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2008

 

Cultura della 'convivenza con il lupo': pastori cuneesi del XV secolo armati di lance e di cagnacci spaventosi (muniti di collari anti-lupo irti di aculei di ferro) Ma c'erano in giro turisti nel XV secolo?.

I pastori vogliono cagnetti intelligenti agili e non pericolosi per l'uomo, capaci di guidare il gregge, non dei cagnacci aggressivi come i verdi vorrebbero imporre loro

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(29.08.09)  In Svizzera, Francia, Scandinavia la pastorizia è tutelata anche con misure di controllo delle popolazioni di lupi. In Italia si difende solo il lupo e il pastore è vittima di una cultura urbanocentrica  che perpetua il disprezzo per la ruralità travestito da ecoanimalismo

 

 Il WWF getta la maschera: no ad aiutare i pastori a sorvegliare le greggi

 

La Coldiretti in Piemonte finalmente parla chiaro (con toni quasi ruralpini) e denuncia che è in pericolo la stressa presenza dell'uomo in montagna. Quanto al lupo propone che i volontari diano una mano ai pastori per sorvegliare le greggi. Il WWF risponde picche: "soluzione qualunquista ed inutile". L'Enpa si abbandona a farneticazioni anti-caccia.

 

di Michele Corti

 

Nelle vallate cuneesi la convivenza con i lupi si fa sempre più difficile per i ripetuti attacchi registrati agli allevamenti. Finalmente la Coldiretti si sveglia e giudica la situazione “insostenibile dal punto di vista agricolo e ambientale ma anche per la stessa presenza dell’uomo nelle montagne”. Era ora che la maggiore organizzazione agricola cominciasse a dire 'qualcosa di rurale' in materia di fauna selvatica, luci, orsi, cervi, cinghiali e compagnia brutta. I pastori sostengono che l'attenzione della Coldiretti si è desta solo perché negli ultimi tempi la predazione da parte dei lupi ha cominciato a colpire i bovini (giovani). Rispetto ai pastori, i margari (gli allevatori bovini in genere), si sa, sono più tutelati politicamente...

Ma veniamo allo sfondo nel quale la vicenda si è sviluppata e va letta. E' noto che da tempo circolano posizioni politiche in favore della creazione di un grande 'Parco del lupo'. I sostenitori di questa tesi - per ora non proclamata troppo apertamente - sono dei tecnocrati che sostengono che 'costa troppo' mantenere i servizi sociali in montagna, che l'agricoltura di montagna è una 'palla al piede'.  Per loro i valori sociali, culturali, identitari, ambientali non contano nulla. La loro razionalità è qualla che premia come efficienti i sistemi industriali che inquinano il pianeta, fanno avanzare i deserti,  deforestano l'Amazzonia, esauriscono le risorse naturali e distruggono il capitale sociale. I verdi sono il loro alibi e i loro alleati migliori (del resto li sponsorizza l'industria). Ai verdi dell'ambiente e degli ecosistemi non importa un fico secco. La loro è una ideologia che, come tutte le ideologie, di ecologico non ha un bel nulla. Al WWF importano solo le sue categorie metafisiche di wilderness: il Predatore, il Cervo. Un Teatro, non la rete della vita. Il WWF inorridisce se un cervo, nei parchi dove sono in eccesso, viene sparato da un cacciatore. Per loro conta la 'profanazione' da parte dell' 'empio cacciatore' del sacro 'santuario' della Natura. I cervi questa primavera morivano di fame nel Parco dello Stelvio; scendevano nei villaggi. Si lasciavano pasturare (in modo inidoneo, peggiorando così le loro condizioni) o prendere a calci dai monelli. Sono morti senza dignità nella sofferenza disseminando le montagne di carcasse in decomposizione. A loro va bene così. Basta rispettare l'Idea la Forma di Parco, di Selvatico. Di reali equilibri ecologici a loro non importa nulla (vagli a dire che la catena pastore-pecora-scarabei-graminacee-uccelli è molto più biodiversa della catena col lupo, se ne impipano!).   Conta il Lupo, l'Orso, l'Acquila, il Cervo tutti animali che fanno parte di un universo culturale e simbolico, che suscitano emozioni, che fanno 'cassetta'.

Il lupo diventa un tabù, una pura costruzione sociale. E' la specie da superproteggere, per definizione, non importa che impatti abbia sul territorio. In Svizzera, Francia, Scandinavia quando la pressione sulla pastorizia è insostenibile il predatore diviene oggetto di controllo. In modo molto selettivo al lupo si spara. In Italia non si può, per il fatto che destra e sinistra sono impregnate di retaggi di cultura razzista antirurale dove il pastore e la pastorizia stanno all'ultimo gradino della scala della dignità umana. Come per i codici aristocratici del medioevo la vita della 'fiera' conta più di quella del villano.

Sono centinaia e centinaia i capi di bestiame predati dal lupo nelle valli piemontesi, ma guai a osare a parlare di una 'difesa attiva'. La ricetta del WWF è: cani da guardiania e recinti elettrici. In perfetta cattiva fede il WWF e i suoi esperti (gente che becca finanziamenti di ricerca e fa carriera grazie al ruolo di legittimazione scientista dell'ambientalismo urbano) sostengono che questa è la panacea. Sanno benissimo che le reti non si possono usare ovunque e sanno ancor meglio che i cagnacci da guardiania (mastini abruzzesi) non possono essere impiegati dai pastori transumanti per la difficoltà di controllare una muta di questi 'cuccioletti'. In Francia diversi comuni hanno emanato ordinanze per evitare che i cagnacci da guardia dei pastori (di quei pastori che li hanno stupidamente adottati) transitino per i loro territori. Nello stesso Piemonte i pastori consapevoli che i cagnacci non risolvono il problema hanno decretato l'ostracismo per gli incauti colleghi che hanno accettato i 'cani del WWF'. Ovviamente il WWF sa tutto. Spera che i pastori 'mollino' e la montgana diventi la loro 'riserva signorile'. Roba loro.

A questo punto la Coldiretti ha fatto benissimo a sollevare il problema di quelle che sono state demenzialmente definite dai detrattori le 'ronde antilupo'. Finalmente ha avuto il coraggio di parlare chiaro: 'La sicurezza nelle aree rurali - è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali fino di oltre 150 chili di peso che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le persone e le cose. Non è più solo una questione di risarcimenti dei danni, che pur ammontano a milioni di euro, ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne'. Oh!

Ma i signorini pseudoambientalisti (che non vogliono che si parli nemmeno per scherzo di 'contenere' i lupi) perché non dimostrano la loro buona volontà,aiutando come volontari i pastori a sorvegliare le greggi? Giammai! Per i signorini verdi di città  il 'valore di esistenza' del lupo è indiscutibile, un bene 'non disponibile'. Ma trattasi di un 'valore di esistenza',  per chi se ne sta all'asciutto in un bel letto caldo menre di notte a 2.000 metri il pastore - paria sociale - dovrebbe secondo loro stare da solo e disarmato sotto l'acqua e la tempesta a sorvegliare il suo gregge.

Quale sia la cultura del WWF lo esprime bene la loro risposta alla Coldiretti “le ronde proposte dalla Coldiretti contro i lupi non sono la soluzione” , sono 'qualunquiste' (!?) ma bisogna invece “recuperare le conoscenze e l’approccio all’allevamento che si sono abbandonate con l’estinzione del lupo nel secolo scorso”.  Che faccia di bronzo! La colpa della predazione è dei pastori!

Ma i pastori nei secoli passati avevano lo schioppo e costruivano le luere (trappolone dove il lupo finiva dentro e, senza scampo, veniva fatto fuori). Quella era la 'cultura della convivenza con il lupo'. Vi va bene tornare a questa cultura?

Anche gli animalisti sono intervenuti per respingere le 'ronde'. Qui siamo nel campo della sociopsichiatria. Leggete di seguito: ll lupo è un agnellino (l'avranno forse convertito al vegetarianesimo?), se diventa cattivo la colpa è .... dei cacciatori dipinti come psicopatici sanguinari che, in mancanza di altre prede, anelano alla 'caccia al lupo'.  

Di seguito le posizioni dell'Enpa riportate dal Corriere della Sera: Speravamo fossero davvero finiti i tempi del “lupo cattivo” e della persecuzione che lo ha portato sull’orlo dell’estinzione, nel nostro Paese ne sono tuttora presenti solo alcune centinaia, ma c’è chi ancora oggi sembra seguire vecchie logiche, inaccettabili e contrarie alla legge. A questa campagna, purtroppo, sembrano ascriversi anche i rappresentanti della Coldiretti con la bizzarra idea delle “ronde anti-lupo”. Chiediamo chiarezza e senso di responsabilità». Prima di “gridare al lupo, al lupo” è assolutamente necessario non soltanto monitorare l’attività predatoria dei lupi ma anche comprendere le cause che spingono questi animali, di solito schivi, a interferire con le attività umane. «Le incursioni dei lupi – spiega Marco Bravi, responsabile Enpa di Cuneo - sono causate proprio dall’uomo, colpevole di aver alterato l’equilibrio biologico e impoverito il loro ecosistema. Responsabili sono anche i cacciatori che con la loro attività venatoria sottraggono loro le prede naturali, aggravando così la difficile situazione determinata dai rigori del passato inverno. Non vorremmo inoltre che qualcuno avesse la tentazione di rimpinguare i carnieri impoveriti dallo sterminio della fauna cacciabile».. «Se qualcuno nutre pulsioni sanguinarie se le faccia passare – dice ancora l’Enpa in un comunicato -. Il lupo è una specie-simbolo del nostro Paese, che, ridotta all’estinzione, è stata recuperata solo a grande fatica e, come tale, va particolarmente tutelata».

Ma come si fa a discutere con gente così? Almeno, però, gli animalisti hanno un pregio: dire quello che pensano, che l'uomo è cattivo e dovrebbe 'togliersi di mezzo' per non disturbare gli animali.

 

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

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