Ruralpini  

 

Inforegioni/Di chi sono le Alpi?

 

Home

Mi presento

Attualità

Alpeggi

Ruralismo

Osterie

Foto

Link

 

Condividi l'articolo su Facebook

Abstract e presentazioni del convegno sono scaricabili sul sito http://www.geogr.unipd.it/dichisonolealpi/

Articoli correlati

(01.09.11) Montanari dissodatori di ieri, montanari di oggi, montanari futuribili

Giancarlo Maculotti è l'animatore degli Incontri Tra/Montani che la scorsa settimana a Carcoforo (alta Valsesia) sono giunti alla ventiduesima edizione. Le riflessioni che ci consegna a commento del convegno si inseriscono nel dibattito sulla 'chiusura della montagna' innescato dalla serpeggiante proposta di abolizione dei piccoli comuni. Vanno però al di là delle vicende istituzionali vissute in prima persona da Giancarlo in quanto sindaco di Cerveno, un paese di 700 abitanti nella media Valcamonica. Toccano i temi della 'montagna triste', dei giovani che non ci sono o che se ne vanno, della problematica venuta di 'nuovi montanari'. Un contributo disincantato e stimolante  al dibattito che Ruralpini ha aperto su: "La montagna nella crisi" leggi tutto

 

(27.09.11) La montagna dentro la crisi: verso la desertificazione o un recupero di autonomia e di identità?

I recenti dibattiti sulla chiusura dei piccoli comuni e sui ‘costi’ del mantenimento della popolazione montana impongono una reazione. Se la montagna fosse libera dall’oppressiva regolamentazione burocratica e dai vincoli che le impediscono di valorizzare le proprie risorse (umane, energetiche, faunistiche ecc. ) potrebbe fare a meno del tutto delle elemosina delle istituzioni ‘superiori’.  Riprendere autonomia, capacità di autogestione, identità è, per la montagna, la strada per evitare di divenire un deserto verde e per uscire rafforzata dalla crisi. Ruralpini lancia la proposta di un convegno su questi temi.  leggi tutto

 

(26.09.11) Carcoforo (Vc) Microcomuni vivono

I piccolissimi comuni spesso si dimostrano vitali. Carcoforo (79 abitanti) ha associazioni culturali, una libroteca, organizza convegni. La propria cultura materiale e immateriale è oggetto di attenta conservazione e c'è anche un alpeggio attivo con agriturismo e vendita diretta di autentici prodotti locali. Attraverso alcune impressioni fotografiche il volto di un paese che vive leggi tutto

 

(24.09.11) Valsesia  (Vc) Il convegno "Cucina delle Alpi" ha fornito numerosi stimoli

Elemento centrale dell'identità alpina la cucina riflette le soluzioni 'ecologiche' (quindi comuni)  ai problemi di utilizzo delle risorse alimentari disponibile. Le numerose relazioni presentate al convegno mettono però anche in evidenza, differenze importanti sia nel tempo che nello spazio. Promosso dalla rete degli 'Incontri tra/montani' il convegno ha saputo stabilire un nesso tra la storia e il presente. Che si parlasse di cereali, formaggi, rape o patate la prospettiva di tutti gli interventi è stata quella di una storia in divenire, che può 'ripescare' nel passato insegnamenti ma anche risorse preziose. leggi tutto

 

(22.09.11) Piccoli comuni: sventato pericolo. Ora parliamo della montagna

Mariano Allocco interviene sul tema dei piccoli comuni per attaccare l'Uncem e per sollecitare soluzioni. Difendere i comuni – istituzione sociale prima che politica - non significa difendere la classe amministrativa attuale. Presi dalla rincorsa a interessi personali e particolari, legati a caste politiche ed economiche che hanno altrove i loro centri di interesse, subalterni all’ideologia 'progressista' e 'ambientalista' urbana molti amministratori lasciano che la montagna diventi un deserto verde. Va anche rimossa la cultura della sfiducia e un deleterio campanilismo che – anche a causa del fallimento delle comunità montane - impedisce di unire le forze.leggi tutto

 

(28.05.11) Ricominciare dalla montagna?

Il titolo del saggio di Gianfranco Miglio (1978) è quanto mai attuale. Mai come oggi la montagna è a un bivio. Può ispirare al resto della società modelli utili a ripensare la gestione dello spazio, delle risorse, comprese quelle umane o può essere cancellata come realtà sociale. E ridotta ad un 'supporto fisico' colonizzato materialmente e simbolicamente dalla civiltà megapolitana. In vista di un 'ripensamento complessivo' della realtà della montagna è utile ripercorrere le tappe della presa di consapevolezza della realtà delle Terre alte. Una di queste è rappresentata indubbiamente dal convegno di Sondrio dell'aprile 1986 (foto) nel cui ambito venne redatta la 'Carta di Sondrio' che ripubblichiamo in vista di nuove iniziative. leggi tutto

 

(24.05.11) Meno stato più comunità nelle Terre alte

Dalle scuole parentali agli alberghi 'informali' delle 'donne di montagna', ai gruppi di consumo arrivano segnali della volontà delle terre alte alpine di voler tornare a gestirsi sulla base delle mai sopite tradizioni di gestione comunitaria. Lo stato, la burocratizzazione e istituzionalizzazione di ogni aspetto della vita economica e sociale, devono fare un passo indietro. E le terre alte diventeranno un modello vitale.  leggi tutto

 

(06.05.11) La razza estalissa

Una espressione vivace in provenzale alpino (che ritroviamo sulle Alpi Orobiche) serve a Mariano Allocco per mettere a fuoco alcuni aspetti dell'attuale rapporto tra montagna e 'città'. La raza estalissa  che popola le aree urbanizzate è sempre più dipendente, debole, incapace di vivere e pensare autonomamente, sempre più incapace di capire i sistemi comlessi da cui dipende. E vive in una condizione di 'tutela' in una eterna minore età. Provocazioni? leggi tutto

 

(05.03.10) Montagne tristi?

Nuovi e vecchi pregiudizi contro la montagna contribuiscono a favorire immagini, rappresentazioni e autorappresentazioni negative del 'vivere in montagna'.

E' la riproposizione dei cliché come la 'satira del villano' che hanno storicamente sancito l'inferiorità del mondo rurale per giustificare il feroce colonialismo con il quale, per secoli, le città hanno oppresso le campagne.

E' colonialismo culturale.

Viene così scoraggiata ogni espressione di autonomia culturale, stimolati l'appiattimento subalterno sui modelli urbani o, semplicemente,  la 'fuga'. I timidi richiami all'identità locale e alla tradizione vengono bollati  come 'folklore', 'invenzioni' o, peggio, come espressioni di chiusura egoistica. leggi tutto

 

(01.02.10) Montagna soffocata dalla tecnoburocrazia

Il peso crescente e soffocante della tecnoburocrazia è una scelta politica o una deriva incontrollabile 'endogena' ? In periodo di campagna elettorale è bene ricordare ai politici che il fattore che contribuisce di più a piegare la resistenza di chi vuole continuare ad esercitare le attività tradizionali in montagna (per non parlare di chi vuole intraprenderne di nuove) è la tecnoburocrazia nei suoi aspetti forestali, igienico-sanitari, ambiental-ingenieristici.

leggi tutto

 

(29.01.10) Resistere in quota. La forza della simbiosi tra uomo e animale

Bugliaga è una piccolissima frazione di 16 abitanti - meno in inverno - a 1.400 m del comune di Trasquera (Vco), spesso isolata per neve. In inverno resta abitata grazie ad un allevamento di capre. I ritmi dell'alpeggio, del 'mezzo alpeggio', del taglio dei prati e della legna segnano, come una volta, un legame profondo con la montagna. L'accudimento degli animali- che va ben al di là delle cure materiali - contribuisce a dare senso allo scorrere delle giornate e all'abitare un pezzo di mondo.

leggi tutto

 

(05.10.11) Ad Agordo si è svolto il 22-24 settembre un convegno internazionale sulle appartenenze politiche, economiche e culturali nel mondo alpino contemporaneo

Di chi sono le Alpi?

 

Se ne è parlato ad Agordo (Dolomiti bellunesi)

 

di Luca Battaglini

(Dip. Scienze Zootecniche, Università degli Studi di Torino)

Il tema è stato affrontato da una pluralità di punti di vista, compreso quello dell'immaginario alpino. Deve far meditare come esso sia veicolato nelle rappresentazioni infantili: una montagna come non la vogliono di certo le comunità locali, ridotta a playground, fondale scenico e popolata solo da orsi e lupi.

Si è svolto ad Agordo (BL), nelle giornate del 22-24 settembre 2011, il convegno “Di chi sono le Alpi?”, una importante occasione per dibattere sul ruolo, le politiche, gli aspetti economici e culturali della sfaccettata realtà del mondo alpino. Il convegno internazionale è stato organizzato da Rete Montagna, dalle Università di Padova (Dipartimento di Geografia) e di Innsbruck, dalla Convenzione delle Alpi nonché dalle Fondazioni Giovanni Angelini e Dolomiti Unesco.

Il dibattito ha coinvolto numerosi studiosi di vari settori provenienti da più Paesi della macroregione alpina e ha affrontato i problemi socioeconomici nella gestione di beni e risorse delle Alpi. Questo con l’obiettivo di evidenziare le diverse articolazioni del contesto politico, economico e socio-culturale delle Alpi per un necessario progetto integrato” dei molteplici “attori”. Nella prima sessione è stato affrontato il tema “Chi decide per le Alpi?”, ovvero la dimensione politica tra assetti locali, nazionali, internazionali. Tale argomento è stata sviluppato da Giandomenico Zandenigo Rosolo, storico “cadorino” e da Marco Onida, Segretario Generale della Convenzione delle Alpi, con richiami all’importanza di un governo e di un’amministrazione, anche transnazionali, che affrontino seriamente la “sostenibilità” del territorio alpino. Federica Corrado e Valentina Porcellana, rispettivamente del Politecnico e dell’Università di Torino hanno messo in luce le relazioni tra antropologia e politica con un caso studio sul Cadore, evidenziando l’acceso dibattito tra sostenitori ed oppositori (in evidente maggioranza) alla realizzazione di un nuovo comprensorio sciistico su quel territorio. Roberto Franzini Tibaldeo della Scuola Superiore S. Anna di Studi e Perfezionamento di Pisa ha richiamato allaresponsabilità sociale per il paesaggio in un’era globalizzata.

 

 

Il tema della pianificazione del territorio delle Alpi è stato al centro di alcune relazioni: in “Comelicopedia: uno strumento per la decisione partecipata, informata e consapevole” Franco Alberti e Igor Jogan (Direzione Urbanistica e Paesaggio, Ufficio Progetti Europei, di Venezia) hanno presentato un contributo che si è proposto di rileggere questa nuova stagione della pianificazione territoriale e paesaggistica regionale, ponendo in rilievo le nuove attenzioni e disattenzioni verso il territorio alpino. Christian Smekal dell’Università di Innsbruck ha successivamente sviluppato il tema della formazione e della ricerca come fattori decisivi per lo sviluppo delle Alpi mentre il suo collega Roland Psenner ha messo in evidenza le criticità relative allo sfruttamento delle risorse idriche alpine, tra esigenze di produzione energetica e funzioni ecologiche.

 

Nella seconda sessione, dal titolo “Chi possiede le risorse delle Alpi? Controllo economico delle risorse e sostenibilità dei modelli di sviluppo”, sono state presentate alcune iniziative per la valorizzazione dei prodotti del territorio alpino “a favore” dell'ambiente (contributo di Davide Pettenella dell’Università di Padova) o per la conveniente integrazione “alpina”, favorita dal rafforzamento dei servizi, dell'occupazione e delle nuove forme dell’abitare (relazione di Alberto Di Gioia del Politecnico di Torino).

Nella medesima sessione è stato anche presentato il progetto “ProPast” finanziato dalla Regione Piemonte e coordinato dal Dipartimento Scienze Zootecniche dell’Università di Torino con l’obiettivo di far recuperare alle attività pastorali, realtà strategiche per il mantenimento di significative risorse del territorio alpino ma depresse da decenni, non solo la posizione economica, ma anche quella ecologica e culturale. Le indicazioni scaturite dal primo anno di indagini confermano le numerose criticità del settore ma anche la necessità di ridare al territorio pastorale delle Alpi un ruolo centrale.

Il turismo, tra  “seconde case” di montagna e rifugi alpini, è stato al centro delle successive relazioni, rispettivamente a cura di Andrea Macchiavelli dell’Università di Bergamo e di Giovanni Ferrazzi dell’Università di Milano, tra problematiche gestionali delle abitazioni di vacanza e iniziative di sostegno alla rete dei rifugi dell’arco alpino, per fornire indicazioni strategiche per un conveniente sviluppo economico.

Nella terza sessione “Le Alpi, per chi? Fruizione e sguardi sulla montagna: rappresentazioni, identità, scenari” si è passati a trattare argomenti di ordine antropologico e sociologico. Paolo Viazzo ordinario di Antropologia sociale all’Università di Torino ha illustrato i cosiddetti paradossi alpini, vecchi e nuovi, tra scelte di innovazione e creatività attraverso la perpetuazione di tradizioni, anche in relazione agli andamenti demografici di questi ultimi anni. Il tema dei  processi demografici e le relative conseguenze sulle Alpi italiane è anche stato trattato da Roland Löffler dell’Università di Innsbruck. Chiara Zanini (Università di Torino) ha parlato di memoria e strategie di conservazione del patrimonio culturale Walser con l’interrogativo “chiave”: i beneficiari sono i membri stessi della comunità o l’obiettivo è raggiungere gli esterni, principalmente turisti?  Successivamente Philippe Bourdeau dell’Université J. Fourier di  Grenoble ha trattato il tema residenzialità/turismo per la  realtà delle Alpi francesi, con gli aspetti più significativi e le molte contraddizioni rilevate. Giacomo Pettenati (Politecnico di Torino e Associazione Dislivelli) ha invece descritto interessanti esempi dei nuovi abitanti dei territori delle Alpi Occitane con riferimento a recenti realtà insediatesi nelle Valli Maira e Varaita, sulle Alpi occidentali.

L’antropologa Monica Argenta ha parlato di percezioni del paesaggio e delle risorse alpine: da un confronto di giovani generazioni, anche popolazioni immigrate (caraibiche) dimostrano,  attraverso le loro percezioni, il riconoscimento di valori legati alle Alpi in modo simile ai giovani locali. 

L’ultima sessione è stata dedicata al “patrimonio” dolomitico “tra ricchezza globale e reddito locale”. Alcuni siti dolomitici sono stati inseriti dal 2009 nel World Heritage List dell’Unesco e Cesare Lasen della Fondazione Dolomiti Unesco ha sottolineato che “non v’è dubbio che se la Natura, risultante anche dalle complesse vicende geologiche, ha contribuito a creare le condizioni per questa “unicità”, il lavoro dell’uomo, attraverso pratiche agrosilvopastorali tradizionali e consolidate nei secoli, ha concorso a creare paesaggi armonici di insuperabile fascino, decantati da artisti e poeti di tutto il mondo”. Anche Cesare Micheletti della medesima Fondazione fa rilevare le questioni aperte con numerosi spunti di riflessione, ad esempio, su come accrescere le capacità delle comunità locali, rinnovare il ruolo dei beni comuni e favorire la condivisione dei valori di un territorio “patrimonio” dell’umanità. Le relazioni finali di Mauro Varotto e di Lorena Rocca del Dipartimento di Geografia dell’Università di Padova (con Benedetta Castiglioni tra gli organizzatori di questo importante convegno), mettono tuttavia in evidenza, da un lato, i rischi dell’estremizzazione territoriale senza considerare i caratteri di mediazione quali la polifunzionalità che da millenni caratterizza la civiltà alpina e, dall’altro, la visione delle giovani generazioni attraverso i disegni elaborati di alcune scuole (per rispondere al quesito “Di chi sono le Alpi?”) con l’esclusione totale dall’immaginario del carattere agricolo e pastorale di questi territori. Negli elaborati premiati si va dal territorio alpino come “playground” con  impianti sportivi, eliski ed installazioni artefatte per lo svago, alla “wilderness” dove campeggiano animali selvatici e predatori, più o meno reali e più o meno locali (con orso e lupo in evidenza). Tutto questo viene rappresentato con lo sfondo di un paesaggio color rosso “dolomia” e verde “pascolo”, ahimè non abitato da pastori e animali “allevati”, senza richiami ai prodotti di quel territorio. Una risposta un po’ inquietante che viene dai più  giovani che, a modo loro, rispondono all’interrogativo base di questo convegno.

 

           

 

pagine visitate dal 21.11.08

Contatore sito counter customizable
View My Stats
commenti, informazioni? segnalazioni scrivi

 Creazione/Webmaster Michele Corti