Home

Mi presento

Attualità

Alpeggi

Ruralismo

Osterie

Foto

Link

 

Ruralpini 

Inforegioni

  

 

 

 

Attualità

Eventi

Commenti

Forum

Info per mese

Agosto

Luglio

Maggio-Giugno

Aprile

Marzo

Febbraio

Gennaio

Archivio

2008

 

 

(15.09.09)  

Danneggiata un'intera categoria per colpa di alcuni operatori che esercitano la pastorizia come attività extra affidando le greggi a personale non qualificato

 

La brucellosi, assente da 15 anni, riappare in un gregge alpeggiato in Val Cavargna (Co). I veri pastori insorgono.

 

Di fronte al riapparire della brucellosi, che rovina l'immagine della pastorizia e fornisce pretesti ai nemici della  transumanza, i pastori lombardi chiedono che l'esercizio della pastorizia professionale, con l'alpeggio e la transumanza, sia condizionato a precisi requisiti. In altri paesi ai pastori sono richieste professionalità e precisi requisiti, ma ha in cambio delle garanzie e agevolazioni per l'accesso ai pascoli e viene spesso invitato a pascolare nei Parchi. In Italia la pastorizia per quanto esercitata in modo professionale è considerata attività marginale e considerata sempre con sospetto. Non solo, ma molti Parchi applicano spesso ingiustificati divieti di pascolo, ma anche parecchi comuni cercano di impedire la presenza dei greggi transumanti . Uno dei motivi addotti per impedire il transito o la sosta dei greggi è che 'le pecore portano malattie'.

Si trattava di un argomento facilmente smontabile perché da parecchi anni i greggi lombardi sono indenni dalla Brucellosi, tanto che la Regione  è stata dichiarata ufficialmente indenne.

 

Va precisato che la Brucellosi che colpisce pecore e capre (altre forme colpiscono anche i bovini ed altre specie) è causata dal batterio Brucella melitensis.  Si tratta di una zoonosi, ovvero di una malattia  trasmissibile nell'uomo a seguito di contatto diretto o all'ingestione di latte e latticini freschi contaminati. Come tutte le zoonosi  pericolose per l'uomo viene combattuta mediante abbattimento dei capi infetti. La malattia è cosmopolita ma ha una maggiore prevalenza nel bacino del Mediteraneo.

Ora, purtroppo, si è verificato un nuovo caso. Lo scorso agosto un gregge di 1.000 pecore e 100 capre, che utilizzava pascoli in Val Cavargna (Co), è risultato infetto da brucellosi ed avviato al macello a Lodi non senza incresciose vicende (come la 'sparizione' si venti capi già sequestrati ritrovati dai carabinieri al pascolo nella zona collinare). Il proprietario (un ristoratore di Parabiago, Mi) e i responsabili del trasporto sono stati denunciati con le accuse di ricettazione, omessa custodia, false dichiarazioni e rischio di epidemia.  Si tratta di elementi che praticano grandi compravendite di animali e che sono stati scacciati dal Piemonte (Pragelato) dove si recavano per il pascolo estivo sino al 2003 per storie di danneggiamenti ai rimboschimenti e di operai extracomuinitari non in regola (per non parlare di prepotenze contro i 'colleghi'  per allargare l'area di pascolo 'vagante' invernale.

 

In ogni caso, senza guardare per il sottile  si sono rinfocolate le polemiche (anche da parte di amministratori pubblici) contro 'l'affitto dei pascoli ai foresti'.  Ma si tratta di polemiche strumentali. Un esame di coscienza dovrebbero farlo anche i comuni che, per lucrare su canoni di affitto più elevati, sono disponibili a ciudere un occhio (o forse due) sui requisiti degli imprenditori che si propongono per la conduzione dei pascoli. Di qui casi di alpeggi sottocaricati.  Si tratta di aziende di pianura che, per lucrare sui contributi o per rientrare nei parametri di carico zooectcnico aziendale, praticano l'alpeggio 'sulla carta, caricando magari qualche bestia da carne. Ecco come muoiono gli alpeggi! Senza carico adeguato, con animali da carne non custoditi che utilizzano male il pascolo (sostando spesso e volentieri in prossimità dei punti di abbeverata), con piccoli greggi ovicaprini 'allo sbando' che praticano il 'pascolo di rapina'.

 

E' evidente che c'è 'foresto' e 'foresto'. Che la priorità vada data agli allevatori residenti nessuno lo mette in discussione, ma - prima ancora - bisogna garantire il carico di bestiame adeguato alla buona gestione del pascolo e dare la priorità agli allevatori che praticano forme di pascolo turnato (bovini da latte) o guidato e custodito (i pastori transumanti). Se c'è un operatore che conosce al meglio il mestier di 'mangiare' le montagne (utilizzare con il pascolo il foraggio d'alpeggio) è proprio il pastore transumante professionale. E' lui il primo che ha interesse ad utilizzare bene il pascolo, a 'riempire' di erba la pancia delle sue pecore. La sua professionalità consiste nel regolare la tempistica del pascolo, per evitare che l'erba non utilizzata in tempo diventi precocemente matura.

 

Va da sè che il vero pastore o è con il gregge o lo affida a un socio o ad aiutante fidato e competente, non a pastori extracomunitari improvvisati. Il personale non qualificato può svolgere una funzione ausiliaria (un grosso gregge non lo si fa 'girare' da soli anche se si dispone di buoni  cani).

Sulla base di queste considerazioni i veri pastori transumanti che praticano l'attività da generazioni e che la svolgono a titolo principale, riuniti nell'Associazione Pastori Lombardi, di fronte al grave caso di infezione di Brucellosi verificatosi sostengono quanto segue:

 

·    che ai proprietari dei greggi in cui si riscontrano casi di malattie pericolose per il loro carattere epidemico o per la trasmissibilità all'uomo non vengano riconosciuti indennizzi in presenza di comportamenti in contrasto con buone norme di prudenza (compravendite di animali);

 

·    che la qualifica di pastore transumante sia riconosciuta ufficialmente e limitatamente ad operatori con comprovata esperienza e capacità restringendo l'esercizio del pascolo 'vagante' e del trasferimento in alpeggio da lunghe distanze da parte di operatori privi di adeguata professionalità e di personale qualificato e agevolando, al contrario, l'accesso dei veri pastori anche in aree protette laddove l'esercizio del pascolo non contrasti con altre finalità ;

 

·    che ai pastori transumanti riconosciuti, in grado di assicurare adeguato carico di bestiame e adeguata custodia venga concessa - in assenza di domande da parte di caricatori in grado di assicurare un adeguato carico con bovini e caprini da latte e di utilizzare i laboratori per la produzione casearia eventualmente presenti - la priorità nell'affitto degli alpeggi.

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

counter customizable

View My Stats
commenti, informazioni? segnalazioni scrivi

Registra il tuo sito nei motori di ricerca

 Creazione/Webmaster Michele Corti