenza dei colombi di città e manufatti artistici sono gravissime sotto gli occhi di tutti. Essi sono causati dalla flora batterica e soprattutto fuggi che si sviluppa negli escrementi dei piccioni.

La sostanza organica che si infiltra dai tetti nei muri, tra le pietre e marmi costituisce il punto di inizio di danni irreparabili. La microflora produce acidi organici a basso peso molecolare in grado di solubizzare i materiali lapidei. Le ife fungine, oltre che con l'attività biochimica, contribuiscono al deterioramento dei manufatti anche con l'attività meccanica in quanto penetrano nelle microporosità dei materiali disgregandoli. I danni ai manufatti artistici riguardano solo i materiali lapidei, ma anche quelli metallici in quanto i batteri desolfuricanti presenti nelle feci sono in grado di produrre acido solfidrico in grado di intaccare il bronzo e altri materiali metallici.

Agli effetti di tipo microbiologico sopra ricordati si deve aggiungere l'azione meccanica diretta delle zampe e del becco dei colombi.

Non si possono però trascurare anche gravità del patrimonio edilizio in generale, pubblica per atto, causati dall'abitudine dei piccioni di accogliere quotidianamente molta calcina compromettendo la compattezza dei muri e dalla presenza delle carogne degli nei canali di scolo che a causa dell'ostruzione provoca ulteriori danni agli edifici. Oltre agli inconvenienti e rischi sopraccitati non può essere sottaciuto come l'eccessiva rumorosità dei piccioni determina generale degrado sporcizia delle costruzioni, dei monumenti e delle aree verdi. Un ultimo aspetto della dannosità del colombo vanno allegate rapporti con la fauna selvatica o adattata all'ambiente urbano. Negli ultimi anni la rifà una delle città si è arricchita di nuove specie che cercano nell'ambiente urbano un nuovo habitat da colonizzare sviluppando impreviste forme di adattamento. In questo contesto l'eccessiva presenza dei piccioni costituisce un forte elemento di competizione per i siti nidificanti e delle fonti alimentari impedendo l'arricchimento dell'avifauna urbana. La massiccia presenza dei piccioni nei parchi cittadini impedisce per esempio le iniziative di alimentazione di soccorso di specie di uccelli utili la cui presenza è auspicabile anche dal punto di vista estetico

 

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