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Galan si scopre animalista e si erge a paladino di M5,

l'orso serial killer di asini che sta seminando la paura nella montagna veneta

 

di Michele Corti

 

Galan sposa le tesi dei sostenitori della diffusione degli orsi: escuse a priori le misure di rimozione (pur previste da un protocollo di gestione del plantigrado super garantista nei confronti del plantigrado) il neoministro sostiene che la convivenza è facile e possibile.  

 

La conferma che Galan al dicastero dell'agricoltura non rappresenti un paladino degli agricoli, dei rurali, dei montanari è arrivata subito, netta e senza possibilità di fraintendimenti. Galan che all'agricoltura c'è andato solo in forza di uno scambio di poltrone  aveva cominciato a chiarire che, rispetto agli Ogm, lui è più possibilista di Zaia.  Poi è venuto l'orso. Con un comunicato stampa, emanato in vista del prossimo vertice di Asiago sull'emergenza M5 (l'orso 'problematico' che impazza nella montagna veneta) ha fatto capire che lui la pensa come gli ambientalisti e animalisti di città.

Da bravo uomo di Publitalia sa bene che nel marketing del consumismo politico si 'pesca' meglio facendo leva sulle facili emozioni pseudo ecologicghe e pseudo zoofile del pubblico di città, quello che la 'natura' la conosce stando in pantofole a guardare i caramellosi documentari TV.

Il Galan-pensiero in materia è stato esternato in un comunicato ministeriale (datato 14 maggio) che riportiamo in fondo a questa pagina. Un comunicato accolto con giubilo da WWF e Legambiente.

 

Affermazioni  intrise di ideologia

 

Uscito in coincidenza delle ultime 'imprese' di M5 (che si è confermato un vero serial-killer di equini) il comunicato di Galan non ha potuto che apparire come una presa di posizione molto ideologica e stridente con la realtà.

Ideologica perché il grido di dolore 'nessuno tocchi l'orso' è del tutto fuori luogo dal momento che il plantigrado è protetto da regole supergarantiste a suo favore (il PACOBACE di cui abbiamo già parlato in più articoli su Ruralpini) . Regole, però, che prevedono in caso di forte problematicità la 'rimozione' del soggetto troppo 'esuberante'. Ma Galan dice di no. Giammai, l'orso deve restare libero. Costi quel che costi. Se non è ideologia e demagogia questa ....

Sono infatti ormai 14 gli asini sbranati da M5 in 6 comuni diversi. A pochi metri dalle case, a fianco di trade trafficate. Apparentemente spaventato da urla, sirene, cani, pallottole di gomma poi torna, bel bello, a finire con calma le sue prede. Una sfida spavalda che dovrebbe indurre a non indugiare a 'rimuovere' il soggetto prima che combini danni peggiori. Più gli si lascia fare i suoi comodi, più diventa pericoloso.

La strage, con tanto di passeggiate notturne per le vie dei paesi, e un girovagare che si fa beffa di previsioni, gps, radiotraspittenti auricolari, va avanti da  due mesi. Tanto dura l'assedio del predatore ai piccoli centri della montagna veneta. Per la bestiaccia il pollame è solo uno 'stuzzichino', punta al quadrupede, all'asino e alle cavalle. Una vera fissazione.

Due cavalle hanno abortito e una terza è morta per lo spavento proprio negli ultimi giorni.  Ma i fanatici sostenitori della reintroduzione dell'orso sulle Alpi non guardano in faccia alla realtà. Di fronte all'evidenza di stalle e recinti sfondati Galan ripete la manfrina degli animalisti: si può , si deve convivere. Basta non fare trovare all'orso troppa 'carne facile'.

 

Piantiamola con il paragone con l'Abruzzo

 

E cita la solita solfa dell'Abruzzo dove la convivenza è un fatto acquisito dimenticando che l'orso marsicano è di taglia inferiore e meno aggressivo di quelli sloveni, che anche in Abruzzo la 'convivenza' ha portato all'esasperazione alcuni allevatori resisisi responsabili dell'avvelenamento degli orsi, che gli spazi in Abruzzo sono diversi che sulle Alpi. I famosi 'stazzi' citati da Galan, tradizionalmente presenti in Abruzzo, non ci sono sui pascoli alpini dove la necessitùà di 'blindare' le greggi di notte non esiste più da oltre un secolo. Quanto al 'recinto elettrico' viene da ridere. Galan crede forse che basti tirare un filo per tenere fuori l'orso? In Trentino la soluzione consigliata è quella di una triplice cinta di recinzione elettrica costituita ciascuna da parecchi fili sovrapposti. Uno scherzo realizzare una cosuccia del genere su un pascolo in pendenza e magari sassoso! Come se non bastasse il neoministro dell'Agricoltura aggiunge l'onnipresente mantra della 'perdita della cultura della convivenza con i predatori' che fa andare in bestia i pastori. Se essi, infatti, non sono più capaci di 'convivere' con i predatori la colpa sarebbe della loro 'mancanza di cultura'. Ma i signori lupofili e orsofili fanno finta di dimenticare che la 'cultura della convivenza' era fatta non solo di difese passive ma anche di schioppettate e di trappole micidiali e di una lotta senza quartiere contro

lupi ed orsi.

Comunicato del Ministero dell'Agricoltura (14.05.10)

 

GALAN: CHE NESSUNO TOCCHI L’ORSO

“Sono giorni che leggo notizie riguardanti uno o più orsi che si muovono liberamente tra Veneto ed altri regioni del nordest. Ciò che mi preoccupa di alcune di queste cronache giornalistiche, è l’uso di parole che trasmettono l’idea di una pericolosità da eliminare. Questo noCon n va bene. Ricordo che solo pochi decenni fa ingiustificate paure cui fecero seguito cacce spietate portarono quasi all’estinzione nel nostro Paese del lupo.” 

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, è intervenuto in merito alle recenti presenze di alcuni esemplari di orsi in Veneto e nel resto del nordest.

“Nessuno si sogni di usare le armi contro gli orsi, sarebbe un atto barbaro e inutile. L’esperienza della gestione dell’orso in altre regioni come l’Abruzzo, dove quest’animale convive con l’uomo, da sempre, ha insegnato che il conflitto uomo orso è più facile laddove quest’ultimo ha maggiore facilità di accesso alle risorse alimentari. Quindi non si tratta di spostare o eliminare gli orsi, perché – prosegue Galan - il problema si riproporrebbe, tale e quale, in un altro luogo o con altri esemplari i quali sarebbero comunque attratti dalla possibilità di procurarsi il cibo facilmente.“

 “La soluzione è rendere l’accesso al cibo più difficile a questo animale. Bisogna recuperare la cultura della convivenza con questo meraviglioso plantigrado simbolo per eccellenza della vita selvatica prendendo antiche e moderne misure note a tutte le popolazioni che con questo animale da sempre convivono. Penso per esempio agli stazzi anti orso o più banalmente agli stessi recinti elettrificati  che si usano per contenere il bestiame al pascolo.”

“Le catture, e tantomeno gli abbattimenti, non risolverebbero un problema che l’intelligenza umana ha già risolto tante volte in tanti luoghi”

“Ho dato disposizione al Corpo Forestale dello Stato di intensificare i controlli nelle zone in cui si sono verificati i recenti avvistamenti.”

“La ‘task force orso’ della forestale, unità specializzata nella tutela e la gestione del plantigrado, è pronta ad intervenire, qualora si rendesse necessario, per dare ausilio alle unità territoriali.”    

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

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