Ruralpini      orsi/Liberalizzare lo spray anti-orso

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(03.07.13)Liberalizzare lo spray anti orso.

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(12.09.14)  Associazioni   replicano al Forum autoreferenziale dei "Signori del lupo"

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(03.09.14)  Lui ha portato da Asiago ai Balcani animali per la Pace, Life Ursus ha portato dai  Balcani animali per la guerra ai malghesi

Oggi è uscita su L'Adige di Laura Zanetti che sabato scorso a Pinzolo ha conversato con Gianbattista Rigoni Stern, esperto di malghe e ideatore del progetto "La Transumanza della Pace" a favore della rinascita rurale a Srebenica in Bosnia. Se da un uomo equilibrato arrivano giudizi senza appello per gli animalisti e la richiesta di cambiare subito e radicalmente Life Ursus significa che la misura è piena e le istituzioni non hanno perso il senso della realtà 

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(02.09.14)  Voci da Pinzolo. Cosa pensa la gente (allevatori e abitanti) degli orsi (senza filtri)

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(01.09.14)  L'assessore leghista si schiera con gli animalisti e proclama "paradiso per orsi" in Lombardia

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(19.06.15) Non si fermano le reazioni all'ultima gravissima aggressione a una persona inerme - finita in ospedale con gravi lesioni in varie parti del corpo - da parte di un orso pericoloso del famigerato progetto Life Ursus

 

Al via la petizione per liberalizzare

lo spray che difende dagli orsi pericolosi

 

 

 

di Michele Corti

 

Negli ultimi dodici mesi sono quattro persone le persone aggredite dall'orso in Trentino. Tutte per salvarsi hanno dovuto usare bastoni, calci e pugni.  L'ultima, assalita con inaudita ferocia con morsi e zampate in comune di Trento  il 9 giugno ha riportato gravi lesioni ed è ancora in ospedale. Crediamo non si possa più pretendere che la gente vada in montagna inerme o armata solo di campanellini come suggeriscono gli animalisti e i forestali, che tengono più alla vita dei "loro" orsi che a quella delle persone.

 

Tragedie sfiorate per miracolo. Ora basta

 

Se le vittime delle ultime aggressioni non fossero state uomini sani, nel pieno della forma fisica, veri e propri atleti, capaci anche si reagire con prontezza alla situaizone (sino a difendersi con calci e pugni dagli attacchi della belva) oggi potremmo solo portare loro un fiore al Campo Santo.  Fosse per la politica da qui a non molto avremmo da piangere un morto. Una donna, un ragazzo, un uomo non più nel fior degli anni e in perfetta forma non esce vivo da certe aggressioni.

Una soluzione per non rischiare la vita senza al tempo stesso non rinunciare a camminare in montagna c'è e si chiama spray al peperoncino anti-orso, di dimostrata efficacia e largamente utilizzato negli Stati Uniti, in Canada e in altre parti del mondo dove spesso all'escursionista è fatto obbligo di munirsi del flacone.  Va adottata non solo in Trentino ma anche dove scorazzano gli orsi importati dalla Slovenia con Life Ursus (e la loro discendenza) ovvero in provincia di Bolzano, Brescia, Bergamo, Sondrio, Verona, Vicenza).

 

 

Cos'è lo spray?

 

Lo spray anti orso non è altro che un flacone con liquido irritante (principio attivo capsaicina e capsaicinoisi) pressurizzato. Nulla di diverso dallo spray anti-stupro che viene tenuto nella borsetta da donne che devono rincasare tardi o temono di transitare la sera per vie poco illuminate e mal frequantate. Perché allora la versione anti-orso viene esclusa dalla libera vendita?   La differenza è solo nella gittata e nel contenuto del flacone.  Lo spray anti stupro è stato autorizzato con D.M. n. 103 del 12 maggio 2011.  

 

 

Anche lo spray anti-orso è un'arma non letale che causa solo un'irritazione temporanea e nessun danno permanente.  Attualmente lo spray al peperoncino è di libera vendita solo nei flaconcini anti-stupro, inefficaci per capacità e gittata nei confronti di un orso perché possono arrivare solo a 3 m (con capacità massima di 20 ml). Adeguata per un malintenzionato, del tutto inadeguata per una belva considerato anche che il teatro delle aggressioni degli orsi sono i boschi ma anche le radure e gli spazi aperti dove la velocità dell'aria può deviare lo spray. Molte persone hanno comunque acquistato lo spray anti stupro per poter frequantare con un po' più di sicurezza i boschi. Ma non si affidano a uno strumento adeguato. Uno spruzzetto a 2 metri è efficace solo quando l'orso ti è addosso e richiede un sangue freddo eccezionale. Mandare la gente nei boschi infestati dagli orsi con lo spray anti stupro è mandarli allo sbaraglio.

 

 

L'avv. Giuliano di Trento che da anni si batte per tutelare la sicurezza delle popolazioni a fronte dell'irresponsabile progetto Life Ursus aveva già sollecitato il Ministro Alfano ad esprimersi sulla liceità della vendita dello spray anti orso chiedendo la modifica del Decreto ministeriale sull'uso degli spray anti aggressione (vedi articolo di Ruralpini). Il ministro non si era degnato di rispondere. Ora, dopo una gravissima aggressione a freddo da parte di un orso (che con questo comportamento ed avendo già dei "precedenti" si è automaticamente manifestato come pericoloso) il Ministro non potrà più fare lo gnorri, specie se la petizione sarà sottoscritta da migliaia di cittadini. Così il blog www.orsotrentino.blogspot.it , subito affiancato da Ruralpini e dall'associaizione svizzera "per un territorio senza grandi predatori" (http://www.atsenzagp.org/it/), ha lanciato la petizione (scaricabile qui sotto) al Ministero dell'interno per autorizzare - a determinate condizioni - la vendita dello spray anti orso, flaconi da 200 ml con gittata 14 m.  Nessuno deve immaginarsi il Far west dal momento che si potrà avere con sé il flacone solo nelle aree a rischio e, ovviamente, nel tragitto da e per la propria abitazione dove esso dovrà essere custodito. Va precisato che anche il flacone anti-stupro è dotato di sicura.

 

 

Le persone promotrici - ma possono aderire tutti coloro che condividono l'iniziativa e ci scrivono in proposito  - sono: avv. Mario Giuliano - www.orsotrentino.blogspot.it prof. Michele Corti - Università di Milano - www.ruralpini.it Massimo Cecconi - www.orsotrentino.blogspot.it Laura Zanetti - www.orsotrentino.blogspot.it - www.ruralpini.it ; Orietta Viola - Vigo di Ton;  Nicolò Barbacovi - Dimaro;  Eva Mengali - Pinzolo;  Tania Binelli - Comano

 

Come aderire alla petizione

 

Scaricare i moduli, compilarli in modo comlpeto e  spedirli  all'avv. Mario Giuliano, titolare del trattamento dei dati  in Via IV Novembre 74, 38121 Trento.

ATTENZIONE SI PUO' FIRMARE ANCHE DA TUTTA ITALIA E DALL'ESTERO IN QUANTO ANCHE UN TURISTA HA DIRITTO A CHIDERE DI FREQUENTARE IN SICUREZZA IL TRENTINO. NON INDICARE NUMERI PROGRESSIVI (saranno apposti succussicamente alla ricezione di tutti i moduli)

  • Modulo per firma in PDF
  • Modulo in .doc
  • Locandina stampabile

 

L'istanza dell'avv. Mario Giuliano  al Ministro dell'Interno

Oggetto: Richiesta modifica regolamento DM Interno 12 maggio 2011 n. 103 per la sicurezza di escursionisti e lavoratori della montagna.

Onorevole Ministro,

come Lei forse saprà, da una decina d'anni in Trentino è stato reintrodotto l'orso bruno, che precedentemente era praticamente estinto.
Attualmente i capi censiti sono 43, come da tabella e grafico tratto dal Rapporto Orso 2012, che allego (doc. 1).
Inizialmente introdotto in 10 esemplari nel Trentino occidentale (anzi nel Parco Adamello Brenta), l'orso ha raggiunto una popolazione ragguardevole e ha ormai sconfinato anche nel Trentino orientale, superando autostrada e ferrovia, che si pensava ostacoli invalicabili, come da dichiarazione del dirigente del Servizio Foreste della P.A.T. sul quotidiano Trentino del 1 luglio 2013 (doc. 2). Nello stesso articolo vi è la notizia di avvistamenti dell'orso sulla Marzola, montagna a 5 km da Trento in linea d'aria, e nei pressi del popoloso sobborgo di Povo.
Si allega la mappa, tratta sempre dal Rapporto Orso 2012, degli 882 avvistamenti visuali e fotografici dell'anno scorso, radiotelemetria esclusa (doc. 3), che già evidenzia sconfinamenti nel Trentino orientale.
Altri recenti avvistamenti in prossimità di popolosi insediamenti umani sono quelli segnalati dal quotidiano L'Adige del 2 giugno 2013 (doc. 4), che riferisce la distruzione di alcune arnie nei pressi di Montagnaga, piccolo borgo turistico a 4 km in linea d'aria da Pergine Valsugana, e dallo stesso quotidiano del 28 giugno 2013 (doc. 5), che riferisce di due incursioni dell'orso al Lago di Cei, a 7 km in linea d'aria da Rovereto.
Frequenti sono le notizie di capi di bestiame sbranati dall'orso, di arnie distrutte, di incidenti stradali causati dal plantigrado e anche di incontri con escursionisti, i quali ultimi finora non sembra abbiano avuto conseguenze per l'incolumità delle persone coinvolte. Ciononostante grande è l'allarme sociale. A titolo puramente esemplificativo si allegano alcuni degli articoli comparsi negli ultimi sei mesi (docc. 6-10).
Quanto alla incolumità delle persone si è usata la forma dubitativa in quanto l'interrogazione n. 2126 del 24 settembre 2010 del Gruppo Consiliare Lega Nord del Consiglio Provinciale della P.A.T. ipotizza che due escursionisti siano morti cadendo in un dirupo perché inseguiti dall'orso (doc. 11).
Anche altre forze politiche da tempo hanno formulato interrogazioni in merito alla questione orso in Consiglio Provinciale. A titolo puramente esemplificativo si allegano le interrogazioni n. 2118 del 1 ottobre 2010 del Consigliere Giovanazzi di Amministrare il Trentino (doc. 12), la numero 2029 del 6 settembre 2010 del Consigliere Dominici del Gruppo del Partito Autonomista Trentino Tirolese (doc. 13), la numero 2599 del 18 febbraio 2011 del Consigliere Morandini del Gruppo PdL (doc. 14). Interrogazioni alle quali la Giunta ha fornito risposte del tutto insoddisfacenti, conformemente all'approccio ideologico-propagandistico del governo provinciale.
La politica del governo provinciale è infatti quella di utilizzare l'orso come brand commerciale, irresponsabilmente disinformando la popolazione sui reali pericoli.
Su tutti i mezzi di Trentino Trasporti campeggia infatti il logo costituito da una zampa d'orso stilizzata con artigli (doc. 15), ed è questo solo uno dei numerosi esempi.
Quanto poi alla disinformazione eclatanti sono gli slogan dell'allegato poster patinato (doc. 16), dove l'orso viene ridotto a un cartone animato (ha condiviso le grotte con i nostri avi), viene falsificata la realtà storica (le montagne con i nostri padri), e infine un animale feroce viene paragonato a un peluche (e le culle con in nostri figli).
Sul suo sito internet ufficiale (doc. 17) la P.A.T. ammette bensì che l'orso può essere pericoloso in determinate circostanze, negando però sempre che l'orso possa avere comportamenti predatori nei confronti dell'uomo, come invece è avvenuto anche recentemente ed è stato documentato dall'allegato articolo del Prof. Michele Corti, docente di zootecnia montana all'Università di Milano (doc. 18).
Recentemente il Ministro, con il Decreto citato in oggetto, ha disciplinato gli spray al peperoncino per autodifesa di libera vendita.
Un prodotto con tali caratteristiche non è efficace per difendersi dall'orso, esistendo però sul mercato estero prodotti idonei a tale scopo. Si allega la descrizione di uno di tali prodotti a titolo di esempio (doc. 19). Come si vede dalle caratteristiche lo spray anti-orso deve avere una capacità 10-15 volte maggiore di quella per difesa personale e una gittata 4 volte maggiore.
Pertanto si chiede di congruamente modificare il regolamento in oggetto in modo da consentire quantomeno a escursionisti e lavoratori della montagna di dotarsi in regime di libera vendita di spray al peperoncino anti-orso, in particolare portando, per tale uso, la capacità a 400 g e la gittata a 12 metri (mi sembra che siano questi i due punti principali, vedranno poi i tecnici del ministero se sono necessarie altre modifiche).

 

 

 

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