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(08.01.14) Dalle Terre Alte un no a questa Europa

"Abbiamo bisogno di risorse per i bimbi, per le strade e l'Europa finanzia i lupi". E' una condanna senza appello dell'Europa della tecnocrazia quella di Alte Terre, associazione di Cuneo. Ma non basta denunciare; occorre un'azione politica unitaria.  E per l'occasione delle prossime europee si potrebbe ripetere il "miracolo del '79" che vide l'unità di un largo fronte minoranze e di gruppi autonomisti  leggi tutto

 

(03.09.13)  In difesa delle Terre Alte

Quest'anno Amamont organizza il suo evento annuale nelle valli Maira e Grana all'estremo occidente alpino, incontrando due associazioni che condividono il tema sociale. delle Terre Alte. Un'occasione per riprendere il filo di un percorso che si snoda nelle Alpi dai tempi dell Carta di Chivasso, che viene riproposto anche in forma transfrontaliera e che punta a un nuovo patto tra piano e monte leggi tutto

 

(20.08.13) La rinascita delle comunità locali una risposta strategica alla crisi

Il sociologo territorialista De La Pierre, attento ai temi della rinascita comunitaria e della progettualità locale autosostenibile, invidua nella profonda crisi presente, una straordinaria opportunità di rinascita comunitaria. De La Pierre rintraccia un filo comune in quanto sta avvenendo nei borghi già abbandonati dell'Appennino, in Brasile, nella Grecia che rinasce quando la crisi sembra disperata, in una inedita Lombardia  leggi tutto

 

(03.02.12) Montagna: crisi e recupero di autogoverno

Pubblichiamo gli interventi del Seminario di Milano del 10 dicembre su: "La Montagna di fronte alla crisi". Uno spunto per un dibattito aperto che vuole arrivare alla definizione di una "Carta per l'autogoverno della montagna" da presentare a Sondrio in un convegno da tenersi entro la primavera di quest'anno. Oltre a commentare ogni intervento online i lettori possono inviare loro contributi ai temi del dibattito aperto. leggi tutto

 

(11.12.11) Milano. Parte una iniziativa politico-culturale per le Terre alte

Si è svolto ieri presso l'Associazione consiglieri (al Pirelli) un seminario coordinato da Robi Ronza su: "La montagna di fronte alla crisi!". Partito da una proposta di Quaderni Valtellinesi (Dario Benetti) e Ruralpini (Michele Corti) il seminario era stato preparato con un incontro cui hanno partecipato anche Ronza (Confronti), Mariano Allocco (Patto per le Alpi piemontesi) e Giancarlo Maculotti (Incontri TraMontani).  Ora si avvia una fase di serrata discussione e confronto (via internet) per arrivare a un Manifesto/Carta dell'autogoverno delle Terre alte e a un convegno a Sondrio, città al centro delle Alpi. Con lo scopo dichiarato di dare espressione politica (ma non c'entrano i partiti tradizionali) a quel fiume carsico dell'autonomia e libertà alpina che prese origine con la Carta di Chivasso ('44) e proseguì con quelle di Sondrio ('86) e di Coumboscuro ('87) e, più di recente ('06), con il Patto per le Alpi piemontesi. Con l'idea di passare dalle "Carte" all'azione.  leggi tutto

 

(28.05.11) Ricominciare dalla montagna?

Il titolo del saggio di Gianfranco Miglio (1978) è quanto mai attuale. Mai come oggi la montagna è a un bivio. Può ispirare al resto della società modelli utili a ripensare la gestione dello spazio, delle risorse, comprese quelle umane o può essere cancellata come realtà sociale. E ridotta ad un 'supporto fisico' colonizzato materialmente e simbolicamente dalla civiltà megapolitana. In vista di un 'ripensamento complessivo' della realtà della montagna è utile ripercorrere le tappe della presa di consapevolezza della realtà delle Terre alte. Una di queste è rappresentata indubbiamente dal convegno di Sondrio dell'aprile 1986 (foto) nel cui ambito venne redatta la 'Carta di Sondrio' che ripubblichiamo in vista di nuove iniziative.

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(24.05.11) Meno stato più comunità nelle Terre alte

Dalle scuole parentali agli alberghi 'informali' delle 'donne di montagna', ai gruppi di consumo arrivano segnali della volontà delle terre alte alpine di voler tornare a gestirsi sulla base delle mai sopite tradizioni di gestione comunitaria. Lo stato, la burocratizzazione e istituzionalizzazione di ogni aspetto della vita economica e sociale, devono fare un passo indietro. E le terre alte diventeranno un modello vitale.  leggi tutto

 

(13.02.11) La cultura urbanocentrica svuota la montagna

 Riportiamo l'articolo di Tarcisio Cima pubblicato dal "Giornale del popolo" il 21 gennaio 2011 con il titolo 'La montagna svuotata' Il Canton Ticino gode larga autonomia ed ha un territorio al 100% montano. Eppure si 'pensa' come un'area urbana e la tendenza è a dimenticare che le Alpi hanno bisogno di città ma che il  ruolo di queste ultime può rafforzarsi proprio in quanto città alpine  leggi tutto

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(17.02.14) Dove vanno i fondi della Regione Piemonte per iniziative finalizzate alla valorizzazione e salvaguardia del territorio, delle tradizioni e culture locali e di promozione all’occupazione?

 

Terre Alte prese in giro

Dove fanno i fondi in Piemonte?

 

di Michele Corti

 

Anche se, dati i tempi, si corre il rischio di sparare sulla Croce Rossa può essere utile andare a vedere come la Regione Piemonte "Fondo per la montagna" ha elargito i "contributi per lo sviluppo delle Terre Alte e la salvaguardia delle loro culture e tradizioni"

I media preferiscono soffermarsi sulle mutande e le miserie dei rimoborsi perché parlare di criteri dalla spesa regionale troppo spesso attenti alla spartizione e a compensare gli amici o comunque chi è capace di attirare l'interesse dei politici, ma disattenti ai bisogni dei territori e al sostegno delle forze sociali vive.  Sono criteri  "trasversali". Riguardano le vecchie e le "nuove" forze politiche: la destra, il centro e la sinistra.

Chi sta per lasciare la guida della regione e chi si assume a riprenderla e a rinfrescare consolidate posizioni di potere. Va da sè che quello che succede in Piemonte trova riscontro in regioni vicine e meno vicine. Parliamo del Piemonte per due motivi: 1) perché, a differenza di altre regioni ha un Assessorato alla montagna e ci tiene a dimostrarsi sollecito verso le Terre Alte; 2) perché nel casodell'assessore alla montagna siamo di fronte ad un politico che ... ha finanziato sé stesso con grande sensibilità per il "conflitto di interesse".

L'assessore annuncia il piano dei riparti dei fondi per le Terre Alte

“L'obiettivo - dichiarava l'assessore regionale all’economia montana Gian Luca Vignale – è di promuovere una politica di sostegno alle attività e alle iniziative in grado di valorizzare le tante risorse della montagna e contemporaneamente lavorare in sinergia con Comuni, Comunità montane e Associazioni. In particolare le misure finanziate vogliono attirare l’interesse dei giovani verso la montagna, dando al contempo nuovo impulso alle tante attività sportive, economiche, turistiche, enogastronomiche e culturali  presenti nei territori montani”. Belle parole. Come al solito. La realtà è, come vedremo subito, più prosaica, anzi squalliduccia.

Come diceva Vignale le attività capaci di fornire nuovo impulso allo sviluppo delle Terre Alte sono tante. Tantissime. E visto che i fondi sono quelli che sono andrebbero selezionate quelle in grado di promuovere modelli virtuosi in grado di raccordare tra loro valenze culturali, turistiche, e gastronomiche. Che senso ha promuovere il modello del turismo della neve ormai più che maturo? Un modello che implica - a differenza delle nuove forme di turismo rurale- pesanti investimenti, cementificazione, concentrazione di flussi e presenze turistiche, scarsissima integrazione con la dimensione culturale.

Sempre neve (altro che Terre Alte)

Eppure tra gli interventi a favore delle Terre Alte troviamo che 37.000 euro sono stati assegnati al Cus per un progetto di interazione tra la scuola, la pratica degli sport invernali e il mondo della montagna. Con la scusa di "avvicinare i govani alla montagna" (ma non funziona meglio in estate?) si giustificano i fondi con il "sostegno dell’economia montana nel suo insieme (imprese di risalita e gestori di anelli di fondo, albergatori, ristoraratori, associazioni culturali, guide alpine, etc.)".

Ancora una volta, va sottolineato che il turismo legato allo sci è quello che ha creato località artificiali, violentando paesaggio e culture locali e concentrando risorse e sottraendole alle aree prive di impianti sciistici ma caratterizzare da valenze naturalistiche e culturali.  A conferma di una linea che con le Terre Alpe c'entra poco ma che punta a sostenere gli interessi dell'industria della neve sono stati stanziati altri 30.000 euro per azioni di promozione del sistema neve piemontese, con particolare attenzione agli strumenti di comunicazione multimediale quali l’implementazione e la redazione sito web "Piemonteneve.com", oltre che la creazione di App per dispositivi mobili. E se non bastasse: " Sono stati anche destinati contributi al Comune di Traversella e al Comune di Groscavallo diciassette mila euro di contributi per la messa in sicurezza del comprensorio sciistico di Palit e della Pista di Fondo “8 Villaggi”.

Veniamo poi all'automantenimento dell'apparato istituzionale parassitario: " Per meglio definire delle linee strategiche e gli ambiti di intervento del Programma europeo Leader 2014/2020 e assistere i GAL piemontesi nelle azioni finalizzate alla chiusura del periodo di programmazione ed alla costituzione dei partnernariati locali sono stati assegnati contributi all’associazione Assoleader" (organismo di rappresentanza dei progetti Leader locali). Sempre a favore di strutture che consentono ai politicanti (in piena attività e in disarmo) di sbarcare il lunario altri 45.000€ di contributo istituzionale all’Uncem Piemonte.

Per le Terre Alte?

Poi ci sono 38.000 € euro per il finanziamento del secondo festival di PiemontedalVivo, un circuito di eventi culturali, spettacoli, concerti che riguarda solo in piccola parte le Terre Alte e in massima parte circuiti che coinvolgono il pubblico cittadino, quel ceto intellettuale che la sinistra (ma anche la destra) "si tiene buono". Tra le tante iniziative spot che beneficiano non già le Terre Alte ma in questo caso i fortunati che si sono fatti pagare le loro iniziative (e i loro banchetti): € 3.000 al Museo del Gusto di Frossasco per la realizzazione di uno spettacolo con banchetto a conclusione di un laboratorio teatrale franco-italiano al Colle del Moncenisio.

Dulcis in fundo uno stanziamento di € 17.000 all’Associazione  Rete di Cultura Popolare come contributo per la realizzazione dell’Archivio della cultura popolare. L'Associazione in questione nasce nell'ambito del Festival delle Provincie (quindi istituzionale). Patrocina un'idea di "cutura popolare" tra il folklore e una "integrazione di culture" che si traduce nel declinare al popolare le iniziative dove si fa folklore napoletano e calabrese (a Torino). L'Archivio della cultura popolare promosso dalla Rete è un insieme eterogeneo di pubblicazioni, iniziative testimoni locali dei cultura popolare che sfiora appena le Terre Alte.  Le perplessità su questa voce di spesa lasciano il posto ad altre considerazioni quando si constata che il direttivo dell'associaizone è composto da: Città di Torino – Maurizio Braccialarghi, Regione Piemonte – Gian Luca Vignale - AICS – Ezio Dema -Associazione Teatro delle Forme – Valter Giuliano- Provincia di Sassari – Alessandra Giudici.  Vignale ha finanziato sè stesso. Normale in Piemonte e in Italia ma non per questo meno scandaloso. E offensivo per le tante iniziative, sostenute in larghissima misura dal volontariato che vengono promosse nelle Terre Alte e le tengono vive ma che quando chiedono modesti sostegni alle istituzioni si sentono ripetere che: "non ci sono più soldi".

 

 

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