|       Claudio 
                        Sacchetto   
 Luca 
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                        e torinesi  è stato presentato dall'assessore 
                        all'agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto. 
                        I contenuti sono stai esposti dal Prof. Luca Battaglini 
                        del Dip. di scienze zootecniche dell'Università 
                        di Torino (soggetto che ha proposto il progetto 
                        e che sarà responsabile della sua attuazione), 
                        dal sottoscritto e dalla Dott.ssa Marzia Verona che, 
                        in collaborazione con il Prof. Battaglini hanno 
                        contribuito alla elaborazione del progetto stesso.  Va 
                        dato atto all'assessore di essersi subito adoperato, 
                        ancorché fresco di nomina, per affrontare 
                        il problema del grave impatto della predazione da parte 
                        del lupo sulla pastorizia delle valli. I 
                        criteri di indennizzo per le perdite subite sono stati 
                        modificati comprendendo 'voci' prima non contemplate 
                        ma è stata anche annunciata la volontà 
                        di affrontare in modo organico il problema. Da qui  è 
                        nato il progetto in discorso.   Un 
                        importante riconoscimento per la pastorizia   Nell'approvare 
                        il progetto elaborato dall'Università la Giunta 
                        Regionale ha deliberato di: "riconoscere all’attività pastorale un ruolo
agricolo sociale, ecologico e culturale fondamentale per la conservazione dei
territori collinari e montani, ai sensi degli artt. 6, 7 ed 8 dello Statuto"; Questo 
                        riconoscimento rappresenta un fatto politico importante 
                        che può precludere anche a Protocolli con altre 
                        regioni alpine per assegnare al settore pastorale un 
                        suo statuto che va al di là di quello di mera 
                        attività agricola per riconoscergli funzioni 
                        di estrema importanza e farne oggetto di una tutela 
                         in grado di controbilanciare, come avviene nella 
                        vicina Confederazione Elvetica, la protezione 
                        assoluta per i grandi carnivori.   Il 
                        problema non è solo il lupo   Il 
                        progetto, che prevede il coinvolgimento degli enti locali 
                        (sono già stati avviati incontri informali), 
                        intende intervenire sui vari aspetti che costituiscono 
                        altrettanti 'elementi di debolezza' dei sistemi pastorali 
                        e alpicolturali. Sulla base della consapevolezza che 
                        il problema del lupo si inserisce in un più generale 
                        quadro di difficoltà contrassegnato da:   
                            
                                 lievitazione 
                                dei canoni di affitto dei pascoli e distorsioni 
                                di 'mercato' di per sé non trasparente 
                                a svantaggio dei pastori e degli allevatori 
                                di montagna;gravi 
                                carenze strutturali e infrastrutturali degli 
                                alpeggi che condizionano negativamente la qualità 
                                di vita dei pastori e impediscono una piena valorizzazione 
                                economica (specie attraverso la trasformazione 
                                del latte in prodotti di elevata qualità);applicazione 
                                delle norme  igienico-sanitarie che non 
                                sempre tiene in adeguata considerazione le specificità 
                                delle condizioni dell'alpeggio;difficoltà 
                                frapposte da vari enti allo spostamento delle 
                                greggi/mandrie per la transumanza;onerosa 
                                gestione del  controllo della diffusione 
                                di patologie (profilassi, anagrafe del bestiame, 
                                smaltimento delle carcasse);difficoltà 
                                di reperimento di manodopera affidabile e qualificata;inadeguata 
                                conoscenza da parte dei cittadini delle modalità 
                                operative della gestione pastorale (con conseguenti 
                                interazioni negative tra fruizione pastorale 
                                e turistica);inadeguata 
                                conoscenza da parte dei cittadini (ma anche 
                                degli operatori professionali delle filiere 
                                alimentari) delle caratteristiche qualitative 
                                specifiche e delle tipologie delle produzioni 
                                dell'allevamento pastorale e conseguente ostacolo 
                                ad una più adeguata valorizzazione economica 
                                delle produzioni stesse.   L'individuazione 
                        di soluzioni atte a rimuovere, o quantomeno a ridimensionare, 
                        questi elementi di difficoltà e la loro messa 
                        in essere, sia nell'ambito dello stesso progetto che di 
                        una complessiva azione di sostegno della Regione, 
                        ha la finalità si rafforzare  la sostenibilità 
                        del sistema pastorale ma anche di metterlo in condizione 
                        di poter meglio fronteggiare il problema della predazione. 
                           Una 
                        valutazione approfondita dell'impatto del lupo   Ciò 
                        non toglie che vada meglio valutata la natura dell'impatto 
                        della predazione stessa, sia a breve che a lungo 
                        termine, e l'efficacia delle soluzioni (modalità 
                        di indennizzo, mezzi di difesa passivi) messe sin qui 
                        in atto per mitigarlo. Da 
                        questo punto di vista l'inchiesta e il censimento promossi 
                        nell'ambito del progetto (con il coinvolgimento dei 
                        diretti interessati ma anche di altri soggetti locali) 
                        mira a valutare tutti gli aspetti del danno determinato 
                        dal predatore in termini di cessazione di attività 
                        aziendali, abbandono di aree di pascolo, modifica dell'utilizzo 
                        dei pascoli stessi (e quindi di compromissione della 
                         loro qualità e biodiversità), minor 
                        resa produttiva e maggiori oneri economici ed extra-economici 
                        in relazione alle  esigenze di difesa dal predatore. 
                         Un 
                        aspetto qualificante del progetto è rappresentato 
                        dall'obiettivo di una valutazione puntuale, valle per 
                        valle, degli impatti della predazione, sulla base di 
                        caratteristiche ambientali e socio-economiche. La stessa 
                        valutazione deve riguardare l'efficacia delle misure 
                        di protezione che troppo spesso la parte conservazionista, 
                        fautrice della conservazione e diffusione della popolazione 
                        lupina, tende a proporre (o imporre) quali soluzioni 
                        universalmente valide. Questa 
                        indagine è finalizzata ad una difesa passiva 
                        più efficace ma anche a fornire elementi 
                        oggettivi a sostegno delle richieste di attuazione delle 
                        misure di controllo in deroga (con abbattimenti 
                        mirati) già inoltrate al Ministero dell'ambiente dal 
                        precedente governo regionale (e respinte sulla base 
                        di motivazioni generiche).   Un 
                        centro di formazione e di referenza per la pastorizia   Il 
                        progetto, come visto, prevede un'attività di 
                        inchiesta e censimento finalizzata ad elaborare linee 
                        di intervento e di supporto da parte della Regione ma 
                         anche una serie di azioni dirette nel campo della 
                        formazione, della divulgazione, della valorizzazione 
                        delle produzioni. Azioni che si proiettano al di là 
                        del limite temporale (triennale) del progetto stesso 
                        grazie alla predisposizione di strumenti e di soggetti 
                        specificamente predisposti per garantire un supporto 
                        permanente alla pastorizia. Viene 
                        esplictamente prevista la creazione di una Scuola per 
                        la formazione di pastori, aiuto-pastori, figure di supporto 
                        all'attività pastorale. Le attività della 
                        Scuola così come quelle di divulgazione indirizzate 
                        al pubblico e a soggetti specifici (attraverso campagne 
                        di comunicazione sui media, opuscoli e cartellonistica, 
                        eventi sugli alpeggi e in città, convegni) saranno 
                        coordinate da un Centro di referenza per la pastorizia. 
                        A questo Centro faranno riferimento anche le iniziative 
                        per la valutazione dell'efficacia delle azioni di difesa 
                        dalla predazione e dei danni subiti ponendosi come soggetto 
                        di riferimento 'dalla parte dei pastori' in grado di 
                        riequilibrare una gestione del conflitto lupo-pastore 
                        sin qui gestita in modo esclusivo ed autoreferenziale 
                        dal Centro conservazione e gestione grandi carnivori-Parco 
                        delle Alpi Marittime cui il precedente governo regionale 
                        aveva demandato tutta la materia e persino l'attribuzione 
                        dei 'punteggi' per l'assegnazione del premio regionale 
                        per il pascolo gestito, suscitando un forte malcontento 
                        da parte dei pastori.   |         |