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(12.12.13) Giovani che si inseriscono in montagna

La crisi economica ma anche la voglia di tornare a una vita più autentica spingono tanti giovani a cercare lavoro in agricolatura, anche in montagna. Le difficoltà di inserimento, però, sono enormi: mancanza di esperienze pratiche, mancanza di iniziative di formazione-lavoro adatte alla realtà di montagna. Ma quelcuno ce la fa.  leggi tutto

 

(28.03.10) Continua l'esperienza di 'ragazzi in alpeggio'

Ruralpini e Lavoroinalpeggio anche quest'anno promuovono l'incontro di 'domanda' e di 'offerta' con riguardo al lavoro e al volontariato in alpeggio Con la nostra iniziativa ci proponiamo di fornire un aiuto concreto agli alpeggiatori  ma anche occasioni per  esperienze di vita e di lavoro per i giovani. Al 18 marzo erano 64 i candidati. Ne tracciamo un identikit provvisorio per capire chi sono queste 'nuove leve' dell'alpeggio.   leggi tutto

 

 

 

Da "Camosci bianchi"

L'esperienza del margaro un anno dopo

 

Corriere della Sera

Cerco lavoro in alpeggio. Boom di richieste sul web

 

Da "La Stampa"

Cambia la popolazione degli alpeggi. I pascoli sono ora un'opportunità di lavoro

 

Da "La Stampa"

L'alpeggio è un best seller

 

Da "Eco di Bergamo"

Ragazzi in alpeggio: tre mesi lontano dalla televisione

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(21.01.14) Pubblichiamo il comunicato stampa diffuso oggi da Ruralpini sul boom di richieste di lavoro, "aiuto" ed esperienze alla pari in alpeggio. Indispensabile mettere in piedi un "alpeggio scuola"

 

La montagna ha bisogno di giovani e i giovani hanno bisogno di lavoro (ma vanno formati in modo pratico)

 

di Michele Corti

 

L'appello agli sponsor privati e pubblici è chiaro: "aiutateci a mette in piedi un alpeggio "nave-scuola". Ci sono tanti alpeggi che si prestano a fare da "scuola pratica". Bisogna consentire ai tanti ragazzi che vogliono fare esperienza d'alpeggio, (sia per inserirsi professionalmente nel mondo dell'allevamento in montagna, sia  per fare un'esperienza di vita), di ricevere i "primi rudimenti" in un contesto adatto. Si deve consentire loro di poter verificare se l'idea dell'alpeggio che hanno in testa non sia un po' idealizzata, se ce la fanno ad alzarsi alle cinque del mattino e - quando serve - a lavorare sino alle dieci di sera con poche pause.

Servono un alpeggio con possibilità di alloggio per gruppi di ragazzi. Il "corso", infatti,  dovrebbe durare almeno un mese se non tutta la stagione (in funzione di quello che di intende imparare). Serve la disponibilità e la passione di pastori e casari in pensione o ritiratisi ma ancora in grado di seguire l'addestramento degli apprendisti.

Una proposta di questo tipo deriva dalla constatazione che alla prova dell'alpeggio i criteri formativi convenzionali vanno in crisi. La trasmissione efficace qui avviene ancora con l' "imparar facendo" con l'affiancamento pratico, con l'osservare i gesti e carpire, senza tante parole, i trucchi del mestiere. Nel provare e riprovare.

 

 

 

Boom di richieste di lavoro in alpeggio

Ma serve una "nave scuola"

 

Comunicato stampa

(www.ruralpini.it)

 


In tutto il 2013 il sito Ruralpini.it ha ricevuto (comprese domande transitate dal sito amamont) 110 richieste da ragazzi e ragazze  (a volte minorenni, a volte cinquantenni) desiderosi di avvicinarsi alla vita d'alpeggio. Quest'anno al 20 gennaio 2014 siamo già a 51 richieste (http://www.ruralpini.it/Alpeggi-lavoro-cercano.html). Un boom non solo di domanda di "lavoro in agricoltura" in generale, ma anche di lavoro in montagna. E' così vero allora che i ragazzi scansano il lavoro manuale? Che solo gli stranieri sono disponibili per molti lavori? Parrebbe proprio di no.

Dal 2009 l'Associazione transfrontaliera Amamont (Amici degli alpeggi e della montagna www.amamont.eu) con la collaborazione del sito Ruralpini (www.ruralpini.it) di Michele Corti e del blog "Pascolo vagante" (pascolovagante.wordpress.com) di Marzia Verona, ha avviato un servizio di "bacheca virtuale" per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e "aiuto"  in alpeggio.

Al di là del facilitare la collocazione di personale già esperto ("i pastori" professionisti) questo servizio mirava (e mira tutt'ora) a consentire a ragazzi (più o meno giovani) di rendersi utili svolgendo quelle attività che un tempo erano appannaggio di giovanissimi "pastorelli". Una mano in più - anche se non esperta - può alleggerire il duro lavoro degli alpeggiatori che si districa in molte operazioni giornaliere di mungitura, cura degli animali, recinzione di pascolo, caseificazione, vendita diretta, trasporti, manutenzioni ...

Alcuni dei ragazzi che così si inseriscono nel mondo dell'alpeggio imparano a mungere, a fare il formaggio e possono rappresentare "nuove leve" per un'attività che è in netta ripresa (anche se non mancano difficoltà e contraddizioni). Attraverso la "scuola dell'alpe" poi alcuni giovani possono trovare un inserimento permanente in aziende di montagna o creare essi stessi nuove piccole aziende.


Il grosso ostacolo che ha incontrato l'esperienza dei "Ragazzi in alpeggio", proposta sin dalla stagione 2009, è consistito nella totale mancanza di esperienza, ma anche di manualità e senso pratico, di molti (troppi)  ragazzi usciti dalle scuole e vissuti lontano dall'esperienza agricola (e del lavoro manuale in generale).

L'addestramento anche minimo di questi ragazzi porta via del tempo prezioso che gli alpeggiatori non sono in grado di dedicare. Così, dei molti ragazzi interessati, solo pochi hanno potuto fare esperienza (accolti da un limitato numero di aziende strutturate in modo particolare). E altrettanto pochi hanno potuto inserirsi in quanto già con esperienze alle spalle.
Peccato, perché la montagna ha bisogno di giovani e i giovani hanno bisogno di lavoro. Perché solo con il ricambio interno per linea famigliare la montagna non si tiene in piedi (in senso sociale e fisico).


Quest'anno, come accennato, vi è un boom di richieste. Perché questo incremento? In parte dipende dall'aver aperto anche  una pagina Facebook ("ragazzi che vogliono lavorare in montagna"), in parte perché i media continuano a trasmettere il messaggio che: "solo l'agricoltura da lavoro ai giovani". Un messaggio a volte un po' fuorviante, ma che fa presa.

Al di là dei fattori contingenti vi è una pesante realtà di disoccupazione,  giovanile ma non solo, che non accenna a miglioramento. Vi è anche - e questo è il lato positivo -  un crescente desiderio di cambiare stile di vita, un rigetto per un modo di vivere troppo artificioso, per l'industrialismo e il consumismo, il tempo speso al pc. Sono potenzialità umane che non dovrebbero andare sprecate.

A fronte di tutte le richieste in arrivo diventa però sempre più pressante l'esigenza di allestire una "scuola pratica" di montagna, allestita in un contesto in cui i maestri (pastori e casari esperti) possano dedicare una parte importante del tempo agli apprendisti. La selezione attraverso un'esperienza formativa di questo tipo (con pochissima teoria, molta pratica) può consentire di "scremare" chi si avvicina alla realtà della montagna spinto solo o principalmente da motivazioni un po' romantiche e modaiole, motivazioni che non reggono al primo impatto con i ritmi severi della vita in alpe (la sveglia è molto anticipata rispetto alla caserma tanto per cominciare).

Il vantaggio di questa "nave scuola" ("alpeggio scuola") - per il quale si è alla ricerca di sponsor pubblici e privati - consisterebbe nel poter segnalare agli alpeggiatori ragazzi che hanno già appreso i rudimenti e che hanno superato l'impatto con la vita dell'alpeggio reale  (diversa da quella dell'alpeggio visitato in giornate di sole da turisti). Un vantaggio sostanziale che "fluidificherebbe" di molto l'incontro di domande e offerte. L'appello è lanciato.


Milano 21 gennaio 2014

 

 

 

 

 

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