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(10.02.12) Annunciata lo scorso novembre in un affollato incontro a Frabosa parte l'Associazione per la difesa dal lupo nelle valli cuneesi, gemellata con l'associazione Le loup et les indignés de l'Ubaye

 

Difendere la pastorizia ma anche la libertà di chi vive in montagna

 

di Michele Corti

È rimasto male chi pensava che quella dell'avv. Antonio Viglione (Confraternita dei cavalieri della Raschera) fosse una boutade. L'associazione per la difesa dal lupo sta per nascere a Cuneo, con il patrocinio della provincia

Tutto risale all'incontro di Frabosa soprana del 15 novembre 2011 quando l'avv. Antonio Viglione di Mondovì aveva annunciato che di fronte al grido di dolore dei numerosi pastori e margari pesantemente danneggiati dal lupo - sino a rinunciare a volte a continuare ad andare in alpeggio - era venuto il momento di creare una associazione per la difesa dell'uomo dal lupo considerato che il lupo è ormai sin troppo difeso dall'uomo. Viglione deve la passione per la causa dei margari al suo ruolo di esponente dei "Cavalieri della Raschera"; per di più ama definirsi come "uno dei pochi avvocati in Italia che sa mungere le vacche (a differenza dei molti che sanno mungere gli assistiti)". I non pochi lupofili venuti ad assistere all'incontro di Frabosa avranno probabilmente pensato a una boutade. Che sarebbe morta lì, alla quale non sarebbe seguita una iniziativa organizzata.

La loggia del lupo si sente antropologicamente superiore

Perché avranno pensato così? Perché sono soliti reputarsi molto intelligenti e commettono il rischio di sottovalutare chi difende i pastori, la montagna, le tradizioni rurali la stessa possibilità di vita in montagna. Si sentono antropologicamente superiori (un vizietto ereditato dai progenitori giacobini), portatori di una cultura cittadina, scientifica, ecologica, progressista. Superiore aprioristicamente e per definizione.  Lor signori considerano i pastori e i contadini dei cittadini di serie B, che si possono "comprare" con un piatto di lenticchie ovvero con il munifico regalo di una rete, di un cane, con un po' di elemosina pelosa. Si considerano furbi perché i soldi con cui svolgono tutte le loro attività pro lupo (comprese le suddette elemosina ai pastori) ce li mette l'Assessorato regionale all'Agricoltura, quello che dovrebbe difendere la parte agricola e non il lupo (per il quale dovrebbe semmai sganciare l'Assessorato ai Parchi). Il merito di questo scherzetto è dell'ex assessore Taricco che ha creato l'Agenzia del Lupo (de facto) assegnandola di pieni e straordinari poteri su tutto il territorio piemontese e mettendo il tutto in capo al Parco delle Alpi Marittime, una specie di Principato con tanto di ministro della comunicazione (un po' come il Minculpop di mussoliniana memoria aggiornato in Mincullup). Dotandolo ovviamente del relativo tesoretto.

Monregalese e Val Maira assi portanti della nuova associazione

L'idea di Viglione è stata accolta subito con grande favore in Val Maira ed è creato un asse Monregalese-Maira molto forte. Mariano Allocco (già presidente della comunità montana e allevatore) insieme ad alcuni allevatori più "sensibilizzati" al problema lupo si è messo in contatto con l'avv. di Mondovì e ha coinvolto un personaggio chiave al di là delle Alpi (ma sempre nella provenza alpina che parla la stessa lingua di quà e di là della frontiera imposta dai Savoia). Si tratta di Pierre Martin Charpenel, di Barcelonnette, il presidente dell'associazione Le loup et les Indignées de l'Ubaye (vedi articolo su Ruralpini). L'idea è condurre un'azione parallela "di massiccio" che, localizzata in un'area transfrontaliera dove il problema lupo è molto sentito, potrà fungere da catalizzatore di un più ampio movimento di difesa rurale dai grandi predatori esteso ad altre regioni francesi (sino ai Pirenei) e italiane (sino agli Appennini). Un'intuizione giusta perché fa leva sul radicamento locale e sull'appoggio delle amministrazioni locali. In passato in tentativi di creare una rete pastoralista anti-lupo non hanno avuto molto successo. Il motivo è facilmente intuibile: i lupofili sfruttano reti di associazioni, fondazioni, lobby, contatti accademici e di altro tipo già ben consolidati mentre la rete di difesa dal lupo non può contare su nulla di ciò. Ognuno gioca le carte che ha.

L'associazione tenuta a battesimo dalla Provincia

Fatto sta che il 7 febbraio all'incontro presso l'amministrazione provinciale di Cuneo in presenza dell'assessore Luigi Costa si sono trovati oltre a Viglione, Allocco e Charpentel anche altri personaggi decisi a dar vita all'associazione. C'era Natale Carlotto, storico esponente della Coldiretti (nazionale), a lungo parlamentare e autore di leggi sulla montagna, un giovane di 80 anni attivamente partecipe dei nuovi problemi dell'agricoltura. C'era Secondo Arneodo, responsabile di zona della Coldiretti ma, soprattutto, persona che vive da vicino il problema lupo ed è da tempo è impegnata sul terreno della difesa dal predatore. Arneodo ha partecipando dieci anni fa a riunioni e manifestazioni a Nizza beccandosi poi anche una denucia per manifestazione non autorizzata per aver organizzato una dimostrazione con le pecore per le vie di Cuneo.

C'erano poi alcuni pastori e allevatori che i lettori di Ruralpini forse conoscono già: Giorgio Alifredi dell'azienda Lo Puy (famosa per gli squisiti formaggi di capra), Sergio Serra, Franco Baudino (entrambi allevatori in Val Maira), Cristiano Peyrache di Bellino in Val Varaita (sui pastori di Bellino vedi articolo su Ruralpini). Serra era intervenuto all'incontro di San Damiano Macra (vai a vedere), Peyrache e Alifredi all'incontro di Moretta (vai a vedere). Vale la pena osservare che tra i vari interventi di pastori e allevatori registrati e caricati su You Tube nell'ambito dell'attività del progetto Propast - tesa a documentare e analizzare con gli strumenti dell'analisi socioantropologica il disagio dei pastori - quello di Alifredi (riportato sotto) ha avuto un grande numero di visualizzazioni (siamo quasi a 10.000) costituendo una testimonianza molto sgradita per la lobby del lupo che ha reagito denigrando il progetto.

Il progetto Propast della Regione Piemonte, è apertamente "dalla parte della pecora e del pastore" e tende a introdurre un po' di par condicio rispetto al "Progetto lupo" che tante risorse ha investito in aperta e dichiarata funzione pro lupo. Data la stranaconcezione della democrazia che hanno certi signori (ancora una volta i progenitori ideologici pesano ...) operare apertante pro lupo è legittimo e politicamente corretto, farlo dichiaratemente a favore del pastore e della pecora no. "Gli animali sono uguali" recitava il decalogo animalista sulla base del quale l'uomo venne cacciato dalla Animal farm orwelliana ma il maiale Napoleon che prese il potere postillò: "... ma alcuni sono più uguali degli altri". È ancora così.

Dato il ruolo di supporto ai pastori del progetto Propast all'incontro di Cuneo non poteva mancare chi vi partecipa, ovvero che scrive, Luca Battaglini (il coordinatore del progetto e responsabile per l'Università di Torino) e Marzia Verona (la paladina dei pastori con il suo seguitissimo blog pascolovagante.wordpress.com). Marzia, però, da vera pastora (oltre che pastoralista), per via della neve e delle nascite dei capretti non ha potuto poi essere presente. Assente giustificata.

 

Molta concretezza

 

La riunione è stata incentrata sull'operatività della nuova associazione e sul suo raccordo con quella dell'Ubaye rappresentata dal presidente Charpentel. L'ass. Costa non si è limitato a fare gli onori di casa ma ha ribadito come la Provincia è vicina ai pastori e ha annunciato che avrebbe riferito sollecitamente alla presidente Gancia dell'incontro, oltre a ribadire la disponibilitàdella provincia ad ospitare ulteriori incontri costitutivi. Natale Carlotto ha tenuto a rappresentare ai presenti come i problemi che essi sollevano gli stiano particolarmente a cuore incoraggiandoli ad andare avanti. L'autorevolezza del personaggio, espressione (a detta di Carlin Petrini) del più genuino "orgoglio contadino" è di buon auspicio.

Charpentel ha sottolineato l'importanza di un raccordo transfrontaliero come base per una più ampia azione a difesa del pastoralismo. Ha chiarito come l'associazione operi per sostenere il morale dei pastori e la vitalità del mondo pastorale. Il sostegno di cittadini non direttamente implicati nell'economia pastorale fa sentire ai pastori come una parte importante della società sia dalla loro parte. In Francia il mondo rurale è peraltro più forte politicamente, tanto che all'interno dell stessa galassia ambientalista non mancano personalità e associazioni che ritengono fondamentale difendere il pastoralismo anche riconoscendo la necessità del contenimento del predatore. ve lo immaginate in Italia?

Charpentel ha comunque auspicato una collaborazione tra le associazioni geminate anche sul piano operativo, attraverso la partecipazione comune a progetti europei transfrontalieri o regionali.

 

Un'associazione aperta a tutti

 

Nei vari interventi degli altri presenti è emerso come, a differenza dell'associazione francese, quella che sta nascendo a Cuneo, debba comprendere anche i pastori, i margari, gli allevatori stanziali. Ciò in quanto in Italia la struttura della rappresentanza rurale e pastorale è praticamente inesistente.

Viglione e Allocco, (quest'ultimo residente a Prazzo, un paese dove i lupi sono da tempo sotto casa), hanno sottolineato come - pur comprendendo al suo interno i pastori e gli allevatori, l'associazione debba chiaramente enunciare la finalità genenale della difesa dell'uomo in montagna, la difesa della sua libertà e della sua sicurezza. Viglione, in particolere, ha elencato i casi recentidi avvistamenti di lupi agli sbocchi delle valli verso la pianura e alle porte delle cittadine della provincia.

Ha ricordato il caso di Silvio Pellegrino il cacciatore di Peveragno che per un'ora si è visto girare due lupi intorno mentre percorreva il sentiero per raggiungere la sua Panda (vedi l'articolo su ruralpini). Arneodo, parlando a nome della Coldiretti di cui è responsabile di zona, ha concordato sull'impostazione data da Viglione e Allocco all'associazione precisando però che la Coldiretti - sulla base di scelte di carattere generale - non aderisce ad associazioni in quanto tale, ovvero con le strutture provinciali, ma invitando i suoi iscritti a partecipare attivamente alle iniziative di cui si condividono le finalità.

 

Propast non conta i lupi ma valuta l'impatto della predazione sulla sostenibilità della pastorizia

 

Battaglini ha richiamato le finalità del progetto Propast sottolineando ancora una volta che non ha il compito di censire i lupi ma i danni da loro provocati, diretti e indiretti compresi i maggiori costi e sacrifici per approntare mezzi di difesa passiva. In più vuole anche sostenere le attività pastorali facendo conoscere questa realtà e i benefici che apporta (ambientali, paesaggistici, gastronomici) al grande pubblico. Da questo punto di vista Propast che già ha attivato collaborazioni con diversi soggetti vede con favore la nuova associazione ai fini dello sviluppo di iniziative di informazione del pubblico in sinergia con quelle di Propast.

Da parte mia ho sottolineato come un'associazione come quella che sta nascendo controbilancia il peso delle lobby pro lupo introducendo la rappresentanza di interessi dispersi e poco tutelati. Un bilanciamento che appare assolutamente indispensabile alla luce di considerazioni di etica sociale e di democrazia sostanziale considerata la forza della lobby pro lupo. E la sua arroganza.

 

Quanta arroganza da parte della "loggia del lupo"

 

Un'arroganza che si esprime anche in atteggiamenti di scarsa trasparenza quali la mancata trasmissione dei dati sulle predazioni. È incredibile che l'assessorato all'agricoltura, che finanzia l'accertamento dei danni con propri fondi, disponga, per il 2011 solo di dati assolutamente parziali e incompleti - fermi in ogni caso al 10 agosto - e questo nonostante ripetuti solleciti al responsabile del Progetto lupo. Questo mentre - grazie alla notevole disponibilità finanziaria - il Progetto lupo stesso si autopromuove ai quattro venti quale esempio di rigore scientifico!

Ma poi quanto sono credibili le stime sulla consistenza del lupo? In un contesto che registra danni da predazione crescenti, lupi in dispersione avvistati in sempre nuove zone d'Italia, l'arrivo documentato di lupi dalla Slovenia, lupi che si fanno vedere alle porte delle città, sempre più frequenti incidenti stradali e ferroviari che vedono vittime i lupi stessi, branchi di crescenti dimensioni (14 individuii osservati in Val Chisone, 11 in Abruzzo) appare veramente poco credibile la stima "ufficiale", ferma da anni, di 600-1000 lupi in tutta Italia. Una stima verosimilmente "bloccata" per paura delle iniziative parlamentari e della Regione Piemonte finalizzate ad attivare le forme di controllo legali contemplate nel quadro delle norme internazionali. Il lupo è tabù e la numerosa e influente "loggia del lupo" italiana, che ha innalzato il lupo sul piedistallo degli idoli nutriti di ideologia (e di un po' di fanatismo), non vuole che questo status venga incrinato da un solo abbattimento legale. È uno status "magico" che sinora ha reso molto, anche in termini economici, alla loggia e ai suoi affiliati

La nuova associazione servirà anche a pretendere più trasparenza sulla reale dimensione della presenza dei lupi.

 

Intervento di Giorgio Alifredi  al Convegno di Moretta

 

 

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