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(16.08.15) A Enna per poco i cinghiali non fanno un altro morto

Nuovo attacco di cinghiali in Sicilia. La vittima e' questa volta un allevatore di 31 anni a Nicosia (Enna), Alessandro Scardino. Stava andando a controllare il bestiame in contrada Graffagna, zona limitrofa alla riserva naturale orientata di monte Campanito Sambughetti, quando e' stato aggredito da un grosso suino selvatico che ho ha scaraventato in terra, e quindi lo ha nuovamente caricato.
  L'uomo, particolarmente alto e robusto, e' riuscito a colpire ripetutamente a calci il grosso animale, mentre accorrevano suo fratello e un'altra persone, richiamate dalle grida. Il cinghiale a qual punto e' fuggito e si e' inoltrato nella vegetazione. Scardino e' stato trasportato all'ospedale Basilotta, dove e' gia' stato sottoposto alla Tac, che ha escluso lesioni interne. 

 

(10.08.15) Uomo ucciso dei cinghiali nel suo podere, la moglie ferita 

Sabato 8 agosto a Cefalù, in provincia di Palermo un anziano è stata aggredito e ucciso da un cinghiale  di grossa stazza nel proprio podere. L'uomo, Salvatore Rinaudo, di 77 anni, che è intervenuto per difendere i suoi cani è stato colpito dopo essere stato atterrato deceduto mentre la moglie, Rosa, 73 anni, che ha cercato di soccorrerlo è stata ferita a sia voltar è ricoverata all'ospedale per ferite alle gambe a all'addome.

 

(22.07.15) Contadina di 17 anni azzannata da un lupo

E' successo a Rossini di Bettola nella montagna piacentina. Il fatto è avvenuto alcune sere fa davanti all’azienda agricola dove abita la ragazza. La giovane azzannata alla caviglia è stata portata al pronto soccorso, dove è stata medicata e dimessa, dopo diverse ore, fortunatamente la sua ferita era lieve. L’episodio è stato confermato dal dottor Marco Delledonne, dirigente del servizio veterinario dell’Asl di Piacenza. “La ragazza è stata morsicata ad una caviglia, l’abbiamo medicata e le è stato somministrato il vaccino anti rabbia. In seguito al racconto che ci è stato fatto dalla giovane i miei colleghi si sono recati all’azienda agricola, e dai primi accertamenti possiamo dire che la belva che ha morsicato la studentessa è quasi certamente un lupo”.

 

(23.06.15) San Giovanni amaro per gli alpeggi

Comincia la transumanza, il viaggio dei margari e dei loro animaliverso i pascoli di montagna. M in provincia di Cuneo la Forestale ha smascherato quella che si configura come una grave truffa sui contributi europei da parte di una cooperativa («Il falco» di Marene). Ci sono oltre 30 allevatori indagati (i tre di Marene sono agli arresti domiciliari) in tutto il Nord Italia.  Intascati sino a a milioni e 200 mila euro in un anno vantando il possesso di migliaia di ettari di pascolo (1900 solo a Cuneo) su terreni in realtà inaccessibili in quanto rocce dove gli animali sono mai stati portati.

 

(01.06.15) Pensionato ucciso dai cinghiali: "Se l'è cercata" dicono gli animalisti

Non si placano le polemiche dopo la morte del pensionato di Iseo di 72 anni morto dissanguato per la ferita alla coscia causata dall'attacco di un cinghiale. Cercava di difendere col fucile i suoi campi dalle ripetute devastazioni degli ungulati. Vittima contadina del delirio animalista ma anche della politica cerchiobottista, incapace di affrontare il problema fauna per non scontentare minoranze agguerrite come gli animalisti e  i cacciatori. E di una legge sulla fauna ferma a visioni buoniste di trenta-quarant'anni fa  che non si riesce a toccare per i veti degli ambientalisti.

 

(25.04.15) Varietà tradizionale di mais scoperta in val Brembana

Bergamo si conferma terra di mais antichi. Dopo la rinascita del Rostrato di Rovetta, dello Spinato di Gandino e del Nostrano dell'isola. tutte varietà semi-vitree adattisime alla (buona) polenta Paolo Valoti appassionato ricercatore del CRa-Mac, il centro per la maiscoltura di Bergamo del Ministero dlel'agricoltura, ha annunciato di aver rinvenuto una nuova varietà "Aculeata" a Cusio, aese dell'ata val Brembana a 1000 m. La cosa interessante è che questa è una varietà di "altura" e che si sposa naturalmente con i formaggi dell'alta val Brembana (Branzi, Bitto, Formai de Mut) per realizzare una polenta taragna con i crismi di una tradizione di una qualità senza pari.

 

(22.04.15) Montagna viva entra nel Gran Consiglio

Con l'1,2% del voti (si vota con il proporzionale) il movimento politico Montagna viva entra nel Gran consiglio (parlamento cantonale) del Canton Ticino. Il risultato era stato mancato alle scorse votazioni. Anche in Canton Ticino, regione orograficamente tutta montana il crescente peso della città (Lugano) ha fortemente ridimensionato le Regioni di montagna e, in generale, la  politica per le Terre Alte. Votato nelle valli ma anche in città il movimento Montagna viva chide l'istituzione di un Dipartimento per la montagna.

 

(09.04.15) Anziana sbranata da un lupo in Russia

Una pensionata di 77 anni Lima Ankudinova è stata divorata da un lupo a 50 m dalla propria abitazione. Soffriva di problemi cardiaci ma non è chiaro se è stata trovata morta dal lupo o se l'infarto è stato causato dall'attacco (il tipo di ferite potrebbe chiarire i fatti). Il fatto certo è che il lupo ne ha fatto scempio (manca una gamba, metà dell'altra e anche la testa è stata devastata). La donna è stata trovata in un lago di sangue dai vicini che si sono trovati davanti una scena raccapricciante.

 

(04.04.15) Trentino M6 avvelenato?

Il ritrovamento di uno spago nello stomaco e di alcuni bocconi avvelenati nella zona del ritrovamento della carcassa del plantigrado - autore di vere e proprie stragi di animali domestici - farebbero pensare ad avvelenamento. ne deriverà, se confermato dagli esami in corso, una nuova ondata di isteria anti-trentina e di caccia alle streghe. Con il risultato di proteggere gli orsi? Assolutamente no. Con il risultato contrario. Infatti le campagne animaliste che hanno messo alla gogna la Provincia di Trenti (quella che ha introdotto gli orsi!)  inibiranno le autorità e i forestali dall'agire (per esmpio catturare gli orsi problematici per seguirli con il radiocollare). Ma una situazioni di orsi "intoccabili" non farà che esasperare gli animi di chi si vede messa in pericolo la propria sicurezza oltre che massacrati i propri animali, spingendo alla giustizia fai da te. E la proposta del WWF di pene di 2 anni di carcere per gli orsicidi (e lupicidi) non fanno che esasperare il conflitto e trasformare i bracconieri in eroi sociali. Ma tanto, lo sappoiamo, al WWF e agli animalisti non importa nulla degli orsi ma solo di farsi pubblicità, raccogliere consensi e finanziamenti. L'ecologismo e animalismo all'italiana. Moralmente squallido.

 

 

(04.04.15) Trentino M6 avvelenato?

Il ritrovamento di uno spago nello stomaco e di alcuni bocconi avvelenati nella zona del ritrovamento della carcassa del plantigrado - autore di vere e proprie stragi di animali domestici - farebbero pensare ad avvelenamento. ne deriverà, se confermato dagli esami in corso, una nuova ondata di isteria anti-trentina e di caccia alle streghe. Con il risultato di proteggere gli orsi? Assolutamente no. Con il risultato contrario. Infatti le campagne animaliste che hanno messo alla gogna la Provincia di Trenti (quella che ha introdotto gli orsi!)  inibiranno le autorità e i forestali dall'agire (per esmpio catturare gli orsi problematici per seguirli con il radiocollare). Ma una situazioni di orsi "intoccabili" non farà che esasperare gli animi di chi si vede messa in pericolo la propria sicurezza oltre che massacrati i propri animali, spingendo alla giustizia fai da te. E la proposta del WWF di pene di 2 anni di carcere per gli orsicidi ((e lupicidi) non fanno che esasperare il conflitto e trasformare i bracconieri in eroi sociali. Ma tanto, lo sappoiamo, al WWF e agli animalisti non importa nulla degli orsi ma solo di farsi pubblicità, raccogliere consensi e finanziamenti. L'ecologismo e animalismo all'italiana. Moralmente squallido.

 

(30.12.14) Valsugana: striscioni no biomasse sulla superstrada

Da Borgo a Pergine sui viadotti della superstrada sono apparsi oggi striscioni NO biomasse contro la grossa centrale a combustione di cippato della Menz&Gasser (confetture). Dopo tanti insulti ambientali la valle sta reagendo decisa. Sì all'agricoltura di qualità e al turismo, basta porcherie inquinanti.

 

(27.12.14) Lupa investita sulla SS28

Sempre più frequenti gli incidenti stradali con lupi. Una lupa è stata trovata ai bordi della statale tra Garessio e Ormea in provinia di Cuneo al confine con la Liguria. Tra poco bisognerà mettere cartelli "Attenti ai lupi" come si fa per cervi e caprioli. L'investitore, per evitare grane, si è dileguato. Non sarebbe la prima volta che chi investe orsi e lupi con il rischio di uscire fuori strada viene poi minacciato dagli animalisti per orsicidio/lupicidio

 

(04.12.14) Cacciatore disarmato circondato da 15 lupi nel Senese si salva sul tetto di una capanna

Gli scienziati lupologi ci hanno sempre raccontato che in Italia i branchi di lupi sono piccoli e che il lupo è timidissimo, scappa appena vede l'uomo. Sulla scientificità della lupologia, però,  ci sarebbe molto da interrogarsi considerato che chi racconta balle sapendo di raccontarle, con la giustificazione che mente a "fin di bene" (ovvero per "salvare dall'estinzione un meraviglioso animale") ed arrogandosi egli stesso di stabilire ciò che è bene e male non dovrebbe essere classificato "scienziato" ma stregone. Poi sappiamo che le balle non sono solo a fin di bene ma anche a fine dell'incasso di finanziamenti milionari da una lunga serie di anni. Con il grimaldello della "specie in perenne rischio di estinzione", con le azioni di lobby delle potenti organizzazioni ambientaliste e naturaliste i soldoni per il lupo ci sono sempre. Non per le scuole e le strade in montagna e tra poco neppure per cure mediche essenziali. Raccontano che in Italia i lupi sono da decenni sempre e costantemente 600 mentre vi sono pubblicazioni di esperti di monitoraggio sul campo che parlano di 2000 lupi in Italia. Ovviamente la cifra incedibilmente bassa (che il lupo sia più numeroso dei dati "scientifici" e abbia colonizzato nuovi areali lo dicono le cronache) serve a sostenere che "è ancora a rischio di estinizone" e a ... incassare le milionate. Branchi di 15 lupi ormai non sono una novità. Sono stati avvistati (anche da lupologi) in Piemonte. Non serve più andare in Canada o nelle steppe russe. Li abbiamo "sotto casa". Chi come il cacciatore senese (lo riporta la Nazione di oggi) si trova circondato da 15 lupi si caga sotto ed è una fortuna se riesce a raccontarlo. L'uomo, disarmato perché era il tramonto, si era incautamente recato a cercare un cane ferito. La zona quella di Casciano di Murlo, in particolare la località chiamata Castel di Notte.Accortosi che i lupi invece di scappare si avvicinavano lentamente tendendo a circondarlo grazie alla buona conoscenza del terreno ha trovato scampo sul tetto della capanna.  Però ha trascorso due ore di angoscia nell'attesa che arrivassero i soccorsi chiamati con il telefonino. In primavera un escursionista in provincia di Arezzo si era salvato su una croce su una cima della montagna e anche in questo caso il telefonino, anche se quasi scarici, aveva funzionato. E se non c'è campo o il telefonino è scarico cosa succede? A dinostrazione che i lupi non sono quelli che ci raccontano gli "scienziati" il capobranco ha persino seguito il gruppo dei soccorritori sino alle auto.

 

(29.09.14) L'orso appare per la prima volta nel Salsburghese. Attacca e ferisce un malghese, vivo per miracolo

La scienza della menzogna, praticata già dai nazionalsocialisti dice che una menzogna ripetuta innumerevoli volte diventà una verità. E cosi i Signori dell'orso ripetono al vulgo e scrivono nei loro articoli scientifici (dove scienza verità ed etica non fanno rima) che l'orso non è pericoloso. Una semplice cavolata che non ha nulla a che fare con l'etologia perché la pericolosità dipende dal contesto delle interazioni tra uomo e orso, contesto storicamente mutevole.

Però siccome gli scienziati sono stupidi e non studiano la storia e la società,  pensando che nel loro campo specialistico viga l'autosufficienza e l'autoreferenzialità del sapere, perseverano nei loro errori.

Eredi di Goebbels e dei nazional-socialisti sono gli ambiental-animalisti. Qualcuno, più onesto, non nasconde le proprie idee fasciste, la maggior parte si nasconde dietro cortine verdi e rosse. Ma il nocciolo sotto la scorza verde e la polpa rossa è NERO. Antiumano, antipopolare, anticontadino. Emerge nell'animal-ambientalismo che disprezza l'uomo (specie nociva e troppo numerosa fatti salvi i super uomini, l'aristocrazia in sintonia mistica con la Natura). Si respira anche nell'arroganza autoreferenziale degli  'scienziati' conservazionisti che ignorano la dimensione sociale, che ignorano che l'ambiente è un prodotto dell'attività umana degli lo stesso disprezzo per l'uomo degli aguzzini comunisti e nazionalsocialisti. Che ignorano che l'orso, la wilderness sono costruzioni sociali legate a determinati contesti storici e culturali.Con i soldi dei contribuenti vanno in giro a spiegare che l'orso attacca solo se provocato, che è vegetariano, timido, schivo. parlano di 'falsi attacchi' anche in pèresenza di persone ferite.

L'orso è animale intelligente e ha capito che gli umani non sono più un pericolo. Quindi non solo alcuni orsi non li evitano ma li attaccano. Succede non solo in America e Asia ma anche in Europa, non solo nei Carpazi, non solo in Scandinavia anche sulle nostre Alpi. Ogni volta che capita un attacco gli scienziati bugiardi dicono che è un fatto strano, rarissimo. Intanto quest'anno ci sono state due aggressioni in Trentino che potevano concludersi tragicamente. Ma l'aggressione peggiore è avvenuta la scorsa settimana in Austra, nel Salisburghese. Un malghese era al pascolo con la mandria. Un orso sbucato dal bosco gli si è diretto contro. Il malghese, come da manuale, ha arretrato lentamente ma è inciampato e l'orso gli è stato sopra ferendolo alla testa. L'uomo è svenuto e l'orso forse credendolo morto si è allontanato. Se si introducono gli orsi come in Trentino (si parla di 50-50 ma in Trentino molti pensano che siano più di un centinaio) non si può impedire alla gente di difendersi. Sparando agli orsi che attaccano le mandrie, i greggi, le persone, che entrano nei paesi si insegna agli orsi - nel loro stesso interesse di specie - ad avere ancora paura dell'uomo. Ma agli amici degli orsi non interessano gli orsi. Interessa affermare una certa idea che conferisce loro potere.

Con il finto buonismo che scambia l'orso con un peluche la convivenza è impossibile. Aspettiamo la tragedia. Ma i responsabili devono mettere in conto che non la passeranno liscia e saranno denunciati per omicidio volontario. Ora la pressione animalista è più forte e preferiscono assecondarla. Preparando guai ancora peggiori.

 

(16.08.14) Si salva solo perché "un Carnera" dall'agressione dell'orsa

Un fungaiolo è stato aggredito ieri a Pinzolo da un orsa con i cuccioli. Da "Carnera del Trentino" come viene chiamato ha reagito a calci e pugni. Ma ha rimediato 40 punti di sutura e lo scarpone morsicato. Parleranno ancora di "falsi attacchi" i bugiardi che disprezzano il popoli e lo ingannano che hanno introdotto orsi potenzialmente pericolosi in Trentino? Per un disegno di pulizia etnica della monbtagna di stampo ecofasciogiacobino volto ad ottenere un totale controllo del territorio con la sparizione delle forme tradizionali e veramente sostenibili di uso dello stesso. Quando nessuno oserà più andare nei boschi e in montagna, allevatori, pastori, boscaioli nonsarannpo più scomodi ostacoli sul cammino di una montagna da sfruttare senza scrupoli per produrre energia e materie prime per un capitalismo sempre più distruttivo.

 

(25.05.14) Uomo aggredito da un orsa in Val di Sole

(da L'Adige) Paura questa mattina nei boschi della val di Sole: un uomo del posto, Sisinio Zanella, è statoaggredito da un'orsapoco sopra l'abitato di Carciato. L'uomo, che con il suo cane stava andando in una radura, a controllare una delle "sorti" di legname concesse ai residenti, poco prima delle 8 si è visto sbucare sul sentiero un cucciolo di orso: non ha nemmeno fatto in tempo ad allontanarsi che addosso gli è balzata la mamma, fattasi istintivamente aggressiva per proteggere il cucciolo.

L'uomo è riuscito ad evitare drammi solo grazie alla sua prontezza di riflessi: non ha mollato la presa delbastone che aveva con sé per proteggersi dalle vipere e l'ha usato per difendersi dall'orsa, colpendola fino a quando questa non si è allontanata. L'uomo ha riportato ferite lievi e qualche botta alla schiena, in seguito alla caduta a terra provocata dal balzo dell'orsa.La notizia si è diffusa rapidamente in tutta la valle ed ora i residenti chiedono che si faccia qualcosa per poter avere maggiore sicurezza: "Capisco il comportamento dell'orsa, istintivo - spiega il figlio di Sisinio - e non ce l'ho con le bestie, ma con chi le ha volute reintrodurre creando questa situazione. Non possiamo rimanere in casa o andare a fare legna con i fucili".

 

(01.03.14) Quattro sindaci trentini e 3 veronesi chiedono misure contro gli orsi

 

 

«Siamo preoccupati perché non siamo in grado di garantire sicurezza alle persone sul nostro territorio». Così dichiarano i sindaci  di Ala, Avio, Brentonico e Mori hanno firmato una lettera indirizzata al presidente della Provincia di Trento per chiedere più controllo sui plantigradi e la rimozione immediata degliesemplari troppo confidenti. Accanto ai nomi di Luigino Peroni, Sandro Borghetti, Giorgio Dossi e Roberto Caliari ci sono anche quelli dei colleghi veronesi di Belluno-Brentino, Ferrara Monte Baldo e Malcesine. I primi cittadini hanno preso posizione sul progetto Life Ursus ancor prima di venire a conoscenza delle recenti scorribande alle pendici dello Stivo in val di Gresta. Tutto è partito da Avio, dove nei mesi scorsi la Lega Nord, come negli altri paesi lagarini, aveva promosso una mozione per il controllo dell’orso. A differenza degli altri Comuni però, ad Avio il documento che impegnava il sindaco a fare qualcosa sul tema del predatore, è stato votato dalla maggioranza dei consiglieri e da lì è partita l’iniziativa della lettera. «Nel 2013 il Monte Baldo ha guadagnato ripetutamente gli onori della cronaca per i danni e le razzie di bestiame causati dall’orso», è l’incipit della missiva, chiaro riferimento alle aggressioni messe in atto da M11. «A tali danni si aggiungono i timori di una negativa ripercussione sulla serenità di cittadini e turisti nell’intraprendere escursioni in montagna, attività cui sono fortemente legate le presenze sul Baldo».

L'iniziativa arriva in un momento in cui gli orsi, per la maggior parte ancora in semiletargo, hanno inziato le loro scorribande a carico di animali domestici indifesi (un altro asinello è stato sbranato proprio in questi giorni) e delle arnie. Il senso politico è quello di muoversi prima della primavera, quando gli orsi causano il maggior numero di danni. Ci sono in gioco posti di lavoro nel pastoralismo (diverse malghe sono state abbandonate e altre non sono più frequantate dai pastori "storici") ma anche nel turismo

Eviendentemente i sindaci non credono al rassicurante studio pubblicizzato qualche giorno fa dalla Provincia che, citando "4 anni di ricerche" conclude che l'orso non è pericoloso. In Trentino sanno in molti che i casi più "scabrosi" sono stati tacitati come denunciato dal Comitato anti orso della Val Rendena che ha raccolto testimoniante su episodi che le autorità hanno ignorato o censurato. Insomma uno studio "scientifico" in cui i dati che potevano inficiare la tesi politica apriori "l'orso non è pericoloso" sono stati abilmente fatti sparire.


(26.02.14) Termeno (Bz). Cresce l'esasperazione contro gli orsi. Il sindaco pronto ad agire

 

 

A Termeno in provincia di Bolzano la presenza degli orsi trentini  (che però a suo tempo anche la Provincia autonoma di Bolzano aveva accettato)  non è più sopportata. I danni si sono fatti pesanti. 50 ovini predati e uno solo indennizzato (degli altri si sono trovati solo miseri resti o nulla). Il 10 gennaio il sindaco aveva dichiarato che se gli orsi non fossero stati spostati era promto a firmare un'ordinanza per farli abbattere dai cacciatori locali. Walter Dissertori, giovane sindaco di Termeno è deciso ad andare fino in fondo. E' pronto a prendersi le proprie responsabilità di autorità locale responsabile per la sicurezza dei cittadini e precisa di essere allergico alle armi e di aver fatto il servizio civile nella Croce Rossa proprio per questo motivo. In febbraio i toni non si sono placati. E' partita una raccolta firme e la Provincia ha catturato un orso ma... si è limitata a radiocollararlo e a rilasciarlo. La cosa ha fatto arrabbiare ancora di più la popolazione e si è svolto un affollatissimo incontro pubblico in cui si è ribadita la richiesta di catturare gli orsi, ma per portarli nell'area deputata dalla provincia di Trento ad accogliere gli orsi problematici, non per lasciarli liberi di nuovo sia pure con il radiocollare.

Di fronte a queste notizie i soliti ambiental-animalisti da salotto hanno reagito scandalizzati: "ma cosa vogliono questi montanari, sono risarciti". Gli analfabeti non conoscono nemmeno la differenza tra risarcimento (che rappresenta una riparazione completa del danno) e l'indennizzo che è sempre parziale e su base arbitraria. Anche se gli orsi "non sono pericolosi" la Provincia di Trento ha previsto anche l'indennizzo per gli esseri umani eventualmente sbranati dal plantigrado: 250 mila €. La gran parte dei danni subiti dagli allevatori non vengono in realtà risarciti. Sia perché gli animali portati via dall'orso o finiti in un dirupo, ma anche quelli di cui si trovano resti insufficienti per una diagnosi di predazione non sono neppure parzialmente indannizzati. Sia perché gli allevatori subiscono danni indiretti che solo in minima parte la Provincia riconosce.


 

 

(14.02.14) Scansano (Grosseto): continua la clamorosa protesta degli allevatori contro gli ambientalisti e le istituzioni

 

 

A Scansano all'ingresso del paese, presso la rotatoria che porta alla cantina del Morellino, è stato affisso un cartello da cantiere con a fianco una testa di lupo mozzata. Sono 10 le carcasse (o teste) di lupo esibite sulle strade e nelle piazze per denunciare l'immobilismo della politica che finge di credere che in tutta Italia ci siano solo 800 lupi (dato misteriosamente fermo a vent'anni fa), che la specie è costantemente sull'orlo dell'estinzione mentre allevatori, cacciatori, abitanti delle aree rurali e montane sanno bene che i branchi stanno aumentando di numero e di dimensioni. Nonostante ogni anno vengano eliminati centinaia di lupi la specie continua ad espandere il suo areale giungendo sempre più vicina alle città alle coste, alle pianure.

A chi insiste a parlare di bracconaggio, questo cartello ricorda che è la falsa e ipocrita difesa a tutti i costi del lupo (pagata a caro prezzo dagli allevatori) a causare questi atti dimostrativi. Atti che accusano anche la sordità della politica e che dimostrano al mondo che anche nella gestione della fauna l'Italia si comporta in modo vegognoso. Per non urtare LAV, Enpa, Legambiente, WWF si preferisce mettere la testa sotto la sabbia. Se chiudono gli allevamenti per lupi  non importa nulla. Basta che escano di scena in silenzio, senza troppo clamore. E allora non ci si può meravigliare o scandalizzare per certe forme di protesta.

Cosa aspettano provincie e regioni ad assumere delle iniziative? Quante altre teste di lupo dovranno essere esibite a vantaggio dell'immagine turistica della Toscana e dell'Italia prima di schiodarsi dalla loro ignavia?


 

(10.02.14) Cosa è successo al Crasm di Semproniano (Grosseto) indagato per traffico di fauna selvatica ma destinazione di "ibridi" lupo-cane catturati?

Que s'est-il passé dans le Crasm de Semproniano (Grosseto) mis en examen pour trafic de faune sauvage au sujet des "hybrides" loups-chiens capturés ? (traduction française ci-dessous)

 

 

La scorsa primavera i mezzi di informazione davano con enfasi la notizia di ispezioni e di indagini a carico del CRASM (Centro recupero fauna selvatica) di Semproniano in provincia di Grosseto. Come è noto in Maremma infuria la polemica sui lupi che stanno mettendo in ginocchio l'allevamento ovino.

Che la piazza grossetana sia particolarmente "calda" lo testimoniano le 8 carcasse di lupi esibite pubblicamente in segno di protesta. Per placare gli allevatori la strategia lupista ha da qualche tempo deciso di puntare su un diversivo: gli ibridi. Sarebbero loro i responsabili di molti attacchi, non i "veri lupi" (ma esistono ancora?) che hanno paura dell'uomo, che predano solo animali deboli e malati, dei gentlemen insomma.

Tutte panzane ovviamente ma per puntellare un colossale castello di bugie èa volte opportuno il rilancio, gettare ulteriore fumo negli occhi. Così si è dato avvio al progetto Ibriwolf sempre generosamente finanziato quando si tratta di una specie "a rischio di estinzione" "particolarmente protetta". Peccato che a certificare questo status siano gli stessi beneficiari dei finanziamenti, molto più difficili da ottenere se il lupo fosse declassato ad un volgare animale "semplicemente protetto" e, ancor più, se si riconoscesse che il lupo dilaga in tutta Europa ed è specie da contenere.

Ibriwolf consente - in forza delle finalità scientifiche - di derogare al severo divieto di cattura di fauna selvatica che, è bene ricordare, riguarda anche gli ibridi in quanto animali nati in natura e, dal punto di vista della selvaticità, riconosciuti tali sino alla quarta generazione. Così ibriwolf mette trappole, cattura, detiene gli ibridi e i sospetti tali. In attesa di analisi genetiche che, dopo la seconda generazione, sono peraltro considerate di dubbia interpretazione. La struttura che detiene gli ibridi è il Crasm di Semproniano . Una struttura gestita dal WWF che riceve 300 mila € dal Ministero più 90 mila dalle casse esangui delle provincie.  Le ispezioni e le indagini, confermate dallo stesso WWF che ha comunque respinto ogni accusa, avrebbero riguardato la vendita (assolutamente illegale) di numerosi animali provenienti da sequestri o fatti riprodurre. I mezi di informazione parlavano a proposito di due floni di inchiesta uno riguardante appunto l'llecita attività di riproduzione nel centro. Da qui le ipotesi di peculato e truffa sulla base del sospetto che gli animali deceduti non venissero certificati per continuare a incassare le sovvenzioni.

Queste ed altre notizie sono riportate dal sito www.circo.ithttp://www.circo.it/wwf-nel-ciclone-per-il-centro-di-semproniano/) che si chiede, non senza giustificazione, agli animal-ambientalisti: "Perché gli animali dei circhi devono essere liberati e nei loro centri possono state benissimo tutta la vita?".

E' interessante sottolineare che l'indagine a Semproniano è partita nel 2012 da una denuncia anonima ed è stata condotta con ispezioni del Corpo Forestale dello Stato. Qualcuno penserà: ma cosa vale una denuncia anonima? Il fatto è che alla fine del 2013 sempre da denuncie anonime è scattata l'operazione del CFS a carico degli allevatori di CLC (cane cecoslovacco) palesemente finalizzata ad accusare, suonando la grancassa di comunicati ufficiali, allevatori e detentori della razza di contribuire al problema dell'ibridazione del lupo. Accuse senza fondamento alcuno ma in modo piuttosto spregiudcato per depistare l'opinione pubblica dai veri problemi di minaccia all'integrità genetica del lupo che sono probabilmente da attribuire allo stesso "partito del lupo". La sempre più frequente presenza di soggetti con caratteristiche morfologiche riconducibili a lupi di ceppi esotici (attestata anche dal CFS nel tentativo maldestro di imputare l'immissione di sangue di lupo canadese agli allevatori di CLC) non ha nulla a che fare con accoppiamenti casuali ma è frutto dell'immissione di soggetti provenienti da un traffico internazionale di lupi (provenienti da catture in natura o da "giri" tra zoo e centri faunistici). Per catturare un lupo alla fine basta solo una gabbia a scatto e un esca opportuna.

In tutto questo bel panorama i dubbi aumentano quando si vede che il centro di Semproniano, oggetto di inchiesta della procura di Grosseto, è partner importante del progetto IbriWolf. E perché dell'inchiesta non si sa più nulla?

 

Que s'est-il passé dans le Crasm de Semproniano (Grosseto) mis en examen pour trafic de faune sauvage au sujet des "hybrides" loups-chiens capturés ?

Au printemps dernier, les médias signalaient en grande pompe la nouvelle d'inspections et d' enquêtes touchant le CRASM (Centre de récupération de la faune sauvage) de Semproniano dans la province de Grosseto. Comme on le sait la polémique fait rage en Maremme au sujet des loups qui mettent l'élevage ovin à terre.

Les huit carcasses de loups tués exhibées publiquement en signe de protestation témoignent que la situation dans la zone Grosetto est particulièrement "chaude".

Pour calmer les éleveurs la stratégie lupiste a depuis quelques temps décidé de miser sur une diversion : les hybrides. Ce serait eux les responsables de beaucoup d'attaques, et pas les "vrais loups" (mais existent-ils encore ?) qui ont peur de l'homme, qui ne prennent que des animaux malades et faibles, en somme des gentlemen.

Que des bobards évidemment mais pour étayer un colossal château de mensonges il est parfois opportun de surenchérir en jetant dans les yeux un écran de fumée supplémentaire.

C'est ainsi qu'on a lancé le projet Ibriwolf toujours généreusement financé quand il s'agit d'une espèce "en risque d'extinction" "particulièrement protégée".

Dommage que ce soient les bénéficiaires mêmes des financements qui justifient ce statut, financements qui seraient beaucoup plus difficiles à obtenir si le loup était déclassé au rang de vulgaire animal "simplement protégé" ou, pire encore, si loup se propageant dans toute l'Europe était reconnu comme une espèce à contenir.

Ibriwolf permet - forcément à des fins scientifiques - de déroger à l'interdiction sévère de capture de faune sauvage qui, il faut s'en rappeler, concerne aussi les hybrides en tant qu'animaux nés dans la nature et qui, du point de vue de la vie sauvage, sont reconnus comme des animaux sauvages jusqu'à la quatrième génération. Ainsi ibriwolf pose des pièges, capture, détient des hybrides ou ceux qui sont suspectés d'en être. Dans l'attente d'analyses génétiques qui sont par ailleurs considérées comme ayant une interprétation douteuse au-delà de la deuxième génération. La structure qui détient les hybrides est le Crasm de Semproniano . Une structure gérée par le WWF qui reçoit environ 300.000 € du Ministère, plus 90.000 € des caisses exsangues des provinces. Les inspections et les enquêtes, confirmées par le WWF qui de toute façon a rejeté toute accusation, concerneraient la vente (totalement illégale) de nombreux animaux provenant de séquestres et faits se reproduire. Les moyens d'informations parlent à ce sujet de deux filons d'enquêtes, une concernant justement l'activité de reproduction illicite dans le centre.

D'où les hypothèses de détournement de fonds et de fraude sur la base de suspicions que les animaux décédés n'auraient pas été certifiés pour continuer à encaisser les subventions.

Cette nouvelle et d'autres sont rapportées par le site www.circo.it ( http://www.circo.it/wwf-nel-ciclone-per-il-centro-di-semproniano/) qui demande, non sans raison, aux animal-écologistes : "Pourquoi les animaux de cirques doivent-ils être libérés quand dans les centres ils peuvent y être très bien toute leur vie?".

Il est intéressant de souligner que l'enquête à Semproniano est partie en 2012 d'une dénonciation anonyme et qu'elle a été conduite avec des inspections du Corpo Forestale dello Stato. Certains se diront: mais que vaut une dénonciation anonyme? Le fait est que fin 2013 c'est en partant de dénonciations anonymes que s'est déclanchée l'opération du CFS contre les éleveurs de CLT (chien-loup tchécoslovaque) évidemment dans le but d'accuser, en utilisant la grosse caisse des communiqués officiels, les éleveurs et les détenteurs de la race de contribuer au problème de l'hybridation du loup. Accusations sans aucun fondement mais plutôt faites d'une manière sans complexe pour détourner l'opinion publique des vrais problèmes menaçant l'intégrité génétique du loup qui sont probablement à attribuer au "parti du loup" lui même.

La présence toujours plus fréquente de spécimens aux caractéristiques morphologiques se rapportant à des loups de souches exotiques (attestée aussi par le Cfs dans sa tentative maladroite d'imputer l'introduction de sang de loup canadien au éleveurs de CLT) n'a rien à voir avec des accouplements occasionnels mais est le fruit de l'introduction de sujets provenant d'un trafic international de loups (provenant de captures dans la nature ou de "circulations" entre zoos et centres faunistiques). Pour capturer un loup il suffit d'une cage à système de déclanchement et d'un appât approprié.

Dans ce joli panorama les doutes s'amplifient quand on voit que le centre de Semproniano, important partenaire du projet Ibriwolf, fait l'objet d'une enquête du Parquet de Grossetto. Et pourquoi ne sait-on plus rien de cette enquête ?

 

 

(24.01.14) Carenza di manutenzione, impermeabilizzazione del territorio ma anche le nutrie

 

L'esondazione del Secchia in provincia di Modena ha dato luogo a violente polemiche circa le responsabilità delle rotture degli argini. Che la causa sia la scarsa manutenzione di alvei, argini e del territorio in generale non ci sono dubbi (vedi foto sopra con l'effetto diga causato dal troppo materiale trascinato dalla piena). Così come non ci sono dubbi che l'impermeabilizzazione di ampie superfici e le strade sopraelevate non aiutano il naturale deflusso delle acque. Però è inaccettabile che il problema dlele nutrie venga ridicolizzato solo per motivi ideologici dalle parti politiche e da esponenti politici che lisciano il pelo all'ambientalismo urbano che insorge appena si pone la necessità di regolare delle popolazioni di animali che - anche se la definizione suona politicamente scorretta - sono "nocivi". Non c'è niente di ecologico nel difendere le nutrie, animali esotici introdotti per gli allevamenti da pelliccia e poi rilasciate irresponsabilmente. Le nutrie, bisogna ricordare ai signorini di città (che si dimenticano sempre che la pancia la riempiono ogni giorno perché ci sono gli agricoltori, da loro tanto disprezzati e ridicolizzati) non danneggiano solo gli argini con enormi danni alla loro stabilità, ma provocano anche pesanti danni alle coltivazioni.

Chi ha addossato tutte le responsabilità del disastro alle nutrie ha sbagliato ma sbagliano ancora di più coloro che negano che le "graziose bestiole" (dall'aspetto di grossi ratti) siano nocive invocando anche per loro "protezione". Chissà se gli amici delle nutrie partecipebbero a dei campi di lavoro per la manuenzione degli argini (come alternativa all'eradicazione delle - solo per loro - "bestiole").

 

 

(18.01.14) Multe ai ciaspolisti. Proteste in bergamasca

 

Dopo una serie di multe comminate dai carabinieri a ciaspolisti che risalivano da Valtorta ai Piani di Bobbio i ciaspolisti insorgono: "Ci dicano dove possiamo passare, la montagna non è proprietà privata degli impianti sciistici!". E un esponente del Cai Bergamo con parole molto chiare e nette interviene a loro difesa scrivendo all'Eco di Bergamo e aprendo un dibattito pubblico. Una presa di posizione significativa perché non è in gioco una "concorrenza" tra appassionati di diverse pratiche ma una diversa concezione della montagna e del modo di fruirene.

 

Le piste da sci non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata. Sacrosanto il diritto di sciare e divertirsi a rotta di collo giù per le pendici innevate delle nostre belle montagne che, guarda caso, salgono agli onori della cronaca in occasione di incidenti valanghivi, interventi del Soccorso Alpino, luminescenti titoli sulla Montagna Assassina o sugli scialpinisti scriteriati con rulli di tamburi e squilli di trombe ad accompagnare editti per patentini vari e permessi di transito.

Ultimo ad assurgere a tali onori il sanzionamento di chi, ciaspole ai piedi, si permette di impunemente invadere e risalire quei pendii che forza di gravità ed interessi economici prevedono solamente in discesa.

Certo, è importante tutelare, sostenere e incoraggiare chi nelle Alte Terre investe al fine di svilupparne e – badiamo, non è secondario – tutelarne le potenzialità e le bellezze. Ma le piste da sci non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata.

Chi sale pagando con la propria fatica e non pagando gli impianti, ha tutto il diritto di percorrere e godere il meraviglioso ambiente invernale. Facciamo le piste? Benissimo – con dei se e dei ma per i quali non è questa la sede –. Le vogliamo sicure? Altrettanto – e meno male – bene.

Allora non fermiamoci a metà, consideriamo parimenti ogni tipo di fruizione. La montagna in inverno non è solo appannaggio degli sciatori che riempiono gli impianti, c’è anche chi la vuole vivere in altro modo e con questo non voglio assolutamente esprimere giudizi morali (non qui).

Ora, scegliamo se la montagna la vogliamo valorizzare in quanto mera risorsa economica, patrimonio in proprietà da sfruttare e far rendere (oggi, domani – mah – si vedrà), oppure senza manicheismi di genere, in quanto Bellezza, Ricchezza, Possibilità, Patrimonio Comune, Risorsa per il presente e per il futuro, soprattutto!

 

Nevio Oberti

Accompagnatore di escursionismo del Cai

Scuola di Escursionismo Giulio Ottolini - Cai Bergamo

Vicepresidente commissione di Escursionismo Cai Bergamo

 


(04.01.14) La politica cinica dello stato e degli ambientalisti

 

Ancora lupi sparati in Toscana, Umbria, Piemonte (sotto la lupa sparata in provincia di Terni)

 

Nei primi giorni dell'anno 2 altri lupi (o ibridi) presi ai lacci sparati in Maremma, una lupa trovata sparata in provincia di Terni a Piediluco, e i resti di un lupo, sempre sparato, rinvenuti in Val Chisone in provincia di Torino. Tutti ritrovamenti dovuti al fatto che chi ha sparato o voleva che le carcasse fossero trovate o non le ha occultate bene. Quando i "controllori" del lupo lavorano in modo professionale non se ne accorge nessuno. nessuno tranne gli addetti ai lavori che sanno bene che i lupi spariscono ma stanno zitti "per non creare emulazione" dicono loro, in realtà perché questo "controllo silenzioso" fa comodo a molti.

Lo stato italiano e le associazioni ambientaliste si pavoneggiano perché in Italia il lupo è "super protetto". Ma è un vanto da cialtroni. La "super protezione" è sinora consistita nel opporre un diniego sistematico e senza motivazioni tecnico-scientifiche alle richieste che venivano dalla Regioni per autorizzare una forma di controllo legale come avviene in tutti i paesi europe dove il lupo è presente in modo consistente ma dove non è consentita la caccia (legale anche in Spagna e in Grecia). Un diniego illegittimo perché basato su dati taroccati sulla consistenza del lupo e su una valutazione scientificamente indifendibile e circa il "persistente pericolo di estinzione". Considerato che i lupi appaiono ovunque (tranne in Sicilia e Sardegna) la tesi del "rischio di estinzione" e di una popolazione ferma da vent'anni a 600-1000 capi è solo una grave menzogna di cui qualcuno sarà chiamato a rendere conto. Infatti la categoria degli allevatori è tutelata da quelle stesse norme internazionali che pure stabiliscono lo status di specie particolarmente protetta (ma fino a quando?) del lupo. Lo stato italiano che non riconosce la gravità dei danni all'allevamento e che nasconde il numero reale di lupi è responsabile dei danni provocati dai lupi che, in quanto fauna selvatica, per la legge italiana sono proprietà dello stato stesso. La responsabilità è del Ministero dell'ambiente che lega le mani alle Regioni che dovrebbero attuare il controllo.

La politica del lupo all'italiana serve a lisciare il pelo agli animalisti e a coccolare una componente dell'opinione pubblica dalla superficiale e arretrata cultura ecologica basata sull'emozione e sulla confusione tra la realtà, Yellowstone, Disneyland. .

E' una politica cinica che punta sull'esasperazione di pastori, allevatori e cacciatori. Gli ambientalisti, il CFS, il Ministero sanno bene che -  oltre una certa soglia di presenza di lupi e di gravità dei danni - le categorie danneggiate sono costrette a passare all'azione, con fucili, trappole varie, veleno. Succede ormai in tutte le regioni dove è presente il lupo. In silenzio allevatori, pastori, cacciatori "tolgono" un po' di lupi tanto da alleggerire la pressione.

Non succede solo in Calabria ma anche in Toscana, in Piemonte e nelle altre regioni del Nord.

Le istituzioni non danno alcuna risposta e la gente si convince che deve operare una "supplenza".

Luigi Boitani l'esperto maximo europeo di lupi ha anche teorizzato tutto ciò: "Se non ci fossero i bracconieri ci troveremmo i lupi in casa". Da una parte lupologi e ambientalisti fingono di stracciarsi le vesti inveendo contro i "barbari efferati criminali", dall'altra sperano che operino in maniera efficiente impedendo che il problema si ingigantisca. Insomma il bracconaggio è una valvola di sfogo che fa un gran comodo al "lupismo di stato" perché consente di mantenere la rappresentazione di facciata di un regime di "massima protezione del lupo". Se poi qualcuno spara sono criminali, sono cavoli loro. Polizie provinciali, CFS, ambientalisti sperano anche che i bracconieri non facciano bravate, che non si facciano scoprire. Solo in pochi casi particolari chi ha eliminato i lupi è stato individuato e condannato. Per il resto nessuno si impegna più di tanto ad individuare i responsabili. "Non abbiamo la benzina" è la scusa delle polizie provinciali. "Abbiamo troppi compiti da svolgere" quella del CFS. La realtà è che c'è la volontà politica di lasciare le cose come stanno. Ma i lupi rompono gli equilibri: sono sempre di più e sempre più sfrontati e il conflitto sociale, che la politica del "chiudiamo un occhio sul bracconaggio" vorrebbe evitare, sta esplodendo lo stesso: dal Piemonte all'Umbria, dalla Toscana al Veneto.

La politica dell'irresponsabilità sposta solo la soluzione dei problemi ma li aggrava.


 

(01.01.14) In Maremma contro i danni insostenibili dei lupi una forma di protesta sociale

Sei lupi uccisi a fucilate negli ultimi mesi in Maremma. Tutt'altro che furtivamente ma lasciando le carcasse nelle piazze dei paesi. E gli animalisti attaccano gli allevatori e i cacciatori  con toni razzisti

E' una guerra quella in atto in Maremma. Titolano così anche i giornali riflettendo quello che è convinzione generale in Maremma: ormai è davanti agli occhi di tutti che le uccisioni dei lupi sono la reazione allle stragi di animali e alla stessa messa in discussione dell'attività degli allevatori. Non c'entra il bracconaggio e non è certo con mezzi di polizia, di repressione che si può risovere la situazione. Ogni azione in tal senso, semmai, aggraverebbe l'esasperazione di un'intera categoria contro le istituzioni.

Il bracconiere non ha alcun interesse a farsi beccare e cerca di fare la sua attività di caccia di frodo nel modo più furtivo possibile. Invece chi ha ucciso i lupi ha fatto di tutto per farsi notare per rendere il fatto platealmente pubblico legando le carcasse nelle piazze dei paesi, sin sulle scale di un teatro. Così la politica, sino ad oggi sorda, ha iniziato timidamente ad interessarsi del problema e quantomeno a riconoscere che "gli allevatori sono esasperati"

In realtà lo stato d'animo degli allevatori va già oltre l'esasperazione: migliaia di capi persi, il patrimonio zootecnico ovino dell'Amiata dimezzato, la prospettiva concreta della sparizione dell'allevamento. Un obiettivo che la parte più animalista del fronte lupofilo non nega dal momento che per essa (LAV e oltre) l'allevamento dovrebbe essere abolito e si dovrebbe imporre il veganesimo coatto. La componente più ipocrita del fronte lupofilo (WWF e Legambiente) continua invece a cianciare di "convivenza" e trova la solita Coldiretti (maestra di ambiguità) a fare da sponda nei vari programmi HybridWolf MedWolf ecc. (dove c'è ma gestire finanziamenti ci si intende subito tra volponi...). Però di fronte alla nuova situazione anche la Coldiretti si rende conto che è vicino un punto di ruttura e pur deprecando l'uccisione di animali "giustamente protetti" trova modo tra le righe di giustificare chi sta facendosi giustizia da solo. Una posizione che finge di ignorare che il lupo è "ingiustamente protetto" perché sulla base di dati volutamente falsificati gli esperti hanno fornito sempre un parere negativo al Ministero quando si trattava di rispondere alle richieste di abbattimenti in deroga (previsti dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva Habitat). Previsti per "grave danno economico" anche quando le popolazioni di lupi sono ridotte, figuriamoci se non sarebbero legali in Italia dove il lupo scoppia di salute, arriva alle porte delle citta, sulle coste, si avvicina ai centri abitati. In Francia quest'anno era stato decretato l'abbattimento di 13 lupi (su 250), in Svezia si prelevano 20 lupi all'anno su 200. La "legge" (in realtà sono solo pareri tecnici tradotti in dinieghi ministeriali alle richieste di controllo da parte delle regioni) che impedisce il controllo del lupo in Italia è di fatto illegittima, è un abuso bello e buono dovuto al fatto che i verdi sono "più uguali degli altri" e piegano la pubblica amministrazione alla loro faziosità ideologica. I dinieghi e i pareri contrari al controllo del lupo sottovalutano i reali danni economici e sociali della predazione (peraltro palesemente riconosciuti dalla Commissione agricoltura della camera nella scorsa legislatura che aveva votato una risoluzione che apriva al controllo del lupo). Ma gli organi "tecnici" (fatti da ambientalisti) che "consigliano" il Ministro dell'ambiente se ne fregano delle prese di posizioi politiche e degli orientamenti democraticamente espressi dal parlamento e continuano a farneticare di lupi in pericolo di estinzione quando è palese che la cifra di 600 lupi in Italia è ridicola dal momento che (sulla base di alcune stime regionali) questo numero è verosimilnte pari quello dei lupi della sola Toscana e delle regioni limitrofe.

Forse queste circostanze potrebbero non essere tenute in considerazione da un giudice ma moralmente pesano.

Intanto la LAV di Grosseto si scatena, non solo attribuisce la "strage dei pupi" agli allevatori ovini, ma parla di politici che cercano voti nella "parte più brutale della popolazione", di problemi da rderivanti dalle "troppe licenze di caccia" rilasciate senza controlli psicologici a cacciatori psicologicamente instabili. Un vero e proprio razzismo contro allevatori, cacciatori qualificati come psicopatici, normali cittadini che ritengono che sia ora di attivare un controllo numerico del lupo come consentito dalla legge.

 

(24.12.13)Animalista aggredita da un branco dicinghiali

E' successo ieri sui Colli Euganei, provincia di Padova. La volontaria Enpa aggredita da due grossi capi staccatisi da un branco. Feriti i suoi due cani


 

Spiace per la donna, rimasta molto scossadall'episodio ma gli ambientalisti e tutta la lobby animal-faunistica che predica l'innocuità di lupi, orsi e cinghiali se la merita. Quando sono contadini, pastori, cacciatori a denunciare aggressioni o incontri ravvicinati inquietanti con i cinghiali, orsi, lupi gli animalisti rigettano tutto come "chiacchere da bar". Ora tutti i tecnici faunisti, tutti gli ambientalisti e gli animalisti che ripetono come un mantra: "i cinghiali non aggrediscono l'uomo, al massimo lo fa la scrofa con i piccoli" dovranno per punizione mangiarsi la pagina del Mattino di Padova del 24 dicembre che riferisce il racconto della volontaria Enpa. La donna passeggiava tranquilla in una zona abitata a Battaglia Terme, quando ha sentito un rumore assordante "come una carica di bisonti". Due grossi capi (verosimilmente maschi l'hanno attaccata uno dopo l'altro). La donna si è difesa agitando un bastone e deve ringraziare anche  suoi due cani (immaginiamo dei trovatelli) che hanno coraggisamente ingaggiato con i cinghiali. Sono rimasti emtrambi feriti, uno in modo abbastanza grave al ventre perdendo molto sangue. La giovane femmina è stata ritrovata dalla signora solo dopo un'ora quando ormai disperava di trovarla viva. La pianteranno quelli ella lobby e tutti i tecnici faunisti pubblici ipnotizzati dalla lobby dei faunisti "scientifici" di dire che "i cinghiali non sono aggressivi". Se non lo faranno i casi sono due: o sono lobotomizzati, o hanno subito un lavaggio del cervello di quelli pesanti ... o sono stati corrotti per raccontare menzogne utili alla "politica della natura" antipopolare e funzionale agli interessi dominanti .


(20.12.13) Lupi in Lessinia: una strage di bovini

 

Trala provincia di Verona e quella di Trento questa estate sono statepredate 14 manze, 5 vitelli e 6 asini. Più altre perdite non riconosciute e che non saranno mai rimborsate (restano solo le ossa e non è possibile la diagnosi)

 

 

 Il lupo proveniente dalla Slovenia (almeno così ci raccontano) ha messo su una famiglia numerosa. Fenomenali questi lupi. Come la coppia del Monte Calanda nei pressi di Coira in Svizzera. Lo scorso anno si è formata la coppia e quest'anno (ai primi di dicembre) sono stati fotografati 10 lupi nella neve.  Forse la realtà non è così romantica cone i lupofili e i lupologi vogliono farci credere e chissà se non ci sia qualche "aiutino" (illegale) in questo sorprendente ripopolamento delle Alpi da parte del lupo. Chi tifa lupo non solo è fanatico e disposto a tutto ma, molto spesso, ha parecchio da guadagnare. Il lupo è un business lucroso come dimostra il progetto WolfAlp. Un progettino da  7,2 milioni solo sulle Alpi italiane, ed escluse Valle d'Aosta e Bolzano dove i politici non sono cialtroni (destra, sinistra, centro, "padani" senza distinzioni) e l'agricoltura la difendono. Dove arriva il lupo arrivano milionate di progetti e quindi si fa di tutto per facilitarne l'arrivo e la diffusione. In Italia la mentalità è ancora quella del comune medioevale, con il contadino cittadino di serie B. Chissenefrega (per lorsignori ambientalisti) se la prolifica coppia lupina della Lessinia ha provocato la scorsa estate 12 attacchi ad allevamenti bovini in Lessinia e nove oltreconfine nella provincia autonoma di Trento. Sono state accertate come perdite da predazione lupina 4 manze e 5 vitelli in Lessinia (in tre attacchi si sono rinvenute solo ossa e non ci sarà alcun rimborso) oltre a due asini. In trentino i lupacchiotti hanno effettuato 9 attacchi con 9 manze morte e 3 asini. Agli "ambientalisti" di città, che al caldo delle loro case super riscaldate con ai piedi comode pantofole provano "brividi di emozione" al pensiero che sulle montagne di casa si verifichino scene di predazione da Yellowstone, va bene così. C'è chi specula e ci sono gli zombie che assicurano il loro consenso "di massa" alle strategie del potere. Gli animali, ancor più degli "ambientalisti" televisivi, sono le pedine di un "teatro" politico, protagonisti passivi delle biopolitiche. Dove la "selvaticità" cela l'esatto contrario: la manipolazione tecnocratica.


(17.11.13)Paura dei lupi sull'appennino modenese

 

Neigiorni scorsi un branco di ben 18 lupi è penetrato in recinti dove erano custodite pecore e capre sbranando diversi capi e facendosi vedere presso le abitazioni

 

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I lupologi, veri esponenti dell'imbroglio scientifico ai danni del popolo, vanno sostenendo che il lupo è timido, che fugge con la coda tra le zampe appena sente odore di umano, che in Europa i branchi sono al massimo di 7-8 individui ecc. ecc. E' un vero trattamento al Valium quello che propinano agli italiani, un Valium che agisce in sinergia con il rimbambimento collettivo prodotto dai melensi documentari "naturalistici" propinati da Geo & Geo e roba simile. Una propaganda che serve a sostenere il clientelismo dei Parchi e delle associazioni ambientaliste che in nome del lupo gestiscono progetti milionari.

Lo scopo di tante balle?  Tenere nascosto che il numero di lupi è almeno doppio di quello ufficiale (che da almeno 10 anni è sempre fermo a 1000 capi), non far sapere alle popolazioni che stanno arrivando nelle pianure, nelle periferie delle città, sulle coste. Che presto saranno un pericolo per l'uomo.

L'incantesimo dei pifferai magici "protezionisti" (che operano si per amore del loro beniamino, ma anche delle loro tasche) deve durare sino a quando in tutte le regioni ci saranno stabili popolazioni di lupi. Allora si cercherà di blandire i vituperati cacciatori concedendo una limitata possibilità di caccia. La pastorizia italiana sarà già distrutta, però. Cosa che ai protezionisti non può fare solo che piacere perché a loro piace una montagna con i fiorellini e i lupetti senza quelle volgarità delle pecore e dei pastori.  A Miceno, una frazione di Pavullo nel Frignano nell'appennino modenese nei giorni scorsi un branco di 18 lupi ha sbranato capre e pecore che sembravano al sicuro all'interno di robusti recinti e si aggira tra le case. Cresce la paura e la rabbia tra gli abitanti della montagna. Alessia Pinotti, figlia di Annalisa Speranzoni, titolare di un'azienda agricola ha assistito inorridita alla scena di un branco di lupi (se ne distinguono almeno sei nell immagine immortalata dalla telecamera di sorveglianza, foto sopra) che divoravano la carcassa di una mucca morta nella notte e che era stata portata all'aperto per la visita del veterinario alle 6 di mattina. La Pinotti sostiene che una sera ha contato 18 lupi. "Sono talmente tanti e vanno avanti indietro tranquillamente tra le case che hanno tracciato un sentiero". Ad una vicina qualche giorno prima avevano sbranato delle capre chiuse entro una recinzione alta due metri. Tra Pavullo e Serramazzoni i lupi hanno fatto strage di pecore, catre e bovini ma i politici che tifano per il lupo (in Emilia in particolare) se ne fregano totalmente delle proteste degli allevatori, che ora temono anche per la loro stessa sicurezza. Così va l'Italia.


(07.11.13)Gap: la collera dei pastori contro gli ambientalisti da salotto

Questa mattina trecento tra pastori e i loro sostenitori hanno manifestato per le strade di Gap, cittadina delle Alte Alpi francesi. Domenica in un solo attacco un pastore ha perso 98 ovini.

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Si moltiplicano le manifestazioni dei pastori in Francia. Dopo le proteste con l'esposizione delle carcasse degli animali predati sulla strade e una manifestazione nazionale nel Massiccio centrale oggi si è svolta una protesta spontanea ma dura dei pastori delle Alte Alpi per le strade della cittadina di Gap. I pastori hanno esibito le carcasse di alcune pecore portando in corteo per le strade e hanno poi fatto oggetto di un fitto lancio di uova la sede della SAPN la socété Alpine de protection de la nature. Alcune carcasse sono state lasciate legate alla vetrina dell'associazione. Il segno di una tensione che diventa sempre più forte e che contrappone, in quello che è un aspro conflitto sociale un soggetto popolare: i pastori (lavoratori autonomi, salariati, piccoli impreditori) alla base piccolo borghese dell'ambientalismo imbesuita di ideologia verde e a un ceto di burocrati e intellettuali che trae diretti vantaggi dal business protezionista e che porta acqua al mulino del capitalismo neoliberista. Quest'ultimo sfrutta l'ideologia ecologica per ottenere nuovi vantaggi con la green economy e per acquisire un controllo più diretto per lo sfruttamente delle risorse territoriali usando la foglia di fico della wilderness (ma in realtà puntando allo sfruttamento energetico delle biomasse, dell'eolico, delle risorse idriche togliendo di mezzo chi usa il territorio al di fuori del controllo dell'economia capitralistica e può resistere al nuovo colonialismo).
Alla manifestazione hanno partecipato pastori della FNSEA l'organizzazione agricola maggioritaria "moderata" ma che non esita schierarsi apertamente con i pastori a differenza della Coldiretti che è alleata del WWF e dei Parchi alla caccia di finanziamenti per la propria burocrazia. Un mondo diverso appena al di là delle Alpi dove un non global, eurodeputato verde come Bové sta con i pastori sostenendo il loro diritto a sparare ai lupi per difendere gli animali e dove persimo alcune frange ambientaliste sono favorevoli all'abolizione del regime di stretta protezione dei lupi consapevoli che l'impatto del lupo sulla pastorizia, che garantisce il mantenimento con metodi ecologici di ampie superfici garantendo la più sostenibile delle produzioni (senza concimi chimici, pesticidi e con quasi zero combustibili fossili), può avere conseguenze molto negative sulla biodiversità. Argomenti che in Italia non interessano all'embientalismo e agli ambienti scientifici protezionisti alla caccia di lussuosi finanziamenti (è stato appena varato il progetto Wolf Alp da 7,5 milioni di € che comprende le regioni alpine (tranne Valle d'Aosta e Bolzano che stanno con i pastori e non con orsi e lupi e ambientalisti di città). Un vero insulto ai pastori (compresi i margari che hanno anch'essi perdite di bestiame bovino a causa dei lupi).


(05.12.13) Pienone per Latouche a Sondrio

Il salone del Policampus in Via Tirano gremito all'inverosimile. Più di seicento a sentire il teorico della decrescita. Il giorno successivo Forum Terre Alte con gli amici della Val Maira (Cn)


 

(05.11.12) Sondrio- Ci si aspettava un buon afflusso di pubblico la sera del 4 per la conferenza di Serge Latouche a Sondrio organizzata da Valtellina nel Futuro. Ma l'affluenza è andata oltre le previsioni. Il pubblico ha fatto incetta delle sedie del vicino bar sistemandole nei corridoi. Molti in piedi, diversi non sono potuti entrare nella sala. C'è un grande interesse per chi, come Latouche, simboleggia una svolta radicale verso un nuovo modello di sviluppo sociale emancipato dall'unidimensionalità dell'unica prospettiva del Pil e dell'economia consumista.

C'è però ancora una certa timidezza nell'abbracciare il nuovo paradigma testimoniata dalle domande rivolte a Latouche. Domande in larga misura tese a capire come controbattere ai detrattori della decrescita, a coloro che sostengono che un freno al consumismo, a quei fenomeni di obsolescenza programmata delle merci, di spreco delle risorse porterebbe la miseria, la fine di ogni forma di assistenza sociale, il ritorno alle caverne.

Latouche ha ricordato come si continui a dimenticare che la sfera dell'economia è immersa in una sfera ecologica e che lo sviluppo (in termini di espansione della produzione materiale a prezzo del consumo di risorse naturali non riproducibili) è stato conseguito creando le premesse per gravi conseguenze ecologiche. Già ai tempi di Marx c'era chi teneva conto della necessità di fare i conti con l'ecosfera ma il fondatore del marxismo (che ha influenzato durevolmente l'orientamento produttivista ed economicista della sinistra) aveva letto troppo gli economisti classici. La conclusione è che c'è un'ampia fascia di persone che si sta ponendo dlele domande sul futuro, sulla bontà di un sistema che - sia a destra che a sinistra - si considera ancora l'unico possibile. Nella mentalità collettiva si sono però sedimentate nel profondo la mentalità economicista, produttivista, statalista, assistenzialista.

Una società più sobria, attenta a non scaricare sulle generazioni future le conseguenze di crisi catastrofiche dell'ecosfera, deve riavvicinare produzione e consumo, introdurre meccanismi che contengano il potere e lo spazio dei grandi apparati, delle catene lunghe di produzione di beni e servizi che comportano sprechi e difficoltà di controllo su un uso efficiente e parco delle risorse. Non è un optional bizzarro, è una necessità.

Nella mattinata del 5 dicembre presso la sede del Bim si è poi svolta una sessione straordinaria del Forum delle Terre Alte. Robi Ronza ha illustrato il nuovo blog del Forum mentre il sociologo Sergio De la pierre ha trattato il tema della rinascita delle piccole comunità esponendo il caso di Corma Imagna nelle Orobie bergamasche. Nella discussione scaturita da questa relazione si è innestata la presentazione del libro "Ritorno in Val Maira" da parte di Giorgio Alifredi, allevatore di capre a S.Damiano Macra, Cn e presidente dell'associazione Alte Terre. La presentazione del libro degli amici della Val Maira era stata organizzata dall'associazione Amamont, amici degli alpeggi e della montagna che la scorsa estate aveva organizzato tra Val Maira e Val Grana il suo evento sociale principale. La giornata si è conclusa presso il centro Oikos di Triangia (Castione Andevenno) che ha sede ex-scuola elementare di Castione Andevenno si trova nella frazione Bonetti a 300 metri della fattoria Lunalpina. Al pranzo (tutto a base di prodotti "più che bio" e a km 0) era presente Serge Latouche che nella mattinata aveva visitato Sondrio guidato da Ivan Fassin.


 

(30.09.13) M2 vittima del WWF

 

M2 era un orso problematico. La Provincia, pur nella sua orsofilia (finalizzata alla promozione turistica) aveva deciso di catturarlo, ma il WWF aveva bloccato la cattura con dei ricorsi

 

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La stampa borghese (Repubblica, la Stampa, Corrierone, Unità ecc.) commenta nel modo più fazioso antimontanaro e anticontadino la notizia dell'uccisione dell'orso M2. Si parla di alpigiani barbari e crudeli che brindano (chissà che ciucche!) alla fucilazione dell'orso. Al massimo si riconosce che qualcuno "si è fatto giustizia da solo" lasciando intendere che M2 aveva commesso qualcosa di più di marachelle. La lista dei capi sbranati (spesso vivi, con atroci sofferenze, però, non si riporta. Prché sarebbe lunghissima, fatta di asini, manze, pecore. Qualcuno, anche tra i lettori della stampa borghese, potrebbe forse pensare - il che non è politicamente corretto - che i subumani montanari non siano degli assatanati che odiano gli orsi per partito preso, per "arretratezza culturale" e che, forse, a un po' di solidarietà avrebbero diritto anche loro (e magari anche le loro bestie vittime del vitello d'oro della "natura che ritorna"). Vomitevole ipocrisia pseudo ecologic a danno dei soggetti sociali più deboli, mentre gli stessi interessi capitalistici procedono alla distruzione delle foreste, speculano sulle biomasse, sui pesticidi, sugli ogm.

Quello che non viene detto a chiare lettere è che se nel 2012 il WWF non avesse fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la cattura di M2, il plantigrado sarebbe ancora vivo (sia pure in un "centro" apposito della PAT).

Qualcuno se l'è presa anche con la perfida Svizzera che non ama gli orsi e che ha detto chiaramente al governo italiano che gli orsi problematici devono essere gestiti in Italia non scaricando la patata bollente alla Confederazione quando passano i confini. Dal momento che la Svizzera è uno Stato che non tratta come sudditi i suoi cittadini (comunque non quanto Roma) e che, in cambio delle tasse, si preoccupa di fare il suo dovere e di difendere la loro sicurerezza, la "strategia Svizzera" per gli orsi prevede che quelli pericolosi siano sparati. Ma poi in Italia sparano sulla Svizzera per questi "orsicidi" e quando è stato abbattuto M13 in Val Poschiavo si è mobilitato persino un vanesio ex ministro degli esteri.

Il mondo deve sapere che in qualsiasi altro paese europeo M2 sarebbe stato abbattuto o catturato. E che in qualsiasi altro paese europeo non si lascia che predatori commettano impunemente stragi di bestiame terrorizzando una valle. Solo nell'Italia sono possibili queste cose. Perché è un paese dove la servitù della gleba non è mai stata abolita del tutto e dove il "contado" è stato sempre vittima di un colonialismo interno feroce (in tempi andati codificato dall'inferiorità giuridica dei rurali nei confronti dei cittadini sia in termini fiscali che civilisti e penali.


 

(19.09.13) "La situazione è sfuggita di mano" (esempi dal Piemonte alla Sardegna)

 

I sindaci del Canavese in un incontro a Burolo denunciano l'insostenibilità della situazione creata dalla prolifeazione dei cinghiali e preparano un protocollo d intesa

 

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Ad Andrate i cinghiali hannodistrutto l'area pic-nic e giochi dei bimbi. Ovunque si avvicinano ai centri abitati perché l'aumento delle popolazioni è tale che in molte situazioni i cinghiali sono affamati. Ci sono situazioni dove il fenomeno assume aspetti quasi surreali come in Sardegna dove l'isola dell'Asinara (Parco) è stata colonizzata e la vegetazione gravemente danneggiata dai cinghiali che ora, ormai in numero esorbotante si spingono a nuoto sull'Isola del Piano per cercare di sfamarsi pescando i granchi. Per fortuna queste situazioni le hanno create degli intelligentoni naturalisti e protezionisti (qui i cacciatori non hanno nessuna colpa perché siamo in un Parco). Tornando al Canavese i sindaci denunciano l'aumento degli incidenti stradali e la diffusione di un fenomeno di caccia "fai da te" che potrebbe portare pesanti conseguenze penali per chi cede alla tentazione di difendersi da solo. Lo scorso hanno un "bracconiere" triestino che aveva "prelevato" dei cinghiali con i lacci era stato assolto, considerato che la Provinia non aveva colpevolmente completato il piano di abbattimento e che quei conghiali non ci dovevano essere. Una sentenza coraggiosa ma per ora isolata. Anzi gli ambientalisti stanno lanciando la loro caccia alle streghe (per loro sono i bracconieri) istigando alla delazione. Una campagna miserevole perché nel caso dei cinghiali il bracconaggio è autodifesa e perché fa leva sull'invidia e le piccole rivalità tra vicini.

Nel Canavese (come ovunque) i rurali per difendere vigne e campi frutto di sudore (si parla di piccole coltivazioni dove si lavora spesso ancora a mano o con una meccanizzazione molto ridotta) tendono trappole e si improvvisandosi cinghialisti. Per evitare che il fenomeno si diffonda e che qualcuno finsica in tribunale si deve passare dalla "caccia selettiva" e strettamente limitata in termini di stagione, giorni, orari ad una caccia (ma sarebbe meglio dire controllo numerico) continua e non selettiva. È quello che chiedono i sindaci che, in attesa che la politica si degni di mettere norma alle anacronistiche leggi venatorie ("di protezione della fauna oneoterma", pardon) cercano un'intesa con i cacciatori. I quali farebbero bene a ricordare che gli ambiental-animalisti hanno tutto l'interesse a che cacciatori da una parte e contadini e abitanti rurali dall'altra siano divisi. Per poter lasciare le cose come stanno (con tante di quelle limitazioni da disincentivare un "ricambio" di cacciatori e portarli lentamente all'estinzione) o introdurre norme ancora più restrittive che equivarrebbero ad un'abolizione di fatto della caccia.


 


(10.09.13) Dalla Carnia all'entrotrerra savonese contadini cessano l'attività per colpa dei cinghiali

 

Dopo l'esasperazione c'è la resa. Un atto di accusa durissimo contro la non classe politica provinciale, regionale e nazionale che del mondo rurale (che non riesce a fare lobby) se ne frega totalmente

 

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Ogni giorno è un bollettino di guerra quello che registra il dilagare dei cinghiali in tutta Italia e una pressione che in molte località ha passato la soglia dell'esasperazione.

Dal savonese giunge la notizia che in alcuni vigneti dell’entroterra i cinghiali hanno provocato danni di tale entità al frutto, alle piante, ai terreni ed ai muri delle fasce, da indurre i coltivatori all’abbandono dell'attività per l’impossibilità di trarre un minimo reddito o semplicemente portare a termine il raccolto. Da un estremo all'altro delle Alpi troviamo la stessa situazione in Friuli, nella Carnia alpina.

Campi “arati” dai cinghiali, granoturco steso a terra , gente scoraggiata che dà forfait. Questo in sintesi il problema dei cinghiali in Carnia. Accade a Preone e in tutta la media val Tagliamento della Carnia, da Enemonzo a Socchieve. Sono ancora in molti che lassù vivono di agricoltura, direttamente o quale integrazione al reddito. Qualcuno però esasperato non ce la fa più e chiude l’attività. A Preone un agricoltore ha scritto sui suoi meli "Chiudo l'attività per cinghiali". A fianco i campi saccheggiati dai cinghiali, nonostante il filo elettrico che corre tutt’attorno al perimetro coltivato. Le provincie non hanno più soldi nemmeno per i risarcimenti (che comunque vanno solo a coltivatori professionali iscritti in camera di commercio), figuriamoci se hanno soldi per le protezioni. Che comunque servono a poco.

La tragedia del mondo rurale è che nel caso dei cinghiali ha contro la lobby animalista ma anche quella dei cacciatori che, ottusamente, stanno inimicandosi in tutta Italia i contadini e i rurali non capendo che il problema cinghiali è diventato un fatto sociale. Putroppo non c'è nessuna organizzazione che difende il mondo rurale. Le organizzazioni "agricole" trattano prevalentemente di agricoltura industriale, dove c'è da incassare sulle pratica della Pac. Un'agricoltura produttivista che è stesso altrettanto nemica del mondo rurale, dei piccoli produttori, degli ambiental-animalisti. C'è un vuoto di rappresentanza enorme di un ambito sociale e territoriale che viene massacrato proprio quando ci sono segnali di nuova vitalità, di rinascita dei nuclei rurali e dei piccoli centri, di una "fuga dalle città" che non è più fatto romantico e individuale ma fatto sociale.


 

 

(03.09.13)Esasperazione in Trentino e a Cuneo tra gli allevatori per le gravi predazione

 

Sul Monte Baldo prosegue la catena di predazioni. Uccisa oltre a delle pecore anche una manza gravida prelevata dal recinto. Una vacca uccisa dai lupi e un'altra infortunata a Limone Piemonte

 

 

(03.09.2013) L'Italia è il solo paese al mondo dove per diktat degli ambiental-fascisti, una politica senza riscontro in alcun paese civile, lupi e orsi possono uccidere a ripetizione animali domestici impunemente. Sul Baldo era l'orso M11 a fare strage non solo di ovini ma anche di vacche adulte. Adesso pare che ve ne sia un'altro. E il Dr. Groff (il capo dei forestali a custodia degli orsi)  ha avuto l'ardire qualche giorno fa che solo 1 orso su 20 è problematico. Il che è come dire che solo 2,5 orsi sono problematici. Considerando le razzie che avvengono non solo sul Baldo ma anche nelle Giudicarie e nei pressi di Trento delle due l'una: o Croff "sottovaluta" il numero degli orsi problematici o, evidentemente, orsi che predano a ripetizione avvicinandosi alle abitazioni, ai recinti, alle persone per lui non sono un problema. Per chi vede la Natura, la Nobiltà, la Biodiversità, la Bellezza solo negli orsi e considera merda mucche, capre, cavalli, asini e pecore (e probabilmente anche allevatori e contadini, una varietà subumana che deve accontentarsi un po' di indennizzi e tacere) non c'è nessun problema nel fatto che le loro amate bestiacce sventrino, sbranino animali indifesi come in un supermercato dove la predazione è come una mangiatoia comoda e senza rischi.

 

Trentino. Tra giovedì e sabato sul Monte Baldo, in comune di Brentonico, un allevatore si è visto uccidere gli animali, importante fonte di reddito. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso un orso ha fatto visita a San Giacomo, nei pressi di Malga Mortigola, uccidendo tre ovini, tra cui un grosso montone. Sabato notte è stata la volta di Malga Fos-Ce, sopra San Valentino: in questo caso la vittima è stata una manza da 5 ql. gravida di sette mesi, agguantata all'interno del suo recinto e trascinata per parecchie centinaia di metri fino ad un riparo nella roccia. Uno dei gestori dell'allevamento, Paolo Passarini, è esasperato, anche perché era primavera aveva già dovuto seppellire due vitelle. "Questa situazione insostenibile, qualcuno deve prendere in mano la situazione risolverla.

 

Cuneo - Ieri a Limone Piemonte al Gias Perla, l'allevatore Tiziano Aiassa ha subito l'ennesimo attacco dei lupi. E' da anni che ogni estate Tiziano perde dei capi. Lo scorso anno anche un toro da riproduzione oltre a 7 tra manze e vacche adulte. In un grande alpeggio le vacche non possono essere confinate in recinti a prova di lupo. La mandria è suddivisa in svariate sotto mandrie in funzione dell'età e dello stadio fisiologico. Per proteggerle tutte servirebbero decine di cani impossibili da gestire. Pemsate che il Comune di Limone già critica pesantemente Tiziano perché tira i fili elettrici. "Disturbano i turisti". Figuriamoci avere più mute di Maremmani. Sarebbero denunce quasi quotidiane. E poi servono? Qualche giorno fa in un gregge del Var nella vicina Francia i lupi hanno attaccato 7 cani da difesa dei Pirenei: risultato uno disperso e 5 feriti, le pecore senza difensori.  Tiziano, come gli altri margari e pastori non può mollare l'alpeggio anche se è infestato da lupi che hanno imparato ad uccidere grosse vacche come uno scherzo. Ci sono gli impegni quinquennali del Piano di Sviluppo Rurale. Ha presentato un dettagliato piano di pascolamento molto razionale (firmato Prof. Cavallero). Trasferirsi significa perdere il contratto, restituire grosse cifre di contributi.

Tutte queste cose gli ambiental-fascisti (in realtà comunisti al caviale) non le capiscono o fanno finta di non capirle. Loro vogliono che pastori e allevatori che "disturbano la natura" spariscono. Sulle montagne ci devono essere solo bestie selvagge, dipendenti dei Parchi e ... le biomasse che tanto sono amate dai loro amici dell'Uncem.


 

(02.09.13)Un'altra moria di api in Trentino

 

Pesticidiper trattare i vigneti: sterminate le api della Valsugana. Apicoltori sul piede di guerra

 

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Gli apicoltori della Valsugana e del Lagorai, in provincia di Trento, sono sul piede di guerra. I recenti trattamenti sulla vite, fatti da diversi agricoltori della zona di Novaledo, hanno provocato un avvelenamento con ingenti morie di api. Tutto colpa dei tecnici, secondo il presidente di Apival Paolo Paterno , che avrebbero consigliato l'uso di fitofarmaci che contengono una sostanza attiva altamente nociva per le api. Si tratta del Thiamethoxam (Actara). «In seguito allo scarso raccolto sulla robinia le api hanno bottinato su alcuni fonti nettarifere», ricorda il presidente degli apicoltori della Valsugana, «come il trifoglio nano, presente soprattutto sotto i vigneti della zona di Novaledo e dei centri vicini. L'hanno fatto in concomitanza con i trattamenti, consigliati dai tecnici presenti sul territorio, effettuati con il Thiamethoxmn».


(17.08.13)Fermate il mais  OGM. Subito!

 

Va eseguita subito la bonifica dei campi di mais OGM illegali del Friuli (a Vivaro e Mereto di Tomba) per evitare contaminazioni

 

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Copia e incolla e spedisci a presidente@regione.fvg.it, ass.agricoltura@regione.fvg.it, urp@corpoforestale.it, urp@pec.corpoforestale.it, walter.bergamini@regione.fvg.it

Spett.le Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
Dott.ssa Debora Serracchiani
per conoscenza
Assessore all'agricoltura
Corpo forestale dello Stato

Presidente,
è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale che vieta la coltivazione del mais OGM Monsanto Mon810.
Dato che a Vivaro e a Mereto (PN) sono stati seminati, lo scorso 15 e 16 giugno, circa 6000 mq con questa semente proibita, e che il rischio che tale coltivazione contamini le altre varietà di mais, ma anche terreno e ambiente, Le chiediamo preoccupati un pronto ed efficace intervento da parte di Regione, Corpo Forestale ed ogni altro Ente in grado di tutelare agricoltura e ambiente friulani affinchè si proceda immediatamente alla bonifica dei terreni dove sussistono le coltivazioni OGM vietate.
Anche alla luce delle sue dichiarazioni a favore di biodiversità e salubrità e contro le semine OGM auspichiamo un suo solerte intervento. Tergiversare significherebbe rischiare una contaminazione senza ritorno dei campi italiani.
Una recente ricerca ha trovato tracce di contaminazione persino in sementi tradizionali di mais coltivate sulle alture del messico, lontano parecchie centinania di chilometri da qualunque campo transgenico: il polline viaggia molto in fretta con il vento e può portare irreversibilmente nelle nostre varietà storiche geni estranei e tossici, oltre che geni con diritti di proprietà registrati senza che i nostri agricoltori lo vogliano. Negli stati Uniti (come documenta il film Food Inc), la Monsanto fa regolarmente cause milionarie ad agricoltori innocenti che hanno visto il proprio campo contaminato, rinfacciandogli il possesso illecito delle proprie varietà. In questo modo l'azienda ha rapidamente debellato quasi tutte le sementi autoctone.
Porgendole i nostri migliori saluti, cittadini ed agricoltori confidano in Lei affinché gli organi competenti si attivino prima che sia troppo tardi (prima della fioritura del mais) per far fronte a questa pericolosa situazione.


(16.08.13) A Cremona concessa una quantità extra di carburanti agricoli (agevolati)

 

Arature con terreno saturo d'acqua, risemine, irrigazioni extra.  E la provincia concede carburanti agevolati extra. Ma non è immorale sovvenzionare questo super consumo di carburanti nel caso dei biogassisti

 

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Chissà se anche nel caso della disastrosa stagione maidicola gli esperti biogassisti sosterranno che produrre energia elettrica da mais dedicato è un affarone ecologico? Intanto la Provincia di Cremona, con decreto dirigenziale del Settore agricoltura e ambiente (09/08/2013 o n. 1049 ), ha concesso assegnazioni supplementari di carburante agevolato alle aziende agricole a causa degli eventi climatici avversi della primavera-estate. Il gasolio agricolo costa circa la metà e per evitare le molte e frequenti truffe i controlli sono complessi. Il carburante agricolo viene assegnato annualmente a chi ne fa richiesta . Per farne uso è necessaria l'iscrizione alla Camera di commercio oltre al libretto di controllo ex Uma.

Che cosa è successo quest'anno? In primavera ha piovuto molto abbondantemente. In molti casi si è dovuto ritardare parecchio le semine, in altri casi il mais è "annegato" e la semina è stata rifatta. Per riuscire a seminare contenendo il più possibile il ritardo (che comporta più irrigazione e meno produzione) molti hanno dimenticato le "buone pratiche agronomiche" è hanno lavorato (o tentato di lavorare) i campi quando il contenuto idrico era eccessivo.

 

(13.08.13) Ancora una manza predata sul Baldo

 

Se è stato M11 i danni li dovrebbe risarcire il Ministero dell'ambiente che ha ritardato dallo scorso anno a giugno di quest''anno l'autorizzazione alla cattura

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L’orso responsabile dell’uccisione di una manza nelle vicinanze di malga Zocchi, sul Monte Baldo,  poco sotto Bocca di Navene, è il recidivo M11 o M4? Sul posto sono intervenuti i Forestali di Verona che hanno constatato come la morte della manza sia compatibile con l’aggressione da parte di un plantigrado. M4 o M11, in piu’ occasioni sono stati visti aggirarsi sul Baldo ma da tempo si erano perse le tracce. Se sono loro sono ricomparsi ricomparire all’improvviso la notte tra venerdi’ e sabato della scorsa settimana. Un fatto curioso perché, finalmente, a giugno era arrivata la tanto sospirata autorizzazione alla cattura da parte del Ministero dell'ambiente. L'anno scorso la Provincia (per non parlare dei sindaci) avevano sollecitato a gran voce la cattuta di M11 che rappresenta un pericolo anche per l'uomo dal momento che non ne ha il minimo timore e si fa fotografare a pochi metri, resta a mangiare le sue prede in spazi aperti, in pieno giorno, in presenza di umani. Ha ragione da vendere lo svizzero Reinhard Schnidrig, capo della Sezione Caccia, pesca, biodiversità forestale dell'Ufficio Federale per l'Ambiente il 10 agosto deplorava che le autorità italiane si "inginocchino" davanti alle organizzazioni animaliste "e aspettino molto a lungo prima di agire". Gli allevatori ora farebbero bene a mandare delle fatture al Ministero per tutti i danni diretti e indiretti subiti per colpa di questo ritardo.


(30.07.13) Finisce in rianimazione travolto dai cinghiali

 

È successo in provincia di Arezzo. Un uomo che rientrava a casa la sera travolto da un branco di cinghiali cade dallo scooter

 

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È sempre più emergenza cinghiali in tutta Italia. Ma le istituzioni, ormai incapaci anche di affrontare problemi che un tempo si sarebbero risolti facilmente, non fanno altro che mettere delle pezze, dei pannicelli caldi. Brutto incidente per il presidente dell’Associazione Macellai aretini, Alberto Rossi. Nei giorni scorsi, mentre stava percorrendo la strada che da Cincelli (a pochi chiometri dal capoluogo) porta a Pieve San Giovanni, in sella al suo scooter, è stato travolto da una ventina di cinghiali. 

Erano le 21 circa, quando Rossi stava rientrando a casa. Improvvisamente si è visto venire addosso gli animali, alcuni molto grossi. L’uomo è finito rovinosamente sull’asfalto riportando numerose fratture. Soccorso dal 118 è rimasto per due giorni in rianimazione e adesso, con nove costole rotte, e un braccio e una spalla fratturati in più punti è ricoverato in pneumologia all’Ospedale San Donato di Arezzo.Fino a quando non vi saranno incidenti mortali e l'onda emotiva che ne deriverà sopravanzerà l'isteria animalista i politici non si muoveranno. I cinghiali provocano milioni di danni in ogni regione ma, si sa, l'agricoltura non conta nulla, meno degli animalisti e anche meno dei cinghialai. Purtroppo in Italia ci vogliono i morti per accorgersi dei problemi. Questa volta, ad Arezzo, ci siamo andati vicino.


(28.07.13) Zaia politico meschino

 

In occasione della firma per il raccordo della Montebelluna il governatore del Veneto ritorna sul problema dei cervi del Cansiglio. Ce ne sono 1200 di troppo e le attività agricole sono in ginocchio ma per giustificare il pusillanime cedimento ai ricatti animalisti li paragona alle balene


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Ha collezionato una serie di sciocchezze il governatore Zaia parlando ancora una volta dei cervi. Lui, che quando era Ministro dell'agricoltura, si ergeva a paladino dell'agricoltura e della zootecnia ora non perde occasione per manifestare la sua contrarietà al controllo della popolazione dei cervi del Cansiglio. Lo fa per esorcizzare pusillanimamente gli strali degli animalisti. Lo sa bene - è laureato in scienze delle produzioni animali  -  che la proliferazione dei grossi ungulati non ha nulla di "naturale", sa che è una forma di "semi-allevamento" nella quale gli agricoltori offrono (non spontaneamente e non certo consenzienti) il foraggio che coltivano a branchi numerosissimi. Sa bene che il rinnovamento forestale naturale è annullato dalla eccessiva densità dei cervi. Sa che siamo arrivati al punto che i cervi penetrano nelle aziende agricole per rubare le scorte di foraggio destinate agli animali. Sa tutto ma fa finta di niente. Dice che il Veneto è una regione turistica e che non può permettersi le conseguenze della riprovazione mondiale. Poi da democristiano di seconda risma (quelli veri erano di un'altra levatura)  ha spiegato che la sua posizione si pone “esattamente al centro fra il mondo ambientalista e la società civile e le istanze giuste degli agricoltori". Come se le isterie , senza alcun fondamento biologico, degli animalisti che pensano solo a far soldi e aumentare la loro influenze da bravi imprenditori politici dell'emotività superficiale e dell'ignoranza delle masse urbane dovessero contare in termini di scelte sulla gestione delle risorse agroforestali come quelle dei soggetti che su quell'ambiente vivono e lavorano. Ma non basta, pur sapendo che sono irrealizzabili (non funzionano nemmeno con i piccioni) auspica soluzioni cerchiobottistiche quali "progetti di sterilizzazione chimica delle femmine attraverso il mangime". Ci manca solo l'allevamento a mangime che dovrebbe far inorridire tecnici faunistici, naturalsiti, veri ambientalisti. Dopodiché questi cervi allevati a mangime vengono paragonati alle balene. Una specie che è a rischio di esinzione ma che, nonostante questo, è sfruttata senza scrupoli dall'uomo viene paragonata ad una specie diventata localmente infestante che sfrutta l'uomo e distrugge il rinnovo naturale della foresta. Come sono caduti in basso i leghisti: hanno ereditato il peggio della DC.


(26.07.13)Ruralpini premiato con la bandiera nera di Legambiente

 

A Legambiente non garba la "controinformazione" sull'orso e il lupo. Raccontare come ci speculino sopra. Ma forse è un modo "trasversale" per "punire" gli attacchi alle speculazioni sulle energie rinnovabili ai danni della salute e dell'ambiente che vedono protagonisti i legambientini

 

 

Ma che onore!

 

È un'onore ricevere la bandiera nera per "azioni a danno delle Alpi" dai legambientini. Se le bandiere verdi le danno alle centrali a biomasse che avvelenano l'aria meglio essere nella "lista nera" di Legambiente. Un'organizzazione che si dichiara pro o contro gli inceneritori e le centrali a turbogas a seconda del colore politico delle multiutility e delle società in gioco. Se poi le centrali sono di Sorgenia (De Benedetti tessera numero uno del PD) allora vanno benissimo e non inquinano. Per forza ... Legambiente ha il 10% di MenoWatt di Sorgenia e Sorgenia finanzia le attività di Legambiente. I nostri "ambientalisti" (o meglio ecocapitalisti inquinatori e sfruttatori) sono anche ben introdotti attraverso partecipazioni a gruppi lobbystici e  società nel lucroso affare delle biomasse (biogas, inceneritori a legna ecc.). Giochetti che derubano i cittadini in nome dell'energia "pulita" e regalano inquinamento e altri poco gradevoli impatti sulla salute e al territorio nelle forme del nuovo sfruttamento capitalistico (uscito da molto dalla fabbrica e assurto a dimensioni "integrali").

 

Scherzano con le bandiere

 

Stiano attenti a scherzare con le bandiere nere i nostri esponenti della neoborghesia ecomanagerialimprenditoriale. Perché la rabbia sociale cresce contro gli sfruttatori, gli inquinatori, i cadregari, i parassiti della pubblica e parapubblica amministrazione. I trucchetti del politically correct, del progressismo, del sinistrismo borghese, di fronte alla impietosa realtà della crisi e della messa a nudo dei rapporti di sfruttamento, rappresentano armi sempre più spuntate di controllo sociale.

 

 

Bambi e Yoghi (la commodificazione della wilderness immaginaria)

 

Nel caso specifico, però, anche se non c'è da dubitare che siano gli attacchi mossi da Ruralpini e da Sgonfiailbiogas ad aver dato fastidio ai boss legambientini, quello che ha motivato la bandiera è la "controinformazione" (sta scritto proprio così nella motivazione) sulla reintroduzione dei grandi predatori sulle Alpi.

Le cose che scandalizzano gli ambientalisti di regime sono la fotocopia degli attacchi rivolti dalla Cipra e dai blog anonimi dei talebani pro lupo. Niente di originale: notizie non documentate, immagini sconvenienti, demagogia, l'orso non ha mai mangiato nessuno da nessuna parte ecc..

"Ruralpini mira alla pancia" dicono i Legambientini, poi, però, danno una bandiera verde alla coppia di lupacchiotti Slavc & Giulietta (maschio e femmina, per ora l'omofilia non è estesa alla wilderness) . Motivazioni: per la straordinaria unicità dell’incontro tra il lupo dinarico-balcanico Slavc con la lupa italica chiamata Giulietta, dopo secoli di divisione, le due razze si sono rincontrate sull’altipiano Lessinico e da più di un anno fanno coppia fissa e i Monti Lessini sono divenuti la loro casa. Ma che tenerezza ... mi ricorda Bambi. Lì la pancia non c'entra... È un po' come con Sorgenia (un leggero doppiopesismo, vizietto storico dei compagnucci anche quando convertiti al turbo... capitalismo).

 

L'orso: solo business

 

 Forse da fastidio ricordare a Legambiente, come agli altri ambientalisti istituzionalizzati, che essi non erano favorevole - prima di Life Ursus-  a dei programmi di reitroduzione del plantigrado e che hanno cambiato idea quando sono tintinnati i finanziamenti di Life Ursus e dei progetti a seguire (non si contano più i Life su orso e lupo che hanno portato bei soldini nelle casse ambientaliste). Ora i legambientini raccontano che gli orsi sloveni hanno "rianimato" la popolazione autoctona ma sanno che è una balla pazzesca perché l'orso presente in Trentino oggi non ha tracce di DNA degli orsi autoctoni che erano scomparsi o troppo pochi, vecchi o strerili per avere discendenza. Da fastidio ricordare che chi studiava l'orso trentino autoctono (Fabio Osti e non solo) considerava Life Ursus un progetto politicizzato e spettacolarizzato.  

Alla fine questo premio alla rovescia di Legambiente è un riconoscimento a quello che Ruralpini fa: "controinformazione" dicendo senza peli sulla lingua cià che è sgradito al potere. Chi, indignato, verrà su Ruralpini per constatare le nefandezze scoprirà con sua sorpresa quanto questo sito "danneggi" le Alpi. Le danneggia denunciando le false energie rinnovabili, le aggressioni del turismo consumistico, la cementificazione, l'esproprio della cultura e dei prodotti tradizionali, i pesticidi, gli OGM. E si chiederà: "ma se Ruralpini è un Attila delle Alpi cos'è allora Legambiente con il suo affarismo spudorato?". Un bel boomerang per il Cigno dell'ambientalismo "oppio del popolo" e della modernizzazione ecologica capitalistica che cerca di tenere su il saggio di profitto (loro, nella loro cultura managerial-prenditoriale, Marx non lo conoscono).


(09.07.13)Comune francese  regala galline agli abitanti per

ridurre l'organico

 

Una nuova forma di gestione del rifiuto organico che può essere adottata ovunque (a Parigi sono in voga pollai da balcone): le galline ovaiole

 

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Barsac è un paesino di 2.100 abitanti della Gironda e il suo sindaco ha avuto un’idea geniale per la riduzione dei rifiuti organici. Invece di dotare i suoi cittadini di compostiere, il sindaco, Philippe Meynard, ha donato una coppia di galline a circa 150 famiglie. Questa scelta nasce da un calcolo sulla riduzione dei rifiuti organici: in un anno ogni coppia di volatili utilizza circa 300 kg di rifiuti alimentari domestici (pane secco, scarti di frutta e verdura, etc…), produce 400 uova e 20 kg di pollina, ottimo concime per gli orti familiari.

Le famiglie che hanno ricevuto in dono  la coppia di galline si sono impegnate a tenerle per due anni, a curarle e a non introdurre galli nel loro pollaio. In cambio hanno ricevuto il permesso per vendere le uova in eccedenza al mercato locale creando una sorta di filiera informale cortissima.

L’idea è stata già copiata da diversi sindaci della zona e di altre aree rurali francesi. L’amministrazione comunale di Podensac, un altro paese della Gironda, ha calcolato che distribuendo 1.000 galline eviterebbe lo smaltimento di 150 tonnellate di rifiuti alimentari con un risparmio per le casse comunali di 15.000€. In Italia ci sarà qualche sindaco che ha il coraggio di sfidare la cultura dominante della green economy affaristica e tecnologica? Speriamo di si.


(08.07.13) I pastori portano le carcasse delle pecore sulle strade

 

Una nuova forma di protesta è stata adottata dai pastori del Sud della Grancia. Il giorno 6 luglio hanno inziato a portare agli incroci le carcasse delle pecore sbranate dai lupi

 

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Nel 2012 in Francia i lupi (250 si stima) hanno provocato 5 mila vittime tra gli ovini allevati nel paese. Lo stato francese, oltre ai risarcimenti, ha speso 8 milioni di euro per compensare i pastori per il lavoro in più e il personale in più reso necessario per la protezione dal lupo. In Francia in alcuni distretti i pastori hanno il diritto a sparare ai lupi e la Louveterie (il corpo per la caccia ai lupi istituito da Carlo Magno 1200 anni fa) è attivo nel controllare con abbattimenti selettivi il predatore. In Italia è ancora peggio perché i pastori non denunciano neppure i danni perché gli vcengono riconosciuti solo parzialmente e con enorme ritardi. In Toscana la regione ha ben pensato di imporre ai pastori di contrubuire al costto dell'assicurazione per i risarcimenti. Risultato nessun pastore paga l'assicurazione nessun pastore può avere alcun indennizzoi. Le Provincie sono senza soldi e non pagano neppure i miseri indennizzi previsti. Così gli esperti del lupo, personaggi in cattiva fede (che sulla menzogna dei lupi in perenne via di estinzione e che non aumentano mai di numero lucrano continui lussuosi progetti) possono gloriarsi che in Italia il lupo fa pochissimi danni e che è possibile convivere tranbquillamente. Ovviamente stanno attenti a non farsi vedere dai pastori. Nonostante in Francia il governo riconosca danni indiretti e indiretti i pastori sono esasperati perché i lupi si espandono continuamente e diventano più sfrontati. Così hanno deciso di avviare una forma di protesta clamorosa. Quando subiscono danni portano le carcasse ai carrefour, ai crocicchi stradali per esibire ai turisti e ai cittadini (che spesso appoggiano la causa del lupo senza conoscere cosa significhi) le vittime sbranate. Non mancando comunque di essere ironici., I cartelli della foto (scattata nella Drôme) dicono "Erano in buona salute". "Me le ha prese il lupo", "me le ha prese Hollande". In Italia il pastore subisce la prevaricazione sociale di una casta intellettuale che si crede erede dei signori feudali e crede che il "villico" sia da trattare come un subumano. Così spesso il pastore, schiacciato dalla superiorità sociale e intellettuale dei "verdi" e degli esperti lupofili subisce, non si organizza, non ha il coraggio di protestare apertamente. Le cose stanno cambiamndo perché tramite Piemonte e Svizzera i pastori itraliani stanno entrando in una rete europea. Vge cercherà di fifendere la dignità sociale del pastore contro la prevaricazione e l'egosimo sociale degli ecologisti da salotto (e delle loro tasche).


(07.07.13) Cartelli sul Bondone che mettono in guardia dalla presenza degli orsi

 

Le indicazioni contenute nel cartello sono tutt'altro che allarmistiche e sono riprese dai cartelli normalmente presenti in Romania e Nord America. Ma alla Forestale non piacciono e li vogliono togliere. Sbagliano, si tirano la zappa sui piedi.

 

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Non sono pochi i trentini che non ne possono più degli orsi. Hanno magari rinunciato ad andare per funghi, a fare le passeggiate con i bimbi nei boschi. Qualcuno contesta in modo singolare. Come coloro che hanno prodotto dei cartelli molto simili a quelli normalmente affissi nelle zone frequentate dai tutisti (e dagli orsi) in Romania e in Nord America. Le raccomandazioni sono tutte di buon senso. Dove c'è rischio di presenza degli orsi portare dei bimbi è pericoloso. I bimbi urlano e si agitano potendo scatenare nel plantigrado reazioni imprevedibili. A sera gli orsi sono più attivi e prepararsi un pic-nin o un barbecue serale può attirare l'orso. La beffa consiste nel fatto che i cartelli riportano il numero di cellulare della squadra di pronto intervento del servizio forestale. Coloro che proteggono gli orsi in casi di emergenza, allontanandoli dagli abitati e "riposizionandoli". Meglio sarebbe che gli orsi confidenti che entrano nei paesi venissero soppressi, ma in Italia non è possibile. Si arriva all'ipocrisia dell'ergastolo per orsi birichini. Invece di sopprimere gli orsi pericolosi per paura delle reazioni animaliste li si rinchiude in qualche migliaio di metri quadrati. Con il che gli animalisti protestano ugualmente perché (in questo hanno ragione) un'animale come l'orso rinchiuso non se la passa molto bene. Il guaio è che loro lo vogliono liberi. Della tutela delle vita umana agli ambientalisti non importa nulla "di umani ce ne sono troppi e l'uomo è la sola specie nociva del pianeta". Non si capisce, però, perché invece di suicidarsi in massa mettano in pericolo la vita altrui, quella di cloro che non vivono in comodi appartamenti in città come loro ma ancora oggi va nel bosco a tagliarsi la legna mentre i signorini girano un bottone e bruciano gas fossile. Tornando ai cartelli la Forestale trentina (provincia autonoma) ha annunciatp che li toglierà e li sta sostituendo con i soliti manifesti che spiegano che l'orso è innocuo. Male perché quando qualcuno sarà ferito o ucciso questa caparbia volontà di disinformare sul pericolo potenziale degli orsi, questa irresponsabile campagna a sottovalutare il pericolo inducendo i più sprovveduti ad avvicinarsi al pelosone "innocuo e vegetariano" costerà ai signori del Servizio Forestale delle belle denuncie per lesioni o omicidio (colpose o volontarie).


(27.06.13) Per gli orsi (e i lupi) sempre disponibili i nostri soldi

 

L'orso è diventato una gallina dalle uova d'oro per il sottobosco che specula sui progetti Life (mai a corto di finanziamenti mentre la disoccupazione è alle stelle). In più l'orso i posti di lavoro (pastori e allevatori) li distrugge

 

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Continua la fiera dell'orso. La gallina dalle uova d'oro per gli affaristi della "natura selvaggia". Prima portano gli orsi, poi spendono milioni per farli "accettare", poi per riparare i danni. Ora siamo al paradosso di un animale "selvaggio" che viene controllato con fototrappole, radiocollari, squadre di pronto intervento. Ma se crea tutto questo casino era il caso di portari? Il sospetto, anzi la certezza, è che qualcuno abbia individuato una gallina dalle uova d'oro e non molli la presa. L'Europa quando si chiedo soldi per lupi e orsi (soldi nostri mica dei marziani) è prodiga. Avanti così. Mentre la disoccupazione cresce e parecchi otrebbero trovare un onesto ed ecologico lavoro in agricoltura e in un rilanciato pastoralismo i parassiti dipinti di verde i soldi se li arraffano per i loro giochi "naturalistici" mettendo in crisi i pastori gli allevatori che resistono alla burocrazia e al mercato globale.

Trento, 26.06.2013 - (Adnkronos) - In arrivo risorse europee, legate al progetto Life+, pari a circa 290.000 euro su un budget di 580.000 euro, per finanziare attivita' per ridurre il rischio dell'orso per l'uomo e le sue attività. La Provincia ha deciso di aderire al progetto Dinalp Bear in cui sono impegnate come partner anche Slovenia e Croazia che hanno acquisito una forte esperienza nel campo del contrasto agli orsi.  In particolare, il progetto prevede di continuare con il finanziamento di cassonetti per l'organico anti-orso, fototrappole, radiocollari per individuare i plantigradi. Si continuera' anche nella realizzazione di recinti elettrificati per gli allevamenti. Le risorse potranno servire anche per finanziare, in maniera piu' intensa, l'acquisto di cani adatti a difendere i greggi dalle incursioni dell'orso. In particolare, tali requisiti sono propri dei pastori maremmani, una delle razze piu' efficaci nel tenere alla larga da capre e pecore gli orsi.


(21.06.13) Latte alle aflatossine cancerogene. Coinvolto anche il Montasio?

 

 Ha assunto dimensioni rilevanti lo scandalo del latte friulano Cospalat

 

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Lo scandalo friulano del latte alle aflatossine ha dato un ulteriore scossone alla già scarsa fiducia dei consumatori nelle filiere agroalimentari. Le indagini condotte dai Nas di Udine hanno portato all'emissione di sette misure cautelari personali richieste dalla Procura di Udine, coordinata dal pm Marco Panzeri, per commercio di alimenti cancerogeni, nocivi e adulterati. Sei gli arrestati tra cui il presidente del Consorzio, gli indagati, invece, sono 26, di cui 17 allevatori (su un centinaio di aderenti al Cospalat.. Il latte era destinato sia al consumo fresco (era distribuito in varie regioni italiane) che ai caseifici. Sulle prime era stato fatto il nome di alcuni caseifici che producono Montasio Dop. Invece poi sarebbe emerso che il latte incriminato era destinato a caseifici che produrrebbero Montasio "taroccato". Nel latte alle aflatossine sono stati trovati anche antobiotici. Un indizio si un "sistema" Sono seguite indignate spentire da parte del Consorzio del Montasio. Il danno resta grave anche perché non si è trattato di una piccola struttura ma di un Consorzio di produttori.
I responsabili secondo la Procura immettevano consapevolmente in commercio latte contaminato. Il metodo per sfuggire ai controlli era semplice. Grazie ad un laboratorio compiacente il latte prima delle analisi eral diluito con latte pulito.  


 

(24.04.13)Orso attacca un branco di asini e cavalli sul Baldo

 

 in Trentino: ricomincia con la primavera l'inaccettabile mattanza di asini e pecore, olocausti sacrificati sull'altare dell'animal-ambientalismo ideologico da salotto

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Nei giorni scorsi il presidente della PAT e il ministro in scadenza dell'ambiente Clini si sono trovati per "migliorare la gestione dell'orso". Forse se c'è un orso pericoloso ci vorranno un po' meno carte bollate per toglierlo e sistemarlo ipocritamente nella prigione degli orsi (visto che sparare al sacro orso è tabù in Italia, nel resto del mondo no). Intanto due giorni fa grosso spavento per i gestori di malga Tret, sul versante trentino del monte Baldo dove un grosso esemplare di orso bruno ha attaccato una mandria di cavalli e asini. L'animale e' riuscito ad aggredire e sbranare due esemplari di asini. Uno è morto subito, l'altro e' stato abbattuto dagli agenti della Forestale provinciale per evitargli inutili sofferenze. Ogni animale dmestico ucciso, le sue sofferenze vanno messe i conto ai cinici promotori del progetto di ecologia Luna Park LIFE URSUS e all'ottusità ideologica degli animal-ambientalisti da salotto. Per questa gente sono i pastori e le povere vittime di orsi e lupi che devono "redimere" con il loro sacrificio rituale la natura violata. Loro, intanto, con il loro falso ecologismo favoriscono la cementificazione, ai pesticidi, alle agroenergie. Distolgono l'attenzione della gente dai veri problemi ecologici facendo credere che qualche bestione pseudo selvatico (non hanno più paura dell'uomo e si servono nei greggi come in un supermarket) teleradiocollarato possa essere "vindice" di una natura "primigenia" che esiste solo nelle loro teste bacate.


 

(22.04.13) Nel Cansiglio 85 cervi penetrano in un'azienda e rubano il fieno

 

Si è passato il segno. Lo scollamento tra la politica - appiattita all'ambientalismo da salotto e la gente di montagna è totale. Ci vuole un M5S (alpine, però)

 

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È successo a Tambre, nella provincia di Belluno, sull’altopiano delCansiglio, i cervi hanno assaltato le riserve di erba e fieno di un agricoltore, “Bisogna partire con il piano di abbattimento”. Unpiano di abbattimento che Zaia in persona ha bloccato per subalternità politica all'ambientalismo urbano. Quando la politicanon sa più operare sulla base dl buon senso e del bene comune, mette a repentaglio l'attività economica di chi sta sul territorio (con icinghiali, con i lupi, con gli orsi, con i cervi) è una politica da buttare Via la neve i cervi del Cansiglio, la cui popolazione è cresciuta inmodo esponenziale hanno assaltato le riserve di foraggio, erba e fieno, di un agricoltore di Tambre, in Val Menera nella provincia diBelluno. Ben 85 gli animali che si sono presentati, venerdì sera, da Alessandro Gava, allevatore con agriturismo. L'allevatore li hacontati uno ad uno. In tutti i modi hanno cercato di portare l’assalto alle sue riserve di erba e fieno, riparate da un recinto.C’è stato anche uno sfondamento. Ieri sera, per dargli una mano, sono saliti in Val Menera i volontari del sindacato Anpa, in testaPaolo Casagrande. È cosi bisogna tornare al mutuo soccorso perché le istituzioni sono nel pallone. Nella sola Val Menera sono rientrati, dalla Pedemontana pordenonese, alcunecentinaia di cervi, affamati dopo le lunghe settimane di innevamento. La Regione non può stare alla finestra”.È evidente che dopo quanto è accaduto in Val Menera non possiamolasciare soli gli allevatori a contrastare la furia dei cervi», cerca di tranquillizzare Manzato. “Bisogna finalmente partire conla campagna di abbattimento, decisa a suo tempo dalla regione ed organizzata da Veneto Agricoltura”. Ma non dice che è stato il suocapo a bloccarla. "Non possiamo farci ridere dietro dal mondo" disse il governatore pensando di atteggiarsi a statista. Manzato oracorre ai ripari perché gli agricoli dell'altipiano sono imbufaliti e gioca una carta un po' all'italiana. Il controllo (abbattimenti) nonsaranno affidati ai cacciatori ma alle guardie venatorie provinciali". Così gli animal-ambientalisti avranno un motivoin meno di gracchiare contro un piano ormai troppo rinviato, ma il contribuente butterà via altri soldi. Sì perché i cacciatotipagherebbero per prelevare i cervi in eccesso mentre le guardie provinciali devono fare straordinari ed essere sottratte da altricompiti importanti di sorveglianza faunistica e ambientale. Intanto il sindacato Anpa chiede che un pascolo abbandonato di 10 ha “gestito” da Veneto Agricoltura sia destinato a “sfamare” gli ungulati. Per difendersi dai cervi, intanto, un’altra azienda in altopianoprovvederà, nei prossimi giorni a dotarsi di un nuovo recinto. E questo nonostante il divieto dei sindaci.



(04.04.13) Iniziano i danni da orso sulle Orobie

 

Un orso "immortalato" a saccheggiare gli alveari. Che a quanto pare facevano da esca

 

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Nelle Orobie, tra Valtellina, alto lecchese e valli bergamasche con il solito giubilo dei fan dell'orso e con la crescente preoccupazione di pastori e allevatori si aggirano più orsi. Nelle scorse settimane si è parlato di 4 plantigradi. Nelle Valli del Bitto alcune capre ci hanno già rimesso la pelle (ma quelli sono animali "umili", chissenefrega, chissenefrega se sono di una razza a rischio di estinzione, tanto quella è biodiversità contadina, di serie B).

L'orso è animale nobile e i quaquaraqua piccolo borghesi in pantofole vanno in orgasmo solo al pensero che lui lassù è fiero... e libero, sbrana come gli pare e i servi della bleba non possono osare toccarlo (come in illo tempore). Intanto la montagna paga, pagano i pastori, gli allevatori , i contadini. Un ambientalismo "di classe"..

In val Varrone l'orso è arrivato proveniente probabilmente dalla Val Gerola dove ha svernato; prima è stato midentificato attraverso delle impronte sulla neve, poi è stato per tre notti di seguito "catturato" dalle fototrappole. Ha saccheggiato delle arnie. Che nella foto si vedono senza protezione con l'orso che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS, la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le arnie stesse come esche per la smania di documentare la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita di chi produce cibo sano. Un comportamenento etico? No. Ma è la reintroduzione artificiale dei grandi predatori contro la volontà delle popolazioni (in Trentino la maggioranza non vuole più gli orsi) ch non è etica.

Le arnie di Premana sono un po' triste la metafora di quello che sta accadendo all'agricoltura sana di pastori e contadini assediata da una wilderness da circo (gli orsi reintrodotti dalla Slovenia per "fare spettacolo") e dai veleni dell'agroindustria. Le api distrutte dai neonicotinoidi di Syngenta e Bayer da una parte, dagli orsi "telecomandati" protagonisti di una reintroduzione artificiale dall'altra. I poteri forti giocano con la finta ecologia per portare avanti la distruzione dell'agricoltura ( la loro è agriusura, non agricultura che rispetta, onora e rende culto alla madre terra) e della biodiversità.

Ma non ci sono in ballo solo le api. La dittatura agroindustriale non è riuscita a omologare il Bitto storico che si produce sugli alpeggi delle Orobie con latte di capra Orobica. I ribelli del Bitto continuano a produrlo come una volta, senza fermenti industriali, con latte di capra, mungendo a mano. Non sono bastate le multe del Ministero e l'accanimento delle istituzioni, Regione Lombardia in testa. Ora il sistema gioca un'altra carta subdola: orsi e lupi. Controllare tutto il giorno le capre sui ripidi pascoli orobici è impossibile. Al massimo si può ricoverarle di notte ma non è sufficiente. Impossibile pensare a cani di protezione in un terreno così accidentato e con la gran presenza di turisti. Con i grandi predatori la capra Orobica è destinata all'estinzione perché il suo significato è legato al pascolo estensivo, su per i bricchi a nutrirsi su pascoli più impervi di quelli dei bovini. I piccoli greggi non giustificano la presenza di un pastore che le possa seguire tutto il giorno anche perché sarebbe difficile seguirle sulle sponde e le creste che frequentano. L'estinzione della capra Orobica condannerebbe il Bitto storico, che ad essa è intimamente legato. Con grande giubilo delle istituzioni pronte a finanziare generosamente con i vari LIFE URSUS e LIFE ARCTOS la reintroduzione dell'orso e del sistema agroalimentare industriale che si affidano ora zanne e gli artigli degli orsi per piegare il fastidioso "formaggio ribelle".


(23.03.13) I cinghiali bloccano la Torino-Piacenza

 

Un branco di cinghiali irrompe sull'autostrada e la fa chiudere per ore

 

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 Ieri gli automobilisti italiani all'ascolto dei bollettini del traffico hanno avuto un sussulto: autostrada chiusa per cinghiali e si sono rese conto di che dimensioni è il problema cinghiali. La Confagricoltura ha approfittato della notizia per ricordare che i danni dai cinghiali costano in regione Piemonte oltre 3 milioni di euro. Ma la piaga è nazionale e legata a un approccio ai problemi della fauna che non tiene conto di cambiamenti radicali. Abbiamo una legge sulla caccia obsoleta che risale a trent'anni fa prima che iniziasse la proliferazione degli ungulati.  L'autostrada A21 stata chiusa verso le 12.30, per un chilometro, dal casello di Alessandria Ovest verso Felizzano, per consentire la cattura di alcuni cinghiali. Gli animali, che si trovavano in un boschetto, sono stati disturbati e si sono spinti verso l’autostrada. Sul posto si sono recate  la polizia provinciale e la stradale. Il casello di Alessandria Ovest è rimasto aperto, ma solo per i veicoli diretti verso Tortona. Un fatto isolato? Per nulla nel novembre 2011 nel tratto autostradale tra Villanova d'Asti e Felizzano si era verificato un tamponamento a causa della peresenza di un cinghiale sulla carreggiata che aveva causato la chiusura dell'autostrada per cinque ore. L’autostrada A21 era rimasta chiusa al traffico per cinque, fra Villanova d’Asti e Felizzano (Alessandria) per un tamponamento a catena causato – secondo i primi accertamenti – dalla presenza di un cinghiale sulla carreggiata. L’incidente era avvenuto intorno alle 22 nei pressi del casello Asti Est; il traffico – si e’ saputo dalla Polizia Stradale – e’ tornato normale intorno alle 3. Nell’incidente erano state coinvolte 4 automobili e sono rimaste ferite sei persone, nessuna in maniera grave. nella foto grosso cinghiale al galoppo sulla Salerno-Reggio Calabria.


 

(15.03.13) Nuovo incidente ad una biogas: fiume inquinato nelle Marche

 

A Loro Piceno (Macerata) fiume Fiastra inquinato. Il sindaco: "Ma come, è nuovissima"

 

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I biogasisti faranno sempre più fatica a riuscire a strappare le autorizzazioni. Chi crede più alle centrali italiane moderne e sicure? Forse quei sindaci che hanno acconsentito, per ragioni che dovranno spiegare meglio ai loro cittadini. Di fatto la serie degli incidenti alle biogas italiche si sta allungando. "Ma come, è nuovissima" dice il sindaco (con la coda di paglia). Figuriamoci se fosse vecchia allora ...
Ieri mattina a Loro Piceno un guardiacaccia annotato in un pozzetto in prossimità della centrale a biogas sorta all'ingresso del paese uno svezzamento di liquido nerastro. Dal pozzetto il liquido si immerge direttamente nel torrente Fiastra. Avvisati da guardiacaccia sono arrivati sul posto gli agenti del corpo forestale dello Stato, della polizia provinciale e dell'arpam. Sono quindi stati effettuati i prelievi per accertare la natura del liquido. I risultati saranno disponibili tra qualche giorno ma è certo che si tratta di organico. L'azienda biogasista, la società Vubbio2, ha ammesso nella centrale è stata un'avaria ieri il malfunzionamento di alcune pompe. Dopo poche ore dalla segnalazione dell'incidente sono risultati ben visibili i primi effetti dello svezzamento. Nel fiume si è verificata una moria di pesci. Il sindaco, Daniele Piatti, con sconcertante candore (o, se si preferisce, con una irritante faccia di bronzo) si è dichiarato "sorpreso". Per lui l'incidente è inspiegabile considerato chesi tratta impianto nuovissimo. Eh, già, quando noi si fa osservare che in Germania si sono già verificati centinaia di incidenti nelle biogas e che, con i volumi di liquami in gioco, esse rappresentano una bomba ecologica, i biogasisti e i loro mercenari ci danno dei terroristi perché – dicono loro- le centrali italiane sono sicure, di nuova generazione, sottoposte a controlli in si situ e in remoto; niente da vedere con il fai-da-te della prima generazione di impianti teutonici gestiti alla casereccia dai bauer. Lasciamo che ci credano i sindaci con la coda di paglia, quelli che hanno fatto il Don Abbondio dicendo che un sindaco non ha nessuno strumento per bloccare le centrali, o quelli che hanno salutato le centrali come una benefica innovazione per via dei 30 denari di opere di compensazione spuntati dalle amministrazioni comunali. Ora il comitato No biogas di Loro Piceno è sul piede di guerra e ha chiesto e ottenuto un incontro con l'ufficio tecnico comunale. “ Non staremo di certo a guardare” hanno assicurato i membri del comitato.
Le foto molto più eloquenti delle parole le trovate a:


 

(14.03.13) 5 grossi lupi a 7 metri da una casa ad Ormea (CN).

 

Zunino (Wilderness Italia) : basta bugie sulla non pericolosità del lupo

 

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I giornali non devono fare scandalismo, ma certe verità è bene che si sappiano anche se sono scomode e, magari, politicamente scorrette.

Mi riferisco alla notizia apparsa sull'ultimo numero del Monregalese in merito all'avvistamente di lupi in alta Val Tanaro. Innanzi tutto per l'ennesima volta tengo a precisare che questi lupi "alpini" o "piemontesi" non provengono affatto dalla popolazione appenninica (ed originaria) formata da esemplari molto più schivi ed anche di taglia minore. Ormai è notorio come la popolazione di lupi che vive a cavallo tra Francia ed Italia, hanno origini francesi, e non appartengono alla popolazione appenninica. Ma è bene che si sappiano anche altre cose.

Innanzi tutto non è vero che vi sia mai stato alcun caso di aggressione a persone: vi fu un caso storicamente provato in Spagna, negli anni '70 od '80 del secolo scorso (se non ricordo male, un'aggressione ad un bambino, che sarebbe anche stato ucciso). Ma soprattutto c'è il caso dimostrato anche da una Commissione d'inchiesta del Parlamento francese della quale fui uno dei testi italiani, di un aggressione ad un pastore avvenuta alcuni anni fa su quel versante, fortunamente conclusasi senza danni . Poi c'è l'unico fatto italiano di cui si è avuta notizia, avvenuto negli anni '60 del secolo scorso in Abruzzo, la cui testimonianza fu raccolta negli anni '70 (od '80) dal sottoscritto e da un noto giornalista del settimanle Epoca, quando una lupa aggredì un cantoniere stradale che aveva ucciso o ferito uno dei suoi cuccioli.

C'è da tenere presente che un branco di lupi non è pericoloso fino a quando il branco è formanto da pochi individi ed in situazioni non particolari (affamati o messi in difficoltà), ma tale rischio esiste qualora il branco sia formato da numerosi individui, che la persona coinvolta sia debole (bambinbo od anziano) ed in situazioni di difficoltà. Proprio l'altro giorno ho saputo dell'avvistamento di un branco di ben 16 lupi all'inseguimento di un gruppo di cinghiali nel Parco Nazionale d'Abruzzo: ecco, un tale incontro potrebbe portare anche ad un aggressione verso l'uomo, specie se trattasi di lupi avvezzi alla vicinanza dell'uomo come pare siano questi lupi "alpini", presumibilmente tutti originatisi da animali allevati in cattività e poi liberati. Non è negando questi fatti che si protegge maggiormente il Lupo. L'animale va fatto accettare per quello che è: in grado di fare danni agli allevatori e, sia pure in casi estremi e rari, anche all'uomo.

Questo per la verità, e per quanto scomodo  possa essere scriverla. Il numero dei lupi è in espansione in tutta Italia, sia quelli della popolazione originaria appenninica, sia quelli della popolazione a cavallo tra Francia ed Italia. I danni da loro inferti sono di conseguenza in aumento esponenziale, ragion per cui la loro presenza andrebe monitorata ed il loro numero mantenuto basso, come sta avvenendo in Francia (dove l'abbattimento dei lupi è stato autorizzato da quelle autorità, anche con un voto al Parlamento ed anche in un Parco Nazionale) ed in altri Paesi europei ed americani.

Non si difende una specie animale, sostenendone sempre e comunque la sua protezione. Vi sono momenti in cui è l'uomo che deve intervenire per riequilibrare situazioni che l'uomo stesso ha creato o favorito.

 

Franco Zunino

Segretario Generale dell'AIW


 

(12.03.13) Raffica di perquisizioni e 12 indagati in regione ad Ancona per il business delle biomasse

 

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La procura di Ancona ha aperto un'inchiesta sulle procedure autorizzative della Regione per centrali a biomasse e parchi eolici nelle Marche. Sono dodici, tra cui tre funzionari regionali, le persone indagate: il reato ipotizzato è di abuso d'ufficio in concorso.
L'ipotesi da verificare riguarda i favori di cui avrebbero goduto alcuni imprenditori e cointeressenze da chiarire. Stamattina, investigatori della Guardia di finanza e del Corpo forestale dello Stato hanno eseguito più di trenta perquisizioni in uffici pubblici, impianti e aziende a cominciare dagli uffici di palazzo Raffaello. Sott’accusa una parte delle autorizzazioni concesse dalla Regione dall’inizio dell’anno per la collocazione degli impianti nel territorio regionale. Si indaga anche su presunti reati ambientali. A Camerino, gli agenti della Forestale hanno acquisito la documentazione sui parchi eolici nella sede della Comunità montana.


 

(10.03.13) Si moltiplicano gli avvistamenti di lupi davanti alle case ad Ormea (CN)

 

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Ormai numerosi gli avvistamenti di lupi dall’inizio dell’anno a Ormea, il comune delle Alpi marittime dove da anni sono presenti dei branchi e dove, in estate, i margari subiscono numerosi attacchi ai loro capi. L’ultimo pochi giorni fa. Il primo caso, lungo la strada per Chionea, risale alla notte tra l’1 e 2 gennaio.  La mattina di lunedì 4 marzo, in località Fossato, una coppia ha avvistato davanti a casa 2 lupi. Il giorno seguente, altri due coniugi, rincasando a mezzanotte in via Orti della Rama, hanno visto in lontananza 5 esemplari.  Sempre meno timorosi dell'uomo i lupi stanno lentamente avvicinandosi agli spazi abitati, non solo ad Ormea ma anche in tante altre vallate del Piemonte. L'inquitetudine cresce e con essa il risentimento contro le politiche di super-protezione del predatore e di agevolazione della sua ulteriore diffusione. Una linea anacronistica imposta dalle classi dominanti urbane che con le politiche "conservazioniste", i Parchi, l'ideologia di una distorta wilderness, intendono distogliere l'attenzione delle masse urbane (facilmente manipolabili) dalla distruzione degli ecosostemi operata dal capitalismo sregolato.  Ormai il lupo è tornato in tutta Europa, le popolazioni sono in connessione con l'enorme bacino russo e ogni falso piagnisteo sul "lupo in pericolo" è motivato solo dal business dei progetti e dal ruolo ideologico di questo falso ecologismo funzionale al potere.



(08.03.13) Minacce di morte e busta con proiettili ad un esponente No biogas del Polesine

 

Sale la tensione intorno ai progetti di nuove centrali e a quelle già in esercizio.

 

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La notizia è stata data dal resto del Carlino di ieri: a Lendinara nel Polesine un esponente del locale comitato No biogas si è visto recapitare una busta con due proiettili e minacce di morte esplicitamente legate al suo ruolo nel Comitato. Queste forme di intimidazione erano sinora estranee alla realtà polesana e questo conferne, se ce ne fosse ancora bisogno, che le biomasse stanno avvelenando non solo l'aria ma anche il clima sociale e la convivenza. Una pesante responsabilità in tutto ciò la porta la vecchia classe politica dei partiti, sia a livello centrale che locale. Sono spesso gli amministratori collusi che fanno aumentare la tensione accusando i comitati di "procurato allarme", di "intolleranza", di suscitare proteste pretestuose, nascondendo sino all'ultimo ai loro amministrati cosa bolle in pentola, ovvero progetti presentati da mesi nei comuni.

Gli amministratori al di fuori dal giro si comportano spesso da Don Abbondio, dicendo di no alle centrali ma non compiendo - assumendosi il dovere di tutela della comunità -  atti tali da contrastarne la realizzazione. Così a Lendinara dove l'amministrazione si dice contraria alla biogas ma non fa nulla di concreto per bloccarla e non ascolta il comitato che potrebbe fornire utili suggerimenti in proposito. Così cresce l'esasperazione. La lobby speculativa si sta vedendo stoppare numerose centrali. E' di questi giorni lo stop dell'ASL Cuneo 1 ad un impianto di pirogassificazione (una tipologia sbandierata come virtuosa e a basse emissioni dai piazzisti) da 1MW a Paesana. Ormai sono diverse le ASL che hanno dichiarato le centrali "industrie insalubri di prima classe". Le violazioni di legge e di procedure amministrative in cui incorrono le centrali nella corsa spasmodica ad accendere i motori sono tante. Vi sono elementi per spegnere anche le centrali esistenti. La loby lo sa e lo sanno anche le banche. Basterebbero pochi precedenti per far chiudere i rubinetti e far fallire le società. Così il nervosismo cresce e l'insofferenza per i comitati anche. Sta alla politica - se vuol far sapere cha desidera recuperare un briciolo di legittimità - intervenire per impedire una spirale di tensioni e conflitti potenzialmente pericolosi.

 


(07.03.13) La premiata fabbrica Trentino spa ha sfornato 16 nuovi orsacchiotti nel 2012

 

In città si gongola in montagna cresce a proeoccupazione e lo scontro sociale è destinato ad inasprirsi

 altri articoli sul tema "orso" su Ruralpini

 

 

La macchina degli orsi gira a pieno regime e le menti di Life Ursus se la ridono delle proteste e delle indagini demospopiche che dicono che la maggior parte dei trentini di orsi ne vorrebbero di meno. Super protetti, messi in condizione di predare animali domestici senza neanche cacciarli ma rifornendosi come in un supermercato, gli orsi trentini si riproducono allegramente. Lo scorso anno riferiscono gongolando i responsabili del servizio forestale sono nate ben 7 cucciolate con 16 orsetti. Dal momento che la sopravvivenza è pari al 90% si può ben immaginare l'aumento della popolazione. Il fatto, che i sostentitori ad ogni costo della reintroduzione dell'orso bruno sulle Alpi fingono di ignorare, è che grandi spazi liberi da strade e centri abitati si trovano - limitatamente anche lì peraltro- solo nel Trentino occidentale. Quando gli orsi si irradiano verso le altre regioni e verso la Svizzera trovano territori solcati da numerose vallate. In Svizzera, fanno giustamente osservare gli oppositori della reontroduzione del plantigrado, la montagna non presenta densità di popolazione elevate ma in relazione a modelli di insediamento ereditati dal passato e dalla politica di sostegno all'agricoltura di montagna la popolazione è ben distribuita sul territorio e con essa la fauna domestica. I nuovi orsi saranno destinati a creare nuove tensioni e nuovi conflitti. Le plateali prese di posizione orsofile dell'animalismo urbano (vedi le raccolte di firme, i cortei e le proteste per l'abbattimento dlel'orso pericoloso M13 in val Poschiavo) bucano i media dominati dalla cultura urbanocentrica dell'ambientalismo emotivo e ideologico che coincide con gli interessi dei padroni dei media (i grandi gruppi molto finanziari sempre meno industriuali). Ma sul territorio - come ben sanno i naturalisti seri - l'opposizione di una popolazione montanara  poco numerosa e sparsa, pur meno visibile e appariscente è molto più dura. In montagna chi si mobilità contro l'orso difende la sua libertà, la possibilità di vivere e di lavorare. Se l'orso diventa il simbolo dell'oppressione dei poteri dei media e dell'opinione pubblica dei grandi centri urbani sull'animale il risentimento socialie dei montanari si trasferiràsull'orso. Un fallimento di una vera politica di conservazionismo. Ma con il conservazionismo serio Life Ursus non ha mai avuto niente a che fare in quanto progetto ideologico, di marketing, di natura-spettacolo.

 


 

(04.03.13) La Svizzera sta valutando le precisazioni della Convenzione di Berna sulla richiesta di deroghe alla protezione del lupo

 

 

 Articoli sul tema "lupo" su Ruralpini

 

 

In Svizzera la popolazione di lupi è ancora ridotta ma hanno iniziato a riprodursi e la preoccupazione degli allevatori è notevole. Già da quando è apparso ormai diversi anni orsono il lupo nel Canton Vallese la politica svizzera è consistita nel praticare abbattimenti selettivi quando un lupo si rende responsabile della predazione di più di 35 pecore. A differenza dell'Italia dove domina l'ambientalismo ideologico ed ipocrita in Svizzera la maggioranza delle forze politiche ha a cuore l'agricoltura e l'allevamento ritenuti essenziali per la sicurezza alimentare e la cura del territorio.

 Il parlamento svizzero (a differenza di quello italiano che se ne occupato solo fugacemente e solo in commissione agricoltura) si è occupato a più riprese del rischio grandi predatori per la pastorizia nonostante i lupi in Svizzera siano 100 volte meno che in Italia. Dopo più prese di posizione parlamentari  tendenti a chiedere una modifica della Convenzione di  Berna, il governo elvetico aveva chiesto ufficialmente al Segretariato permanente di poter applicare delle deroghe. Una richiesta ragionevole dal momento che quando la Convenzione venne firmata non esisteva un solo lupo sul territorio svizzero.

I paesi con forti popolazioni lupine (Grecia e Spagna) ottennero una deroga specifica che consentiva loro non solo di praticare abbattimenti selettivi per difendere il bestiame ma di tenere aperta la caccia al lupo. La Svizzera ritiene che diverse aree alpine non consentano una facile convivenza con il predatore e chiede di poter applicare criteri di controllo del lupo adatti al proprio territorio e ai propri sistemi pastorali. La Convenzione (nei fatti il Segretariato permanente, ovvero quell'organo sovranazionale composto di tecnoburocrati di tendenze ambientaliste non eletto da nessuno ma che si arroga poteri "rubati" alla sovranità dei singoli paesi) ha risposto già a Novembre 2012 che la Convenzione contempla già delle deroghe che consentono limitati abbattimenti di lupi in caso di danni gravi alla pastorizia, di pericoli per la sicurezza delle popolazioni umane, di danno grave a popolazioni di altre specie animali.

Il Governo svizzero, non soddisfatto, ha chiesto dei chiarimenti su questo punto perché si tratta evidentemente di deroghe molto limitate che non risolvono le esigenze a più riprese rappresentate dai parlamentari elvetici. La scorsa settimana, su interrogazione di un deputato, il governo ha risposto che le precisazioni della Convenzione sono arrivate ma l'Ufficio federale per la fauna e l'ambiente che le ha ricevute non le ha ancora rese pubbliche. Il tema è delicato perché il Parlamento ha impegnato il governo a denunciare la Convenzione (ovvero a ritirare la firma della Svizzera alla Convenzione stessa) in caso di mancato accordo sulle deroghe.

Inutile dire che tutto questo dibattito ha enorme interesse anche per la Francia e l'Italia.


 

(23.02.13) Gli impianti da sci sono in deficit? Allora la società si rifà con le captazioni idroelettriche

 

 Altri articoli sul tema "Montagna sfregiata" su Ruralpini

 

 

 

nella foto il torrente FebbraroMadesimo (SO). L'industria della neve non è contenta di rastrellare la polpa delle risorse disponibili per il turismo montano impedendo il finanziamento di iniziative di turismo sostenibile a basso impatto. Ora per tamponare il deficit degli impianti di risalita si pensa di sfruttare le poche acque non ancora oggetto di captazione per fornire ossigeno alle società che gestiscono gli impianti. Succede a Madesimo dove la Skiarea Valchiavenna da una parte vuole rilanciarsi con un ambizioso progetto di eco(sic)tunnel in Val di Lei (vedi articolo su Ruralpini), dall'altra vorrebbe sbloccare la  richiesta di una concessione per una captazione idroelettrica che risale al 2006 e che, dopo aver ottenuto dalla Regione Lombardia l'esclusione dalla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, è rimasta ferma. La Skiarea Valchiavenna vorrebbe sfruttare le acque del torrente Febbraro (foto sopra) per compensare le perdite della funicolare Campodolcino-Motta. Un impianto modernissimo che una funicolare che  in soli 7 minuti sale nel ventre della montagna dai 1071 metri di Campodolcino fino ai 1736 di Motta. Il problema è che con la vendita degli skipass non si riescono a coprire i forti costi.  
La richiesta di una nuova captazione idroelettrica nella valle più bella del comune di Madesimo (a monte del villaggio di Isola) è un insulto alla montagna. In Valtellina e Valchiavenna le acque sono già sfruttate al massimo e non è accettabile che per finanziare gli interessi immobiliari e l'industria della seconda casa si consenta ad un sistema turistico hard già fortemente impattante bsull'ambiente di sfruttare le ultime acque non intubate. Gli impianti sciistici, infatti,  hanno il solo scopo di mantenere il valore degli immobili e di spingere l'ulteriore cementificazione.
Il progetto  prevede la realizzazione di un'opera di presa a quota 1498 metri e l'allacciamento alla centrale Enel di Isola a 1250 metri per la produzione di energia media annua di 7,5 milioni di Kwh. Il tutto prelevando 450 litri di acqua al secondo e garantendo (?) un deflusso minimo vitale di 120. 

 

(09.02.13) Gravissimo danno di immagine per l'agroalimentare italiano se elevati i livelli di tolleranza per le aflatossine

La crisi della maiscoltura italiana non si risolve aumentano il livello di tolleranza per la presenza si aflatossine negli alimenti. Nel 2012 il clima sfavorevole (siccità) ha esasperato il problema aflatossine, le tossine prodotte da funghi patogeni del generes Aspergillus. Il 30% del raccolto di mais è risultato contaminato con presenza di aflatossine oltre i limite di legge e giace tutt'ora nei silos. Intanto le importazioni di mais hanno sfondato per la prima volta la soglia del 20% mentre l'import dell'industria mangimistica è balzato al 40%. Un risultato legato anche alla proliferazione irresponsabile del biogas che, come noto, utilizza il mais come principale matrice vegetale per la digestione anaerobica. Così aumentano le pressioni di alcune organizzazioni agricole che vorrebbero portare a 100 ppm il limite per la produzione di carne citando alcuni studi che ne indicherebbero la non pericolosità. Nel caso della produzione di latte nessuno osa sostenere che si possa alzare il limite ammissibile di contaminazione del mais perché à noto che la micotossina B1 si trasforma in B1 è passa nel latte. Entrambe sono cancerogene. Tutta la materia merita profonda riflessione. Il mais è stata la coltura "obbligata" in pianura padana perché - anche in base al vecchio sistema di premi PAC - forniva un reddito elevato. Così si è spinta al massimo la monocoltura e sono aumentate le patologie mentre le rese stagnano. La ricerca di rese troppo elevate, le concimazioni eccessive, l'uso di ibridi con ciclo molto lungo che consentono alta produttività ma pongono problemi per le condizioni di raccolta in epoca autunnale, sono tutti aspetti che spiegano il problema aflatossine. Il mais è la coltura meno sostenibile dal punto di vista ambientale e il problema patologie fungine e micotossine andrebbe considerato in questo contesto. Si spera in ogni caso che il Ministero della salute non ceda alle pressioni e non autorizzi uno splafonamento che farebbe guardare con sospetto tutta laproduzione alimentare Made in Italy.

 


 

(27.01.13) Animalismo ideologico mette e repentaglio la sicurezza dei cittadini: Ambiental-animalisti a Trento ricorrono contro cattura orsi pericolosi

In Trentino gli orsi sono catturati solo in caso di pericolosità comprovata da un Servizio forestale e da esperti palesementi pro-orso che non sono certo inclini a riconoscere facilmente la pericolosità di singoli esemplari di plantigradi. Eppure per farsi facile pubblicità nell'animalismo più emotivo e ideologico lo stesso WWF che dovrebbe ispirarsi all'ecologia e non all'animalismo estremista aveva fatto ricorso insieme alla  Lega Abolizione della caccia contro la cattura di un orso. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher (Pd), ha deciso di resistere davanti al TAR.   L'obbiettivo del ricorso delle due associazioni è ottenere l'abolizione dell'ordinanza del presidente della Giunta provinciale di Trento del 13 luglio 2012, con la quale si ordinava al Servizio provinciale Foreste e fauna di procedere, in accordo col Corpo forestale trentino, alla cattura nel più breve tempo possibile dell'esemplare di orso M2 ed alla sua successiva collocazione nell'apposita struttura in località Casteller di Trento.

 


(17.01.13) Titolare di agriturismo con capre e pecore nel livornese inseguita da cinque lupi nei pressi dell'abitazione

Gli esperti continuano a spergiurare che mai e poi mai i lupi attaccheranno l'uomo, almeno nelle condizioni italiane dove abbonda la selvaggina. peccato che la teoria della selvaggina faccia acqua dal momento che la dieta dei lupi italiani è in buona misura rappresentata da prede domestiche. Con il che i lupi hanno imparato a farsi sempre più spavaldi visto che non gli si può sparare neppure se ti attaccano il gregge sotto il naso o se ti arrivano in azienda. La storia raccontata ieri dal Corriere Fiorentino non fa che aggiungere un episodio ad uno stillicidio di attaggiamenti pericolosi da parte di lupi che precludono a veri e propri attacchi all'uomo che dobbiamo ormai aspattarci. La bruttissima esperienza l'ha vissuta una donna di 40 anni titolare con il marito di un agritur tra Castelnuovo della Misericordia e Nebbiaia, nelle campagne del livornese. Mentre il marito era uscito per andare dal gregge (capre e pecore) la donna che stazionava presso casa si vede arrivare gli animali che belano in modo molto insolito. Dietro arriva il cane maremmano inseguito da cinque lupi. La donna scappa verso casa inseguita anch''essa dai lupi. Fortuna che la casa era vicina e ha subito trovato riparo. Nell'attacco, ampiamente documentato dalle tracce lasciate, è morta una capra ma in un precedente attacco notturno erano morti 18 capi. Si può andare avanti così. Sappiano i signori del lupo, che negano la sua pericolosità e favoriscono con tutti i mezzi l'espansione del lupo bloccando con pretesti ogni richiesta di controllo (pur nei severi limiti imposti da obsolete normative internazionali), nascondendo il vero numero dei lupi in Italia che dovranno renderne conto quando ci saranno vittime umane.

 


 

(16.01.13) E ora si propone l'allevamento dell'orso marsicano

Chi avesse avuto ancora illusioni sulle finalità delle politiche "conservazioniste" dovrebbe riflettere sulla triste storia dell'orso marsicano (non che quella dell'orso trentino sia più allegra ma almeno quello non ha l'originalità genetica del marsicano). Ebbene dopo tanti progetti e spesi pacchi di soldi, dopo che è stato istituito da quali un secolo un Parco Nazionale apposta per lui, l'orso marsicano rischia l'estinzione. E la Società di Storia della Fauna "Giuseppe Altobello" di Campobasso non trova niente di meglio che proporre di cerare degli allevamenti. W la fauna selvaggia ... allevata in cattività. Del resto anche gli orsi deportati dalla Slovenia sono orsi semi-allevati, monitorati, radiocollarati, catturati e rilasciati, alimentati al supermercato dei greggi che possono assalire impunemente satollandosi di carne ovina senza rischi. In Abruzzo il Parco ha spinto il turismo e lasciato che agricoltura e pastorizia decadessero mentre la caccia veniva bandita. L'orso è servito per le speculazìoni immobiliari ma intanto nel Parco soffriva tanto che, pur in calo, la popolazione di sta disperdendo fuori del Parco. Per approfondire leggi il Comunicato di Franco Zunino

 


 

(15.01.13) Apre oggi la consultazione sulla nuova agricoltura bio

Da oggi sino al 15 aprile sarà possibile dire la nostra sui nuovi regolamenti che dovranno normare l'agricoltura biologica. http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=orgagric2013&lang=it

 


 

(15.01.13) Una persona ferita, due auto coivolte nell'incidente causato da un cinghiale nel piacentino

Il giorno 14 gennaio si è verificato uno scontro tra un cinghiale e un’auto sulla strada provinciale che da Castellarquaqto porta a Lugagnano. L’animale selvatico, sceso dalla collina di Monte Falcone, ha attraversato la strada con l’intenzione di andare vero l’Arda, venendo investito da un’auto che in quel momento transitava sulla provinciale verso Lugagnano. Il bilancio è di una persona medicata al pronto soccorso e gravi danni alle vetture. L’animale è invece morto sul colpo.

 


 

(17.01.13) Titolare di agriturismo con capre e pecore nel livornese inseguita da cinque lupi nei pressi dell'abitazione

Gli esperti continuano a spergiurare che mai e poi mai i lupi attaccheranno l'uomo, almeno nelle condizioni italiane dove abbonda la selvaggina. peccato che la teoria della selvaggina faccia acqua dal momento che la dieta dei lupi italiani è in buona misura rappresentata da prede domestiche. Con il che i lupi hanno imparato a farsi sempre più spavaldi visto che non gli si può sparare neppure se ti attaccano il gregge sotto il naso o se ti arrivano in azienda. La storia raccontata ieri dal Corriere Fiorentino non fa che aggiungere un episodio ad uno stillicidio di attaggiamenti pericolosi da parte di lupi che precludono a veri e propri attacchi all'uomo che dobbiamo ormai aspattarci. La bruttissima esperienza l'ha vissuta una donna di 40 anni titolare con il marito di un agritur tra Castelnuovo della Misericordia e Nebbiaia, nelle campagne del livornese. Mentre il marito era uscito per andare dal gregge (capre e pecore) la donna che stazionava presso casa si vede arrivare gli animali che belano in modo molto insolito. Dietro arriva il cane maremmano inseguito da cinque lupi. La donna scappa verso casa inseguita anch''essa dai lupi. Fortuna che la casa era vicina e ha subito trovato riparo. Nell'attacco, ampiamente documentato dalle tracce lasciate, è morta una capra ma in un precedente attacco notturno erano morti 18 capi. Si può andare avanti così. Sappiano i signori del lupo, che negano la sua pericolosità e favoriscono con tutti i mezzi l'espansione del lupo bloccando con pretesti ogni richiesta di controllo (pur nei severi limiti imposti da obsolete normative internazionali), nascondendo il vero numero dei lupi in Italia che dovranno renderne conto quando ci saranno vittime umane.

 


 

(16.01.13) E ora si propone l'allevamento dell'orso marsicano

Chi avesse avuto ancora illusioni sulle finalità delle politiche "conservazioniste" dovrebbe riflettere sulla triste storia dell'orso marsicano (non che quella dell'orso trentino sia più allegra ma almeno quello non ha l'originalità genetica del marsicano). Ebbene dopo tanti progetti e spesi pacchi di soldi, dopo che è stato istituito da quali un secolo un Parco Nazionale apposta per lui, l'orso marsicano rischia l'estinzione. E la Società di Storia della Fauna "Giuseppe Altobello" di Campobasso non trova niente di meglio che proporre di cerare degli allevamenti. W la fauna selvaggia ... allevata in cattività. Del resto anche gli orsi deportati dalla Slovenia sono orsi semi-allevati, monitorati, radiocollarati, catturati e rilasciati, alimentati al supermercato dei greggi che possono assalire impunemente satollandosi di carne ovina senza rischi. In Abruzzo il Parco ha spinto il turismo e lasciato che agricoltura e pastorizia decadessero mentre la caccia veniva bandita. L'orso è servito per le speculazìoni immobiliari ma intanto nel Parco soffriva tanto che, pur in calo, la popolazione di sta disperdendo fuori del Parco. Per approfondire leggi il Comunicato di Franco Zunino

 


 

(15.01.13) Apre oggi la consultazione sulla nuova agricoltura bio

Da oggi sino al 15 aprile sarà possibile dire la nostra sui nuovi regolamenti che dovranno normare l'agricoltura biologica. http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=orgagric2013&lang=it

 


 

(15.01.13) Una persona ferita, due auto coivolte nell'incidente causato da un cinghiale nel piacentino

Il giorno 14 gennaio si è verificato uno scontro tra un cinghiale e un’auto sulla strada provinciale che da Castellarquaqto porta a Lugagnano. L’animale selvatico, sceso dalla collina di Monte Falcone, ha attraversato la strada con l’intenzione di andare vero l’Arda, venendo investito da un’auto che in quel momento transitava sulla provinciale verso Lugagnano. Il bilancio è di una persona medicata al pronto soccorso e gravi danni alle vetture. L’animale è invece morto sul colpo.

 

(05.01.13) Definitivamente stoppata la biogas di Capalbio (GR)

L'Associazione ambientale Capalbio, il Comitato No Biogas e i confinanti con il terreno nel quale Sacra avrebbe voluto realizzare l'impianto accolgono con grande soddisfazione - per il tramite del proprio legale Avv. Michele Greco - la notizia della definitiva bocciatura del progetto da parte della Provincia di Grosseto. Con l'occasione, tengono a precisare che l'associazione, il comitato e i confinanti, i quali da oltre un anno si oppongono all'impianto, sono composti da agricoltori, commercianti, operai, lavoratori autonomi e dipendenti che risiedono e vivono stabilmente a Capalbio, alcuni a poche decine di metri dal luogo prescelto per l'impianto. Afferma il falso pertanto chi sostiene che ad opporsi all'opera sarebbero stati soltanto alcuni "VIP": lo dimostrano le 3500 firme depositate contro l'impianto, raccolte per la maggior parte tra i capalbiesi. Il fatto che, tra gli oppositori all'impianto, vi siano anche personaggi di altissimo spessore noti al grande pubblico, i quali soggiornano (peraltro per lunghi periodi dell'anno) nel territorio, non può che riempire d'orgoglio l'associazione e i confinanti, che li ritengono peraltro capalbiesi a tutti gli effetti. E' anzi questa l'occasione per ringraziarli pubblicamente: Nicola Caracciolo (e con lui Italia Nostra), Gianni Mattioli, Furio Colombo (e tutti quelli - sono tanti, tantissimi - che hanno sostenuto la causa). Ultimo, ma non ultimo, Ferdinando Imposimato, un pezzo di storia d'Italia, il quale ha partecipato a questa battaglia di legalità e giustizia - come sempre ha fatto nella sua vita - con commovente impegno. Di questo si è infatti trattato, una battaglia di legalità e giustizia per la salvaguardia della salute e del territorio, oltre che per l'affermazione di un principio troppo spesso ignorato: nessuno è al di sopra della legge.

 

(21.12.12) L'orso marsicano in difficoltà (nonostante tanti progetti e fondi) e se appare sui monti Ernici non è una bella notizia

Franco Zunino con u comunicato del 21 dicembre commenta così gli avvistamenti di orsi marsicani sempre più lontano dall'areale dove questa specie si è conservata: Una notizia apparentemente bella che è in realtà brutta". Zunino - presidente dell'Associazione italiana per la wilderness che ha da tempo preso le distanza dall'animal-ambientalismo ideologico - sostiene che è segno di profondo malessere della popolazione ursina appenninica la diaspora di individui e la rarefazione della presenza nell'areale del Parco d'Abruzzo creato quasi un secolo fa apposta per conservare l'orso marsicano. Gli orsi si disperdono perché nel Parco vengono a mancare i presupposti per la sua sopravvivenza: quiete e cibo. Il rischio, come sottolinea Zunino è che queste presenze istighino gli animal-ambientalisti a chiedere a gran vove l'istituzione di nuovi parchi con la scusa della presenza dell'orso. Con la prospettiva di aprire un fortissimo conflitto con i cacciatori e di mettere a rischio la vita degli orsi. Meglio sarebbe se gli individui in dispersione venissero fatti rientrare nel Parco garantendo loro condizioni di conservazione che tanti progetti, tanti finanziamenti pubblici, tanta presenza di ricercatori non hanno affatto garantito. Ancora una volta ci si chiede: "ma questi animal-ambientalisti sono veramente amici degli animali che proclamano di tutelare o sono piuttosto amici dei loro interessi?"

 

(15.12.12) Eurodittadura. La Commissione Europea intima a Parigi: andate a prendere orsi in Slovenia per ripopolare i Pinenei

Se qualcuno avesse dei dubbi su due questioni relative alla politica europea e alla politica "della natura" basterebbe una notizia che viene da Bruxelles per chiarirli. Da Bruxelles si intima alla Francia di procedere al ripopolamento artificiale degli orsi andando a prenderli in Slovenia e reimmettendoli. Gli orsi pirenaici soffrono di consanguineità e i precedenti "lanci" non sono andati a buon fine perché gli orsi sloveni sono finiti male, vittime di "incidenti" e della chiara manifesta opposizione non solo dei pastori ma di una lunga serie di sindaci, comuni e comunità montane. Contro gli "orsi sloveni" c'erano state mobilitazioni con cortei e blocchi stradali. La gente dei Pirenei non ne vuole sapere. E se si informasse in trentino di come vanno le cose con gli orsi sloveni si infurierebbe ancora di più. A Parigi ol'hanno capito e i Ministri dell'ambiente non ci hanno più riprovato. Però oggi c'è il super-centralismo, quello di Bruxelles che della volontà popolare ha ancor meno riguardo che Parigi. Non che ci voglia molto a capirlo, passando dallo stato nazionale al super-stato eurupeo e domani al mega-stato mondiale chi ci guadagna sono solo gli usurai mondiali, le multinazionali. Al liberismo usuraio di Bruxelles degli orsi non importa nulla ma la "politica della wilderness" è funzionale all'eliminazione dei contadini, delle piccole comunità rurali, alla mano libera della finanza usuraia sulle risorse naturali. Gli ambientalisti stanno al gioco come utili servi che si accontentano dei loro giocattoli: "i Parchi" e dei loro finanziamenti.

I pirenaici, però, sono pronti alla resistenza e se oggi gli orsi non sono simpatici lo saranno ancora meno quando diventano imposti dall'eurodittatura, simbolo dell'eurodittatura. Bruxelles ha pronti dei propri gendarmi per militarizzare i Pirenei? No. Almeno per ora. E allora, almeno per ora, si rassegni all'estinzione dell'orso. Li potranno rimettere i loro beniamini quando avranno fatto la pulizia etnica di contadini, pastori e montanari. Per ora, per quanto pochi, essi resistono.

 

(27.11.12) Politica. Dellai inizia l'anno da super-autonomista e lo finisce da super centrista-centralista. È tra i promotori della lista Monti con Casini

Dellai è uno dei più convinti sostenitori del  progetto di un Monti "politico".  Il presidente della provincia di Trento a Roma è stato un protagonista della convention romana nata dal manifesto Verso la Terza Repubblica, promosso da Luca Cordero di Montezemolo, Andrea Riccardi, Andrea Olivero e da lui stesso. E pensare che all'inizio dell'anno andava in piazza per l'autonomia del Trentino, si è recato a Chivasso (dove nel 1942 venne redatto un manifesto per la libertà e l'autonomia delle genti alpine) per creare un "fronte autonomista alpino". Si è recato anche a Sondrio in Valtellina per sondare il terreno per una eventuale lista "alpina" per le elezioni del 2013. Poi è ripiegato nell'alveo della politica romana facendosi sostenitore di quel Monti che da presidente del consiglio dei ministri ha assestato non pochi colpi alle autonomie. Paradossalmente è proprio con questo governo che la provincia di Trento ha avuto gli scontri più duri. È stato il ministro Clini a ricorrere al Consiglio di stato contro le ordinanze di cattura di un orso pericolosi in Val di Rabbi per ricordare che anche su una faccenda del genere Roma vuole tornare a dettare legge. Non chidete la coerenza ai politici. Il progeto di "autonomia alpina" era per Dellai solo una ruota di scorta, tanto per evitare il rischio di non entrare nel parlamento romano allo scadere del suo mandato di presidentissimo della provincia autonoma.

(25.11.12) Biogas. A Mediglia (alle porte di Milano) per costruire una centrale il comune blocca il traffico. Ma intanto due persone finiscono nel fosso

A Mediglia  per la costruzione della centrale da 999MW a insilato di mais il traffico dei mezzi pesanti diretti al cantiere attraversa il centro di Triginto  e la polizia locale deve bloccare una stretta strada a senso unico per consentire ai mezzi di ritorno dal cantiere di ripercorrere il tratto di strada. Nonostante i pericoli (due persono sono già finite nel fosso) e i danni alla strada comunale il sindaco non interviene bloccando l'accesso dei mezzi imponendo alla ditta di realizzare prima la strada su terreno proprio prevista dal progetto per alimentare (con mais) la centrale.


(25.11.12) Biogas. Primo incontro per un comitato No biogas nel Parco agricolo Sud Milano

Il giorno 22 a Cerro al Lambro presso la sede della Pro Loco si è tenuto un primo incontro per la costituzione del Comitato "No biogas nel Parco agricolo Sud Milano". Erano presenti Michele Corti, presidente del coordinamento nazionale Terre Nostre, Kisito Prinelli, presidente dell'associazione Parco sud e di Italia nostra sud Milano, Ettore Fusco sindaco di Opera e consigliere del Parco, più una nutrita delegazione del Comitato dei cittadini per lambiente di Mediglia che si batte contro una centrale in via di realizzazione. Nell'incontro è emerso come ci siano dodici richieste di autorizzazione per centrali biogas. Fusco ha fatto presente il pressing dei "piazzisti" del biogas nei confronti dei sindaci. La necessità di dimostrare un recupero di calore di cogenerazione meno "virtuale" dal prossimo anno spinge le società che si propongono per realizzare le centrali a cercare accordi con il pubblico non mancando di prospettare altri vantaggi economici per le amministrazioni. In questa situazione che rischia di compromettere per sempre le possibilità di indirizzare l'agricoltura del parco verso forme di differenziazione, di agricoltura bio, di produzioni a filiera corta alimentare è necessaria una forte mobilitazione. Così i presenti si sono pronunciati sen'altro a favore di una prossima iniziativa pubblica impegnandosi a raccogliere le informazioni aggiornate sui progetti incombenti in modo di allertare per tempo le comunità interessate ma anche di concertare azioni nell'insieme del territorio del Parco. Nel corso della serata si è parlato anche della scandalosa situazione di Occhiò (vedi articolo sotto) ma anche di Mediglia (vedi articolo sopra).


(24.11.12) Biogas. La provincia di MI nega il raddoppio della centrale di S. Giuliano e ferma uno sbancamento dal quale emergono reperti archeologici

Lacrime da coccodrillo verrebbe da dire. La provincia si accorge  che nell'impianto Occhiò I di S. Giuliano non sono rispettate le prescrizioni. Intanto l'impianto Occhiò II viene stoppato ma la società aveva già proceduto ad uno sbancamento. Come segnalato da Italia Nostra (ma la Soprintendentza aveva fatto orecchio fa mercante) si conferma che l'area è di interesse archeologico per la presenza di mattoni romani e frammenti di monete. Perché non accorgerseme prima della realizzaizone della centrale? Nel progetto autorizzato poi si parla poi di teleriscaldamento con riferimento ad un centro anziani ad un km di distanza che non esiste e non è in programma.

 

(16.11.12) Orsi trentini.Una bella mangiatoia di 561mila € di consulenze

Rispondendo ad una interrogazione presentata dal consigliere Giorgio Leonardi il presidente della provincia autonoma di Trento ha chiarito che le consulenze per il progetto 'Life Ursus', affidate dal Parco Adamello Brenta a tecnici faunistici, veterinari, guardaparco, guardie forestali, sono costate 531.489 euro. Non è difficile capire perché dentro questa casta "ursofila" ci sia un così forte attaccamento al loro beniamino, una vera vacca da mungere. Mentre i pastori, gli apicoltori, gli abitanti delle zone più freqentate dai plantigradi subiscono danni di varia natura (economici ma anche grandi spaventi) lor signori con l'orso si riempiono le tasche. Capiamo anche l'astio di questa gente contro i sudditi che osano protestare contro l'invadenza degli orsi e l'assenza di una vera risposta delle istituzioni al problema di una convivenza impossibile causata dal venir meno di ogni paura nei confronti dell'uomo di queste bestie che scorazzano a loro piacimento.

 

(11.11.12) Biogas. Esplosione in una biogas in provincia di Vicenza
Il giorno 7 novembre a Zermeghedo in provincia di Vicenza si è verificata un'esplosione nella centrale a biogas della Demetra Energy spa una società a capitale misto pubblico e privato che comprende lo stesso comune di Zermeghedo. La centrale è alimentata a mais. L'apertura di una botola di un digestore dove rimaneva del gas ha fatto penetrare l'aria e per qualche rgione la miscela esplosiva ha prodotto uno scoppio che ha fatto saltare la copertura in plastica del digestore. Non si registrano feriti. Sulla partecipazione dei comuni a simili nobili imprese non sono necessari commenti. 

 

(07.11.12) Lupo. Boitani a Trento dice che la popolazione lupina va controllata e che la caccia è tollerabile

Gli esperti scientifici del lupo (altra cosa sono i lupofili e i lupomani) l'hanno sempre scritto nei testi scientifici: "le popolazioni lupine vanno controllate per tenere entro limiti tollarabili i conflitti con le attività antropiche". A Trento domenica 4 novembre Luigi Boitani l'ha detto davanti ad un folto pubblico nell'aula magna del Museo di scienze naturali. Non solo. Ha anche detto che la caccia è tollerabile. Una bella differenza rispetto agli ambientalisti che in Italia (solo in Italia) vorrebbero chiudere la caccia a qualsiasi specie animale. Ha anche detto cose che agli ambientalisti da salotto non sono gradite ovvero che "bisogna conoscere il livello di conflitto tollerabile". Fatti significativi perché non sono affermazioni pubblicate su riviste scientifiche ma di fronte ad un pubblico in larga misura di tendene animal-ambientaliste.

 

(30.10.12) Soprusi istituzionali. I nuovi bravi scacciano il Bitto storico dal suo posto al Salone del Gusto

Una volta i bravi di Don Rodrigo dissero "Quel matrimonio non si ha da fare". Secoli di progresso hanno portato pochi cambiamenti. Lo stand che ha dovuto spostarsi (quando era già montato) dalla posizione prevista da mesi al Salone del Gusto edizione 2012 è quello del Consorzio salvaguardia del Bitto storico. A quelli del Consorzio del Bitto e Casera dop o del Multiconsorzio delle Dop e Igp valtellinesi che lo comprende non andava giù ,di dover guardare negli occhi i "ribelli del Bitto", sostenitori della tradizione, resistenti alla omologazione industriale. Non se la sentono di reggere il confronto. Così hanno fatto pressioni su Regione Lombardia DG agricoltura (che pagava lo stand istitruzionale dove detti Consorzi istituzionali erano ospitati). La quale ha fatto pressione su Slow Food il quale ha comunicato ai "ribelli" che se non sloggiavano dal loro posto lo stand della regione Lombardia si ritirava. Una storia deprimente. Il nome del bravo che ha fatto la telefonata all'organizzazione di Slow Food non è saltato fuori e non salterà forse mai fuori. La vergogna che ricade "diluita" e "anonima" sulle istituzioni e organizzazioni brucia meno. Avanti così. Paolo Ciapparelli, il guerriero del Bitto, ha così commentato: io ci metto sempre la faccia, nel bene e nel male. È ora di finirla che cert signori si nascondono dietro le istituzioni. E ha nominato Renato Ciaponi e Marco Deghi quali mandanti. Ovviamente il Multiconsorzio, a nome del Consorzio, delle Latterie ecc. ecc. (più fai ombrella e più ti pari le terga) ha smentito. Almeno il Multiconsorzio si è preso la briga di smentire. Regione Lombardia muta. Slow Food ha chiesto rettifiche alla stampa locale che ha parlato senza mezzi termini di Bitto declassato e di Bitto frattato dicendo che la decisione è stata presa d'accordo con Ciapparelli e che non ha penalizzato il Bitto. Vero. Ma su chi e perché ha fatto pressione Slow Food non dice nulla. Perché?

 

(21.10.12) Ambientalismo di regime. Una fiction con Terence Hill per promuovere la montagna dei burocrati e dell'orso

Una notizia pervenuta da un lettore indignato mi ha lasciato l'amaro in bocca. Dopo la fiction ruralista con Terence Hill che era molto bella e anomala a parte il particolare che il pastore era della Sila mentre nel romanzo da cui era tratta era friulano (la RAI pensava che nell'immaginario italico da la lei stessa plasmato con la Rai di Bernabei i pastori alpini non sono credibili). In quella fiction si parlava persino di "resistenza casearia" e di "tipicità contestata". Con la stessa faccia simatica di Terence Hill (che si è conquistato una nuova popolarità grazie al prete di Gubbio) ora la televisione di stato, la RAI de Roma, promuove l'opposto: una montagna nella quale i montanari sono cattivi e gli eroi sono i burocrati, la polizia forestale di stato, l'orso, il lupo. Ecco il messaggio che ho ricevuto (io la fictrion non l'ho vista): "Una montagna senza montanari ma con tanti burocrati: forestali, commissari di polizia ecc..? Lupi amici dell'uomo? Boscaioli cattivi che sparano all'orso e importano legname radioattivo(!!) dall'Ucraina?Veterinari che curano orsi anzichè vacche? Approfittando della bellezza delle montagne di S:Candido e della simpatia di Terence Hill è questo il messaggio che la Rai spedisce ai telespettatori!!

 

(17.10.12) Montagna sfregiata. Valbrembana: i residenti di una frazione di S.G.B. protestano per i danni alla mulattiera

I residenti di S.Pietro d'Orzio, frazione di S.Giovanni Bianco lamentano che la gara di Enduro della scorsa settimana che ha fatto della località brembana la capitale dell'Enduro per un wee-end (settima prova del Trofeo Imerio Testori valida per il campionato europeo ) ha danneggiato con il passaggio di centinaia di moto la mulattiera che sale a Paglio, usata per il trasporto della legna dai residenti della frazione. Una mulattiera storica cui tengono molto e per la quale si sono battuti al fine di ottenere il divieto di circolazione delle moto. Ora hanno organizzato un campionato. della serie: povere Orobie e W la sostenibilità, l'educazione ambientale ecc..ecc. bla, bla.

 

(08.10.12) Orsi trentini: l'orso del Baldo fa la star al Motorso e negli stessi giorni sbrana due manze

Dopo aver sbranato una serie di pecore l'orso del Baldo che non solo non ha paura dell'uomo ma si mette anche in posa per farsi fotografare è apparso dai suoi fan del Moto club dell'orso al Motorso (sic) un evento con ingredienti tipo "tantagnocca". Così intitolato in suo onore per via di una fugace apparizione ad un raduno precedente. Uno show da autentica mascotte, di fronte a passanti e turisti. L'orso è comperso al «The Bear's Motorbike Show» durante l''allestimento del 15° raduno dei bikers. È rimasto nel prato per quasi due ore, lasciandosi fotografare. Racconta uno dei fotografi improvvisati: «Girovagava nell'erba, andava avanti e indietro, si sedeva, poi si alzava, dava occhiate in giro e, come un piccolo divo, si faceva fotografare. Ho preso la macchina fotografica e, con i miei figli, che hanno 18 e 13 anni, abbiamo scattato». Mentre i bikers hanno visto il raduno allietato oltre che da sexy girls anche dal loro patrono gli allevatori della zona hanno subito negli stessi giorni la perdita di due manze. Una sventrata e svuotata, l'altra trascinata per decine di metri. La vicenda della reintroduzione dell'orso assume toni sempre più grotteschi per non dire osceni. L'orso del Baldo ormai è un animale stra-confidente. La responsabilità dei servizi forestali e faunistici che lo lasciano in circolazione è grande. Moralmente grave se si pensa che lasciarlo libero serve ad un baraccone. Ci si chiede sempre come possano dei naturalisti seri ed onesti e degli amici degli animali sinceri dare ancora consenso al progetto Life Ursus (e appendici).

 

(05.10.12) Parchi. Il presidente del Parco dello Stelvio caccia uno stambecco con licenza di caccia scaduta

Ferruccio Tomasi, la notizia risale d un mese fa, avrebbe abbattuto uno stambecco nella riverva provinciale della Provincia autonoma di Bolzano. Era un regalo di Luis Durmwalder. Però è diventato un pasticcio che consente a Roma sostenuta degli ecocentralisti (WWF sempre in prima fila quando si tratta di attaccere le autonomie) per riprendere le redini del Parco dello Stelvio dove Bolzano attua una gestione autonoma e molto più intelligente. Nella parte lombarda e trentina si lascia che i cervi deperiscano e muoiano di steni e di malattie pur di non sfoltire la numerosissima popolazione. A Bolzano si è sempre cacciato perché ecologisti e cacciatori sono sempre andati d'accordo (non come in Italia dove l'ambientalismo vice di ideologia e i cacciato ri non guardano molto al di là del loro naso). Il nostro commento è diverso. L'episofio conferma quanto diciamo da tempo: i presidenti dei parchi sono dei magatelli (burattini) nelle mani di direttori e consulenti scientifici più o meno legati alla lobby verde. Ai cari signori dei Parchi, le cricche ambientaliste per i quali i Parchi sono un feudo (come un tempo lo erano le Usl per i socialisti) vanno bene anche dei re-travicello bracconieri. Purché lascino che a comandare sia l'ecoburocrazia. Questa istituzione ottocentesca, sprecona e burocratica è più obsoleta e inutile delle provincie. Ma la lobby dei Parchi è ormai potente ed è ha appoggi trasversali nei vari partiti.


 

(02.10.12) Orsi Trentino. WWF e governo dei superburocrati all'attacco della Provincia autonoma di Trento

Non era difficile scommetere che il WWF, che specula da decenni senza pudore sui Panda e sull'ecologia spettacolo (quella buona per suscitare le emozioni degli "ecologisti" in pantofole che la natura la conoscono attraverso  Geo & Geo) non si sarebbe fatto scappare l'occasione. Ed ecco che puntualmente ieri annuncia la sua "solidarietà" al Ministero dell'ambiente (dove loro e Legambiente hanno più peso dell'intero parlamento) nella sua arrogante azione contro la Provincia autonoma di Trento condotta impugnando una dopo l'altra le ordinanze emanate dal presidente Dellai per catturare gli orsi pericolosi per la sicurezza e l'incolumità dei valligiani. Il quale presidente, tra l'altro, aveva invitato Clini a un tavolo per discutere la faccenda. Il WWF affiancherà le azioni legali di Roma e ricorda alla Provincia che non può fare proprio nulla se non subire quel castello di norme ipergarantiste messo in piedi proprio dal WWF (Piani di azione) grazie alla sua capacità di influire pesantemente sulla governance faunistica che epropria totalmente i governi locali (che gli ambientalisti da bravi giacobini vorrebbero eliminare o comunque svuotare di competenze).

 

(24.09.12) Orsi Lombardia Carcassa di orso risalente alla primavera trovata a Gandellino (alta Val Seriana)

È stata ritrovata a circa 2000 m di altitudine la carcassa di un orso la cui morte risale alla primavera. L'orso è stato probabilmente vittima di una slavina. Il ritrovamento ha destato notevole entusiasmo presso gli amici dell'orso e la burocrazia del Parco delle Orobie bergamasche che hanno subito colto l'occasione per affermare - punzecchiati dalle critiche circa l'opportunità di elevare l'orso a nuovo simbolo del Parco - che le presenze dell'orso non sono più occasionali. Contenti loro.


(24.09.12) Orsi Trentino Carcassa di orso risalente morto quindici giorni fa a Caderzone

È stata ritrovata a circa 750 m di altitudine nei boschi sopra Caderzone (Val rendena) la carcassa di un giovane orso dell'età presumibile si 18 mesi. La morte risale ad almeno quindici giorni prima data la condizione di iniziale decomposizione. Nessuna indicazione è per ora trapelata sulle cause della morte.

 

(11.09.12) Allevatore scende con quindici giorni di anticipo dall'alpeggio per colpa dei lupi

Sei attacchi di lupi di cui quattro nei primi giorni di settembre. Tiziano Aiassa, allevatore di bovini da carne di razza Piemontese avrebbe dovuto demonticare a fine mese dal momento che , nonostante la siccità, al Gias Perla (400 ha in comune di Limone Piemonte in Val Vemenagna al confine con la Francia) c'era ancora erba. Scende perché non ne può più della successione di attacchi da parte dei lupi, perché teme altre perdite. Trattandosi di bestiame altamente selezionato e in buone condizioni l'indennizzo non copre neppure il valore commerciale degli animali (non parliamo delle tante giornate perse per via delle pratiche, del carburante per gli spostamenti, delle telefonate).

 

(08.09.12) In Istria a pochi km da Trieste un giovane ferito da un orso

Il 28 agosto un giovane di 28 anni, Igor Ulmer, è stato aggredito da un orsa mentre portava a passeggio il suo cane, Bobi, in un’area boschiva nelle vicinanze di Klana, località poco alle spalle di Fiume. Il giovane è stato morso e colpito da zampate agli arti inferiori e all’addome e ricoverato nel reparto di traumatologia del Centro clinico–ospedaliero di Fiume, dove è stato sottoposto a intervento chirurgico. .L’uomo ha cercato scampo arrampicandosi su un albero, ma è stato buttato giù dall’orsa che quindi lo ha colpito e morso più volte. L'intervento del cane è stato forse provvidenziale per evitare il peggio. nel giro degli ultimi due anni sono tre le aggressioni a persone da parte delgi orsi in Istria. Nel novembre di due anni fa un cacciatore di 82 anni era stato aggredito da un’orsa nel bosco di Breza finendo al reparto di terapia intensiva dell’ Ospedale fiumano. L’ anno scorso, in località Lisac (Klana), al confine con la Slovenia, c’è stato l’attacco ad un raccoglitore di funghi che ha riportato lesioni guaribili in un paio di settimane.

 

(04.09.12) Piemonte alpeggi. Stagione nera: decine di bovini morti nel Vallone dell'arma (Demonte, Cn) per effetto combinato siccità-neve e freddo.

Le notizie sono ancora fammentarie ma in diversi alpeggi nel Vallone dell'Arma in comune di Demonte (Valle Stura, Cn) sono morte complessivamente diverse decine di bovini. La causa probabile andrebbe ricercata nell'effetto combinato della siccità del mese di agosto e della neve di questi giorni che avrebbe determinato un deterioramente particolarmente grave della qualità dell'erba (secca) disponibile e indotto probabili gravi disturbi digestivi o forme di tossinfezione alimentare.

 

(24.08.12) Lombardia: la siccità non è finita ma i biogasisti vampiri premono perché si utilizzino le riserve dei bacini montani per il silomais di secondo raccolto

La fame d'acqua delle centrali a biogas alimentate a insilato di mais aumenta con la diffusione della pratica del mais da secondo raccolto che dipende fortemente dalla disponibilità di acqua di irrigazione (nel primo raccolto lo sviluppo della coltura avviene in gran parte nel periodo primaverile con disponibilità di precipitazioni). Così in un anno di forte siccità i biogasisti, forti della loro influenza economica e politica premono per utilizzare le riserve dei bacini alpini valtellinesi mantenute nel caso di decorso siccitoso autunnale e per esigenze del mercato.

Mentre la lotta per l'acqua si fa ovunque più dura, mentre emerge come le emissioni di ossidi di azoto (precursori delle polveri sottili) sono tutt'altro che contenute nelle biogas, mentre dalla Germania arrivano notizie di una crescente frequanza di incidenti nelle 8000 biogas sfunzionanti del paese (sversamenti nei corpi idrici, esplosioni, incendi) qui una classe politica-amministrativa (ma mettiamoci anche i burocrati e i tecnici) insensibile al bene comune ma sensibile alle sirene delle lobby speculative, sta consentendo la proliferazione delle centrali (anche grazie al regalo di Monti che ha prorogato dal 31 dicembre al 30 aprile la scadenza per avviare impianti in grado di lucrare i super-incentivi attuali).

 

(12.08.12) ILVA: PD ambientalista e pro-magistratura a corrente alternata

Da Brescia a Taranto a Borgo Valsugana le acciaierie significano pcb e diossina. Dalle valli alpine alle coste mediterranee. La gestione del rischio da parte della scienza, dell'industria, della politica ha tentato a lungo di negare il carattere strutturale del rischio ambientale indissociabile dall'industrialismo. Ora i coccodrilli piangono e mettono davanti il ricatto occupazionale.  PDL e PD  attaccano bipartisan la magistratura. La differenza è che il PDL non si è mai proclamato campione di ambientalismo. Invece il  PD si conferma il campione del doppiopesismo. La magistratura è esaltata e rispettata quando stritola gli avversari politici, attaccata pesantemente quando tira in ballo Napolitano per la trattativa con la Mafia o chiude attività produttive causa di disastro ambientale. L'ambientalismo - delegato alla cinghia di trasmissione di Legambiente - fa comodo quando c'è business, quando danneggia soggetti deboli (e che votano altrove). Se tocca sul vivo il sistema industriale l'ambientalismo è messo spregiudicatamente tra parentesi. Sono gli eredi di PCI e DC. E non serve aggiungere altro.

 

(12.08.12) Pesticidi in Val di Non: Il principe-vescovo fornisce l'interpretazione giuridica autentica

In Val di Non il problema del conflitto di interessi di numerosi consiglieri comunali rispetto al problema dei pesticidi è spinoso. I Consigli hanno votato regolamenti permissivi che consento di irrorare vicino alle abitazioni. Sono stati contestati sulla base del fatto che molti di coloro che hanno votato a favore sono melindacoltori (data la pervasività della monemelindacoltura in valle ciò non deve sorprendere). Di fronte alle contestazioni per il conflitto di interesse il Servizio autonomie locali si è espresso in modo univoco: "in questi casi è prassi l'aspensione da voto". Ma il principe-vescovo, il presidente della PAT, Lorenzo Dellai è intervenuto fornendo il parete giuridico autentico (nel principato vescovile autonomo pare funzioni così). Dellai ha detto che il conflitto vale in materie urbanistiche (e quando mai l'interesse personale è solo legato agli interessi immobiliari?) e che se ad essere in conflitto sono in tanti il conflitto non esiste più. Discutibile. ma Ipse dixit e i nonesi si terranno i regolamenti che prevedono lo spruzzo e la realizzazione di siepi di protezione ... a spese degli spruzzati. Con quona pace del Dellai teorico della partecipazione e della democrazia che trova persino qualcuno che abbocca (fuori dal Trentino).

 

(09.08.12) Orsi Trentino. Ora anche Groff non può più nascondere la preoccupazione

«Non siamo preoccupati, ma se persevera in questi comportamenti certo qualche preoccupazione ce la dà», ammette Claudio Groff responsabile dell'orso per il Servizio faunistico della provincia autonoma di Trento. Queste le dichiarazioni del papà degli orsi trentini rilasciate dopo la "performance" di sabato scorso dell'orso M11. Un maschio di due anni con comportamenti anomali (orfano di DJ3 orsa pericolosa pluricatturata e poi rinchiusa). Curato da un forestale come una balia era animale da tenere in uno zoo non da lasciare libero in "natura" (ma forse la pseudo-natura è un grande zoo a questo punto).  Un gruppo di gitanti veronesi lo anno ha fotografato sul Baldo da pochi metri, senza teleobiettivi per un'ora intera mentre "giocava" su un prato. Una scena da cartone animato che contribuisce a perpetuare lo scambio tra Yoghi dei cartoons e la realtà. M11 è stato fatto tornare indietro da un fischio quando stava per andarsene, come un cagnolino e solo una motocicletta l'ha allontanato, disturbato ma non spaventato. L'orso ha due anni, oggi posa per i fotografi e non è più un animale selvaggio. Proteggendoli in modo innaturale gli orsofili e i tecnici (questi ultimi tutti immancabilmente orsofili, tutti pronti a giurare che sono vegetariani, che non sono pericolosi) stanno distruggendo l'orso come specie selvatica trasformandolo in una comparsa da fiction permanente. Agli "animalisti" (!?) e agli "ecologisti" (!?) va bene così. Non è necessario essere super-esperti dell'orso per capire che un animale della mole e della forza dell'orso che non ha paura dell'uomo è potenzialmente pericoloso. Il giorno che il giocherellone diventerà grande e che l'uomo si frapporrà tra lui e il cibo sarà l'uomo in pericolo. Questo orso è ormai "spacciato" e dovrebbe essere abbattuto. Ma l'orso, si sa, è un totem, una rappresentazione sociale, un business, uno strumento politico. E quindi non si tocca. Dellai che dice di voler togliere la metà degli orsi è stato assurdamente contrastato nel proposito di cattura di un esemplare pericoloso dal ricorso del governo al Consiglio di Stato. Su questo incassa la nostra solidarietà anche perché il governo romano ha insultato l'autonomia. Peccato, però, che Dellai non faccia nulla per far gestire l'orso a funzionari e dirigenti meno orsofili e peccato anche che a Roma chi sostiene di più il governo napoleonico antidemocratico e centralista sono i centristi amici suoi.

 

(08.08.12) Midi-Pirenei. José Bové incassa un importante sostegno.

Nella querelle con i difensori del lupo Bové ha ricevuto ieri il sostegno di una importante personalità del mondo socio-economico del Midi-Pirenei nonché vecchio compagno di lotta sul Larzac (contro le servitù militari): Jean-Louis Chauzy. "In questo dibattito incredibile se si deve scegliere tra il pastoralismo ed il predatore occorre scegliere il pastoralismo", ha detto Jean-Louis Chauzy, presidente del consiglio economico,sociale ed ambientale del Midi-Pirenei. "Sono gli uomini ed i pastori che permettono alla montagna di essere viva, abitata, mantenuta e quindi: "José Bové ha avuto il coraggio di dire ciò che pensano tutti i contadini, ma nche numerosi eletti che, sono coraggiosamente restati nel bosco" ha ironizzato Jean-Louis Chauzy.

 

(24.07.12) Ribellarsi è giusto. La Vis (Trentino)

Domani ci sarà l'assemblea della coop La Vis "L'impero della qualità" (come era chiamato ai tempi d'oro). Prima del crack e del commissariamento con buco di decine di milioni dovuto a cattivissima amministrazione e ad operazioni che hanno arricchito, oltre a manager e amministratori la finanziaria della Curia e una oscura società americana (FW) cui continuava ad essere ceduto vino (mai pagato) a milioni di euro. Un esempio di come la cooperazione possa essere pervertita e gestita politicamente per sfruttare i contadini e spremere le casse di una "mamma provincia" miracolata dai privilegi dell'autonomia speciale. Ora i boss della cooperazione e l'ass. Mellarini (esecutore del principe-vescovo Dellai) cercano di far digerire ai produttori uno statuto-capestro che gli impedisce di uscire dalla coop. Una specie di servitù della gleba aggiornata e riveduta e corretta. Ai produttori di La Vis diciamo: ribellatevi come gli allevatori che non hanno più consegnato il latte al decotto caseificio di Pinzolo-Rovereto-Fiavè. Abbiate il coraggio di mettervi in proprio e magari di unirvi in piccole coop oneste gestite da voi e non dalla nomenklatura. E' ora di bruciare il castello del Buon Consiglio (anche se la nomenklatura trentina ora sta altrove)

 

(27.07.12) Entraque (Cn) E se a cagarsi sotto è il guardia parco?

Lo scorso novembre gli adepti del lupo avevano osato sbertucciare un cacciatore di Peveragno che aveva riferito di aver passato una mezz'ora di tensione con due lupi che gli giravano intorno. Circa 40 giorni fa la stessa avventura (forse peggiore) sarebbe capitata a una guardia del Parco del Lupo (alias Parco delle Alpi Marittime). Si sarebbe trovato un lupo sulla sua strada; torna indietro e se ne trova uno sopra il sentiero. Dopo un po' un terzo "canide" gli si affianca da sotto. A questo punto avrebbe chiamato soccorso con la radio in dotazione. Questa notizia circola ad Entraque.

 

(10.07.12) San Lorenzo in banale (TN): Turisti lanciano SOS orsi

Nonostante tutti gli sforzi di persuasione e la strategia degna dei regimi totalitari per "convincere" che gli orsi sono timidi, fuggono al primo rumore, la verità (implacabilmente rivoluzionaria) si fa strada. I casi di turisti spaventati e sotto shock per incontri ravvicinati si moltiplicano. Oggi una tv locale trentina ha dato la notizia che ieri due turisti hanno chiesto soccorso per telefono ai VVFF perché erano stati "circondati" da alcuni orsi. Una volta che i soccorsi sono arrivati gli orsi de ne erano andati. Ma la paura cresce. Nonostante le censure il passa parola in atto non favorirà certo il turismo. Fare una passeggiata nel bosco per prendersi uno spavento non è il caso. Meglio non fare le vacanze in Trentino. Così almeno ragiona il turista "normale". Agli albergatori pensano di rimpiazzare i "paurosi" con gli animalisti facciamo tanti auguri.

 

(03.07.12) 10 - 100 - 1000 orsi in Trentino

Appellandosi al "rigore scientifico" e ai nuovi testi sacri della loro religione misterica ("i venerabili protocolli internazionali") gli animal-ambientalisti (con l'eccezione del WWF al quale è doveroso riconoscere una posizione più ponderata) creano un COMITATO PRO ORSO e dichiarano che in Trentino di orsi ce ne stanno benone almeno 100. Con buona pace del presidente Dellai che li vuole "tagliare" a 25 avendo capito che inseguire l'estremismo animal-ambientalista porta su una china scivolosa e pericolosa e che, con le elezioni poilitiche in vista è meglio recuperare il contatto con il Trentino reale. Agli animal-ambientalisti non va giù che il "volgo" osi ribellarsi al loro potere insindacabile, che gli "umili" valligiani abbiano osato sfidare gli "intelligenti", gli "scientifici", i sacerdoti della religione verde. Ovvero che abbiano osato, gli impudenti blasfemi, creare nientemeno che un Comitato anti orsi.

 

(12.06.2012)  Ma chi sono gli amici degli orsi?

Gli ipocriti ambiental-animalisti dovrebbero riflettere. Life Ursus è stato un buon progetto per gli orsi o "ecologia spettacolo"? Chi studiava l'orso trentino autoctono da decenni aveva criticato Life Ursus. Ora, uno di questi, Tomasi, ex direttore del Museo di scienze propone di "selezionare" gli orsi in base alla mitezza. Gli orsi educati restano, quelli maleducati vengono esiliati in paesi disposti ad accoglierli (magari dove verranno cacciati e finiranno nei ristoranti!). Somma ipocrisia e somma ambiguità di una pseudo-wilderness da baraccone che deve ricorrere alla "selezione zootecnica" per avere orsi compatibili con un territorio piccolo e fortemente antropizzato. Ma se l'orso viene selezionato dall'uomo che animale selvaggio è? Intanto un orso è morto per narcosi dopo la cattura da parte dei forestali della squadra addetta al controllo degli orsi. Non è il primo e non sarà l'ultimo. Il prezzo che l'orso paga all'ipocrisia verde. Una pallottola è molto più umana di catture, anestesie, deportazioni, traslochi. Un circo di cui le vittime sono l'orso e chi lavora e vive in montagna a contatto con quall'ambiente reale che gli ecologisti da salotto hanno sostituito con una mitica wilderness, il "teatro della natura" in cui far recitare - da loro pilotati come deus ex machina - le comparse: predatori, prede, carnivori, necrofagi, erbivori. Tutto per la loro gioia e diletto (unito ad alcuni benefit molto venali, si intende).

 

(08.06.12)  La Lipu di Trento: printi al boicottaggio della Val Rendena

Gli ambientalisti, tanto per calmare gli animi, minacciano la Val Rendena. Non è ammissibile che i montanari si dichiarino stufi dell'orso. I padroni dell'orso (che vorrebbero anche essere padroni degli uomini , come ai tempi della gleba) non accettano che i sudditi si ribellino. Così Sergio Merz. delegato della Lipu di Trento intervistato da l'Adige minaccia 1) un comitato anti-anti orso; 2) l'istigazione internazionale degli ambientalisti al fine di promuovere il boicottaggio turistico della Val Rendena.

Già i verdi non erano troppo simpatici ai valligiani. Figuriamoci ora.

 

(08.06.12)  Incidente sulla Bolzano-Merano: impatto con l'orso e auto in fiamme

Ieri sera poteva finire male per due persone. A seguito del violento impatto con un orso l'auto ha preso fuoco. I due occupanti sono riusciti comunque illesi mente l'orso è morto. A fine aprile in provincia di Bolzano un Suv aveva travolto e ucciso un altro orso.

Sconcertani i commenti degli amici dell'orso che dichiarano apertamete che avrebbero preferito gli uomini morti e l'orso salvo.

 

(07.06.12)  Il comitato anti-orso: 4 aggressioni a persone tenute nascoste

Wanda Moser intervistata da Il Trentino dichiara che il Comitato anti-orsi è venuto a conoscenza di ulteriori casi di incontri molto ravvicinati se non di vere e proprie aggressioni da parte dell'orso. A volte per vari motivi c'è reticenza nel dichiarare pubblicamente l'accaduto. D'altra parte non si capisce perché episodi potenzialmente pericolosi e comunque segno di una presenza sempre più inquietante degli orsi non vengano resi pubblici dalle autorità che raccolgono le segnalazioni. Una mancanza di trasparenza che alimenta il risentimento.

 

(06.05.12)  Orsi: il delirio ora colpisce la Lombardia

Solo una società arrivata al capolinea si abbandona a deliri di questo tipo. Oggi la salvezza non è più nella religione, nel millenarismo escatologico ma nella rigenerazione pseudoecologica, nel culto dei feroci predatori che vendicano la natura oltraggiata. A suon di vittime innocenti immolate alle nuove divinità. Peccato che i seguaci del culto del dio orso e del dio lupo sono spesso i primi  responsabil di un consumismo sfrenato. Sono le masse urbane rimbambite dai media che hanno perso ogni contatto con la realtà che sostengono la lupomania e l'orsomania. In Trentino ora la politica capisce che si è andai troppo in là con gli orsi che scorazzano ovunque In Lombardia l'orso è una elettrizante novità e i politici leghisti (che altrove dimostrano di stare con la gente di montagna anche per far dimenticare certe vicende...) cavalcano per primi l'orsomania. Mentre i funzionari regionali vanno in giro a rassicurare abitanti e albergatori: nessun pericolo,l'orso è una grande opportunità. Così parte alla grande Life Arctos. Mentre in Trentino si chiede di smetterla con i progetti a favore degli orsi la Lombardia pare ignorare cosa succede oltre i confini. E nessuno chiede nulla ai pastori sulle misure "preventive" che essi dovranno adottare per ordine di ambientalisti e burocrati. Una politica lungimirante non c'è da dire! Che non porterà certo alla Lega neppuere un voto degli animal-ambientalisti da salotto ma che gli farà perdere - pochi o tanti - quelli dei montanari. Che non ci metteranno molto a capire che l'orso fa solo danni e sapranno con chi prendersela.

 

 

(25.05.12)Sugli orsi Dellai mette le mani avanti (TN)

Con mossa astuta il presidente della provincia di Trento scrive al ministro dell'ambiente e al commissario europeo in modo che i trentini sappiano che è per colpa di Roma e di Bruxelles se agli orsi pericolosi non si può torcere un pelo. Così si cerca di dimenticare che la provincia ha a suo tempo approvato l'introduzione dell'orso dalla Slovenia e fatto propri i criteri di gestione scritti dagli orsologi del Parco Adamello Brenta una volta terminato il progetto Life Ursus e avviata la "gestione ordinaria". Dellai si è forse anche scordato che nel 2010 aveva promesso un "giro di vite" per garantire meno gli orsi e più la popolazione. Oggi la faccenda è sempre più critica e il presidente manda a dire a Roma e a Bruxelles che i trentini ne hanno piene le palle degli orsi: "L'indagine demoscopica commissionata da questa Amministrazione nel 2011, ha messo in evidenza un'importante e decisa riduzione del grado di accettazione sociale della specie (dal 76% del 2003 all'attuale 30%)". "...gli episodi registrati in questi ultimi giorni, che hanno portato anche a contatti diretti tra orso e uomo, esprimono ed accrescono il già elevato livello di allarme sociale, al quale si accompagna forte preoccupazione, in primis, per l'incolumità della popolazione". Dellai quindi chiede un incontro ai responsabili romano e europeo dell'ambiente per cercare "con la necessaria celerità, nuove e più efficaci soluzioni per far fronte ad una situazione che, altrimenti, rischia di essere non più sostenibile". L'ha scoperto oggi che non è più sostenibile? Curiosamente nel resoconto dell'ANSA si sostiene che Dellai chiede la riduzione degli orsi. Nella nota ufficiale non c'è ombra di questa richiesta ma il lascialo filtrare ("qui lo dico e qui lo nego") è un abile mossa per placare gli animi.

 

(25.05.12) Madonna di Campiglio (TN)

Notizia dal TGR: Persone attaccate dall'orso si difendono con un bastone.

Cari albergatori avete "venduto" l'orso sulla pelle dei pastori. Ora auguratevi solo che la censura blocchi la diffusione nazionale della notizia.

 

(24.05.12) A Lecco arrivano gli orsi e vanno in scena le solite idiozie

Politici e tecnici hanno fatto gara a sparare le più viete banalità per commentare l'arrivo dell'orso in provincia. È avvenuto ieri durante una conferenza stampa a Villa Locatelli. Gli orsi sono inoffensivi, schivi, non fanno male a una mosca. Il solito repertorio di c.....e che ormai si bevono solo gli sprovveduti e, soprattutto, coloro che vivono in territori che hanno solo da poco la "fortuna" di ospitare i plantigradi. Se è vero che in Trentino l'orso è oggetto di un marketing turistico-territoriale sfrenato è anche vero che gli operatori turistici sono preoccupati del comportamento dei turisti che chiedono di fare dei "safari" per avvistare l'orso e si avventurano alla loro ricerca. Mentre tra le popolazioni locali cresce il timore di recarsi nei boschi i turisti imbesuiti dai programmi televisivi vogliono vedere Yoghi, Cindy e Bubu. Gli operatori turistici temono che a qualche turista incosciente possano capitare cattive avventure e che l'isteria orsofila possa tradursi in un terrore che potrebbe rovinate il turismo. In ogni caso nelle zone più frequantate dagli orsi come le Giudicarie anche i turisti abituali cominciano ad avere paura. Il salutare l'orso come un viatico per il turismo dimostra solo il provincialismo degli amministratori lecchesi (peraltro in buona compagnia). Ormai l'orso c'è più o meno stabile in tutte le provincie alpine lombarde e tra pochi anni di questo passo sarà ovunque. Quindi che vantaggio avrebbe Lecco o qualsiasi altro territorio? Agli assessori consigliamo di studiarsi un po' la situazione trentina caratterizzata da una crescente conflittualità in materia di orso. Anche in consiglio provinciale dove sono depositate ben tre proposte di legge per modificare il sistema di gestione dell'orso che risale al progetto Life Ursus di introduzione dalla Slovenia. Leggano le lettere ai giornali trentini, si informino sulle proteste in atto. E non stiano ad ascoltare solo gli espertoni di parte molto interesdsati all'orso e ... alle palanchine che ne possono trarre.

 

(16.05.12)Nelle Giudicarie (Trentino) è emergenza orso. Ma nessuno deve saperlo sui media nazionali

La ferrea censura della loggia conservazionista continua a bloccare la fuoriuscita di allarmanti notizie dal Trentino. In pochi giorni in Val Rendena è stato sbranato un secondo asino a Caderzone (notizia di oggi de l'Adige) dopo l'asina del rifugista Bosetti di Perlugo. Ma intanto (la notizia non è ancora sui giornali) nella notte tra il 15 e il 16 è stato sbranato un terzo asino a Strambio. Gli asini sono le vittime sacrificali per eccellenza che questa società industrializzata, di plastica geneticamente modificata vuole immolare agli idoli delle wilderness per lavarsi la sua coscienza sporca ecologica. L'umile asino contadino sacrificato all'indomabile, selvaggio, coraggioso, solitario orso "signore dei boschi" (lo definiscono così al Parco). Ma anche i pollai sono oggetto delle attenzioni del plantigrado. Dalla Val Rendena spostandoci nel Banale l'Adige di oggi riferisce che  un pensionato (Gabriele Zanelli, 69 anni) è stato "visitato" per la quinta volta dal plantigrado. A parte 20 galline uccise se l'è anche vista brutta "L'orso ha provato a scappare devastandomi il recinto con una forza inaudita. Stava venendo verso di me e con quattro passi sono riuscito a raggiungere il solaio del mio casolare: per puro caso, e soprattutto per fortuna, non era chiuso con il lucchetto, quindi sono riuscito a rifugiarmi lì, altrimenti non so come sarebbe andata a finire...». Ricordino i nuovi signorotti feudali che i contadini-asini sono umili e pazienti , ma quando l'indignazione scoppia ... bruciano i castelli e diventano... orsi.

 

(27.04.12) Nel ponente ligure i lupi sbranano un cavallo

A Triora, piccola localita' dell'alta Valle Argentina, nell'entroterra di Sanremo, in provincia di Imperia, sono stati aggrediti da un branco di lupi, che hanno sbranato il piu' adulto, di undici anni, mentre il secondo e' stato salvato per un miracolo dal veterinario, dopo un lungo intervento chirurgico. I cavalli si trovavano in un terreno recintato. A stabilire che le ferite riscontrate sui due animali sono attribuibili ai lupi è stato lo stesso veterinario. Nel ponente ligure era stato avvistato di un esemplare che rovistava in alcuni cassonetti dei rifiuti, in frazione Creppo. Il vindice della natura selvaggia, la fiera indomita simbolo di libertà per ila quale i lupofili e i lupomani vorrebbero sacrificare la pastorizia è - fuori dalla mitologia - un animale opportunista che non esita a nutrirsi di rifiuti.

 

(24.04.12) Quarto raid dell'orso in val Brembana

Una scia di sangue in tutta l'altra val Brembana, per la goduria, degli orsofili di città e per la disperazione di chi ancora alleva animali per passione. Dopo le predazioni di Valleve e di Branzi adesso toca a Piazzatorre dove il plantigrado ha ucciso due pecore del piccolo allevamento di Giambattista Arioli, sito sui prati del Pegherolo. È successo tra venerdì e sabato ma l'allevatore si è accorto solo ieri mattina 23 aprile. Gli animali erano sventrati, graffiati e con la testa schiacciata. Ora si spera di trovare gli animali fuggiti. Delle 12 pecore  ne sono rimaste solo cinque. Manca anche il cane.  Nel frattempo il Parco delle Orobie invito agli allevatori a tenere al sicuro gli animali. Ma cosa significa? Creare dei bunker? Non poterli più fare uscire? Se gli orsi si riprodurranno (pare che giri una femmina) i piccoli allevamenti dovranno chiudere.

 

(21.04.12) San Vendemiano (TV). Continui insulti animalisti ad un pastore

I risultati delle campagne degli animalisti, con in testa gli scienziati tipo Veronesi e trasmissioni tipo 'Striscia la notizia' ottengono risultati. A San vendeniano, un paese in provincia di Treviso un piccolo allevatore di pecore stanziale è fatto oggetto quotidiano di grida "assassino" da parte di una jogger animalista che, passando dalla sua azienda si è presa il puntiglio di contare ogni giorno le pecore insultando l'allevatore se ne mancano. Per Pasqua 13 agnelli sono 'mancati' e la gentile signora da allora gli grida tutti i giorni "assassino". Il lavaggio del cervello dei media frutta. Se la prendono con un piccolo allevatore. Ma poi Veronesi è quello del nucleare e Striscia quella delle veline, della tv culi e tette, del consumismo più sfrenato. Il tutto con il placet dei "benpensanti".

 

(14.04.12) Sempre più lupi trovati morti. Il motivo è semplice: aumentano e si espandono in aree più antropizzate.

Si moltiplicano, i casi, di ritrovamenti di lupi, morti pre incidenti stradali e altre cause. Nelle Marche a fine Marzo in due distinti incidentiautostradali -due lupi sono stati stirati sulla A 14, uno, nei, pressi di Fano, l'altro presso Sinigallia. Sono, stati presi da una strana, sindrome suicida?, Improbabile. Stanno semlicemente espandendo l'areale perché le "ridotte montane" scarsamente antropizzate sono già occupate e i giovani lupi che vogliono farsi strada nella vita sono costretti a "irradiarsi". Come tutti sanno la A 14 corre lungo il mare non sulle creste appenniniche. In Piemonte arrivano in pianura, in Lazio quasi alla  periferia- di  Roma, nelle, Marche - come visto - al mare. le ultime aree del territorio nazionale (escluse Sicilkia e Sardegna) dove fino a pochissimi anni fa i carnivori non c'erano ora sono teatro di avvistamenti . E vogliono farci credere che sono sempre 1.000 su tutto il territorio nazionale! Noi poveri profani, non siamo dotati della penetrante intelligenza lupologica, ma a farci fare fessi non ci stiamo. In Piemonte in un mese sono stati ritrovati (attenzione, ritrovati) sei lupi morti. Due carogne però appartenevano a soggetti morti in autunno e su sei ritrovamenti solo 4 sono attribuibili con certezza a bracconaggio. Però c'è chi ha parlato di strage lasciando credere che in un mese sono stati ammazzati sei lupi. La solita disinformazione. Resta il fatto che l'aumento di ritrovamenti di carcasse di lupi avviene in diverse regioni. E siccome le teorie dei complotti e dell'istigazione al bracconaggio non reggono, quelle della pulsione suicida sulle autostrade e le linee ferroviarie nemmeno la conclusione è una sola: i lupi aumentano. Ma quanti sono?Segreto di stato.Per poter sostenere la commedia del perenne rischio di estinzione e mettere in ginocchio la pastorizia. Così va l'Italia .. verso la fine.

 

(06.04.12) Cavernago  (BG). primo indidente alla centrale

Il giorno 5 aprile a mezzogiorno dalla centrale a biomasse (brucia olio vegetale) di Cavernago è uscita per alcuni minuti una densa fumata nera. La centrale è sorta al centro di un quartiere residenziale di villette e presso campi sportivi e ambulatori. Ciò grazie alla totale deregulation, garantita da un governo e una Regione Lombardia che si è guardata bene dall'emanare linee guida sulla localizzaizone di questi impianti fortemente impattanti. Il tutto per favorire in modo scoperto le lobby industriali e speculative.

Questo episodio ha creato allarme presso cittadini già abbastanza tesi per l'avvio della centrale che sorge a pochi metri dalle loro case e che provoca emissioni e rumore. Ciò che li ha amareggiati di più è che l'Eco di Bergamo ha titolato "Falso allarme". Ma quale falso allarme? L'incidente c'è stato anche se la società l'ha voluto banalizzare a una "rottura di un manicotto". La porcheria è uscita dal camino. E potrebbe succedere ancora. Potrebbe anche succedere di peggio. In mezzo alle case.

 

(15.03.12) Governo tecnico: Clini vuole gli OGM

Il discredito della politica, cavalcato da media espressione degli interessi finanziari, porta una parte dell'opinione pubblica a tifare per il governo dei tecnocrati, la peggiore delle iatture che possano capitare ad un paese. I tecnocrati non sono super partes ma sono, ancora più della politica - costretta a fare i conti con le varie articolazioni della società - espressione di interessi dominanti (loro compresi). La prova l'ha data (ma non è il primo) Clini che sul Corrierone (vedi) ha shoccato quel vasto arco di forze sociali, economiche, culturali che si oppongono agli Ogm. Chi conosce le controversie in materia è rimasto colpito dal fatto che il ministro ha usato, senza quasi neanche cambiare le virgole, le argomentazioni mistificatorie dei pasdaran nostrani degli Ogm tipo la storiella del pomodoro San Marzano che non esisterebbe senza ingegneria genetica (basta giocare sulle parole e "annacquare gli Ogm ,che sono qualcosa di ben preciso, dentro un calderone di tecniche di creazione di nuove varietà alcune antiche come l'agricoltura). Grave anche che Clini approfitti del cambiamento climatico per far "digerire" gli Ogm, un elemento di puntello ad una agricoltura industriale dell'agricoltura che ha larga responsabilità negli impatti ambientali globali. Preoccupante poi l'accenno all'importanza degli Ogm per le bioenergie. Un riferimento che farà andare in solluccheri Confagricoltura che spinge per gli uni e le altre. Ovviamente tutto senza compromettere - anzi - le produzioni tipiche, le potenzialità agroalimentari ecc. Quanto a ipocrisia i tecnici non hanno nulla da invidiare ai politici. Nel complesso sono più pericolosi.

 

(14.03.12) Trento. È morto improvvisamente Massimo Pirola

Dr. Massimo Pirola che da parecchi anni seguiva nell'ambito dell'assessorato all'agricoltura della provincia autonoma, il settore ovi-caprino se ne è andato improvvisamente colpito da un infarto. Ricordiamo la grande passione e competenza con la quale ha lavorato per il settore, in particolare le iniziative per la valorizzazione della lana e per le razze caprine e ovine autoctone tra cui la capra Pezzata Mochena e la pecora Tingola della Val di Fiemme. Il funerale domani venerdì 16 alle 15.30 al cimitero di Trento.

 

(07.03.12) Crotta d'Adda (Cr): carcasse ovine nell'Adda: i pastori pronti a risarcire i danni

È stata battuta ieri l'a notizia del rinvenimento di quattro carcasse ovine sotto il ponte dell'Adda che collega Crotta d'Adda (CR) con Maccastorna (LO). Il proprietario le ha gettate nel fiume dopo aver reciso le orecchie per impedire l'identificazione dei capi mediante le marce autricolari. Sono intervenuti il comune di Crotta d'Adda e l'Asl. Il comune, in sieme a quello di Maccastorna si sono dovuti accollare gli oneri dello smaltimento. Un episodio vergognoso che getta discredito sulla categoia dei pastori transumanti (ve ne sono 6-7 che frequentano la zona). Oggi l'Associazione Patori Lombardi ha scritto al comune dichiarandosi disponibile a risarcire tutte le spese. Quanto agli autori del gesto si sa che i carabinieri di Pizzighettone stanno indagando. Da parte loro i pastori sono intenzionati ad espellere dall'associazione l'autore dell'inqualificabile episodio qualore risputasse iscritto. I pastori non hanno certo bisogno di questi "ritorni di immagine". Sono spesso impegnati a confrontarsi cpon le amministrazioni (Parchi, comuni, Aipo) per i diritti di transito e di pascolo e non hanno certo bisogno di una simile "promozione al contrario".

 

(29.02.12) Lupa trovata agonizzante nei pressi di Pinerolo

Quando diciamo che i lupi sono forse un po' di più di quelli "ufficiali" (molto pochi per dimostrare che la specie è sempre sull'orlo dell'estinzione e cha super-protetta) siamo linciati dai lupofili con la complicità dei loro amichetti nelle redazioni. Quando diciamo che calano in pianura e si avvicinano ai paesi siamo accusati di fare "terrorismo". Però le prove smentiscono la lobby del lupo. Dopo la lupa presa a pallettoni alle porte di Borgo San Dalmazzo  (cittadina della provincia di Cuneo allo sbocco della Val Stura) lo scorso autunno, dopo gli avvistamenti a pochi km da Mondovì (sempre in provincia di Cuneo) ecco un'altra lupa che è scesa in pianura e ci ha lasciato la pelliccia. Trovata agonizzante, forse per colpa della stricnina, in comune di Trana, a pochi km dalla città si Pinerolo. I lupologi per sostenere la loro tesi che: "i lupi sono pochi e non scendono in pianura" hanno escluso ogni rimborso per danni al bestiame sotto i 700 m. Così se i danni ci sono qualcuno può essere indotto a farsi giustizia da sé. In modo barbaro. Ma questa barbarie di chi è colpa? Forse anche di chi, sulla base di cotanta scienza, ha stabilito che i lupi non possono predare sotto i 700 m di quota nelle Alpèi (300 negli Appennini). Complimenti. Alla fine viene da dire che i veri amici del lupo siamo noi che chiediamo un equilibrio naturale tra predatori e pastorizia con la possibilità dei pastori di difendersi. I lupi imparerebbero a stare lontani dal bestiame, farebbero più fatica a riempirsi la pancia ma si indirizzerebbero preferibilmente sui selvatici e non rischierebbero di essere sforacchiati o avvelenati. Come la bestia qui sotto.

 

(21.02.12) Finte serre fotovoltaiche: il governo ha ceduto alla lobby

L'art. 65 del decreto "liberalizzaizoni" del governo "tecnico" ha fatto rientrare dalla finestra il fotovoltaico a terra che era stato fatto uscire dalla porte escludendolo dalle incentivazioni. Il governo assicura che saranno effettuati controlli rigorosi ma le esperienze delle serre fotovoltaiche insegnano che non solo queste "serre" restano vuote ma che in alcuni casi non potrebbero mai funzionare perché la quantità di luce che lasciano passare è minima. Non è un bel segnale da parte di un governo che impone lacrime e sangue (tranne alle banche) ma che continua a fare regali alla biospeculazione.

 

(10.02.12) Perché il Parco non liquida gli indennizzi agli allevatori?

Il Parco delle Alpi marittime (Vinadio, CN) è l'autorita che - in modo molto singolare - gestisce tutto ciò che ha a che fare con il lupo su tuto il territorio Piemonte: monitoraggi, accertamento danni, liquidazione danni, gestione premio "compensativo" per il "pascolo gestito" (una elemosina pelosa), fornitura di reti e cani (questi in partenariato con i cugini delle Alpi Cozie). Questa Autorità, ricorda un po' la louveterie royale dei re di Francia. Essa dipendeva solo dal Re e ciò le consentiva di spadroneggiare, tanto che a più riprese fu abolita e poi resuscitata per via degli abusi commessi. Rispetto alla louveterie però c'è una differenza: allora i lupi li ammazzavano adesso li coccolano. In ogni caso da tre mesi il Parco ha ricevuto dalla Regione i fondi necessari alla liquidazione dei danni. Tutti gli elementi per la liquidazione sono in mano al Parco che compila i verbali, compie le valutazioni, raccoglie gli elementi utili alla stima del valore dei capi da apposita commissione ecc. ecc. Cosa si aspetta? I pastori sono già incazzati perché il risarcimento non copre che una minima parte del danno; il capo morto è solo la punta dell'iceberg. Non si indennizzano gli animali dispersi, le perdite di produzione su tutto l'arco dell'anno, i maggior costi di alimentazione, le maggiori spese veterinarie e di manodopera. Né tanto meno ansia, isolamento, fatiche fisiche, disagi imposti dalle esigenze di protezione di quei lupi che per il pastore sono comunque una grossa perdita e per il Parco... i suoi dirigenti e collaboratori a vario titolo un guadagno.

 

(01.02.12) Melinda: forte calo del valore liquidato ai soci

Calerà da una media di 0,5€/kg a 0,38€/kg il valore liquidato ai soci per le mele conferite. Il calo è vistoso per la Golden (la "regina" delle mele), mentre le nuove varietà tengono bene o spuntano valori in crescita. La favola del "consumatore che choede solo Golden" non è più credibile e oòltre alle varietà trendy a livello mondiale ci sarebbe spazio per proporre al mercato nuove-vecchie varietà più resistenti alle avversità biotiche ed abiotiche. Chissà se dalle parti di Melinda, dove l'autocelebrazione è d'obbligo e le critiche in nome della sostenibilità causano allergie, cominciano a capire che prima o poi il "mercato" comincerà a capire che una Melinda da 20-30 trattamenti con pesticidi non è il massimo.

 

(17.01.12) Lupi: È strage continua  Per la gioia degli ambiental-animalisti da salotto la popolazione lupina italiana è in rapida crescida ed espanzione territoriale. I sultati si vedono. La scorsa settimana nel Gargano un gregge di capre disperso con cinque sbranate. Nel primo appennino emiliano si sono segnalati quattro cani uccisi dai lupi a Salvarano.

 

(06.01.12) S.Venanzo (PG)Famiglia assediata dai lupi

È successo due giorni fa S.Vito al Monte in comune di S.Venanzo.  Una famiglia che vive in un casolare isolato terrorizzata dagli ululati molto vicino all'abitazione e provenienti da più direzioni ha chiamato la Forestale. La signora che aveva già avuto quattro pecore sbranate ha dichiarato:  "Viviamo molto semplicemente - dice -. Per anni abbiamo lavorato la terra, poi i cinghiali hanno distrutto tutto. Provincia e Comunità montana non hanno mai pagato i danni e allora con l'agricoltura abbiamo lasciato perdere. Abbiamo iniziato con la pastorizia, per fare il formaggio. E sono arrivati i lupi. Ma che dobbiamo fare?". In Italia c'è qualcuno meno uguale degli altri.

 

(05.01.12) Va di moda il pollaio urbano

Il quotidiano francese Le Monde prima di Natale ha pubblicato un'inchiesta sulle galline urbane. Boom delle vendite di galline da uova e di eleganti pollai ecologici (in legno) da giardino. Ma c'è chi si accontenta di tenere la gallinella sul balcone. Oltre a garantire l'uovo freschissimo la moda delle galline urbane è un sistema per riciclare i rifiuti organici (che visto le spreco astronomico di cibo sono abbondanti). Sotto il pollaio della eco-poules che ha registrato un boom di vendite nell'area parigina. Tutto bene ma sul balcone hanno un orticello per chiudere il cerchio? A parte ogni altra considerazione andrebbero rivisti i regolamenti che impediscono la detenzione di galline e altri animali nei comuni urbani, Il pollaio da balcone è discutibile ma chi ha un giardino a Milano o Roma perché non dovrebbe avere le sue galline?

 

(27.12.11) Lupa uccisa a pallettoni presso Borgo San Dalmazzo (CN)

Il fatto è successo una settimana fa. Nonostante gli strepiti dei lupofili appare evidente che non si tratta di un lupicidio premeditato. È molto probabile che un cacciatore abbia scambiato la lupa per un cinghiale o se la sia trovata davanti e che, preso dalla paura, abbia fatto fuoco con l'arma carica. Per timore delle conseguenze non è certo andato dai carabinieri a denunciare il fatto.

L'avv. Viglione promotore di una associazione per la difesa dal lupo sottolinea come sia preoccupante la presenza della lupa presso una città chiedendosi cosa sarebbe successo se il ragazzo con il cane che ha trovato la carcassa si fosse imbattuto nella lupa viva anziché morta o se si fossero imbattuti nel predatore i tanti che passeggiano lungo il fiume. In ogni caso l'episodio è destinato a riaccendere le polemiche.

 

(16.12.11) Bassa bolognese: stop al biogas?

L'Unione Reno Galliera che comprende i comuni di : Galliera, Pieve di Cento ,San Pietro in Casale, Argelato,San Giorgio di Piano, Castelmaggiore, Bentivoglio e Castello d’Argile ha approvato una variante al Regolamento urbanistico edilizio che prevede una distanza minima delle centrali a biogas di 1 km dai centri abitati e di 250 m da singole abitazioni. Con questi parametri la proliferazione delle nuove centrali è, almeno sulla carta, bloccata. Per quelle con progetti già presentati è necessario moltiplicare gli sforzi per fermare le autorizzazioni.

 

(14.12.11) Lupi alle porte di Imola colpiscono fattoria didattica

Ormai i lupi a Imola colpiscono alle porte della città. Qualche giorno fa hanno sbranato due agnelloni bergamaschi della Fattoria didattica della famiglia Gentilini in Via Bergullo 49. L'azienda alleva asini, oche, maiali di razza Mora romagnola, galline e mucche. Le pecore erano in un pascolo recintato. Per difendersi dai lupi ci vorrebbe una recinzione elettrosaldata ben approfondita nel terreno. Il cane Maremmano dell'azienda di notte deve essere legato perché essendo in ambito sub-urbano e il maremmano risultando iscritto all'elenco delle "razze pericolose" non può essere lasciato libero. La morale: gli animali liberi dlele razze autoctone non possono essere più allevati né sulle montagne, né nelle fattorie didattiche sub-urbane. Gli amici del lupo vogliono che gli animali domestici siano chiusi negli allevamenti intensivi superproduttivi e con razze specializzate internazionali (magari geneticamente modificate o clonate già che ci siamo). Poi soddisfatti di contribuire alla distruzioine della biodiversità animale e vegetale (niente pascoli con mille essenze spontanee, solo mais e soia GM per le fabbriche zootecniche) gongolano perché "la presenza del lupo certifica che l'ambiente è sano". Neuroecologia.

 

(02.12.11) Trento. Gigantismo coop: ora i dubbi vengono anche dall'interno del sistema

34 milioni destinati al raddoppio dello stabilimento della Latte Trento congelati. Non è solo la PAT (provincia autonoma) che dovrebbe sganciare il 40% ad avanzare dei dubbi ma una divisione tecnica in seno alla stessa Federazione delle coop. Dopo il fallimento della Latteria di Fiavè (inutilmente puntellata dall'esborso di decine di milioni da parte di mamma PAT), dopo il bagno (80 mlilioni) e il commissariamento di Lavis (una delle tre maxi coop vinicole) qualcuno si rende conto che insistere nelle costose politiche di fusioni, maxi-impianti, ristrutturazioni a carico di pantalone diventa politicamente insostenibile. Nel campo agricolo la politica della PAT ha assecondato le faraoniche realizzazioni delle coop, ha causato una crisi profonda della zootecnia, ha assecondato fallimentari linee industriali del settore caseario e la politica megalomane ed espansionista delle cantine sociali che ha portato all'appannamento dell'immagine e della qualità del vino trentino. Ma è costata moltissimo. E i conti sono capaci di farli anche oltre i confini provinciali. E nei palazzi di Trento ci si rende forse  conto che - nonostante le dichiarazioni romane circa l'intangibilità dei privilegi dell'autonomia trentina le altre regioni saranno sempre meno disposte a subire passivamente lacrime e sangue lasciando che a Trento si continui con i finanziamenti allegri.

 

(30.11.11) Legnaro (VR). Sui cervi finalmente parole chiare

VenetoAgricoltura ha organizzato a Legnaro (PD) un interessantissimo convegno su “L’impatto del Cervo nell’ecosistema forestale”. Glii studi esposti da tutti i relatori intervenuti che hanno dimostrato come l’impatto del cervo nelle zone agricole e forestali del Cansiglio, arrechi gravissimi e irreparabili danni a tutto l’ecosistema. Il Presidente ANPA Veneto Paolo Casagrande, intervenendo al Convegno, si è rivolto alla Regione Veneto, ricordando che continuare a permettere che gli ungulati facciano danni sulla Foresta demaniale del Cansiglio (BL) significa essere responsabili di un “ danno al patrimonio forestale e agricolo della Foresta dei Dogi” e quindi serve con decisione prendere definitivamente a cuore il problema e risolverlo non tollerando rinvii ingiustificati. Il piano di controllo del cervo in Cansiglio, approvato dalla Regione Veneto e sottoscritto da Veneto Agricoltura, Regione Friuli Venezia Giulia, Province di Belluno e Treviso, Istituto Zooprofilattico delle Venezie e Corpo Forestale dello Stato, al fine di salvaguardare e tutelare l’ecosistema agroforestale da un’eccessiva presenza di ungulati, prevede anche che il personale di polizia delle Amministrazioni Provinciali competenti e del CFS possa procedere nel 2011 all’abbattimento dei 40 capi annui assegnati nell’area demaniale del Cansiglio. “Chi ha fermato e chi fermerà i prelievi d iungulati - ha dichiarato Casagrande -per Anpa Veneto sarà responsabile del danno patrimoniale al sistema forestale e agricolo del Cansiglio”.

(28.11.11) Trasloco forzato per pascolovagante

Il blog pascolovagante (oltre un milione di pagine aperte da primavera 2008) deve cambiare piattaforma. Le voci di chiusura di Splinder - e comunque il suo rallentamento - hanno indotto Marzia Verona a traslocare su Worldpress.

Pascolovagante meriterebbe un premio internazionale per la capacità di mantenere un elevato numero di fedeli lettori parlando quasi ogni giorno di pascolo vagante, pecore, pastori, margari, allevatori, pascoli,  capre e mucche. Più pecore e "pecorai" in ogni caso. Bravissima Marzia (anche per le foto) ma segno anche di una nuova cultura che cresce in ambiti delle società che un tempo frequentavano poco i media. Merito anche di Internet e della forma-blog (che però all'immediatezza unisce anche, come di vede, dei limiti di dipendenza dalle piattaforme).

 

(28.11.11) L'orsa senza zampa del Parco. Zunino punta il dito contro i ricercatori

Lo dice senza mezzi termini Franco Zunino: non date la colpa ai bracconieri, troppo comodo. Zunino, segretario dell'AIW e già studioso dlel'orso marsicano sostiene che un'orsa, senza una zampa da anni, non sarebbe mai stata avvistata o segnalata solo perché si vuole coprire qualcuno. Nella fattispecie chi da anni ottiene ricchi finanziamenti con i programmi di studio dell'orso e che cattura gli orsi con lacci per applicare i radiocollari. Zunino, voce fuori dal coro, non è nuovo alla denuncia dell'invasività di studi di cui non è chiara l'utilità (visto che l'orso marsicano di sta estinguendo). Nel caso specifico fa rilevare come dagli anni '80  i bracconieri non utilizzino più i lacci d'acciaio e che, invece, la mutiliazione dell'animale potrebbe spiegarsi con la volontà del plantigrado di liberarsi a morsi della trappola tesa dai ricercatori (che orsi e lupi si liberino così - autoamputandosi a brani - dalle trappole e dalle tagliole è noto). Ancora una volta, che si parli di orsi o lupi, Zunino non ha peli sulla lingua.

 

(12.11.11) Roma. Vendita dei terreni demaniali. Occasione per i giovani?

Lo stato dispone di un patrimonio immobiliare ipertrofico. È sacrosanto che prima di mettere le mani nelle sacoccie ai cittadini (patrimoniale e prelievi forzosi sui conti correnti) si pensi a dismettere il patrimonio pubblico. L'operazione è stata presentata come un'opportunità per i non pochi giovani che vogliono tornare alla terra. Bellissimo.

Lo stato, le regioni, le provincie metteranno all'asta (o a trattativa privata sotto i 400 mila €) i loro terreni agricoli. Ai giovani, però, si offre solo una possibilità di prelazione che comporta procedure complicate. Di più lo stato prevede che in caso di cambiamento di destinazione d'uso (anche solo dopo cinque anni dalla alienazione), esso incameri il 75% della plusvalenza sulla vendita del terreno reso edificabile. Stato speculatore insomma, stato che partecipa in prima persona alla corsa all'ulteriore cementificazione e perdita di sempre più prezioso suolo agricolo. Che dire? Che il rischio è che finisca come ai tempi di Napoleone o dell'unità d'Italia oggi celebrata da molti senza conoscere la storia. Le vendite del patrimonio confiscato alla Chiesa finirono nelle maggior parte dei casi mani di avidi speculatori (amici degli amici e massoni)  che invece che promuovere il progresso agricolo 

favorirono la nascita ... della mafia.

 

(09.11.11) Galliera (Bo). Anche il PD dice no al biogas

Galliera, un centro al confine con a provincia di Ferrara è diventato l'epicentro della opposizione alle centrali a biomasse agricole per la produzione di biogas. Una 'moda' dilagante nella pianura padana che ha già sottratto decine di migliaia di ettari alla produzione zootecnica e alimentare. Il comune bolognese ha visto subito sorgere una vivace opposizione alla centrale a biogas sia perché esiste già una grande discarica sia perché comporterebbe essa un carico insostenibile sulla rete viaria. Ci sono, però, anche motivi più generali. Qui si producono asparagi e patate tipiche e non si vede perché la Regione 'grazi' dalla maledizione delle centrali a biogas le zone 'pregiate' del Parmigiano (dove il potente consorzio si è opposto) per concentriarle 'ai margini dell'impero' e dare sfogo agli appetiti speculativi cui non sarebbero estranei potenti personaggi. Il fatto nuovo è che, dopo un sofferto dibattito interno il PD di Galliera si è schierato anch'esso contro la centrale. Ora maggioranza e opposizione in comune sono sulla stessa linea e chiedono a gran voce che in conferenza di servizi la provincia stoppi il progetto. Una gran bella notizia per chi a Bologna e Ferrara (ma anche in altre regioni) cerca di opporsi al biogas che brucia l'agricoltura.

 

(23.10.11) La Valtellina reagisce alla Iperalite e alla Capannonite

Sussulto di amore per la propria terra (meglio tardi che mai) in Valtellina. Questa settimana oltre diecimila firme raccolte per iniziativa dei commercianti della valle sono state consegnate a Formigoni e a Sartori (pres. provincia). La lettera rivolta ai presidenti parla di capannoni dilaganti e inutilizzati, di continui ampliamenti dei già ipertrofici centri commerciali. Si parla esplicitamente dell'appiattimento delle istituzioni ai poteri forti locali e al modello di sviluppo (neve-agroindustria-iperal) che sta compromettendo il futuro della Valtellina. La reazione dei commercianti e di tanti cittadini non è legata solo alla patologica dimensione che la grande distribuzione (con il quasi monopolio della catena Iperal) ha assunto, con la conseguente desertificazione del commercio di prossimità, ma anche alla constatazione che i turisti sono sempre più colpiti negativamente dalla "schifezze della Valtellina": un tunnel di capannoni e centri commerciali e di orribili stalle in cemento armato prefabbricato. Le immagini bucoliche presentate dalla pubblicità dei prodotti agroindustriali a questo punto suonano una beffa per il turista che non può che disaffezzionarsi. Anche perché al di là della monocoltura turistica della neve (turismo industriale legato agli interessi immobiliari ed edilizi) non si propone quasi nulla.

 

(13.10.11) Altipiano del Cansiglio (TV)

La Regione Veneto è determinata a vendere la grande proprietà sino ad oggi gestita da Veneto Agricoltura che si trova nel cuore del Cansiglio dove sorgeva la ex-base Nato costruita negli anni '50. Il rischio, come sottolinea in un comunicato Paolo Casagrande (Anpa -Veneto) è che massicci insediamenti turistici sulle aree dismesse di proprietà regionale mettano in difficoltà le aziende zootecniche che operano in questa zona dell'alpitipiano, le uniche rimaste. Esse, oltretutto, si devono confrontare da anni con il grave problema della sovrapopolazione di cervi causa di notevoli danni.

 

(01.10.11) Interessante bando della Fondazione Banca Etica: finanza solidale per l'accesso alla terra

In Francia l'associazione Terre de Liens dal 2003 opera per riattivare le zone rurali nazionali spopolate e di per sostenere stili di vita e pratiche agricole basate su principi di rispetto sociale e ambientale; il fine è ostacolare il mercato speculativo, proteggere le biodiversità locali, attivare circuiti locali di produzione, trasformazione e consumo . Per realizzare i propri obiettivi, Terre di Liens ha attivato degli strumenti di Finanza Solidale che permettono una più facile gestione dei terreni, oltre che la raccolta di donazioni. Al fine di elaborare anche in Italia strumenti simili la Fondazione Banca Etica ha aperto un bando per giovani laureati (in agraria, economia, giurisprudenza ecc.) per una borsa diricerca semestrale di 4.000€.

Lo scopo dichiarato è quello di“creare uno strumento finanziario dedicato alla raccolta di denaro per l’acquisto di terreni da affidare ad agricoltori, singoli o organizzati, che intendano inequivocabilmente e durevolmente produrre cibo, in modo sano (agricoltura biologica) e connesso con il sistema di consumo vicinale, mantenendo la proprietà indivisa e vincolata nel tempo all’uso spiccatamente agricolo”. Questo Fondo per l'accesso alla terra risponderebbe all'esigenza di favorire i giovani che desiderano “tornare alla terra” e che si vedono ostacolati da un mercato fondiario drogato e da un sistema creditizio poco sensibile alla concessione di credito se non attraverso gli strumenti dei mutui e delle ipoteche. Finanza solidale per una community supported agriculture. La strada del futuro. Di una società che smette di mugugnare e pietire, che elabora nuovi strumenti al di fuori di un quadro istituzionale (in senso lato) ingessato. Che si rimbocca la maniche e apre il portafoglio.  (link al bando)

 

(12.09.11) Pejo (Tn)

La pluriclasse di Pejo vive. Una notizia tanto più bella quanto inaspettata. Pareva che le famiglie si fossero rassegnate a portare i figli nel nuovo plesso a valle di Cogolo. Invece, anche grazie a un clima di collaborazione con la nuova preside di Cogolo la speranza della sopravvivenza della scuoletta alpina di Pejo diventa realtà. Nove sono le famiglie che aderiranno al progetto di scuola parentale con collaborazioni con la scuola statale. Complienti al maestro Alberto Delpero che si battuto per far sopravvivere la scuola di Pejo che, grazie anche alla sopravvivenza dell'ultimo caseificio turnario del Trentino diventa ancor più un punto di riferimento per le Terre alte. Scola viva, ruralità viva, montagna autentica viva. Non già arriccata sulla difensiva ma aperta alle altre realtà, aperta alla sperimentazione di esperienze pedagogiche, economiche, sociali nuove.

 

(08.09.11) Parziale resistenza della Diabrotica alle tossine del mais GM Monsanto

La Diabrotica è un temibile insetto  parassita del mais di origine americana  introdotto nelle nostre regioni attraverso l'aeroporto della Malpensa. La lobby OGM aveva nella lotta alla Diabrotica un argomento forte. Ora, ne ha parlato Le Monde il 1° settembre, negli Usa dopo due anni di verifiche si è dovuto ammettere che in alcuni siti la Diabrotica è riuscita a sviluppare una parziale resistenza e a danneggiare il mais GM. Un brutto colpo per l'impero Monsanto (e i sostenitori degli OGM).

 

(27.08.11) Pesticidi nella terra immacolata dell'orso Yoghi: di male in peggio

Anche quest'anno il rapporto "pesticidi nel piatto di legambimbiente seganala che è il Trentino-Alto Adige la regione più sporca. Appena il 15% delle mele vendute in Trentino è senza residui (solo una mela su 7 - circa - è senza residui); rispetto al 2010, la situazione è peggiorata; l'Italia è il Paese che in Europa consuma la maggior quantità di pesticidi, di cui il Trentino, assieme all'Alto Adige, è la regione con il maggior consumo; non sono state trovate uva e fragole senza residui, contro una media nazionale di circa il 35% di mele, uva e fragole senza residui. Approfondimenti su: Ecce terra

 

(25.08.11) Adottare un lupo o un pastore?

Il WWF ha reagito nervosamente alle prese di posizione del parlamento che ha semplicemente ricordato che le norme internazionali consentirebbero di controllare i lupi quando provocano gravi danni alla pastorizia. In un documento da la colpa dei problemi della pastorizia alla politica agricola (in parte vero) ma poi se la prende con la caccia e rimadisce il dogma di fede che la "convivenza è possibile" citando le solite trite e ritrite esperienze nelle oasi con cani maremmani e recinti elettrici. In più rilanciano l'adozione dei lupi. A questa strumentale campagna ha risposto Mauro Deidier che rappresenta una mosca bianca, un presidente di Parco pro pastori e pro alpeggi, per nulla entusiasta della presenza dei lupi. "Carissimi Volontari WWF, Ho visto il Vostro piano di adozioni delle specie protette.Posso farvi una domanda ? Vorrei adottare anziché un lupo  un pastore dei nostri alpeggi di montagna , in quanto a differenza del lupo, rappresenta oggi  una  specie  in grave pericolo di estinzione con danni inestimabili ed irreparabili per l’’ambiente e per  l’economia locale. Come posso fare ? Grazie per un cortese riscontro.Mauro Deidier – Presidente Parco Naturale Orsiera Rocciavrè

 

(14.08.11) Quando una vipera mette in crisi un alpeggio

Ho ricevuto questo messaggio da un amico di fb, Paolo Mariano: Siamo stati a trovare il Bassi all' alpe.Purtroppo l' alpeggio non e' piu' caricato, a causa del decesso del suo mulo morso da una vipera. Un vero dispiacere e una tristezza negli occhi di questo uomo.Spero continui il suo lavoro fatto con tanta passione ." Dell'alpe Madri si era parlato qui su Ruralpini un mese fa (vai a vedere).

Questa è la realtà dell'alpeggio, già abbastanza dura.  Ma chi la esercita fa a tutti noi un grosso piacere. Ci tiene attaccati con i piedi per terra. Ci ricorda che il mondo dove il cibo si 'raccoglie' al supermercato e le case si riscaldamento con una telefonata col cellulare è un mondo drogato e che le 'comodità' si pagano con mari, acque dolci, terra e cielo 'malati' e sempre più sterili.

L'episodio ci dice anche un'altra cosa. Perché nessuno maledice la vipera (e l'aquila) e le considera una cosa 'naturale' mentre il lupo e l'orso e la lince no. Perché le 'nobili fiere' hanno dietro un partito, e sono stati reintrodotti a bella posta o comunque favoriti in tutti i modi nel loro reinsediamento dove i nostri vecchi li avevano eliminati. Non sono accettatidai montanari (quelli che vivono di montagna e non solo in montagna)  perché sono un fatto sociale, sono voluti da una parte della società - più numerosa, più ricca, più dotata di accesso ai media e di armi culturali, contro un'altra parte, più debole.  

 

(12.08.11) Valle d'Aosta: disastroso attacco di lupi nel Parco del Gran Paradiso

Mentre gli 'esperti' ambientalisti vanno raccontando panzane circa il ruolo equilibratore del lupo nel Parco (tutte balle perché gli stambecchi stanno soffrendo anche per colpa dei lupi) un disastroso attacco si è verificato nella zona del Rutor lo scorso week-end: 2 capre uccise, 2 ferite e ben 80 disperse. Restiamo in attesa di notizie più precise.

 

(10.08.11) Sudtirolo: L'orso sbrana anche una cavalla adulta

Dopo aver sbranato un vitello l'orso che imperversa nel comune di Proves in provincia di Bolzano ha ucciso anche una cavalla adulta. Indecenti commenti dei soliti 'esperti' del WWF, Enpa e compagnia brutta (tutti, guarda caso, italofoni-urbanocentrici) che parlano di "Alto Adige che non adotta misure di sicurezza nei confronti dei predatori". Questa gente ha una vera e propria mentalità colonialista che in Sudtirolo si esprime in maniera rafforzata in quanto i montanari, i rurali sono avversati anche in quanto appartenenti ad una orgogliosa minoranza etnica.

Vorrebbero che tutta la montagna alpina fosse 'blindata' per lasciare scorazzare libere le loro 'fiere' e per fare una volta per tutte  'pulizia etnica' di tutte le culture montanare alpine che hanno resistito a giacobini e fascisti. Gratta la vernice demopacifista dei verdi e trovi l'anima autoritaria, centralista, totalitaria e aggressiva.

 

(02.08.11) Vitello sbranato dall'orso in Sudtitolo

È successo in val d'Ultimo a 2.000 m di quota. Gli allevatori sono preoccupati e temono anche per la loro stessa incolumità. Tiefenthaler, il presidente dalla Bauernbund (la potente associazione dei contadini sudtirolesi) ha parlato chiaro: Gli orsi non li vogliamo, vanno trasfertiti altrove. "È impensabile concedere ad un animale pericoloso come l'orso di oter vivere nello spazio antropizzato". Parole sante che per  conformismo,  subalternità o convinta adesione alla cultura dominante urbanocentrica ben difficilmente sono profferite dagli esponenti delle organizzazioni professionali agricole italiane.

Questi attacchi nuocciono anche al turismo e ha un bel dire il presidente del WW di Bolzano, Maistri che se la prende sia con gli allevatori che con gli alpbergatori accusati di "infondere in maniera speculativa, paure insensate". Ovviamente Maistri sostiene che la pericolosità degli orsi è una favola per spaventare i bambini. Questo è il ritornello che la setta dell'orso (e del lupo) ripete in tutto il mondo incurante di continui casi nel mondo di aggressioni ad umani da parte dei loro 'beniamini'.

 

(15.07.11) Sacchetto all'attacco

Con un duro comunicato l'assessore Sacchetto denuncia l'intollerabilità delle stragi di ovicaprini avvenute la scorsa settimana in Piemonte (82 capi persi per attacchi di lupi) Sacchetto annuncia qundi l'avvio della procedura per l'autorizzazione di abbattimenti programmati di alcuni esemplari al fine di alleggerire la pressione predatoria. L'assessore riserva anche pesanti apprezzamenti polemici contro il Ministero dell'ambiente e i comitati consultivi sul lupo che, in passato, hanno sempre risposto picche (sulla base di motivazioni pretestuoese ed ideologiche) a richieste in tal senso avanzate delle regioni. Mette quindi le mani avanti facendo sapere a chi di dovere che la Regione Piemonte i lupi è decisa ad abbatterli sul serio e che la richiesta non è inltrata tanto per far vedere davanti a pastori e margari che 'si fa qualcosa'.  vai al testo integrale del comunicato

 

(02.07.11) Il governo cadrà per un arrosto d'orso?

Polemica all’interno della maggioranza, tra Pdl e Lega Nord, sul banchetto a base di carne d’orso preannunciato dal deputato e segretario del Carroccio in Trentino Maurizio Fugatti per domenica prossima a Imer in occasione della Festa della Lega Nord Trentino. Non solo la fanatica animalista Brambilla (che oggi se l'è presa con il Palio di Siena per fare di tutta l'erba in fascio e condannare tutte le sagre tradizionali dove "vengono sfruttati gli animali") ma anche l'ambientalista Prestigiacomo  e persino il compassatissimo Frattini. La Prestigiacomo, spesso più verde del WWF (e che non si capisce perché non hanno lasciato andare via quando faceva i capricci), ha parlato niente meno che di 'barbarie'. La ministra dimostra di essere del tutto all'interno della logica dell'ambientalismo urbano per il quale, al di qua di un confine politico, un'animale è divinizzato come totem della Natura (quella pensata, mitizzata, astratta), al di là viene regolarmente cacciato e mangiato. Fugatti se voleva sollevare un dibattito sullo status dellafauna e di sua divinità Ursus arctos ci è riuscito perfettamente. È riuscito anche a dimostrare che per il Pdl e la Sinistra (verdi compresi) la 'protezione della natura' è un fatto simbolico, da far pagare ai contadini, ai pastori, ai cacciatori (quando porteranno ancora meno voti). Ma guai a toccare i business delle TAV, delle rinnovabili selvagge, della cementificazone inarrestabile, il tabù della crescita del PIL e dei consumi.

 

(25.06.11) Limone Piemonte: il lupi colpiscono subito.

Tiziano Aiassa ha già subito già una perdita di una bella vitella di quattro mesi a pochi giorni dal carico dell'alpe . Tiziano è il giovane allevatore di bovini di razza Piemontese che avavamo intervistato il 13 maggio 2011 presso l'azienda agricola di famiglia a Casalgrosso (Cn). (vai a vedere). Tiziano ha potuto persino fotografare il lupo che si aggira intorno ai recinti tanto il predatore si sta facendo spavaldo. Adesso la carcassa dilaniata giace in fondo a un dirupo difficile da raggiungere. Dove giace ciò che resta dello sfortunato animale passa un corso d'acqua e quindi la rimozione dei resti deve essere sollecita. L'allevatore dovrà chiamare la protezione civile. Altre spese, altri danni. Una situazione sempre meno sopportabile anche se, almeno, con il cambio di amministrazione comunale ora il sindaco è disposto ad aiutare nei limiti del possibile l'allevatore. Nel corso di varie stagioni  gli Aiassa hanno subito diversi attacchi da parte dei lupi; i più gravi nel 2009 ed hanno coinvolto anche manze e persino le vacche che cercavano di difendere i propri vitelli.

 

(04.06.11) In Austria il batterio letale scoperto in un salame italiano

Mentre i cetrioli sono stati assolti (e la Spagna ha ottenuto un indennizzo) si va alla ricerca dei cibi contaminati. In Italia nessun rischio insiste il ministro Fazio. Però in Austria è stato trovato il batterio (E.coli VTEC resistente ad alcuni antibiotici) in un salame di cervo prodotto in Italia. E al tempo dela 'guerra contro il latte crudo' si sosteneva che esisteva un rischio concreto E.coli VTEC e che era da incoscienti non bollire il latte. Intanto i soliti esperti senza che ancora nulla si sappia della causa dell'epidemia tra le 'raccomandazioni' inseriscono una bella criminalizzazioned el latte crudo "bevete solo latte pastorizzato".

 

(29.05.11) Blocco incrociato alle importazioni: ecco l'effetto del cetriolo killer

In Germania i morti sono già 10 ma gli infettati crescono a centinaia non solo in Germania (paese gran consumatore di cetrioli) ma in diversi altri paesi europei. E la caccia al killer assume i contorni della tragicommerdia. Dagli al bio perché pare che la contaminazione con E.coli VTEC e EHEC (causa di diarrhea emorragica) sia stata riscontrata in cetrioli spagnoli bio. Dagli alla Spagna. Ma forse i centroli erano importati dalla Rep. ceca tramite Spagna. Dagli all'Olanda (madre di tutti i traffici). Ora la reazione dei consumatori è quella di non acquistare più cetrioli o comunque cetrioli 'stranieri'. Così mentre Coldiretti e Codacons chideono di chiudere le frontiere ai cetrioli del resto d'Europa altrove fanno lo stesso a danno dell'export italiano di ortaggi. Che fragilità questa globalizzazione! Un ultimo pensiero: l'industria e i suoi tirapiedi hanno gridato a squarciagola  'al lupo, al lupo' con il latte crudo di fronte a casi sospetti poi l'E.coli VTEC colpisce con i cetrioli in forma di EPIDEMIA.

 

(28.05.11) Trentino. Animal-ambientalismo potenzialmente criminale

Dopo la cattura dell'orsa pericolosa DJ3 si è assistito alle solite proteste dei fanatici fan dell'orso. Proteste fattesi più rumorose dopo il trasferimento di un orsetto al 'Centro faunistico' presso Trento destinato ad accogliere orsi problematici. L'orsetto - non si sa se figlio di DJ3 - vagava nel fondovalle della Val Rendena attraversando le strade e mettendo a repentaglio la sicurezza degli automobilisti. La cattura della (presunta) madre secondo i fanatici animalisti avrebbe condannato l'orsetto a morte certa per incapacità di alimentarsi da solo. Ma in natura non capita che qualche cucciolo si perda o sia abbandonato? In ogni caso agli orsomani nulla importa della sicurezza delle persone che si sono trovate l'orsa nel giardino di casa. Sinora incidenti gravi non sono avvenuti, ma per putro caso. Ovviamente a questa gente che lascerebbe vagare orsi pericolosi anche in città se dipendesse da loro nulla importa anche delle sofferenze degli animali sbranati a domicilio nelle loro stalle, pollai, porcilaie. Quelle sono 'cose'.

 

(17.05.11) Silandro (BZ). Sequestrati e macellati 81 capi di bestiame a un contadino 'troppo indipendente' La notizia è dell'Alto Adige di ieri ed è stata ripresa e commentata dal blog terrealte.blogspot.com a leggere lascia sconcertati e viene la voglia - cercherò di farlo - di informarsi di più sulla vicenda. Otto Prieth è un bauer venostano molto 'indipendente' (forse troppo per qualcuno). Non aderisce alle coop e ha messo in piedi filiere sin troppo corte (produce frutta, carne, speck, ha l'agriturismo, un negozio, un bar). Inevitabile che facendo così (da sè) si finisca per non osservare le tante norme burocratiche che regolano in modo minuzioso ogni attività Norme pensate per chi pratica un'attività specializzata e su larga scala. Non importa se gli allevatori specializzati producono fiumi di liquami e i melicoltori e vignaioli specializzati fanno piovere pesticidi. Per la legge sono in regola. Pare che Prieth non fosse in regola con le stalle e con le concimaie e che i vicini si lamentassero. Ciò ci delude molto perché reputavamo il Sudtirolo un'isola felice dove il bauer è rispettato e non ci si lamenta per la 'puzza' degli animali. Di fatto con grande rincrescimento di sindaco (che ha redatto l'ordinanza) e dei veterinari che l'hanno eseguita maiali, capre, asini (in tutto 81 capi) sono stati sequestrati e finiti al macello. Sì perché gli animali - come giustamente rilevato da terrealte sono 'cose' che si sequestrano come oggetti ma poi non essendo oggetti non possono essere conservati in magazzino in attesa dell'asta giudiziaria e vengono soppressi. Una pena di morte applicata a scondo della non osservanza delle norme igienico-sanitarie da parte del proprietario. Che comunque - anche a detta dei veterinari non li maltrattava e non li affamava. Ma è meglio un po' di sporco e di puzza naturali o l'asettica pulizia di morte derivante dall'uso legale in quantità industriali di prodotti chimici (disinfettanti, pesticidi, farmaci di sintesi ecc.)?

 

(10.05.11) Spiazzo Rendena (Tn). Orso nel giardino di casa. "Bisogna aspettare il morto per fare qualcosa?"

Torna a casa da una passeggiata nei boschi e trova l'orso nel gardino della sua casa. É successo domenica in val Rendena a un artigiano, Gino Vecli, che nel corso della 'visita', ha avuto una pecora sbranata dal 'simpatico' (per i Verdi di città) plantigrado. Il signor Vecli lancia un appello: "Per fortuna che non c'erano in giro i miei bambini che normalmente giocano lì ma fortunatamente erano altrove in bici. Ma dove ha girato l'orsa passa gente in bici, c'è spesso gente che fa il pic-nic. Cosa dobbiamo aspettare per fare qualcosa? Un morto?" L'appello ha un chiaro destinatario politico: Lorenzo Dellai, il presidente della Provincia autonoma che ha da tempo annunciato di voler 'rivedere' il Progetto orso e di sondare cosa pensa la popolazione. Si muova però, e abbia il coraggio di sconfessare i vertici del Parco Adamello, del Servizio parchi, tutti coloro che priama che alla istituzione rispondono alla setta dell'orso a cui sono affiliati. Intanto ieri in consiglio provinciale è iiziato l'iter di due provvedimenti di legge di segno opposto: uno del Verde Bombarda, l'altro di Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) che punta ad assicurare maggiori garanzie ai cittadini (cattura degli orsi problematici senza troppe lungaggini burocratiche e risarcimento di tutti i danni compresi quelli biologici legati ai grandi spaventi - per ora solo quelli - che gli incontri ravvicinati con gli orsi hanno prcocurato a non pochi trentini.

 

(03.05.11) Anche a Zanica (Bg) opposizione al biogas

La giunta e il consiglio comunale unanime di Zanica si oppongono al progetto di un grosso impianto di biogas di 0,63MW di un'azienda con 1.300 vitelloni all'ingrasso. Il progetto prevede  l'uso al 50% di biomasse vegetali vergini (insilato di orzo e di triticale) che comporterebbe una rilevante sottrazione di superfici per gli scopi alimentari. Inoltre la centrale risulterebbe distante dal centro aziendale determinando una rilevante movimentazione di automezzi da e per l'impianto con prevedibile impatto sugli abitanti della frazione Padergnone. Nella Conferenza di Servizi il comune è l'unico ad opporsi perché gli altri enti si allineano alla interpretazione della Regione Lombardia che attraverso il software della Procedura Nitrati ha surrettiziamente introdotto la fattispecie del 'digestato misto' non prevista dalla delibera del 2007 di riferimento. Un fatto determinante nell'innalzare nelle zone vulnerabili ai nitrati come Zanica il quantitativo di azoto spandibile originato dal trattamento dei reflui zootecnici da 170 a 340 kg. Così si ottengono due risultati: 1)  superfici sottratte all'agricoltura vera e immolate alla speculazione agroenergetica; 2) maggiori carichi di azoto su terreni di area vulnerabile (perché tendelzialmente permeabili e perché in aree di fortissimo carico zootecnico).

Ma per simili 'meccanismi' che ribaltano la normativa non ci vorrebbero degli strumenti legislativi? No. Basta un software applicativo. Ulteriore riflessione su una discutibilissima governance delle politiche agroambientali.

 

(26.04.11) In Valsugana (Tn)moria di api per i pesticidi

Sono disperati gli apicoltori dell'Apival (Valsugana e Lagorai). Le irrorazioni di pesticidi (i più temibili per le api sono i diserbanti) stanno causando una moria di api.

Le api aiutano l'impollinazione dei frutteti ma sono vittime dell'uso massiccio dei pesticidi.

L'andamento stagionale anomalo, con le fioriture anticipate, ha costretto i frutticoltori a concentrare i trattamenti che vengono effettuati a ogni ora del giorno (alla sera risulterebbero meno nocivi per via della maggiore umidità). A quando una frutticoltura bio? Se in Val di Non sono le conseguenze della monocoltura 'invasiva' a creare problemi in Valsugana l'impatto non è da meno perché danneggia un sistema più differenziato (i pesticidi inquinano i foraggi destinati al bestiame e uccidono le api).

 

(23.04.11) Lecco. Cresce l'olivicoltura lariana

25 olivicoltori, sia professionali che autoproduttori hanno dato vita alla coop Olivicoltori del Lago di Como. La nuova coop sorge dall'esperienza dell'associazione OLIPER (gruppo di olivicoltori di Perledo, località dove ha sede un frantoio) e rispecchia la crescita del'olivicoltura in diversi settori del Lario sia in termini di piante che di produttori.

 

(22.04.11) Trento. Vittoria dei vignaioli contro il 'sistema'

L'assessore Mellarini ha gettato la spugnal. La Consulta da lui voluta per affrontare la crisi della viticoltura verrà sostituita da 'quattro saggi' ovvero esperti tendenzialmente indipendenti.  I vignaioli si erano ribellati ad una Consulta che su 15 posti ne assegnava solo 3 a loro e che confermava la sostanziale egemonia delle grosse cooperative responsabili della crisi nonché storicamente beneficiarie di enormi sovvenzioni pubbliche che hanno portate a 'montarsi la testa', realizzare faraoiniche strutture, investire in altre regioni d'Italia a tutto danno della valorizzazione dellea viticultura di qualità legata al territorio. Una sconfitta politca quella dell'assessore che ha un forte significato anche per altri comparti produttivi in Trentino e in altre regioni dove gli interessi del produttore e della qualità sono stati sacrificati a vantaggio di degli apparati.

 

(21.04.11) Bergamo: Aumentati esponenzielmente i danni da cinghiale

Un problema  non solo bergamasco (a Como le cose vanno ancora peggio) e non solo lombardo. Il riflesso dell'incapacità della politica di occuparsi di aspetti importanti per la vivibilità del territorio ma sottovalutati e lasciati ai 'tecnici' e a interessi di parte percepiti come più politicamente organizzati ed interessanti sul mercato politico-elettorale. Finché le situazioni sfuggono di controllo e il livello di esasperazione monta e l'interesse 'negativo' diffuso della popolazione diventa un fatto politicamente non ignorabile. La Provincia di Bergamo pare essersi accorta che siamo a questo punto. Ci si rebnde conto che i censimenti sono burle e non rispecchiano la consistenza delle popolazioni di ungulati; che non si 'tolgono' mai abbastanza esemplari. L'aumento dei danni (in euro) negli ultimi anni in provincia segna un incremento impressionante

 

2005 - 11.236
2006 - 19.658
2007 - 24.253
2008 - 54.641
2009 - 54.070
2010 - 79.396

 

L'ira degli agricoli cresce ma anche quella di chi non si sente più sicuro non solo nei boschi ma anche neil'immedianto intorno dei centri abitati. Si dice infatti che il cinghiale è potenzialmente pericoloso (ma allora l'orso?).

 

(19.04.11) Bergamo: Provincia stoppa cave abusive cammuffate da fotovoltaico

Basta fotovoltaico a terra! Dietro il fotovoltaico (e l'eolico) selvaggi ci sono interessi speculativi spregiudicati e ... peggio (leggasi criminalità). La Provincia di Bergamo, particolarmente vigile su questo fronte ha bloccato a Urgnano due 'parchi solari' per complessivi 10 ha di terreno che prevedevano lo scavo in prodondità del terreno per 4 m. Oltre al business elettrico dei super-contributi i signori del fiotovoltaico si sarebebro portati a casa 240 m3 di ghiaia sempre più preziosa visto che i piani cave hanno messo sotto controllo il saccheggio e lo scempio del territorio. Il presidente Pirovano e l'ass. all'ambiente Romanò hanno definito questa operazione: "cave improprie cammuffate da fotovoltaico". Ma allora per evitare la vergogna di un fotovoltaico che grazie alle scorciatoie autorizzative e alle corsie preferenziali rischia di essere il cavallo di troia delle più gravi offese al paesaggio e al territorio perché non VIETARE IL FOTOVOLTAICO  A TERRA SU SUOLO VERDE come ha già fatto la provincia autonoma (beata lei) di Bolzano?

 

(12.04.11) Passeggia nel bosco e finisce all'ospedale in stato di shock (per colpa dell'orsa)

La premiata ditta Trentino spa promette vacanze rilassanti. Poi promette anche la 'natura incontaminata' certificata da un numero crescente di plantigradi. Ma le due cose sono conciliabili?

Un quarantenne che faceva jogging ieri nei boschi presso la Malga Brigolina (sopra Trento) è pronto a testimoniare di no. É riuscito a raggiungere l'ospedale S.Chiara  in evidente stato di shock tanto che è stato trattenuto per accertare che non avesse subito un infarto. Fortunatamente no. Ma la paura è stata tanta perché è stato inseguito sino al margine del bosco dove aveva parcheggiato l'auto nella quale si è rifugiato. La domanda che si pone è semplice: se non fosse stato un uomo sano e robusto che pratica sport e che ha potuto correre veloce come sarebbe finita? Non ci si rende conto che la presenza di orsi nei pressi di zone densamente popolate (siamo in comune di Trento) rappresenta un potenziale pericolo? Che prima o poi questi incontri ravvicinati (la maggior parte senza riscontro sulla stampa) potrebbero anche avere un esito tragico. Poi qualcuno dovrà pagare. Già dovrebbe pagare per il danno biologico provocato alle persone che hanno avuto terribili spaventi (comprese alcune anziane). Ma se succedesse il peggio la responsabilità si chiama omicidio colposo.

In ogni caso sulla stampa nazionale non finirà nulla perché la premiata ditta Trentino spa è bravissima a 'lavare in famiglia' i panni sporchi (vedasi acciaierie, discariche di prodotti tossici abusivi, mozzarelle blu) e a portare all'esterno un'immagine idilliaca acchiappa turisti. Ma se si diffonde la paura dell'orso ....

 

 

(06.04.11) Pordenone. Sequestrata l'azienda OGM

L'azienda agricola di Giorgio Fidenato, autore delle semine fuorilegge  di mais OGM Mon810 è sotto sequesto giudiziario e posta sotto l'amministrazione di un dirigente della Regione autonoma FVG. Il sequesto è motivato dalla dichiarata volontà di reiterazione del reato da parte del Fidenato. In azienda sono stati trovati 17 sacchi di sementi OGM. Lo scorso anno a causa delle semine OGM illegali nei terreni degli agricoltori confinanti erano stati trovati campioni positivi alla contaminazione nel 50% dei casi. La Regione, con in testa l'assessore , è decisa a contrastare gli OGM con decisione e ha predisposto anche una legge regionale sulla materia.

 

(30.03.11) Re (Vb). Il lupo si rifà vivo in Ossola

Ad essere colpito Paolo Acchini allevatore di capre e pecore di Dissimo (frazione di Re) a brevissima distanza dal confine svizzero. Le capre e il grosso delle pecore (con agnello sono ancora in stalla). Venti pecore pascolavano nei pressi della stalla, fuori anche di notte. La stalla è comunque a circa mezzo chilometro dall’abitato, tra Dissimo e Olgia. Il lupo ha ucciso in tre notti non consecutive senza timore di tornare sul luogo del misfatto. Una prima pecora è stata uccisa giovedì scorso, due domenica, ieri un’altra trovata morta e una dispersa. Ora le superstiti sono rinchiuse in un recinto elettrico. Tre anni fa l’allevatore aveva avuto tre pecore uccise da un lupo maschio di passaggio che il Dna ha indicato proveniente da Cuneo. Le predazioni attuali non hanno ancora un responsabile ma che si tratti di lupo è certo al 99% tenendo conto delle ferite mortali inferte e dell’abilità nel ‘mettere da parte’ gli stomaci e consumare cuore e polmoni delle vittime. Commento amarodell'allevatore "Parlano di montagna ...."

 

(23.03.11) L'overdose di animalismo si ritorce contro gli 'amici dell'orso'

Licia Colò somministratrice da lunghi anni di non modiche dosi quotidiane di animalismo caramelloso 

(che tanto danno fa ai fini di una matura 'educazione ecologica' del pubblico televisivo) è scesa in campo contro il presidente della provincia di Trento, Dellai in merito alla gestione degli orsi trentini. Alla bionda Licia, sugli schermi RAI da trent'anni, non va giù che l'orsa problematica DJ3, che ne ha combinate di cotte e di crude spargendo la paura nelle Giudicarie, sia confinata  in un 'Centro per orsi problematici nei pressi di Trento. Ma questo è quanto previsto dai protocolli di gestione del plantigrado scritta dai conservazionisti amici di Licia. Dellai non fa che essere coerente con l'applicazione di quanto annunciato lo scorso anno annunciando una 'revisione' di una politica troppo 'orsofila' che crea crescenti malumori tra la popolazione delle valli.  I trentini (a giudicare dai forum internet) non hanno molto apprezzato  la confusione tra il caramello pspeudoecologista televisivo con la realtà delle valli. Molti ora temono anche che la paura dell'orso tenga lontani i turisti (le cose in TV e l'idea platonica dell'orso sono una cosa, il rischio di incappare in un'orsa furiosa in un bosco ben altra). Forse Dellai ringrazierà la Colò. Grazie alla sua interferenza su decisioni motivate da una situazione che è diventata di ordine e sicurezza pubblica  qualche trentino in più ha aperto gli occhi sul 'circo dell'orso' e le iniziative di buon senso che mirano a 'correggere' una politica avventurosa che ha fatto crescere la popolazion ursina di origine slovena a oltre 50 esemplari.  Sulla vicenda rimandiamo anche a un comunicato dell'Associazione Wilderness Italia che sostiene, giustamente, che tutta questa orsofilia e orsomania sta finendo per danneggiare lo stesso orso (come avviene anche per il lupo, amato in televisione ma sempre più odiato sulle Alpi e sugli Appennini)

 

(10.03.11) Luserna San Giovanni (To). Morena (26 anni) muore nel caseificio aziendale

Folgorata dai cavi scoperti? Così si dice negli scarni comunicati delle agenzie di stampa riferendo dei primi rilievi dei CC. Lascia una bambina piccola: Melanie. Invito a leggere cosa ha scritto di questa giovane ruralpina scomparsa tragicamente Marzia Verona che era sua amica

(vai all'articolo di Marzia)

 

(28.02.11) A Lierna (LC) si farà il referendum sulla centrale a biomasse

La logica dell'energia rinnovabile è spesso applicata in modo distorto. Che senso ha realizzare centrali a biomasse che richiedono il trasporto di materiale da decine di km? A Lierna, sulle rive del Lario il dibattito sulla centrale è molto vivace e si è costituito un Comitato che si oppone al progetto (che nella versione originale non è passato al vaglio della regione). Prima di pensare a queste centrali bisognerebbe stabilire dei piani di utilizzo boschivo in grado di realizzare una adeguata  produzione locale di cippato. I boschi chiedono solo di essere tagliati. L'abbandono dei boschi a loro stessi auspicato da quegli stessi verdi che poi dicono di volere 'energie rinnovabili' non è sostenibile ma non si può nemmeno tornare ad una situazione di tagli eccessivi come avvenne nei secoli passati.

 

(28.02.11) Monte Pelmo (Cadore): basta comprensori sciistici e seconde case

Continua la politica di sviluppo di poli sciistici e di seconde case secondo un modello che si è dimostrato fallimentare e che, soprattutto, non ha futuro. Le aree meno 'valorizzate' reclamano anche loro una parte del circo invece di puntare su strategie più sostenibili. Nelle Dolomiti poi si vuole sfruttare l'effetto Unesco nel modo peggiore.

Il 13 marzo Mountain Wilderness terrà una grande manifestazione nazionale (scialpinismo e racchette da neve) a Passo Staulanza per difendere l'area del Monte Pelmo, di Mondeval e di San Vito di Cadore dall'assalto speculativo dello sci e delle seconde case. Va anche detto che per fermare efficacemente la corsa a nuove stazioni sciistiche si dovrebbe anche pensare di riequilibrare, a favore di aree come la montagna veneta, le posizioni privilegiate di alcune aree già 'sviluppate', soprattutto (ma non solo) in Trentino-Altio Adige e in Valle d'Aosta.

 

(27.02.11) Anche in Polesine. Biogas selvaggio

Il biogas è l'eldorado di industriali e speculatori. Non solo a Cremona. Anche nel Polesine, terra di monocolture intensive di mais, bietola e soia si sta scatenando la corsa agli impienpti da 999KW. Oltre ad essere considerati 'piccoli' (alla faccia, ci vogliono 300 ha per alimentarli!) e godere del soprapprezzo di 28 centesimi per KWh sfuggono anche alla moratoria un po' ipocrita stabilita dalla Regione Veneto che ha bloccato solo gli impianti > di 1MW. Non si capisce perché Zaia, che è stato da ministro attento a parecchi problemi agricoli, non si sia ancora accorto da governatore del Veneto che i prezzi dei terreni e gli affitti stanno schizzando in su con tutto detrimento dei veri agricoltori.

 

(18.02.11) Roma.  Confagricoltura non vuole limiti alle coltivazioni bioenergetiche

In una nota odierna la Confagricoltura esprime il suo totale dissenso sugli orientamenti emersi dalle Le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera in merito allo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva2009/28/CE sull'uso dlele cosidette fonti di energia rinnovabile.

I parlamentari hanno infatti la seguente limitazione in materia di produzione di biogas

“... Con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, sentito il Ministero dello sviluppo economico ed il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono stabiliti parametri volti a definire le percentuali massime di coltivazioni dedicate impiegabili negli impianti a biogas, al fine di evitare squilibri negli approvvigionamenti e nei prezzi delle produzioni agricole da destinare all’alimentazione umana e zootecnica; tale percentuale non può essere superiore al 15 per cento del totale delle coltivazioni dell’azienda agricola". Apriti cielo. Qualcuno vede sfumare le prospettive di superprofitti dal business drogato del biogas.  E la Confagricoltura che rapprersenta sempre più il business agroenergetico e sempre meno I veri agricoltori arriva a sostenere che queste limitazioni " impediscono l’adeguato sviluppo delle coltivazioni energetiche in luoghi e situazioni dove la loro produzione potrebbe rappresentare l’unica vera opportunità di reddito. E creano un brusco arresto degli investimenti nel settore agroenergetico". Capito? Per la Confindustria ormai l'agricoltura sta in piedi SOLO con il business drogato delle bioenergie. Ma la preoccupazione è per gli agricoltori? No perché i veri agricoltori in provincie come Cremona hanno già cominciato a pagare caro il business del biogas (prodotto a partire dal mais). Gli affitti dei fondi sono schizzati in su perché gli speculatori hanno margini talmente elevati da fare offerte fuori mercato pure di accaparrarsi i terreni. In realtà a Confagricoltura preoccuno gli investitori. Non solo gli agricoltori sedotti ma, soprattutto, il giro di società di progettazione, realizzazione, consulenza. Resterebbe col culo per terra tanta gente che sperava in guadagni facili.

 

(10.01.11) La Cia di Torino: apriamo la caccia al lupo 

La predazione lupina nelle valli del torinese si sta rivelando più disastrosa che in quelle di Cuneo. I lupologi asseriscono che dipende dalla 'novità' e dalla mancata predisposizione di misure adeguate di difesa. Eppure l'adozione dei cani da difesa (maremmani) risulta più diffusa a To che a Cn. Probabilmente è in gioco anche la morfologia delle valli e la tendenza nel torinese (Val Chisone) alla formazione di grossi branchi mentre nel cuneense sono rimasti più piccoli. Fatto sta che per la prima volta un'organizzazione professionale agricola prende posizione con una durezza 'politicamente scorretta' mai vista. Sul numero di gennaio  di Nuova Agricoltura si legge: “Con i lupi – spiega Roberto Barbero, vicepresidente Cia Torino – nascono gravissimi danni per gli allevatori. Nell’ultima estate, hanno subito numerosi attacchi sia gli ovicaprini e sia i bovini”.

“La nostra proposta – continua Barbero - è questa: introduciamo la caccia

del lupo, selettiva e a pagamento, in modo tale da poterne contenere il numero ed ottenere davvero un sano equilibrio della fauna di montagna". Una provocazione evidentemente ma salutare.

 

(05.01.11) Pescasseroli (Parco Nazionale): maxi branco lupino

I lupologi della Sapienza di Roma con le fototrappole hanno 'scoperto' un branco di 11 lupi. Evento eccezionale. Dicono. Gaudium magnum. Eccitazione orgasmica. Ma cari lupologi, emeriti specialisti di lupologia teorica e applicata: non lo sapevate che in Val Chisone (To) un branco di pari dimensioni è stato 'censito' sino dallo scorso autunno? Ci vuole tanta 'scienza' per capire che con l'espansione del lupo e con la sua crescente 'presa' sul territorio i branchi si ingrossano. Quando il lupo è perseguitato sta schiscio e i branchi restano piccoli, quando è super-protetto aumentano. In altri paesi si arriva a branchi di 20-30 lupi. Vorrei tanto che questa gente un bel giorno si trovasse da sola a tu per tu con 20 lupi affamati. E senza armi. In Russia alcuni orsologi sono stati pappati dai loro 'protetti'. C'è sempre la speranza che succeda anche qua.

(31.01.11) Frabosa sottana (CN). Ora i lupi si vedono anche sulle piste da sci.

a web cam di sorvegliana degli impianti sciistici ha 'beccato' un lupo che passeggiava sulle piste da sci. Qualche giorno prima un lupacchiotto è stato visto alle grotte di Bossea. Oltre a queste segnalazioni che finiscono sui giornali ve ne sono altre di escursionisti e montanari che avvistano di continuo i lupi. Chi crede che in tutto il Piemonte ci siano 50 lupi come gli 'scienziati' profumatamente pagati vogliono far credere?

 

(31.01.11) Albenga (SV). Lupi scatenati

Un gregge ovino ripetutanete attaccato dai lupi scesi a valle che aggrediscono anche i cani di cacciatori che, sulle prime pensavano fossero stati feriti dal cinghiale. Non trovando prede a sufficienza i lupi calano verso il mare. Forte allarme nella piana di Albenga dove diverse aziende continuano la tradizione pastorale ligure.

 

 

(30.01.11) Valnerina (PG). Testa mozzata di lupo indirizzata al Parco

É stata fatta trovare appesa con una fune ad un cartello stradale con la 'dedica' al sindaco e al presidente del parco dei monti Sibillini. Gesto vigliacco come si sono affrettati all'unisono a commentare i commentatori locali appiattiti sul buonismo ambientalista e parcofilo. O no? Un gesto dimostrativo stigmatizzato dalle 'prediche' moraliste e razziste (contro gli 'ignoranti' che cacciano il turismo 'colto'). Un gesto frutto dell'esasperazione ma di certo meno vigliacco di chi utilizza i bocconi avvelenati o altri espedienti che uccidono il lupo tra atroci sofferenza lontane dallo sguardo dei media. Meno vigliacco di certo degli ambientalisti da salotto che sanno benissimo che centinaia di lupi sono uccisi ogni anno in Italia ma preferiscono mantenere la politica del lupo 'intoccabile', una politica che esaspera gli allevatori e i pastori. Vigliacco è chi sa bene che una politica di abbattimenti controllati e selettivi legali ridurrebbe drasticamente il bracconaggio ma che minimizza i dati sulla presenza del lupo e si oppone con motivi ideologici alle richieste di controllo che vengono anche dalle regioni. Così davanti all'opinione pubblica poco informata della città i nostri eroi ambientalisti, conservazionisti passano per il paladini del lupo e incassano la rendita politica (ed economica) della loro 'intransigenza animalista'. Intanto non solo in Valnerina i lupi scompaiono silenziosamente o platealmente impiccati ai cartelli stradali e ai lampioni (spesso senza che se ne parli). Ipocrise italiane.

 

(28.01.11) Ossola. Lupo investito dal treno

In base all'esame anatomico dell'Università di Torinio sarebbe proprio un giovane lupo quello finito investito da un treno sul fondovalle ossolano. Una notizia che suscita una grande inquietudine negli allevatori ovicaprini  ossolani tenacemente attaccati alla tradizione dell'alpeggio ma consapevoli che la morfologia delle valli ossolane rende la presenza del lupo una minaccia mortale per l'allevamento ovicaprino.

 

(27.01.11) Torviscosa (Udine): il latte è inquinato?

Torviscosa è stata sede di storiche industrie chimiche a partire dagli anni '40. Il 'lascito' è un pesante inquinamento dei terreni  con parecchi tipi di contaminanti (metalli pesanti e sostanze chimiche si sintesi) tanto da divenire un noto 'caso di studio' sulle problematiche dell'inquinamento (e del disinquinamento) del terreno.

Ma Torviscosa è anche una grandissima azienda agricola che produce latte e derivati con il marchio Torvis (Parmalat). Ma fino a che punto è sicuro quel latte? É un fatto che nei terreni agricoli di Torviscosa siano presenti pericolosi inquinanti (a partire dal pericoloso insetticida Dieldr,in cloroderivato organico della famiglia del DDT). Ma  in assenza di riferimenti normativi sull'accertamento dei livelli di contaminzaione, le soglie massime ecc. nessuno ha disposto sinora analisi della contaminazione nella filiera che dal terreno porta al latte. Lo denuncia l'associazione ambientalista Greensaction transnational con sede a Trieste.

 

(22.01.11) Piano di controllo dei cinghiali in Lombardia

Era ora. Di fronte ad un'emergenza sempre più grave (2.500 cinghiali solo nel comasco, danni in crescita esponenziale) le provincie si muovevano in ordine sparso.

La necessità di interventi coordinati e più efficaci di controllo è stata recepita dalla regione su sollecitazione delle organizzazioni agricole. Il giorno 8 febbraio si terrà un vertice al Pirellone.

 

(18.01.11) Fotovoltaico selvaggio: giù le mani da San Colombano (Mi)

Questa volta anche Legambiente  - che tiene spesso un atteggiamento compiacente verso le rinnovabili selvagge - non ci sta. A San Colombano, gioiello vitivinicolo e paesaggistico nel desero del silomai lodigiano tra la collina e il Lambro gli speculatori d'assalto delle 'rinnovabili selvagge' vogliono creare un ''campo solare' di 13 (tredici!) ettari. Il Comune ha concesso l'autorizzazione anche in assenza di Valutazione di impatto ambientale (unico stumento per tutelare il territorio considerato che questi scempi bypassano gli strumenti urbanistici). Così Legambiente che aveva denunciato inascoltata lo scempio ha deciso di ricorrere al TAR.

(13.01.11) A Galan piace il pollo transgenico

In Italia la stragrande maggiornza dei consumatori non vuole alimenti geneticamente modificati tantomeno cibarsi di animali geneticamente modificati. Nel mondo agricolo è solo una minoranza legata agli interessi dell'industria e delle multinazionali che appoggia gli OGM (il 90% dei produttori agricoli sa che equivarrebbe a tirarsi la zappa sui piedi). E allora cosa ci sta a fare a capo del Ministero uno come Galan che non perde occasione per dire che chi si oppone agli OGM è 'oscurantista' e che ha definito una 'prospettiva incoraggiante' la notizia della creazione di un pollo geneticamente modificato (per resistere all'aviaria) in Gran Bretagna? L'industria  globale del cibo crea le malattie con i traffici internazionali, le grandi concentrazioni di animali, l'uso distorto dei farmaci. Poi per rimediare crea gli OGM reistenti alle stesse pericolose malattie. Un vero 'cavallo di troia' per imporre la zootecnia GM.  Il trucco si è già visto con le produzioni vegetali ma i contadini di tutto il mondo l'hanno capito.

 

(13.01.11) Fusioni coatte di comuni a Como?

La Commissione consigliare competente manda avanti la legge di fusione di tre comuni comaschi: Gravedona, Consiglio di Rumo e Germasino. Il fatto è che al referendum gli abitanti si erano espressi per il NO. Dei tre solo Germasino è un micro comne (250 ab.) gli altri hanno 1200 (Consiglio) e 2750 ab.) La proposta di legge prevede un premio di fusione di 100.000 € per tre annualità.

 

(13.01.11) Ha ragione Dellai (presidente Trentino)

Dellai chiude la porta in faccia ai bellunesi. Ma l'egoismo di chi è preoccupato di difendere i privilegi a volte fa dire cose giuste. Il presidentissimo dice che tutta la montagna alpina deve godere l'autonomia. Lo dice strumentalmente perché sa che ci vorranno decenni e che, nell'attesa, il Trentino potrà dormire sonni tranquilli. Ma intanto aggiunge cose sacrosante: «Questa vicenda va letta come una provocazione verso la Regione Veneto e verso lo Stato. Quella bellunese è un'area di montagna che si sente profondamente lontana dal cuore pulsante della Regione Veneto che ha il suo baricentro in pianura; è un'area che da anni sta aspettando la riforma federalista dello Stato ma finora ha visto ben poco. Ripeto, è una provocazione che però deve essere seriamente interpretata sia dalla Regione Veneto che dallo Stato».  

 

(11.01.11) E' fuga dal Veneto. Belluno vota il passaggio al Trentino

La costituzione italiana, sancisce l'ineguaglianza dei cittadini; soprattutto quelli di montagna. Ci sono regioni, provincie,  cittadini e 'montagne' di serie A e di serie B (questi ultimi  pagano di più e ricevono di meno).  Una situazione insostenibile. Tanto più quanto più diventano  lontane nel tempo le ragioni storiche e geopolitiche di certi privilegi. Tanto più quanto la crisi e la politica del rigore colpisce cittadini e amministrazioni. A Belluno il Consiglio provinciale, con soli due voti contrari, si è espresso per l'annessione al Trentino e la secessione dal Veneto. E' solo l'ultimo episodio di una protesta che monta dalle aree di confine venete e lombarde. Una protesta sinora sottovalutata e che è destinata ad estendersi e a portare ad una situazione insostenibile. Di questo passo mezzo Veneto e mezza Lombardia vorranno fare la secessione da regioni che non sono capaci di evitare ai loro cittadini lo status di 'politicamente diversamente abili' ovvero sudditi con meno diritti e più doveri.

 

(29.12.10) Definitivo il 'Polo bianco' trentino

Ieri l'assemblea della Latte Trento, presenti i vertici della Provincia autonoma e della cooperazione ha definitivamente approvato la fusione con la latteria sociale Fiavè-Pinzolo-Rovereto. Ora Trentino spa e l'Università di Trento studieranno un nuovo marchio per sottolineare 'il legame con il territorio'. Ma siamo sicuri che basti un marchio?

 

(29.11.10) Autobrennero. code per i 'mercatini'

Primo week-end di consumismo prenatalizio e puntuali arrivano le code sull'autobrennero.

Nati come forma di shopping natalizio 'dolce', basata sulla valorizzazione dell'artigianato (alimentare e non) locale i mercatini di Natale hanno assunto una dimensione da 'esodi' ('transumanze') coatte con la conseguenza ben poco sostenibile della creazione di flussi di traffico tali da intasare le autostrade (autobrennero in particolare). E allora perché invece di far percorrere centinaia di chilometri non si promuove di più il 'mercatino' a km zero? Con l'avvertenza che, come per le sagre, bisognerebbe disincentivare i 'mercatini' taroccati e promuovere solo quelli che valorizzano le produzioni artigianali del territorio e che magari portano un po' di vitalità in paesini di montagna che rischiano di 'vivere' solo a ferragosto o poco più.

 

(28.10.10) Comitato acque ieri in provincia: chiesta moratoria e stop progetto Edipower in Val di Livo

Ieri i rappresentanti del Comitato acque comasche, che da anni si batte contro le captazioni selvagge, ha incontrato la Commissione agricoltura del consiglio provinciale. Ci sono pendenti 57 richieste di captazioni che interessano  la Valsolda, la Val di Bares, la Val Rezzo e la Val Darengo attraversate dai torrenti Albano, Rezzo, Sorico, Borgo, Soldo e Moredina. La montagna comasca è già gravemente compromessa dal prosciugamento dei torrenti che causa alterazione del paesaggio, scomparsa di flora e fauna, dissesti idrogeologici. Il Comitato chiede anche, oltre alla moratoria per le 57 nuove autorizzazioni, lo stop del progetto Edipower che triplicherebbe l'attuale portata di captazione nei Comuni di Consiglio, Rumo, Peglio, Livo, Dosso del Liro, Vercana, Domaso e Gravedona. Il presidente della Commissione Agricoltura, Saffioti i ha chiesto un incontro all'assessore regionale competente.

 

(26.10.10) La montagna alpina di serie B crea una federazione

Oggi a Verbania storico incontro tra i presidenti  delle provincie di Verbania e di Belluno per dare vita ad una Federazione delle provincie alpine di serie B, quelle che hanno la sfiga di non essere regioni o provincie autonome o parte di esse. Parteciperanno le provincie con almeno il 60% di territorio montano. E' già prevista la partecipazione di Sondrio. Una'iniziativa quanto mai opportuna e che può anche stimolare la formazione di nuovi aggregati territoriali autonomi comprendenti almeno il 60% di territorio montano attraverso il distacco da provincie egemonizzate dalla pianura. E' anche un modo per far sentire una voce unica dei territori alpini discriminati che non godono dei privilegi delle regioni e provincie autonome (che pure sono finanziate dalle regioni: Piemonte, Lombardia e Veneto cui appartengonio i territori sfigati).

 

(01.11.10) ) In Trentino sta cambiando aria per gli orsi e la loro setta

La provincia autonoma annuncia (molto tardivamente) che il progetto di popolamento degli orsi (Life Ursus) sarà oggetto di revisione politica. Era ora dopo che da anni la politica ha demandato ad esperti autoreferenziali (legati alle lobby ambientaliste internazionali) tutta la materia. La gestione dell'orso è stata caratterizzata da un mix sgradevole di autoritarismo ecofascista, squallida strumentalizzazione turistica, e copertura della realtà di un Trentino ben poco ecologico. Dopo 'Amministrare il Trentino' con l'iniziativa di legge popolare anche la Lega Nord Trentino entra decisamente nella discussione con una mozione "Revisione del progetto Life ursus e ricognizione dei danni causati dalla presenza dell'orso in Trentino". Intanto viene annunciata una nuova indagine sulla percezione della gente e la provincia si è resa conto che, con il sistema delle autorizzioni ministeriali anche su aspetti di dettaglio, una gestione che eviti tempestivamente pericolisi conflitti è impossibile. Meglio tardi che mai. Basterebbe prendere lezione dalla Svizzera.

 

 

(30.10.10) Sì a un Trentino pulito (e non solo in cartolina)

700 persone e 100 trattori oggi al corteo NO INCENERITORE a Ischia Podetti (Trento). L'alternativa c'è: si possono produrre meno rifiuti e riciclarli anche al 90%. Con l'inceneritore (che sorgerà in una zona di vigneti!) oltre al 'poco' inquinamento c'è un 30% di residuo che va in discarica.

Ma nella Terra dell'orso e della Montagna-cartolina che nasconde discariche illegali, massimo uso di pesticidi in Italia, acciaierie inquinanti si preferisce seguire la comoda e lucrosa (per qualcuno) strada dell'inceneritore che stimola la produzione di rifiuti per aumentare la produzione di energia e una raccolta da un ampio bacino (vedi, senza andare troppo lontano la 'fame di rifiuti' del mega impianto di Brescia di A2A)

 

(30.10.10) Ai banchieri piace solo l'agricoltura GM . Gli agricoltori italiani sono 'primordiali'

Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa San Paolo ad un convegno a Firenze il 27 ottobre espone le sue idee sull'agricoltura  ''l'85% delle aziende non produce un bilancio, e un'azienda che non produce bilancio è primordiale rispetto alla bancabilità". Per Passera  l'agricoltura: ''ha bisogno di inserirsi in filiere, mercati internazionali, nel settore della ricerca''. Ma qualcuno ha mai pensato che il sistema del credito in Italia voglia aiutare le piccole imprese e, a maggior ragione, quelle agricole? Al capitale umano, alle idee, alla voglia di innovare, ai giovani non viene concesso alcun credito. Almeno Passera ha l'onestà di dichiarare che al sistema bancario  interessa solo l'agribusiness integrato nelle filiere dell'agricoltura globalizzata.

 

(30.10.10) Continua il supermercato dell'orso.  In Val Malenco (SO) sparite 30 pecore

Che uno degli orsi trentini sia finito in Valmalenco è certo perché è stato 'catturato' ad agosto da una fototrappola. Ora sei degli allevatori di ovini della Valmalenco lamentano la sparizione di alcune delle proprie pecore. Gli alpeggi sonon stati setacciati ma non sono state trovate. Questa estate erano state trovate diverse carcasse in condizioni 'compatibili' con la predazione da parte del plantigrado. Ora tutti gli allevatori della valle hanno riportato a casa le pecore.

 

(28.10.10) Comitato acque ieri in provincia: chiesta moratoria e stop progetto Edipower in Val di Livo

Ieri i rappresentanti del Comitato acque comasche, che da anni si batte contro le captazioni selvagge, ha incontrato la Commissione agricoltura del consiglio provinciale. Ci sono pendenti 57 richieste di captazioni che interessano  la Valsolda, la Val di Bares, la Val Rezzo e la Val Darengo attraversate dai torrenti Albano, Rezzo, Sorico, Borgo, Soldo e Moredina. La montagna comasca è già gravemente compromessa dal prosciugamento dei torrenti che causa alterazione del paesaggio, scomparsa di flora e fauna, dissesti idrogeologici. Il Comitato chiede anche, oltre alla moratoria per le 57 nuove autorizzazioni, lo stop del progetto Edipower che triplicherebbe l'attuale portata di captazione nei Comuni di Consiglio, Rumo, Peglio, Livo, Dosso del Liro, Vercana, Domaso e Gravedona. Il presidente della Commissione Agricoltura, Saffioti i ha chiesto un incontro all'assessore regionale competente.

 

(26.10.10) La montagna alpina di serie B crea una federazione

Oggi a Verbania storico incontro tra i presidenti  delle provincie di Verbania e di Belluno per dare vita ad una Federazione delle provincie alpine di serie B, quelle che hanno la sfiga di non essere regioni o provincie autonome o parte di esse. Parteciperanno le provincie con almeno il 60% di territorio montano. E' già prevista la partecipazione di Sondrio. Una'iniziativa quanto mai opportuna e che può anche stimolare la formazione di nuovi aggregati territoriali autonomi comprendenti almeno il 60% di territorio montano attraverso il distacco da provincie egemonizzate dalla pianura. E' anche un modo per far sentire una voce unica dei territori alpini discriminati che non godono dei privilegi delle regioni e provincie autonome (che pure sono finanziate dalle regioni: Piemonte, Lombardia e Veneto cui appartengonio i territori sfigati).

 

 (03.10.10) Val di Non (TN). Dellai ordina: catturate l'orso

Qualcosa si sta muovendo in Trentino. La politica annusa che con il crescere dell'allarme sociale presso intere comunità c'è rischio di perdita di consensi. La delega in bianco sin qui concessa ai circoli  conservazionisti legati alle lobby internazionali sta per essere ritirata. Ai primi di settembre Dellai (presidente della PAT, provincia autonoma) aveva promesso una revisione della strategia orso . Ora l'emergenza si manifesta in Val di Sole (situazioni 'calde' quest'anno di sono registrate nel Primiero e del Bondone) e Dellai prende in mano la situazione mantenendo le pronesse fatte (è doveroso darli atto).   «Catturare l'orso qualora i suoi comportamenti creassero allarme sociale». Questo il mandato che il presidente ha conferito il 2 ottobre al comandante del corpo forestale provinciale, Romano Masè relativamente all'orso che da alcune settimane assedia i masi di Magras fin ai limiti del villaggio. Se le più incisive misure di dissuasione non saranno ancora sufficienti si procederà alla cattura. Va aggiunto che la polemica politica monta e dopo le iniziative di Giovanazzi anche la Lega torna in pista con alcuni consiglieri provinciali che si sono recati a Magras ad ascoltare le lamentele dei residenti e contadini, stanchi di dover tenere blindate le loro bestie con un orso che insidia le recinzioni delle loro aziende e non ha intenzione di abbandonare il campo.

 

(29.09.10) Scandalo verde. Arrestato il Faraone delle Cinque Terre (SP)

Arrestato il presidente del Parco delle Cinque Terre (SP) Franco Bonanini, soprannominato il "Faraone" (per via del carsima ma anche del ruolo di 'stabilizzazione' politica del territorio). Con lui accusati un folto gruppo di professionisti, tecnici e funzionari del comune di Riomaggiore (dove era stato anche sindaco). Il Gip , a proposito del comune ha parlato di ''una gestione totalmente criminale della cosa pubblica ''. Bonanini è esponente di spicco della Federparchi e di Legambiente. Le indagini riguadano fondi europei 'dirottati'. Si parla di intercettazioni "sconcertanti" (saranno pubblicate questa volta?).  I vari esponenti verdi parlano di "equivoco", ritengono incredibili le accuse (pur esprimendo il rituale 'rispetto per la magistratura').

 

(27.09.10) Nasce l'Unione dei formaggi delle Orobie

Lo scorso week-end a Branzi in Val Fondra è stata sancita la nascita dell'Unione dei formaggi delle Orobie. Un'Unione in nome di un teritorio dove convergono tre provincie: Lecco, Sondrio e Bergamo. E' l'espressione della 'logica di massiccio' che prevale su quella ormai anacronistica che 15 anni fa condusse ad estendere l'orobico Bitto a tutta la provincia di Sondrio con una decisione presa a tavolino. Oggi il Bitto storico 'ribelle' si unisce al Formai de Mut, al Branzi e allo Strachitunt per rimarcare come i prodotti di eccellenza sono frutto di secoli storia, di cultura, di tradizioni. Tradizioni che uniscono le valli anche al di là dei confini amministrativi e politici. la logica dell'Unione è quella della sinergia tra produzione casearia di alta qualità e turismo. Non è difficile capire perché il Bitto storico con le sue poche migliaia di forme prodotte opti per le Orobie facendo 'secessione' da una Valtellina agroalimentare dove la 'linea' la danno la bresaola industriale e il Casera, formaggio prodotto in centinaia di migliaia di forme unito i un unico consorzio con il Bitto 'modernizzato' (quello che ammette mangimi e fermenti selezionati e non richiede il latte di capra). (sotto Paolo Ciapparelli, presidente del Consorzio salvaguardia Bitto storico e Francesco Maroni del Caseificio sociale di Branzi).

 

 

 (17.09.10) Trento. Dopo tanti anni trattori in Piazza Dante

I viticoltori della grande coop La Vis protestano in piazza a Trento. Ci si era dimenticati delle proteste contadine dopo anni di 'vacche grasse'. Ma le basi del 'sistema vino' (e di tutto il sistema agricolo) trentino erano sbagliate con la spinta alla quantità, all'industrializzazione (dal latte di Fiavé al vino delle grandi cantine). Ora la coop è commissariata ('Nuova La Vis') e, sfumate le prospettive di fusione con gli altri colossi del vino trentino (Mezzacorona e Cavit), non resta che la strada del salvataggio. Oggi viene chiamata 'ristrutturazione del debito' e viene fatta passare per rilancio produttivo. Di fatto la solita cooperfidi con i soldi di mamma provincia autonoma acquista degli immobili e li cede in leasing gratuito alla coop 'decotta'. La Giunta provinciale ha già deliberato lo stanziamento di 7,5 milioni di € che serviranno ad acquistare il Maso Franch. La Provincia parla di aiuti a fronte di condizioni di rilancioproduttivo ma è palese che si tratta solo di tamponare una situazione pesante. Intanto il super presidente Dellai continua a rigettare sgegnosamente le accuse di autonomia assistenzialistica e si appella demagogicamente ai trentini come ad un'unica 'famiglia'.Come si concilino questi appelli ricorrenti con le puslsioni tecnocratiche e neoliberistiche non si sa. Misteri trentini.

 

(16.09.10) Il lupo si fa beffe delle telecamere sul Cansiglio (TV)

Il misterioso sbranatore di pecore del Cansiglio ( o grosso cane randagio inselvatichito o un lupo) stanotte 16/09/10, ha cambiato prede. Non più pecore ma un cervo, sempre nei pascoli dell'Az. Valmenera di Gava Alex in Cansiglio, a pochi metri dalla cattura messa dalla Polizia Provinciale di BL e Forestale, e fuori dall'occhio di 3 telecamere che registrano.

 

(10.09.10) Interrogazione della Liga Veneta sul 'silenzio delle istituzioni' in Cansiglio

I consiglieri Furlanetto, Possamai, Caner, Toscani, Baggio hanno presentato una interrogazione con risposta immdiata alla giunta per sollecitare le autorità preposte per stabilire la provenienza e le cause dei sbranamenti citati in premessa e per prevedere un apposito e specifico stanziamento di 150.000 € a titolo risarcimento dei danni patiti nell’anno 2010 e a causa dei cervi e degli non ancora identificati predatori.

 

(10.09.10) Cansiglio. (TV) La Lega anti caccia minaccia gli allevatori

Le dichiarazioni degli allevatori esasperati delle perdite di animali da parte dei predatori (lupi probabilmente) provocano la reazione della LAC. Il presidende dalla Lega anticaccia del Veneto, Zanoni minaccia l'ANPA Veneto (ass. prod. agricoli) di denunce per 'istigazione al bracconaggio di specie superprotette' e difende a spada tratta il Corpo Forestale. Intanto gli allevatori pensano di sensibilizzare Zaia.

 

(10.09.10) Trentino. Viticoltori di montagna si mettono in proprio

In alta Val di Non sulle pendici del Lago di Santra Giustina si produce un vono di nicchia, il Groppello (da non confondere con quello gardesano). In seguito al drammatico calo dei prezzi dell'uva che in montagna non coprono i costi di produzione i viticoltori di Revò per ora porteranno le uva in provincia di Bolzano  invece che a Mezzolombardo (nella piana della valle dell'Adige). Poi penseranno a ricostituire una cantina (quella di Revò era la più antica cantina sociale del Trentino. Un bello schiaffo per il sistema vitivinicolo trentino che poche settimane fa aveva reagito inviperito (si era scomodato anche il presidente Dellai) alle critiche del vicepresidente dei viticoltori 'cugini' bolzanini. E che sta confrontandosi con lo schock del commisariamento della coop La Vis (uno dei tre colossi trentini) che ha accumulato 80 milioni di debiti e che sarà assorbita da CAVIT. E se anche con il formaggio si pensasse ad una riterritorializzazione?

 

(30.08.10)  Pavullo (MO) Vandalizzati gli striscioni di Casa Capuzzola

Gli striscioni di protesta contro i lupi  (causa di chiusura dell'azienda ovina Casa Capuzzola), che erano stati collocati da Dino Mazzini, sono stati tagliati con il cutter da ignoti.

Penetrando in una proprietà privata recintata. Gli animal-ambientalisti, sempre più ecofascisti, non ammettono neppure il diritto di dissentire e protestare contro il 'pensiero unico' che impone la 'necessità' della presenza di orsi, lupi e linci.

Scrivete a info@casacapuzzola.it per manifestate la vostra solidarietà

 

(30.08.10)  Sulzano (BS) Nasce sul Sebino il Comitato anti predatori

Il 'volgo disperso' e disprezzato dai sciuri animalisti  di città inizia a reagire e a organizzarsi. Esasperati dai continui attacchi dei predatori e dall'inerzia delle istituzioni (che non ammettono neppure l'esistenza del problema  e continuano a parlare di 'cani inselvatichiti') un gruppo di allevatori e di abitanti di case e nuclei isolati della montagna sebina ha deciso di reagire e di costituirsi in Comitato.  Ciò dopo decine di casi di animali uccisi con un morso alla gola (i cani non fanno così!). Vogliono incalzare anche con iniziative legali le istituzioni succubi dei media a loro volta infiltrati e condizionati dalla lobby animalista. Media che parlano a proposito del ritorno del lupo di 'buona novella per l'ambiente e per il turismo naturalistico' (sic) (per adesioni contattare l'agriturismo «El fò» (030-985276)

 

(27.08.10)  Vicenza. La Forestale non crede all'uccisione dell'orso M5

I dettagli dell'inverosimile racconto dell'uccisione dell'orso M5 (Dino) e del successivo banchetto a base delle sue carni sembrano non reggere alla verifica dei fatti (ovvero all'indafine della Forestale). Gli animalisti che avevano annunciato la 'Marcia punitiva' su Asiago si stanno coprendo di ridicolo. E di ridicolo si copre anche il Corrierone che aveva annunciato (25.08) la 'notizia' della marcia degli animalisti riprendendola da Facebook. Solo una squallida conferma del peso della lobby animalista del giornale più autorevole ... dell'Italia di Pulcinella.

 

 (20.08.10)  Val di Non (TN). Gregge di 70 pecore 'volatilizzato' da luglio

Si susseguono i danni da predazione sulle malghe di Bresimo in alta Val di Non (ai convini con la Val di Rabbi e la Val d'Ultimo in provincia di BZ). Non solo pecore ma anche una vitella Gli allevatori puntano il dito contro il lupo, ma i forestali sono scettici.

Intanto pare volatilizzato un gregge di 70 pecore di 5 proprietari della zona scomparse a Mallga Binasia da luglio. Escluso l'abigeato i pastori sospettano che sia stato il lupo (o l'orso) a terrorizzare il gregge e a farlo finire in un burrone.

 

(18.08.10)  Ardenno (SO). Aggredito e ferito da cinghiale nei boschi

E' successo il 14 agosto nei boschi sopra Ardenno. Un uomo di 39 anni azzannato ad una coscia è sfuggito calandosi in una zona impervia dove è stato recuperato a fatica dalla squadra di soccorso del 118.

 

(17.08.10)  Fonteno (BG). Assedio dei cinghiali

Anche in piena estate un branco di quindici cinghiali con un esemplare di enorme taglia cinge d'assedio il paese. Danni ai pascoli, ai prati, ma anche agli orti e ai frutteti. Una situazione insostenibile come in molte altre località. Il disinteresse delle istituzioni per questi problemi di vivibilità delle montagna non è più a lungo tollerabile.

 

(15.08.10) Vallese Abbattuto il lupo che aveva predato ovini e bovini

Resta ancora in circolazione la femmina (l'autorizzazione in quella zona era per un solo abbattimento). Non più in coppia, però, non potrà più attaccare i bovini. Soliti strepiti del WWF. Ma la Svizzera, paese civile che ha a cuore l'agricoltura di montagna,  tira dritto e non si fa condizionare dalla lobby del lupo come il governo italiano.  link al video della tv svizzera

 

(07.08.10)  In Vallese deciso l'abbattimento del lupo responsabile di numerosi attacchi

Il Canton Vallese ha deciso il giorno 3 agosto l'abbattimento del lupo che ha provocato predazioni di ovini e bovini nella regione Montana-Varneralp. La decisione pubblicata ha validità di due mesi esatti. Solite proteste del WWF. Ma la Svizzera è un paese civile e un'attività di rilevante valore sociale, ambientale e culturale come la pastorizia viene difesa.

 

(06.08.10)  In Primiero i pastori disperati per l'orso ora sono vittime anche delle aquile

Gli attacchi per i pastori vengono anche dal cielo. La predazione delle acquile è sopportabile visto che si limitano a qualche agnello. Ma ha un risvolto poco piacevole. Dal momento che nessuna carcassa può essere esibita ai veterinari per il rapace si porta via la preda nessun indennizzo è possibile.

Intanto continua la polemica sui gipeti. I verdi continuano a sostenere la tesi che l'uccello si nutre solo di carogne. Ma i pastori in diversie parti d'Italia sono concordi nel giurare che ghermisce anche agnelli vivi e vegeti.

 

(27.07.10)  Lupi all'attacco anche dei bovini in Vallese

Cresce l'esasperazione degli allevatori svizzeri contro i lupi. La scorsa settimana sugli alpeggi del Vallese una manzetta è stata dilaniata dai lupi (nella foto) e dopo alcuni giorni un'altra ha riportato gravissime ferite. Nel frattempo a livello politico sono in atto delle iniziative per consentire il ricorso da parte della Svizzera alle deroghe previste dalla Convenzione di Berna in materia di protezione del lupo che consentirebbero un controllo più efficace della diffusione del predatore in analogia a quanto deciso in Svezia.

 

(14.07.10)  La rabbia silvestre è in Trentino e Veneto

Ad Est dell'Adige vaccinazioni a tappeto degli animali domestici (sono stati vaccinati circa 10 mila bovini, 21 mila ovini di cui 15 mila vaganti e circa 1.500 equini tra cavalli e asini. Obbligatoria anche la vaccinazione per i cani. Ne sono stati vaccinati 31 mila di proprietà ma devono essere coperti anche gli animali al seguito dei turisti. Decine di migliaia di esche con il vaccino per gli animali selvatici distribuite con gli elicotteri. La rabbia ha il suo serbatoio e focolaio nelle volpi e avanza di 50 km all'anno. Era da 10 anni che in Italia non era presente questa grave malattia (mortale anche per l'uomo). C'è chi parla di procedere alle vaccinazioni anche in Lombardia.

 

(06.07.10) Morbegno (So) Si 'scoperchia' il malaffare

Si 'scoperchia' il malaffare intorno a Valtellina eventi e al Polo fieristico in cui è coinvolto il vertice della Comunità Montana. Due ex-operai edili riferiscono dell'uso di cemento depotenziato e della presenza di rifiuti sull'area dove venne edificato il Polo. Denunciano anche di essere stati oggetto di minacce per aver riferito queste circostanza. Anche ai mezzi di informazione che misero a tacere la cosa (non ce ne meravigliamo affatto).  

 

(15.06.10) Che cricca a Morbegno! E c'entra anche l'eolico a San Marco

7 arresti da parte della GdF di amministratori e burocrati della Comunità Montana e di Eventi Valtellinesi (che organizza manifestazioni presso il Polo fieristico) per concussione, truffa aggravata e peculato. Tra le truffe ordite da Eventi Valtellinesi anche fantomatici studi finalizzati alla realizzazione del famigerato Parco Eolico che con le sue maxi pale minaccia di deturpare il Passo di San Marco. In Valtellina come altrove eolico fa rima con malaffare. Una vicenda che, se le accuse saranno confermate conferma lo squallore del notabilato locale già alle prese con inchieste per opere pubbliche 'gonfiate'. Per fortuna da quelle parti ci sono i puri e duri del Bitto storico a tenere alta  l'immagine del territorio. (nonostante la guerra che contro di loro che le cricche locali conducono da 15 anni).

 

(06.06.10) Plinio Pianta candidato presidente per la Regione Valposchiavo (Canton Grigioni)

Il 13 giugno si vota per eleggere le cariche della Regione Valposchiavo (Canton Grigioni). L'amico avv. Plinio Pianta di Brusio, presidente di AMAMONT (associazione transfrontaliera  amici degli alpeggi e della montagna con sede a Sondrio) è candidato alla carica di Presidente della corporazione. La Regione è composta dai comuni di Poschiavo e di Brusio. Un grande augurio da parte dei ruralpini con l'incitazione a sostenere la sua candidatura.

Plinio Pianta con l'esperienza dell'alpe Li Piani (nella foto)

 

 

ha fornito un esempio concreto di come l'amore per gli alpeggi e la montagna possa tradursi in iniziative, spirito associativo, costruzioni di reti, al di là dei confini politici e amministrativi e degli steccati ideologici e partitici. E ha valorizzato il ruolo della Valposchiavo e della Valtellina quali regioni-cerniera in grado di stimolare una più ampia aggregazione di realtà alpine.

 

(02.06.10) L'orso si rifà vivo in Valcamonica (e le capre ne fanno le spese)

Per la gioia dei 'conservazionisti' e degli ambientalisti da salotto mentre giungono notizie di gravi predazioni da lupo in Piemonte sono riprese le uccisioni di animali domestici da parte dell'orso in Valcamonica. In Comune di Darfo. Notizia di oggi ma il fatto era noto da giorni. In un mondo dove ci sono già tanti problemi fino a quando dovremo assistere a questa tragicommedia del gioco alla wilderness di ricercatori, guardiaparco, animal-ambientalisti, alle spalle della gente di montagna? Milioni spesi per i progetti di reintroduzione e monitoraggio e vivibilità della montagna e danni sempre più gravi per gli allevatori che spesso non denunciano la predazione perché i rimborsi non coprono i costi di smaltimento delle carcasse secondo le regole imposte dalla burocrazia veterinaria.  Dal Veneto alla Lombardia al Piemonte cresce la rabbia contro la politica di ritorno dell'orso e del lupo imposta da Parchi, 'scienziati' e associazioni ambientaliste (con l'appoggio del Corpo Forestale dello Stato).

E' la storia della lotta dei contadini contro i 'signori' e uno stato a loro nemico che si ripete da secoli. Una lotta in cui prima o poi gli 'umili' si stufano di subire. E gli enti locali devono chiarire da che parte stanno.

 

(25.05.10) Vicenza. I fan dell'orso arrivano alle minacce

Giovanbattista Orsini (fondatore del gruppo facebook 'Salviamo il povero asinello (e non solo) dall'orso' scrive in un post:  sto ricevendo minacce anche fisiche da altri appartenenti a gruppi animalisti-radical chic in privato solamente perchè ho postato link riguardanti stragi fatte nel mondo dall'orso agli esseri umani. Chiede solidarietà: Scrivetegli per favore

 

(21.05.10) Finalmente un po' di buonsenso. Sarà catturato e rispedito in Slovenia l'orso M5

Ci ha pensato l'assessore regionale leghista Stival a riportare un po' di buon senso. Sull'altopiano di Asiago stanno arrivando migliaia di capi per l'alpeggio e sarebbe folle lasciare in giro con la licenza di uccidere l'orso M5. Dopo le sparate super-animaliste di Galan la Regione Veneto prende l'iniziativa e sostiene che l'orso pericoloso deve essere catturato e tornare a casa sua in Slovenia. Sulla stessa linea la Comunità Montana a anche la provincia. Quando la montagna reagisce , con gli esponenti politici e amministrativi schierati dalla parte della gente, può respingere le imposizioni colonialiste pseudo ambientaliste.

 

(06.05.10) L'orso M5 sbrana anche l'asinella di Santa Lucia

E' successo a Boscochiesanuova nella Lessinia veronese. L'orso problematico che ha lasciato una scia di sangue tra vicentino e veronese (7 asini sbranati qua e la) è oltretutto difficilmente localizzabile nonostante i sistemi radio e gps satellitare.

 

(06.04.10) Anche in valle Camonica arrivano i 'mercati agricoli'

I 'Mercati agricoli' partiranno a maggio a Esine e Breno, in rete col sito 'Sapori di Vallecamonica'.

Le aziende agricole della Valcamonica avranno a disposizione due possibilità da sfruttare alternativamente: il Centro intervallivo di Edolo il martedì e il mercato coperto di Esine il venerdì.

C’è già un regolamento di partecipazione; il tutto è stato presentato nei giorni scorsi dall'Assessore all'agricoltura della Comunità Montana, Mascherpa e da Alessandro Putelli, funzionario responsabile del settore. In quella occasione il sindaco di Esine, Fenini ha affermato 'Esine non è solo il paese dei centri commerciali' (riferendosi ai possibili insediamenti della grande distribuzione che stanno provocando accessi dibattiti in paese). Le amministrazioni coinvolte credono fortemente nella filiera corta e nell’eccellenza dei prodotti delle piccole aziende e questa iniziativa offrirà una occasione per farsi conoscere meglio.  (www.saporidivallecamonica.it

 

(19.03.10) Zaia firma il decreto blocca OGM Mon 810

Previo parege negativo unanime del la Commissione sementi GM il ministro Zaia ha firmato il decreto che stoppa la sentenza del Consiglio di Stato che dava via libera alla semina del Mais GM Mon 810 cui si accingevano in Friuli i più accaniti esponenti della lobby OGM nazionale (Futuragra). Giusto qualche settimana prima della semina.

 

(14.03.10) Spumanti 'storici' per decreto legislativo. E i formaggi, quelli sì veramente storici?

Con il Decreto legislativo del 12.03.2010 sulle denominazioni di origine dei vini nascono gli spumanti 'storici'. E i formaggi, quelli sì veramente storici? Quelli no perché all'industria non interessa e non piace l'idea di distinguere dentro le DO.

Il Consiglio dei Ministri del 12 marzo ha dato il via libero definitivo al decreto legislativo che riforma la legge 164/92 in tema di denominazioni d’origine.
Nell'ambito delle DO la denominazione 'classico' si potrà utilizzare per i vini non spumanti della zona di origine più antica ai quali può essere attribuita una regolamentazione autonoma
- 'storico' si potrà utilizzare per i vini spumanti della zona di origine più antica ai quali può essere attribuita una regolamentazione autonoma
- 'riserva' è solo per i vini sottoposti a un periodo di invecchimaneto, compreso l’eventuale affinamento, non inferiore a due anni per i vini rossi, un anno per i vini bianchi e gli spumanti ottenuti con metodo Charmat e tre anni per i vini spumanti con fermentazione naturale. A quando qualcosa di simile per i formaggi?
Facciamo osservare che il primo spumante italiano (copiato dallo Champagne) lo produsse Gancia nel 1865 mentre il Bitto è documentato da almeno 5 secoli.

 

(20.02.10) Era olandese o austriaco il latte pastorizzato del formaggio assassino?

Non è ancora chiara la provenienza del latte utilizzato dalla stiriana Prolactal per produrre Quargel (latticinio tipico simile al Graukëse del sudtirolo). Lo scorso anno 6 persone erano morte in Austria e in Germania di listeriosi in seguito al consumo del prodotto. Altre avevano sofferto per l'infezione. Il 23 gennaio la ditta aveva ritirato la partita contaminata ma la divulgazione delle notizie circa la causa dei decessi è avvenuta solo nelle ultime settimane. In Austria il caso è divenuto oggetto di polemiche politiche tutt'ora in corso. Commento: vi immaginate cosa succederebbe se qualcuno muore per il consumo di latte crudo?

 

(16.02.10) Roma. Bigazzi cacciato per il gatto in pentola (nella società contadina del tempo che fu)

La cattiva coscienza di una società che si ingozza di carne e mantiene gli animali da reddito in fabbriche di carne e di latte. Bigazzi cacciato dalla Rai perché ricorda che nella società contadina  i gatti ogni tanto finivano in pentola. Fiumane di solidarietà per il cocainomane Morgan 'vittima dell'ipocrisia' e su Bigazzi tutti zitti o quasi. A Beppe grande amico del Bitto storico e dei prodotti rurali tutta la nostra solidarietà. La vamposa sottosegretaria Martini, già distintasi nella campagna contro il latte crudo (non ce ne siamo dimenticati), in prima fila nella schiere dei politicamente corretti pronti a lapidare Beppe.

 

(14.02.10) Valli bergamasche: 70.000 € per i sentieri

Settantamila euro per il ripristino, la messa in sicurezza e la valorizzazione  dei sentieri delle Orobie bergamasche sono stati stanziati della Fondazione della Comunità Bergamasca 'Sentieri delle Orobie'. I fondi saranno fruibili attraverso un bando per progetti (da 10.000 a 25.000 €) e copriranno il 50% degli interventi. Il bando scade il 15 giugno. Un intervento lodevole che va a 'mettere una pezza' ad una situazione di carente manutenzione di una risorsa infrastrutturale strategica per lo sviluppo turistico della montagna (purtroppo non ancora considerata tale). Ci si augura che, con la prossima imminente nuova legislatura regionale, la Regione Lombardia prenda in esame l'istituzione di una vera e propria rete sentieristica regionale in analogia con quanto avviene in Svizzera ed è stato avviato in Piemonte.

 

(10.02.10) Sulmona (AQ). Un milione e 600.000 € per il lupo

E' un vero business quello del lupo. Alle spalle e sulla pelle, non solo dei pastori ma del mondo rurale della montagna in generale. Sta per essere presentato il ricco progetto Life WolfNet per 'tutelare il lupo'. Finanziamenti che consentono ai lupologi e lupofili di prosperare e di disporre di risorse per 'influenzare' la stampa, per plagiare i ragazzini delle scuole (il lupo è buono, l'orso è vegetariano) e per 'comprare' il consenso di singoli esponenti di un mondo rurale che paga sulla propria pelle questo modo di 'tutelare la natura' (e che, in prospettiva, è destinato alla 'pulizia etnica'). Nei loro progetti, pagati dal contribuenti, i verdi hanno la spudoratezza di spiegare come devono essere condotte le strategie di 'comunicazione' perché l'opposizione sociale al lupo e all'orso sia messa in condizione di non nuocere.

Intanto si tagliano le scuole, la cultura, i servizi sociali ai paesi di montagna. Viviamo in una democrazia?

 

(05.02.10) Economia solidale in Val di Non e Val di Sole (TN)

E' nata l'associazione di promozione sociale "Economia solidale delle Valli del Noce", che si propone di fare da referente alla rete nazionale dei distretti di economia solidale nel territorio noneso e solandro. Questa associazione è la trasformazione della Banca del Tempo - Val di Non,  fondata nel febbraio 2009. Tra gli strumenti messi in atto citiamo in particolare del buono locale "Nauno".
info: Michele Zucal cell. 334 86 41 598
posta@michelezucal.it www.nauno.org

 

(02.02.10) Fermate quei mona ...  del Mon 810

C'è voluta una sentenza del Consiglio di Stato per aprire la porta agli OGM in Italia. Ad aprile nei campi dei più sfegatati maiscoltori pro OGM (la lobby di Agrifutura, adeguatamente spalleggiata da Confagricoltura). Facciamo qualcosa per fermarli.

 

(24.01.10) Lupo sul Carso dopo un secolo (TS)

Un branco di lupi è apparso sul Carso. Dopo un secolo. I danni per ora assommano a 4 pecore e a una capra. Ma la Provincia di Trieste e la Regione FVG litigano tra loro e non si sa chi deve pagare i danni.

 

(22.01.10) Valsugana (Tn) In entrambi i campioni di latte provenienti da due allevamenti valsuganotti trovate diossine riconducibili all'inquinamento prodotto dall'Acciaieria di Borgo. Ancora una volta le analisi indipendenti eseguite a spese degli abitanti in labratori fuori Trentino smentiscono le assicurazioni tranquillizzanti della Provincia

 

(20.01.10) Roma Mondo DOP. Consorzio Mozzarella di bufala campana commissariato. 25% di mozzarelle confraffatte (con latte vaccino). Anche il Presidente del Consorzio tra i frodatori.

 

(20.01.10) Trento  Ripreso su l'Adige in prima pagina ieri l'articolo di Ruralpini del 14.01.10 su pesticidi, avvelenamento strisciante e melicoltura intelsiva. E oggi l'assessore Mellarini ci risponde: 'Pesticidi? Non c'è da preoccuparsi'. Ma noi abbiamo citato solo fatti e dati. Mellarini poi si deve tranquillizzare: Non ce l'abbiamo su con il Trentino come cerca di far credere (comodo per lui!). Basta girare questo sito per capire che non facciamo sconti a Lombardia, Piemonte, Veneto.

 

(12.01.10) Trento Sempre tormentato il lattiero-caseario trentino: in opposizione alla fusione con Latte Trento si dimettono il vice-presidente e 3 consiglieri del CDA del Caseificio sociale Fiavè-Pinzolo-Rovereto

 

(18.12.09) E' morto Tavo Burat Questa mattina alle 10 a Biella è ceduto il cuore di Tavo Burat. Un grande sostenitore delle lingue minoritarie e della cultura alpina. Da giovane era stato nel Partito contadino. Un  ruralista, un autonomista, un piemontesista (anche se di origine lombarde); mai etichettabile con i criteri della topografia politica convenzionale (come noi, come i ruralpini). Uno che non aveva paura di essere su posizioni minoritarie (era valdese).  E' stato socialista e Verde (a modo suo), ma anche un punto di riferimento per i leghisti (o almeno una parte di essi). Si è occupato di molti aspetti della cultura alpina: ha scritto sulla lingua e l'etnolingua ma anche sullì'avventura di Fra Dolcino (l'eretico) e - forse lo sanno in pochi -  sulla Pecora Biellese.  Abbiamo potuto conoscerlo in più di una occasione e possiamo dire resterà un ispiratore dei ruralpini.

 

(20.12.09) Lupo? Si può convivere? Un convegno ieri a Brossasco (Cn)

Le conclusioni non sono nuove (in alcune zone la convivenza è impossibile). Quantomeno i politici si sono espressi in favore degli abbattimenti  mirati. Adesso, però, devono darsi da fare con il Ministero dell'Ambiente per ottenere dalla burocrazia ciò che altri paesi UE hanno messo in atto a tutela dei pastori. (link a Pascolo Vagante di Marzia Verona)

 

(09.12.09) Sotto sequestro l'Acciaieria di Borgo Valsugana nell'ambito di un'inchiesta relativa all'inquinamento ambientale e allo smaltimento illecito di residui di lavorazione.  Il gip ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo del laboratorio chimico preposto ai controlli, considerato compiacente, in provincia di Brescia. Diffide da parte dei Comitati per l'ambiente alle autorità provinciali per saperne di più  vai all'articolo di Ecce terra 

 

(04.12.09) Aperta la caccia al lupo in Svezia La Svezia è un paese civile dove l'ecologia la conoscono da molto prima che in Italia esistesse WWF e dove l'ambiente e la fauna sono certo meglio tutelati che in Italia. Negli ultimi tempi i lupi hanno moltiplicato gli attacchi contro gli animali domestici e si stanno avvicinando sempre di più ai centri abitati. Forse hanno sbagliato ad avvicinarsi alla stessa Stoccolma. Ai verdi piacciono i lupi ma finché i danni li subiscono contadini e pastori. Quando c'è il rischio di incontrarli durante iljogging suburbano allora no. In ogni caso il parlamento ha deciso che i lupi nei prossimi 5 anni non potranno superare il numero di 210. Lupo avvisato ... In Italia le cose si fanno ...all'italiana: il lupo non si tocca. Poi se 'rompe' troppo' si tollera la 'giustizia fai da te' ('basta che non vi fate beccare'). E allora viva la civile Svezia che concede permessi di abbattimento legali ai cacciatori.

 

(10.10.09) Torna il lupo nelle Dolomiti. Giubilo dei Verdi, ulteriore motivo di preoccupazione dei montanari

E' di ieri la notizia che una carcassa di un lupo (morto per 'cause naturali') è stata rinvenuta nelle Dolomiti bellunesi, ad Arubba presso il Passo San Pellegrino. I fan degli orsi e dei lupi gongolano perché, secondo loro, il corridoio ecologico ra la Slovenia e le Dolomiti è attivo. Questa primavera sempre nel giubilo isterico dei fan della wilderness l'orso 'Dino' era transitato da queste parti producendo non pochi danni agli allevatori (chissenefrega, visto dai signorini di città). Ma il corridoio di cui sopra testimonia la morte della montagna dell'uomo e la grancassa sulle Dolomiti-monumento di roccia-tutelato dall'Unesco e sulla wilderness in gran spolvero che torna alla grande è amplificata per attirare il turista dei caroselli sciistici e dell'intasamento di auto sulle strade in estate.

 

(25.08.09) Pesticidi, scoppia la guerra del Prosecco

Polemiche roventi nell’area di produzione del vino. Ora si accorgono anche la stampa regionale e i politici che l'immagine delle colline del Prosecco candidate a 'Patrimonio Unesco' non è compatibile con il massiccio uso di pesticidi per il diserbo e la 'protezione' delle vigne.  Il Comune di Valdobbiadene conferma che il problema è serio e annuncia un nuovo regolamento di polizia rurale i produttori usano tonnellate di fitofarmaci per difendere i vigneti,  gli agricoltori insorgono, la Forestale trevigiana indaga. Sinora, però, le denunce del WWF e degli abitanti che denunciano contaminazione di orti e giardini privati, non avevano avuto seguito. Intanto il comitato che contesta il massiccio e improprio uso dei pesticidi nelle colline del Prosecco si coordina con il comitato per il diritto alla salute della Val di Non che contesta l'uso dei pesticidi nell'ambito della monocoltura intensiva della mela Melinda.

 

(10.08.09) Mele alla Russia? Problemi per le certificazioni sui residui di pesticidi

Il complesso From delle mele trentine e sudtirolesi finalizzato alla conquista dei mercati 'emergenti' sta incontrando difficoltà a 'sbarcare' in Russia. La certificazione sui residui dei pesticidi (si parla di prodotti fitoiatrici comunemente usati in Trentino) è molto severa. La Russia non si fida molto e chiede una pletora di documentazione non richiesta per esempio nel caso delle mele polacche. L'Eldorado dell'export non si preannuncia così facile.

 

(22.07.09) Il Comitato Salute Val di Non vuole risposte dalle istituzioni sulle centinaia di violazioni dei regolamenti sull'uso dei pesticidi

 Il «Comitato per il diritto alla salute in Val di Non»  ha rilevato e documentato 454 infrazioni in materia di irrorazione di pesticidi (sulla base dei regolamenti e ordinanze comunali) tra il 26 marzo il al 27 giugno. Tra le infrazioni più frequnenti vi è l'utilizzo dell’atomizzatore a distanze da case, giardini ed orti inferiori a quelle contenute nei regolamenti, esecuzione di trattamenti fitosanitari  in giornate ventose; deriva in aree non oggetto di trattamento,  mancato rispetto degli orari. La lettera con la quale si denunciano queste infrazioni è stata inviata al presidente della Provincia Lorenzo Dellai, agli assessori Alberto Pacher, Ugo Rossi, Tiziano Mellarini e Franco Panizza, a Roberto Bombarda presidente della Terza commissione provinciale, al presidente del Comprensorio 6 Gianfranco Zanon, a tutti i sindaci, al Comando carabinieri di Cles, a quello della Polizia locale Anaunia e a «Certiquality srl - Area ambiente e sicurezza».

Il Comitato nella lettera ricorda come 657 residenti in valle abbiano sottoscritto una petizione sull’argomento, che a settembre 2007 era stata

consegnata all’ex assessore alla sanità Remo Andreolli. Ora  i sottoscrittori

sono oggi più di mille. Se entro 30 giorni il Comitato non riceverà risposte convincenti si rivolgerà "ad altri enti di controllo" (leggi Procura della Repubblica).

 

(15.07.09) Rifugi alleati degli alpeggi

Una settantina di rifugi, situati nel territorio alpino tedesco, austriaco e sudtirolese, partecipano attualmente alla campagna "Il sapore delle montagne". "Il sapore delle montagne" è un marchio di qualità legato al territorio. Esso viene attribuito ai rifugi dei club alpini, e ai relativi gestori, che utilizzano e offrono prodotti d'alpeggio e dell'agricoltura di montagna del territorio circostante. In tal modo i club alpini e i gestori coinvolti contribuiscono a garantire la sopravvivenza economica dei contadini di montagna e a conservare il paesaggio culturale alpino nel suo complesso, dagli alpeggi ai prodotti dell'agricoltura di montagna.
Il Club alpino tedesco promuove dal 1991 la cooperazione tra i gestori dei rifugi e i contadini di montagna. La cooperazione si è poi estesa ad altri produttori regionali di prodotti alimentari. Dal 2008 hanno aderito all'iniziativa anche il Club alpino austriaco e il Club alpino dell'Alto Adige. (da Cipra)

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(10.07.09) Ancora cinghiali in città

A fine giugno a Milano era arrivato un cinghiale morto nel Naviglio, ieri a Torino  un cinghiale percorre un tunnel automobilistico nell'ora di punta, ferisce delle persone e viene abbattuto dai vigili caricati che si prendono le accuse degli animalisti.  link a video

 

(10.07.09) I formaggi Dop vogliono restringere il club

Asiago (VI) «Dobbiamo fare una lista ristretta di denominazioni con valenza internazionale», ha detto il Dr. Daniele Bianchi funzionario della Commissione Europea alla riunione dell'associazione dei formaggi italiani Dop. La corsa dei 'poveri' (o 'piccoli') alla Dop diventa sempre più un miraggio. E per le produzioni 'di nicchia' quale tutela?

 

 

 

 

 

 


 

 

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