Ruralpini    Notizie/Bitto storico giapponese

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(25.11.13) Gerola alta: fuori la neve, dentro tanto calore (per i Principi delle Orobie)

Ieri a Gerola c'è stato il battesimo del progetto "Le vie dei Principi delle Orobie". Sostenitori del Bitto storico e rappresentanti delle condotte lombarde di Slow Food hanno celebrato degnamente l'evento. Si è pronti per cogliere l'occasione Expo 2015. Per far conoscere in tutto il mondo le Orobie come terra di grandissimi formaggi" ma anche comprensiorio alpestre "dietro l'angolo" per tanti brianzoli, bergamaschi, milanesi 

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(20.10.2013) Il Bitto storico beffa la casta

Sabato sera 19 ottobre, mentre su Teleunica passano i servizi promozionali sulla mostra del Bitto istituzionale e tra una ricetta e l'altra, sfilano i politici, a Striscia la Notizia  vanno in scena il Bitto storico e Ciapparelli. Una promozione verso milioni di ascoltatori che non è costata un euro. Omaggio al merito dello "Storico". leggi tutto

 

(25.09.13) "Lo storico" sempre protagonista a Cheese

Anche in questa edizione di Cheese, il più grande evento internazionale sui formaggi, il Bitto storico protagonista di una serie di eventi. Ed è "tutto esaurito" anche se si paga sino a 100โ‚ฌ il kg. Un premio al "merito della resistenza casearia" a Mosè Manni, decano dei produttori storici conpiù di 70 stagioni d'alpeggio. leggi tutto

 

(12.10.11) Ornica - Passo di Salmurano - Gerola (Orobie)

Giornata memorabile ieri sulle Orobie. Una spedizione di sherpa-ristoratori bergamaschi proveniente da Ornica ha valicato il crinale portando Agrì e Formai de Mut e tornando carica di Bitto storico nelle gerle. Nella foto (di Matteo Zanga) l'arrivo al Passo di Salmurano accolta da Paolo Ciapparelli, il guerriero del Bitto, e da una troupe del TGR  leggi tutto


(21.09.11)Bitto news (un bollettino di attualità su Bitto storico)

A Cheese il Bitto storico è stato consacrato il formaggio più prezioso al mondo. Ma invece di assaporare il trionfo annuncia subito nuovi progetti e iniziative. A Branzi (24 settembre) e a Sondrio (30 ottobre) i prossimi importanti  appuntamenti ma ci sono anche altre grosse novità e un ambizioso progetto sui super Cru anticipato a Cheese e in fase di definizione. leggi tutto

 

(20.09.11)  Apoteosi per il Bitto storico a chiusura di Cheese

Incredibile successo dell'asta dei bitti stravecchi (1990, 1997, 1996). Tre forme incassano  all'asta seimila euro devoluti per la campagna 'mille orti in Africa'. Mai un formaggio è stato battuto a questi prezzi. E c'è stato anche un colpo di scena che ha consentito ad alla formadi quindici anni di 'tornare a casa' in Valtellina. Per diventare maggiorenne. leggi tutto

 

(19.09.11) Cheese2011 Bitto storico protagonista con i formaggi orobici

Il Bitto storico e l'alleanza dei formaggi orobici (insieme ai non molti presidi lombardi) tengono alta l'immagine della Lombardia casearia. Un paradosso perché il Bitto storico in provincia di Sondrio e in Lombardia deve subire l'ostilità delle istituzioni. Fino a quando tanta miopia e subalternità alle lobby agroindustriali? leggi tutto

 

(29.08.11) Gerola (So). Il ritorno dei celti

I celti protagonisti a Gerola alta presso il Centro del Bitto storico- Presidio Slow Food di una interessante conferenza e di una dimostrazione rievocativa con la 'partecipazione' delle capre Orobiche. Si pensa già a replicare in forma più spettacolare eorganizzata l'evento il prossimo anno.

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(04.08.11) All'Alpe Cavisciöla, tra 'integralisti' del Bitto storico e mucche O.B.

Un alpeggio della val Brembana dove si arriva solo a piedi, dove il latte si lavora in baite 'storiche'. È gestito da una giovane coppia unita dalla passione per l'alpeggio, lei casara 'fliglia d'arte', lui giovane ed orgoglioso caricatore d'alpe che ha fatto la gavetta,  fermo come una roccia sulle sue convinzioni. Propugnatore di una perfezionata arte del pascolamento e del ritorno alla Bruna alpina (O.B.). In alpe ci sono anche dei cascin ("pastorelli") di 14 e 12 anni, l' per imparare. Sembra una storia abilmente costruita per mitizzare una realtà. Ma è vera. Un invito caloroso a  tutti a farsi una bella camminata e ad andare a conoscere Alfio e Sonia che vi accoglieranno come amici anche se non vi conoscono.

vaia vedere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(18.12.13) L'articolo su un importante magazine giapponese di Keiko Kato e Maiko Masuko due fotografe di vini d'autore innamoratesi del Bitto storico. Ora è in cantiere il libro delle loro foto dei casari

 

Il Bitto storico parla

 

 

sempre più giapponese

 

 

di Michele Corti

 

Keiko Kato e Maiko Masuko sono due fotografe giapponesi specializzate in vino d'autore. Hanno ritratto vignaioli e vigne (tutti artigianali al massimo) in Francia, Italia, Georgia (la patria del vino) producendo diversi libri fotografici. Qualche anno fa hanno conosciuto a Cheese il Bitto storico e sono rimaste folgorate tanto da decidere di dedicarsi allo "storico" con lo stesso approccio del vino: raccontando gli autori, i loro volti, i loro gesti. Nel 2012 hanno realizzato un lungo reportage fotografico sui 13 alpeggi del Consorzio salvaguardia del Bitto storico. Io le ho accompagnate a piedi o con il Suzuky su 11 alpeggi. Su sue alpeggi dove il percorso a piedi era un po' troppo faticose le ha accompagnate in elicottero Gino Cattaneo, il patron de La Brace (sempre in prima fila quando c'è da sostenere il Bitto storico). Uno degli alpeggi raggiunti in elicottero è Cavizzola dove carica l'Alfio (Sassella) cui si riferisce la foto sotto (che sarà pubblicata nel libro).

 

Il reportage è stato realizzato con l'idea di pubblicare un libro fotografico dedicatoai casari, agli autori del Bitto storico. I veri protagonisti del Bitto storico sono gli alpeggi, le generazioni (decine) di casari che hanno operato nel passato, la capra Orobica, i calecc', la storia stessa. A patto che gli attuali autori del Bitto storico non si montino troppo la testa, però, questo libro avrà per protagonisti loro: i casari giovani o meno giovani, maschi o femmine, cui è toccato l'onore (ma anche l'onere) di ricevere il testimone. Pascoli, calecc' e animali saranno in secondo piano. Il testo sarà contenuto a poche mie note introduttive, giusto per capire perché il Bitto storico è un formaggio "eversivo", cos'è un calecc', ecc. Per il resto le foto saranno accompagnate da succinte didascalie e da note minime sull'alpeggio. Così, contenendo il testo al massimo,  sarà possibile pubblicare un'opera bilingue (italiano ed inglese) destinata a circolare nel mondo dove di estimatori del Bitto storico ce ne sono già tanti. Sarà anche possibile metterlo in vendita nei book shops frequentati dai turisti che arriveranno nel 2015 per l'Expo. Il programma prevede infatti che il volume fotografico esca nell'autunno 2014.

 

Il libro delle fotografe giapponesi sarà pronto nell'autunno 2014

Il "piano"è nato ieri a casa mia dove Keiko e Maika si sono incontrate con me e Giampiero Mazzoni. Con Giampiero c'è l'intenzione di realizzare (sempre in vista dell'Expo) una nuova edizione del libro "Il formaggio Val del Bitt. La storia, gli uomini gli alpeggi" (M.Corti, G.P. Mazzoni, C. Ruffoni)  che era stato pubblicato da Ersaf nel 2009 ma che è esaurito da tempo. Così, visto che le belle foto di Keiko e Maika sono sempre ne cassetto abbiamo rotto gli indugi e deciso di partire anche con il loro libro. Fare da sé senza aspettare le sovvenzioni delle istituzioni deve diventare la nuova parola d'ordine di chi opera in montagna. Al massimo cercheremo degli sponsor privati. Lamentarsi non serve a nulla. Se le istituzioni non fanno niente (anche per Expo) bisogna che la società impari a tornare a contare sulle proprie forze, sul mutualismo, sulla solidarietò, sullo spirito comunitario e di autoimprenditorialità. Non si illudano, però, i politicanti, i burocrati, le lobby di regime che poi non si andrà a chiedere il conto della destinazione delle gabelle versate dai contribuenti-servi-della-gleba. Facciamo da soli, impariamo a gestire e finanziare servizi, cultura (ma poi lorsignori faranno a meno del nostro sangue fiscale). Fortunatamente in Lombardia (e in Italia) ci sono ancora energie sane, voglia di fare, risorse che attendono solo di essere valorizzate. Macerarsi nella delusione e nel risentimento non serve a nulla. Non c'è mezzo migliore per mettere in crisi il regime che operare in modo costruttivo per risolvere i problemi a dispetto dei bastoni collocati sempre più numerosi in mezzo alle ruote dalle istituzioni e dalla burocrazia.

 

Il Bitto storico su Sotokoto

Ieri Keiko e Maika mi hanno consegnato una copia di Sotokoto, un magazine mesnile giapponese molto diffuso (è anche flight magazine delle Japan Airlines). Un anno fa, al rientro in Giappone tra un tour in Georgia e uno in Valtellina, Keiko e Maika avevano pubblicato un articolo di 4 pagine su Sotokoto (n. dicembre 2012). Fatte le scansioni delle pagine l'ho riportato qui sotto (cliccare le miniature per l'immagine a grande dimensione). La rivista è interessante perché è una rivista di tendenza che propaga i valori Loha. Qualcosa che ha a che vedere con "slow food", "slow life", "ecotourism". Il target è un pubblico metropolitano interessato a quanto è "buono, pulito e giusto" nel campo del consumo ma anche molto attento alla tradizione. Un edonismo temperato da una considerazione non formale per la sostenibilità, il benessere animale ecc. È di certo interessante questo scambio tra la visione "slow" nata in un contesto italiano e queste tendenze che maturano in Giappone. In Italia tradizione e modernità (con i corollari di benessere, comfort, realizzazione individuale) sono state viste in antitesi. In Giappone, come sappiamo tutti, tradizione e modernità rappresentano termini dialogici. Così alla fine siamo noi gli schiavi della novità tecnologica più di loro. Non deve meravigliare che in Giappone il Bitto storico registri interesse e sostegno. Forse sono più in grado i giapponesi di apprezzarlo che tanti lombardi che si sono appiattiti in una tensione modernistica unilaterale, che ignorano o disprezzano la propria storia e cultura (ricche e complesse come in tante altre parti d'Italia). Il guaio è che anche le pseudo "classi dirigenti" sono su questa linea e pensano che i valori del locale siano "provinciali". Visto cosa emerge nel mondo a dimostrare ignoranza e provincialismo sono proprio loro che non si accorgono come ci sia la corsa a recuperare e rifunzionalizzare tradizioni e culture, anche molto meno "dense" delle nostre. Così quando la pseudo "classe dirigente" degli pseudo imprenditori, dei burocrati, dei politicanti ha la ventura di incontrare fenomeni come il Bitto storico sulla propria strada che fa? Li considera una seccatura, una fisima da ultimi dei moikani. "Alla fine è solo un formaggio, che fa un fatturato ridicolo" dicono gli ignoranti. Non capiscono che dietro il formaggio "Bitto storico" c'è un fenomeno culturale, sociale, politico. Che li seppellirà

 

Sotokoto Cristina Gusmeroli (18 anni) e Dino Papini (17 anni) (a proposito dei vecchi casari trogloditi e fossilizzati sui pregiudizi del passato)

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