Ruralpini 

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(17.03.17) Il lupo e la politica  (a Bergamo, e alta Italia, duecento anni fa)
Attraverso una serie di documenti politici del "Dipartimento del Serio" (la provincia di Bergamo in epoca napoleonica) dei primi dell'Ottocento iniziamo a tracciare un primo abbozzo di una "storia politica del lupo". Utile per capire come il lupo sia come"belva feroce da sterminare" che come "bandiera di biodiversità" è sempre uno strumento di manipolazione politica.

(09.03.17) La risposta della pastora agli animalisti 
Anna Arneodo replica al qualunquismo animalista (quello del: "Tanto li rimborsano, che c...o si lamentano sti pastori"?) e ribatte: "Vi farebbe piacere che il lupo uccidesse il vostro barboncino e comprarvene un altro con i soldi della regione che vi arrivano dopo un anno?

(28.02.17)  Ci uccidete senza sporcarvi le mani. J'accuse di una pastora 
Ci uccidete con ipocrisia, camuffando il genocidio con il pretesto di quella natura che state distruggendo e del lupo elevato a bandiera

(12.02.17)  Mantenuta la demagogica protezione "a prescindere" del lupo. Cosa succederà?
  Ai presidenti delle regioni, che si sono comportati come conigli impauriti di fronte alle proteste ambiental-animaliste contro possibilità (solo teorica) di un controllo ultraselettivo del lupo, consigliamo la lettura di un testo storico, pubblicato nel 2002, che - sulla base di abbondantissima e inoppugnabile documentazione - descrive la strage di centinaia di bambini ad opera dei lupi nelle zone tra Lombardia e Piemonte tra XV e XIX secolo

(30.12.16) Piano lupo: gli ambientalisti vittime delle loro bugie
Le barricate dell'ambientalismo istituzionale hanno impedito che proseguisse il suo iter e l'approvazione entro l'anno il "Piano nazionale di conservazione del lupo", che doveva sostituire quello del 2002. Calendarizzato per il 7 luglio alla Conferennza stato-regioni il Piano non è più stato inserito all'ordine del giorno.

(12.09.16) Una settimana di proteste anti lupi degli allevatori della Lessinia 
La protesta degli allevatori della Lessinia assume forme sempre più clamorose. Quest'anno la strage ha riguardato ben 63 capi bovini. Alcuni allevatori sono stati ripetutamente colpiti. Come Moreno Riva un allevatore trentenne, che - alla quarta predazione avvenuta martedì scorso - con l'appoggio e la solidarietà di colleghi e amici che "hanno messo la faccia" ha caricato sulla pala del trattore l’ultima manzetta dilaniata in malga dai lupi martedì e l’ha scaricata in piazza, davanti al monumento ai Caduti.

(19.12.15) Piano lupo: i lupocrati vogliono dettare legge ai pastori
 Il Piano lupo conferma, se ce ne fosse bisogno, l'arroganza della lobby che - almeno sino ad oggi - ha potuto operare su un piano di totale autoreferenzialità finanziandosi con 18 progetti LIFE.  L'impostazione del Piano è molto pericolosa per i pastori e gli allevatori in quanto mira in modo ormai scoperto ad utilizzare il lupo per imporre una gestione dello spazio rurale che escluderà l'uomo

(19.12.15) La convivenza con il lupo è impossibile  
È quanto emerso dal convegno di Saluzzo del 17 dicembre . Il problema del lupo non è un qualcosa di isolato rispetto alle varie minacce contro la montagna, le sue comunità, le sue attività tradizionali. Il lupo è parte di un progetto politico di stampo neocolonialista e tecnocratico che fa leva sui Parchi e l'attacco alle autonomie locali.

(04.09.15) Pastori francesi prendono in ostaggio i vertici di un parco
Dopo le minacce di blocco del Tour de France e le manifestazioni  non si ferma la lotta dei pastori contro le stragi ad opera dei lupi. In Savoia (a 7 km in linea d'aria dalla Val di Susa) sequestrano presidente, e direttore del Parco del Vanoise.  Il prefetto viene incontro alle loro richieste autorizzando l'abbattimento di sei lupi. E in Italia?

 


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Lupo: lettera aperta di un malghese della Lessinia




Le istituzioni si accingono a suggellare la decisione, tutta elettoralistica e demagogica, dello stralcio di qualsiasi previsione di controllo del predatore
dal "Piano lupo" (previsione, è bene ricordarlo, condizionata a una serie di limitazioni e paletti, predisposta dagli esperti di gestione del lupo e sostenuta dal ministero dell'ambiente).
I pastori, gli allevatori, i malghesi, sono privi degli apparati propagandistici del partito del lupo e spesso non sono neppure supportati dalle organizzazioni istituzionalizzate della rappresentanza agricola (attente molto più ai loro interessi corporativi che a quelli di chi, sulla carta, dovrebbero tutelare).


(22.03.17) Il j'accuse affidato a Ruralpini dalla pastora piemontese Anna Arneodo (ampiamente ripreso dai media e condiviso 9,6 mila volte su facebook) avrebbe dovuto far fischiare le orecchie a Chiamparino. Chiamparino è presidente di una regione che, negli scorsi anni, aveva chiesto invano al Ministero, sia con una giunta di centro-sinistra che con una di centro-destra, l'autorizzazione ad abbattimenti selettivi di lupi, ma che ora, per calcoli elettoralistici, vuole impedire anche ad altre regioni, che pur lo ritengono indispensabile, di attivare il controllo.
La lettera aperta inviata dal malghese veneto (della Lessinia), Carlo Masenelli sul problema dei lupi avrebbe dovuto invece far fischiare le orecchie a Zaia e Pan (assessore all'agricoltura).  Essa interpella l'intellgienza e la coscienza dei politici veneti (silenziate da calcoli elettoralistici che sono un'offesa al diritto). Essa denuncia come le "soluzioni" del progetto Wolf Alp sono solo un anestetico atto a dividere tra loro gli allevatori e ad imporre soluzioni non sostenibili.
Le "soluzioni" per la "convivenza forzata" con i branchi di lupi sono in parecchi contesti incompatibili con una gestione del pascolo rispettosa della risorsa vegetale e del benessere animale. Esse aggravano in modo insostenibile il carico di lavoro dei malghesi oltre a deturpare il paesaggio e a disincentivare il turismo. A chi piace una Lessinia ridotta ad un reticolato di centinaia e centinaia di chilometri di recinzioni elettrificate fisse?




Al partito del lupo interessa  dividere e indebolire il fronte dei pastori e degli allevatori suscitando una conflittualità interna. Lo fa assegnando discrezionalmente favori e regali di vario tipo (c'è chi si vende per poco...) e imponendo "soluzioni" che non sono né indolori, né economiche, né definitive, né senza "effetti collaterali".
I malghesi sanno benissimo che i lupi, se non si potranno più abbuffare a spese del malghese A, blindatosi nei reticolati (a prezzo di una gestione pastorale meno sostenibile dal punto di vista ecologico ed economico), concentreranno la loro "attenzione" predatoria sul malghese B e C. E comunque su qualcun altro.
Le recinzioni sono state non solo contestate dai malghesi della Lessinia ma anche sabotate, come atto di protesta e di resistenza sociale. I malghesi, infatti, sanno beneche non ci sono soldi per "blindare" tutte le malghe della Lessinia e che  i recinti sono messi in atto per finalità propagandistiche, ovvero per placare l'ira di chi (colpito pesantemente dal lupi), aveva inscenato proteste di piazza. Erano proteste imbarazzanti per la politica e per il partito del lupo che predica la "convivenza". Le recinzioni sono quindi un diversivo, un placebo, un modo di seminare zizzania e disorientare gli allevatori.
Gli allevatori e pastori della Lessinia (come di altre parti d'italia) hanno inteso che il partito del lupo non punta alla "convivenza" ma  all'annientamento della zootecnia estensiva e del pastoralismo considerati un "disturbo" sacrilego alla natura incontaminata. Ciò, ovviamente, con grande soddisfazione delle multinazionali della chimica e degli Ogm che - contaminando a più non posso il pianeta - vogliono controllare il 100% delle risorse agroalimentari terrestri e "abolire" il contadino, il pastore, il malghese che "intralciano" la logica agroindustriale. Del resto l'agroindustria "scientifica" e l'animal-ambientalismo sono figli della stessa cultura illuminista, urbana, borghese. Due facce della stessa medaglia che (al di là di apparenze) si "parano il culo" vicendevolmente.


Pan, l'assessore veneto all'agricoltura fa da testimonial alle recinzioni fisse.

Agli allevatori e pastori italiani il partito animal-ambientalista intende far fare la fine della rana bollita. La rana che, dentro un contenitore d'acqua gradualmente riscaldata, resta intorpidita dal piacevole tepore. Poi, salendo la temperatiura, il tiepido diventa caldo e bollore e la rana è lessata senza poter reagire (cosa che, invece, farebbe - saltando fuori - se venisse immersa nell'acqua bollente).
I recinti, i cani, gli indennizzi, le belle parole anestetizzanti, l'ipocrisia sono come l'acqua tiepida. Servono a tenere l'allevatore e il pastore a bagno maria mentre la temperatura dell'acqua, gradualmente, insensibilmente, sale. Nel tempo i lupi aumentano, le aziende chiudono, a protestare restano in pochi e alla fine un intera civiltà rurale viene spazzata via senza che nessuno se ne accorga.
Va aggiunto, per concludere, che il comportamento dei politicanti veneti è uguale a quello dei "colleghi" del resto d'Italia: di fronte al problema lupo si sono comportati in modo ugualmente opportunista. Vile.  Tranne Bolzano e la Toscana,  che, soli tra tutti, hanno avuto il coraggio di non fare dietro front sul "Piano lupo" di fronte alle proteste animaliste.  Per i politicanti i diritti costituzionalmente tutelati (lasciamo stare il diritto naturale) contano meno del calcolo elettorale immediato. Non importa se sono lesi il diritto alla sicurezza (già oggi gli allevatori non osano mandare i ragazzi a recuperare animali restati indietro e momentaneamente smarriti), non importa se è leso il diritto a difendere la propria legittima attività economica, svolta anche a vantaggio della società. Conta solo per una politica senza etica il calcolo dei voti che la demagogia ambiental-animalista, e le tante sigle foraggiate da denaro pubblico, fanno credere di poter spostare.



Le cose imposte non sono democrazia ma dittatura
Basta con il lupo che si foraggia con 70 e più bovini ogni anno in Lessinia


Con questa lettera intendo esprimere democraticamente ai Politici e ai Governanti Veneti l'opinione di un italiano montanaro e malghese che ha fame di giustizia e di verità.



Sono Carlo Masenelli, nato a Rovere Veronese (VR) il 10/03/46, ivi residente e abitante a San Rocco di Piegara in via Porrà n°2. Con questa lettera intendo esprimere le mie critiche all'articolo "Recinti elettrici anti predazione «Spariti i lupi»" pubblicato in data Giovedì 20 Ottobre 2016 sul quotidiano "L'Arena".
Ma come!? Ancora una volta, cari Politici e Governanti, vi dimostrate parecchio male informati in materia di alpeggio; in compenso vi è riuscito bene incasinarlo. Vi informo che i bovini in alpeggio nei mesi estivi mangiano soprattutto dall'imbrunire e di notte con il fresco e riposano di giorno raggruppati sulle alture ventilate.
Tutti gli alpeggiatori ne hanno le scatole piene delle vostre assurde e insensate soluzioni. Sono arcistufi della brutale violenza perpetrata verso i bovini dal vostro intoccabile "Dio Lupo" arrivato in Lessinia nessuno sa come, moltiplicandosi e creando a tutt'oggi danni oltremisura.
Siamo sicuri che la Costituzione sia rispettata?
Suppongo che tutti voi Politici e Rappresentanti delle Istituzioni della Regione Veneto siate però bene al corrente dei benefici che porta questo predatore...
Secondo voi i malghesi nel pieno dei lavori estivi, all'imbrunire dovrebbero partire per riunire nei recinti elettrici i bovini sparsi su sterminati territori (vedi Malga "Piocio". Malga "Lago Boar". Malga "Marian"...! per poi liberarli al mattino?
Eh no. cari miei! Siete completamente fuori strada perché questo facile quotidiano lavoretto spetta proprio a voi testarlo per i quattro mesi di alpeggio, assieme ad animalisti ed ambientalisti in quanto strenui difensori del lupo.
Qui colgo l'occasione per un rimprovero. Signori ambientalisti e animalisti, dove vi siete rifugiati? Si. proprio voi che portate al Pronto Soccorso UNA CORNACCHIA e invece restate totalmente muti, insensibili ed indifferenti davanti alle tante macabre morti dei bovini. Vi ricordo che anche manze e vitelli hanno una loro dignità, un'anima e sentono ravvicinarsi di una fine atroce.
Rappresentanti tutti del Veneto, io se fossi in voi mi vergognerei. Ma suppongo di capire il motivo per cui dovete tanta gratitudine a questo vostro caro lupo... non c'è nessun'altra spiegazione.
Che motivo c'è altrimenti di mantenere questo animale in un ambiente inequivocabilmente inadatto come gli alpeggi della Lessinia?
Ricordo a lor Signori che le cose imposte non sono democrazia ma dittatura. Le manze da rimonta (le migliori dell'allevamento e che vengono portate in alpeggio), sono il progetto reddituale per il futuro di giovani anche diplomati e laureati, mentre il lupo è solo un inutile attrattore turistico per le poiane.
Morale: Il vostro progetto LIFE WOLFALPS va indubbiamente ridiscusso coi malghesi e quindi ridimensionato.
Nel frattempo, prima che la Lessinia diventi una "luparia", i vostri cari lupi vanno inequivocabilmente ridotti o meglio esiliati. Per il 2018, carissimi Rappresentanti delle Istituzioni, Vi invito ad essere ragionevoli.
Certo di non aver offeso nessuno, a Voi che rappresentate lo Stato auguro Buon Lavoro.

Carlo Masenelli


Da "L'Arena" del 17/01/2017, Lettere al direttore



 

 

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