Ruralpini               Commenti/Quanti lupi?

   

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Lupa rifugiatisi in un ripostiglio annesso ad una abitazione in un paese abruzzese in seguito alle nevicate e poi catturata (come da protocollo). Dicono - i lupologi - che il lupo si tiene lontano dall'uomo e da tutto cio che odora di umano. Dicono tante cose i lupologi....

 

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(12.02.12) Gli avvistamenti di lupi prossimi ai centri urbani sono ormai frequenti anche senza neve. Possibile che in Italia ci siano solo 600 lupi?

 

Quanti sono i lupi? Segreto di stato

 

di Michele Corti

Possibile che nessuno dei tanti "giornalisti di inchiesta" osi guardare dentro questa storia tutta italiana dei lupi che da anni sono stimati 600 in tutto il territorio nazionale mentre si espande (per ammissione dei lupologi) il loro areale e si moltiplicano attacchie e avvistamenti? Non sarà perché giocando sulla specie perennemente in grave pericolo qualcuno intasca dei bei soldoni?

Lobby accademiche e ambientaliste hanno intascato cospicui finanziamenti negli ultimi decenni grazie alla presa emotiva e "scientifica" della storiella del lupo "specie in grave pericolo". Intanto il lupo ha occupato (magari con qualche "aiutino") mezza Italia. Ormai si vedono anche alle porte delle città ed entrano sfrontati nel cuore dei paesi. Mentre si spremono le classi popolari con tasse e tariffe è uno scandalo sociale la truffa del "povero lupo" che, oltretutto, pesa e non poco su categorie come i pastori che - in forza del tabù della "specie superprotetta" - devono assistere impotenti alle stragi dei loro animali salvo sentirsi dire dai saccenti lupologi e dagli ancor più saccenti ambientalisti da salotto improvvisati lupologi che: "se ci sono perdite di animali domestici è colpa dei pastori che non sanno custodirle bene". Chi osa avanzare dei dubbi è esposto al pubblico ludibrio. Il bello è che nonostate la raffica di progetti i super-esperti continuano a dichiarare che la stima della popolazione lupina è difficile e che il numero dei carnivori può variare tra un minimo di 600 e un massimo di 1.000. Una stima altamente sospetta perché è la stessa da diversi anni.

Nel 1970 i lupologi stimavano la presenza di 200 lupi (fonte Boitani, il lupologo maximo) e occupavano un areale ad arcipelago residuale appenninico che a Nord non si espandeva oltre i Monti Sibillini. Oggi il lupo è presente in tutte le regioni anche se in Lombardia, Trentino-Alto adige e Veneto la presenza non può ancora essere considerata stabilizzata. Sono esentate Sardegna e Sicilia perché lì è dura dimostrare che possa esserci un'espansione naturale tanto che, se apparissero lupi colà tutti i pesanti sospetti di "aiuti" alla diffusione recente verso le Alpi sarebbero confermati. Quindi i siciliani e i sardi possono stare tranquilli.

Negli anni '70 il lupo era veramente messo male e agli sgoccioli. Giusto è stato proteggerlo (fino ad allora era "animale nocivo" e ucciderli era considerata opera meritoria come da secoli, da millenni). Il fatto è che da allora in poi l'abbandono della montagna è proceduto incessante. Più che la protezione legale il lupo si è espanso perché l'uomo si ritirava e con lui anche gli erbivori domestici lasciando spazio ai selvatici. Gli ungulati selvatici sono stati abbondantemente reintrodotti anche sotto la spinta venatoria non sempre secondo criteri ecologici.

Se fosse vero che dagli anni '70 ad oggi i lupi sono aumentati da 200 a 800 (media delle stime minime e massime ufficiali) ciò corrisponedrebbe ad un aumento demografico bassissimo del 4%. Un saldo demografico di questo tipo come può giustificare la grande espansione dell'areale? Se la dispersione non fosse sostenuta da una crescita demografica risulterebbe controproducente perché una popolazione stazionaria o in lievissimo incremento demografico che allarga il proprio areale va incontro al pericolo che troppi maschi e femmine giovani non incontrino un compagno con cui costituire una coppia e quindi un branco senza considerare che la dispersione stessa è causa di una mortalità molto più alta di quella naturale (con i giovani di due anni che finiscono sotto le auto o stirati dai treni). Perché i lupi dovrebbero essere così stupidi?

Veniamo ai fatti

In realtà maggiormente studiate come il Piemonte i lupologi hanno osservato una crescita demografica del 12% annuo. Notare che anche in Piemonte non manca la mortalità per incidenti (in Val Susa è una strage a causa di autostrada, ferrovia, statale), nè manca il bracconaggio. Per di più, come già osservato, in una realtà ancora poco consolidata - e con ancora spazio per i branchi - la dispersione è forte e la relativa mortalità elevata. In ogni caso se questo fosse stato il tasso di crescita in Italia, dalla metà degli anni '70 - inizio della ripresa della consistenza della popolazione lupina italiana - ad oggi, i lupi dovrebbero essere 10.000. Ammettiamo pure che la crescita sia stata più bassa nella prima parte del periodo e che il bracconaggio sia stato e resti più forte nell'Italia centro-meridionale rispetto al Piemonte, ma rimane da spiegare come ha fatto il lupo a colonizzare un'area così vasta, come quella occupata oggi, con una crescita così demografica così stitica.

Quello che è sotto gli occhi di tutti è la crescente presenza del lupo. Le nevicate e il gelo di questi giorni non sono eccezionali (basti pensare a quelle del 1985 ma anche del 2005). Eccezionale, però, è l'apparizione dei lupi sin nel centro dei paesi, sin nelle piazze a rovistare nella spazzatura. Sin dentro le case come a Trasacco (foto in testa alla colonna a sinistra) dove una lupa che si era rifugiata in una rimessa è stata catturata. Non tanto branchi famelici (al massino sono due) quanto individui in dispersione, giovani che non potendo cacciare in gruppo i pur numerosi ungulati (più in difficoltà per la neve dei lupi) cercano i rifiuti degli uomini. Di cui comunque hanno sempre meno paura (e questo è preoccupante). Lupi in dispersione che arrivano alle porte di Roma come quello della foto sotto che è stato investito (foto sotto) sempre pochi giorni fa (ma la neve non c'entra) nei Castelli Romani.

Ma ben prima della neve, a dicembre, i lupi erano apparsi alla periferia di Imola e non per fare una passerella. Avevano attaccato una fattoria didattica suburbana uccidendo diversi capi ovini e di bassa corte. E in Piemonte, regione dove il fenomeno è particolarmente "attenzionato" sempre a dicembre c'era stata la lupa uccisa a pallettoni alle porte di Borgo San Dalmazzo (cittadina allo sbocco della val Stura di Demonte) mentre tre testmoni hanno avvistato due lupi ad una rotonda di Roccaforte Mondovì. anche in questo caso ai limiti della pianura e a pochi km dalla città di Mondovì.

Ibridi (cane-lupo)

L'ingordigia di finanziamenti dei lupologi finisce per tradirli. L'ultima trovata è il progetto-ibridi

"[..]un progetto innovativo sulla tutela della popolazione di lupi in Italia. In particolare, il piano si concentra su una minaccia relativamente recente: l’ibridazione del lupo con i cani domestici. Il progetto è sviluppato in partenariato con l’Università Sapienza di Roma, il WWF Italia, il Parco Regionale della Maremma e la Comunità Montana del Monte Amiata e con la collaborazione della ASL 9 di Grosseto. La conservazione dell’identità genetica del lupo è minacciata dall’incrocio cane - lupo; nonostante l’ibridazione si registri da secoli, negli ultimi anni sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza della razza selvatica. Questo fenomeno va di pari passo al decisivo incremento dei danni agli allevamenti di ovini, causati proprio dalla massiccia presenza di esemplari ibridi."

Il progetto per la modica cifra di 2 milioni di € prevede di radurare gli ibridi in una specie di zoo per fini " educativi". Non sfugge la furbata di dare la colpa agli ibridi dei crescenti danni alla pastorizia che è palesemente legata all'aumento della popolazione lupina. Ma poi perché ci sarebbe aumento di ibridazione (che gli studiosi a livello internazionale continuano a ritenere poco frequente)? Ovviamente perché c'è l'incontro tra lupi e cani. Ma se le attività antropiche regrediscono e montagne e colline sono abbandonate tale l'incontro galante avviene perché sono i lupi aumentano e si avvicinano alle aree più densamente abitate. A meno di ritenere che pastori e cacciatori (categorie notoriamente in declino numerico e poco simpatiche ai lupologi) non abbiano deciso di abbandonare con sempre più frequenza i loro cani nonostante le sanzioni più gravi introdotte. Alla fine troppa furbizia finisce per essere un boomerang. E sentite cosa pensano i lupologi stessi di questo progetto Hybridwolf (dope sequel di Lifewolf, Wolfnet si sentiva il bisogno di qualcosa di nuovo...). I commenti sono postati su un Forum pubblico, quello del Centro di Studio e Documentazione dul Lupo gestito a Firenze da Duccio Berzi. A Berzi riconosciamo di essere un tecnico che si da da fare per aiutare gli allevatori. È lui che con le sue fototrappole ha aiutato Dino Mazzini (lo sfortunato allevatore di pecore da latte dell'appennino modenese che ha dovuto chiudere l'azienda per colpa dei lupi) a dimostrare ai tecnici della provincia che negavano la responsabilità del lupo (e quindi gli indennizzi) che erano proprio i lupi a sbranargli pe pecore una dopo l'altra. Ma sentiamo cosa dice Duccio sul Forum a proposito del geniale progetto sugli ibridi che vede coinvolto Luigi Boitani in persona:

Scusate lo sfogo ma oltre due milioni di euro per gli obiettivi descritti e per le aree in questione è davvero una provocazione di questi tempi. Dal quadro economico vedo ad esempio che sono previsti qualcosa come 60.000 euro per un sito web con due posts al giorno; per il pastore significa 100.000 litri di latte... Succederà che qualcuno di quelli arrabbiati se ne accorge, alza un polverone e ci finiscono nel mezzo i tecnici che per due lire si sbattano per fare cose concrete ed utili, mentre i soliti biologi da Life saranno già a progettare da qualche altra parte....
Con amarezza, ciao, d.

Ed ecco cosa dicono altri lupologi:

Anch'io credo di aver letto attentamente, e se ho capito bene, a parte l'ingente somma che i fautori del progetto sono riusciti a procacciarsi (fortunati loro) adducendo motivazioni e traendo anche conclusioni discutibili, questa mi sembra proprio una "mission impossible" che finirà quando saranno finiti i fondi lasciando il tempo che trova. enrico64

Qallche tempo fa avrei pensato: "Beati loro", oggi mi sto formando l'idea che questi progetti facciano male alla causa del lupo o più in generale delle specie target inserite nella lista dei progetti life; per gli argomenti che ha ben riassunto Duccio. Franco

Dicono che il lupo cattivo è una favola. Ma questa dei 600 lupi che colonizzano ormai mezza Italia cos'è? Vorremmo tanto che qualche lupologo inteletualmente onesto tirasse fuori i dati reali. Si rendono conto che prima o poi la verità verrà a galla e che verrà fuori che improvvisamente i lupi sono aumentati per incanto? Per anni hanno i lupologi hanno condiviso un tacito patto per fornire stime al ribasso sia della consistenza popolazione che dell'estensione aree colonizzate. Era una "bugia a fin di bene" perché la specie - dicevano - era ancora troppo a rischio ed era anche giustificata dai "pregiudiuzi" della popolazione. Non bisognava creare allarmismi. Ma ora che i lupi la gente se li trova dentro casa come faranno a continuare a propalare le loro bugie?

 

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