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11.03.13) Land grabbing all'emiliana in Senegal

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(23.02.13) Una merchant nella Cantina sociale di Villa (So)?

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(03.03.13) Parte da Cremona la campagna di primavera del movimento NO biogas No biomasse

A Cremona, mentre alla Fiera di Cremona era in corso  Bio energy, un evento organizzato dai piazzisti del biogas per conquistare nuovi clienti i no biogas si sono riuniti per organizzare la campagna di primavera contro biogas e biomasse e per ribadire pubblicamente che il biogas è una porcheria leggi tutto

 

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(23.01.13)Biogas: ma davvero gli agricoltori vogliono mettersi il cappio a collo?

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(09.12.2012)AdAssisi lebiomasse diventano tema etico Al convegno di ieri ad Assisi c'era il vicario del vescovo di Perugia. Un segno di una attenzione al problema in vista della Marcia per la terra contro le bioenergie insostenibili. leggi tutto


(05.12.2012)Staffarda (CN). Il cattivo esempio viene dal Parco fluviale A Revello, il Parco del Po concede in affitto terreni lungo il Po già pascolati da un margaro (che doveva astenersi da qualsiasi lavorazione del terreno) come seminativo. Ovviamente se li è accaparrati un biogasista pagando 1.600€/ha. Si vede che la cassa prevale sull'ecologia. Ma allora su che legittimazione si fondano i Parchi? leggi tutto


(03.12.2012) Cuneo. Margari nella morsa "ecologica" A Cuneo la zootecnia intensiva e la speculazione biogasista convivono a stretto contatto con l'economia tradizionale dei margari legata all'alpeggio. Così i margari sono messi in ginocchio da un mercato degli affitti e dei foraggi drogato dal biogas. E in vista della nuova Pac si profila una corsa spietata all'accaparramento dei pascoli che vede speculatori e biogasisti pronti a far fuori i margari. Se il land grabbing nostrano avrà successo gli speculatori lasceranno sui pascoli un po' di bestie... per sfamare i lupi. Così saranno tutti contenti in nome dell'ecologia, della wilderness, delle rinnovabili, di Kyoto e di tutte le balle che ci raccontano. leggi tutto

 

(28.11.12) Serio rischio biologico con il biogas (sottovalutato specie in Italia) La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu e - come succede già in alcuni paesi - dei fanghi di depurazione pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo. In altri paesi come la Germania sono state introdotte normative per il trattamento e il controllo dei substrati in entrata e dei digestati. In Italia nulla di ciò e si spinge l'accelleratore di folli incentivi 

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(28.11.12) Serio rischio biologico con il biogas (sottovalutato specie in Italia)

La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu e - come succede già in alcuni paesi - dei fanghi di depurazione pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo. In altri paesi come la Germania sono state introdotte normative per il trattamento e il controllo dei substrati in entrata e dei digestati. In Italia nulla di ciò e si spinge l'accelleratore di folli incentivi   leggi tutto

 

(11.11.12) Le bioenergie fanno male al clima

La maledizione del biogas e delle biomasse viene giustificata con... Kioto. Ma le bioenergie peggiorano l'effetto serra. E ora anche la scienza e la politica se ne accorgono. Anche se i provvedimenti frenati dalla lobby sono parziali e non tempestivi  leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(27.06.13) Un evento in Australia con collegamenti online in diversi paesi ha segnato l'avvio di un movimento internazionale contro il bio-massacro degli inceneritori a biomasse. Negli Usa le reti no biomasse hanno fortemente contrastato i bio-mostri

 

Un movimento no biomasse  

al di là dei confini

 

di Josh Schlossberg (Energy Justice Network)

(traduzione di Michele Corti dell'articolo originale http://www.energyjustice.net/content/anti-biomass-movement-beyond-borders-biomass-monitor illustrazione: Steve Adams adams illustration.com)


Il movimento spontaneo di resistenza contro le biomasse ha fatto molti progressi nel corso degli anni e sta divenendo ogni giorno più forte. Soli cinque anni fa poche persone avrebbero osato mettere in discussione la classificazione di una fonte di energia inquinante come le biomasse nella stessa categoria di fonti di energia senza camini come il solare e l'eolico. La maggior parte dei gruppi ambientalisti hanno salutato le bioenergie come una salvezza per del clima e gli unici riferimenti alle biomassa nei media erano quelli relativi al numero di posti di lavoro promessi da chi propone la realizzazione degli impianti.



Così una cosa molto buona - la preoccupazione per i cambiamenti climatici - ha spalancato le porte a qualcosa di molto cattivo: miliardi di dollari di sussidi governativi per le biomasse. L'industria della biomassa si è gettata come un'orda di topi affamati ingozzandosi del formaggio statale pagato dai contribuenti. La corsa alla presentazione di proposte di inceneritori a biomasse è scoppiata in tutto il paese come un'eruzione di acne. Tranquille comunità si sono trovate mostruosità inquinanti, costruite ad un tiro di schioppo dalle loro case o dalle scuole dei loro figli.

Unitevi al movimento spontaneo anti-biomasse

Comunità del nord-ovest, delle Montagne Rocciose, del Nord Midwest, del Nord-Est, della regione Mid-Atlantic e del Sud-Est hanno iniziato a coalizzarsi per affrontare il bio-mostro. Lo hanno fatto basandosi sulle affermazioni delle stesse organizzazioni di sanità pubblica, come l'American Lung Association e di medici come il Dr. Bill Sammons del Massachusetts, il Dr. Norma Kreilein dell'Indiana, il dottor Bill Blackley della Carolina del Nord e il Dr. Ron Saff della Florida, i cittadini hanno lanciato l'allarme sulle minacce per la salute di una fonte di energia che, di solito, vomita più particelle che provocano asma e composti organici volatili cancerogeni per unità di energia prodotta rispetto a un impianto a carbone. I “cacciatori di biomasse” di tutta la nazione hanno raccolto, uno dopo l'altro, una serie di studi scientifici che sfatano il mito del settore della biomassa “carbon neutral” e li ha messi sotto il naso dei politici e dei media.

Il movimento di base anti-biomasse ha una parte non trascurabile del merito nell'aver reso impossibile per il grande pubblico ignorare bio-casino . E stiamo anche contribuendo a rallentare il bio-massacro. Nel corso degli ultimi anni decine le proposte di realizzazione di impianti a biomassa sono state ritirate, gli speculatori faticano a trovare più località dall'economia stagnante da prendere di mira, gli investitori sono diventati nervosi , mentre i politici lungimiranti e la gente del posto non è più disposta sopportare il peso di un altro impianto energetico sporco.

I fantasmi di progetti di biomasse sconfitti vagano inoffensivi per le strade di città come Shelton, Washington, Traverse City, Michigan, Milltown e Scottsburg, Indiana, Greenfield, Massachusetts, Valdosta, Georgia, e Port St. Joe, Florida, e molti di più (con ancora di più in arrivo).

Quei pochi inceneritori che sono riusciti a farsi strada nella vita hanno affrontato un cammino irto di difficoltà, e sono ora guardati come una pericolosa minaccia dai membri di comunità di città come Gainesville, Florida, Rothschild, Wisconsin, e Eugene, Oregon. Ogni notizia locale su aumenti delle tasse, carenze di sicurezza, violazione di norme sulle emissioni in atmosfera, viene fatti rimbalzare attraverso la rete nazionale per evitare che altri centrali a biomasse tossiche possano attecchire.

A volte le vittorie sono agrodolci. Kings Beach, California e Pownal, Vermont sia riusciti a tenere fuori gli speculatori dellei biomasse loro città. Ma come un gatto con sette vite, gli speculatori non muoiono: spostano il loro business in comuni più poveri, meno organizzati un pò più in giù lungo la strada in Placer County, California e Fair Haven, Vermont. Solo forti reti nazionali possono tenere a bada il bio-mostro.

Ma a volte anche gli sforzi di tutto uno stato non sono sufficienti, in quanto gli speculatori hanno imparato di recente da evitare gli stati più problematici e hanno messo gli occhi su quelli dove non è presente una resistenza attiva. E' qui che la campagna nazionale anti inceneritori a biomasse entra in gioco.

 

 

Se le lotte locali rappresentano il "cuore" del movimento anti-biomasse, la campagna nazionale è il sistema di arterie e di vene che consente la circolazione sanguigna. Ad oggi, più di 50 organizzazioni in 35 stati degli USA si sono unite in un patto di solidarietà sulla base di un messaggio chiaro e convincente: "opporsi a ogni combustione industriale, commerciale e pubblica di biomassa e di biocarburanti". Se la vostra organizzazione non ha già sottoscritto la piattaforma cosa stai ancora aspettando? Unisciti al movimento nazionale inviando una mail a Traci@energyjustice.net.

Naturalmente la battaglia contro le biomasse non è in atto solo negli Stati Uniti. Biofuelwatch, presente negli Usa e nel Regno Unito, ha dimostrato senza ombra di dubbio che il movimento contro le biomasse deve a diventare internazionale, tenendo presente che la domanda europea di biomasse degli Stati Uniti e dal Sud del mondo è in crescita. Il 15 aprile 2013, Biomassacre.com con sede in Australia ha ospitato la prima Giornata Internazionale di Azione contro le bioenergie, durante la quale centinaia di persone in tutto il mondo, in Australia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Italia hanno retto dei cartelli di protesta per dimostrare la solidarietà anti-biomasse mediante una petizione visiva online.

E 'diventato chiaro che se vogliamo sbarazzarci del bio-casino una volta per tutte, il movimento anti-biomasse ha bisogno di andare oltre i confini e di caratterizzare la resistenza andando oltre il NIMBY (Not In My Backyard) per arrivare al NOPE (Not On Planet Earth)!

 

 


 

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