Ruralpini   Commenti/biomasse e global cooling

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(25.03.14) Dalla Basilicata no biogas e interessanti lezioni su ruralità e nuovi movimenti
Nell'appennino lucano, in una realtà ancora profondamente rurale, la minaccia del biogas si aggiunge ad altre che delineano una spregiudicata strategia di "mani sul territorio". Ma catalizza una risposta ferma e matura che si salda con le espressioni più avanzate del nuovo movimento di ecologia sociale per la salute e il territorio leggi tutto

 

(21.10.2013) La perversione del biogas in montagna

Parte in Valtellina il biogas consortile. Sotto la spinta della martellante campagna per la green economy sostenuta da evidenti interessi speculativi anche in montagna si punta al biogas. Una scelta chiarissima di politica agricola e territoriale che integra maggiormente la zootecnia all'industria e la stacca ulteriormente dal territorio e dalla cultura di montagna. leggi tutto

 

(02.10.13) Biogas e rischi microbiologici

La sbandierata sicurezza con la quale gli alfieri del biogas proclamano che il trattamento di digestione anaerobica rappresenta una soluzione sicura, abbattendo le cariche dei patogeni, non trova supporto nella letteratura scientifica. Lo conferma il contributo del Prof. Scolari  leggi tutto

 

(01.10.13) Giù le mani biogassiste dalla Valsassina

Mentre anche in pianura è iniziato un ripensamento sul biogas, i gatti e le volpi tentano di circuire anche gli allevatori di montagna proponendo le "biogas consortili d'altura". Così gli allevatori che già dipendono da chi ritira il latte e fornisce i mangimi dovranno anche vincolarsi con la fornitura di merda. leggi tutto

 

(30.09.13) Pollina al rogo, digestati santi subito

Bruciare la pollina è un crimine ambientale e agronomico. Mentre di esaltano i digestati del biogas (per favorire la iul biogas) si dice che la pollina va "eliminata" nel modo più barbaro: bruciandola. Succede in Veneto, terra di avicoli ma anche di terreni poveri di sostanza organica dove la pollina va in Africa ma in loco si brucia per speculare leggi tutto

 

(12.09.13) Biogas crimine ambientale

Le immagini di quello che è accaduto a Cervignano (Lodi) dove uno il liquame da biogas, causa cedimento della parete di un vascone ha provocato gravi danni ai terreni vicini e, attraverso le rogge , è arrivato sino al fiume Adda. Nonostante questo e altri incidenti la Lombardia si avvia ad avere 500 centrali a biogas e la Regione spinge ancora l'accelleratore con il nuovo PSR.  leggi tutto

 

(31.08.13) La Food Valley dei camini

Invece di opporsi all'inceneritore di Parma e alla proliferazione dei mini inceneritori a biomasse, le corazzate del Made in Italy e della Parmesan Food Valley se la prendono con chi denuncia l'incoerenza di politiche della "tipicità" che nella loro logica industriale convivono a braccetto con i business delle combustioni leggi tutto

 

(28.08.13) Biogas "di montagna" la biotruffa ci guadagna

In Trentino ripartono alla grande i progetti di biogas consortili. Nella Val di Non, irrorata di pesticidi e nella Valsugana dell'acciaieria di Borgo. Un modo irresponsabile di fossilizzare un sistema zoocaseario del tutto insostenibile e che fa a pugni con la montagna. Spregiudicate sirene allettano con l'"affarone" gli allevatori. leggi tutto

 

(17.08.13) Consumo super di carburanti agricoli (agevolati). La monocoltura maidicola insostenibile, aggravata dal biogas, di fronte alle bizze del clima è sempre più assetata di carburanti. Ma è giusto premiare una monocoltura insana? Arature con terreno saturo d'acqua, risemine a ripetizione, irrigazioni a go go.  E la provincia concede carburanti agevolati extra. Ma non è immorale sovvenzionare questo super consumo di carburanti nel caso dei biogassiti? leggi tutto

 

(10.08.13) Legambiente: Avanti biogas!

Nel giorno in cui gli sversamenti di una centrale a biogas nelle Marche distruggono l'ecosistema del fiume Chienti, esce  articolo del responsabile agricoltura di Legambiente che bacchetta le amministrazioni locali e regionali  perché "da pavidi ed ignoranti" si lasciano condizionare dai No biogas. Triste parabola per gli "ambientalisti"  leggi tutto

 

(27.06.13) Movimento internazionale no biomasse
Dal regno Unito agli Usa, dall'Australia alla Germania e all'Italia sta coalizzandosi un movimento internazionale contro le centrali a combustione di biomasse e contro le bioenergie in generale. L'esperienza Usa: dalle protesteisolate alle reti statali e quindi ad una campagna nazionale. leggi tutto

 

(25.05.13) Ad Assisi per una nuova ecologia sociale
Il convegno di ieri di Assisi ha rappresentato la prima vera manifestazione nazionale del movimento "Terre Nostre" contro la proliferazione insostenibile delle centrali per l'uso energetico di biogas/biometano e biomasse (solide, liquide, syngas ecc.) . 

 leggi tutto

 

(11.05.13)Un po' di nervosismo tra i biomassisti?

A Cremona l'assessore regionale è andato a dire che gli incentivi alle biogas sono insostenibili e spuntano i primi comitati. Di fronte a nuove richieste di autorizzazione alcuni sindaci stanno pensando di opporsi. Così sui giornali si reagisce alle iniziative di informazione con accuse di"allarmismo".

  leggi tutto

 

(10.05.13)Veleni e biogas: da dove viene il PCB?

In una biogas del padovano (a Limena) in una centrale modello inaugurata da Galan, l'ARPAV ha "beccato" 1,23 mg/kg s.s. di PCB nelle vasche dei digestati: Tanto. I biogassisti sostengono che è un sabotaggio. Ma è una barzelletta.  leggi tutto

 

(08.04.13) Nella città di Francesco per fermare le biomasse

Come da tempo annunciato si svolgerà ad Assisi la prima manifestazione nazionale contro il dilagare degli impianti a biomasse e biogas. Per fermare la speculazione sui super-incentivi, gestita da grossi gruppi finanziari, danneggia pesantemente la salute, l'ambiente, l'agricoltura e l'economia locale  leggi tutto

 

(17.03.13) Biomasse: camini attaccati alle scuole materne

A Mello (SO) la centrale a biomasse da 0,3MW è stata realizzata a fianco della scuola materna. Finanziata dal Piano di sviluppo rurale per favorire il recupero dei boschi mediante il Consorzio forestale Bosco vivo si  approvvigiona di cippato sul mercato con un'asta al ribasso. Cosa c'è di sostenibile?  leggi tutto

 

(12.03.13) Biomasse: un boomerang per la filiera legno

Come il biogas  compromette la vera agricoltura così le biomasse legnose rappresentano un boomerang per le filiere del legno con il risultato che i boschi di montagna saranno ancora più abbandonati. Sul piatto anche i rischi della tecnologia non adeguatamente collaudata dei pirogassificatori leggi tutto

 

(11.03.13)Land grabbing all'emiliana in Senegal

Le società delle agrienergie e degli oli vegetali si scatenano in folli progetti di introduzione di monocoltura di jatrofa e girasole su blocchi di decine di migliaia di ettari. I casi di due imprese emiliane che hanno provocato disastri in Senegal e conflitti sociali sfociati anche in scontri e attentati e che nascondono la totale incomprensione e rispetto per i diritti delle comunità rurali leggi tutto

 

(08.03.13)Casta politica, Uncem, biomasse

L'ASL Cuneo1 dichiara, industria insalubre la progettata centrale a pirogassificazione di biomasse legnose di Paesana (in valle Po). Intanto l'Uncem, presieduta da Lido Riba (un esponente della casta politica che già da presidente Ipla aveva spinto sulle biomasse), con l'agenzia PieMonti si fa piazzista di "piccole" (sic) centrali a biomasse da 400kW... a pirogassificazione leggi tutto

 

(03.03.13)Parte da Cremona la campagna di primavera del movimento NO biogas No biomasse

A Cremona, mentre alla Fiera di Cremona era in corso  Bio energy, un evento organizzato dai piazzisti del biogas per conquistare nuovi clienti i no biogas si sono riuniti per organizzare la campagna di primavera contro biogas e biomasse e per ribadire pubblicamente che il biogas è una porcheria leggi tutto

 

(24.02.13)Genola (CN). L'assessore: la biomasse da 0,4MW inquinerà dieci volte meno della caldaietta di una villetta

Questa la spericolata affermazione dell'Ing. Origlia, socio della società che propone la realizzazione di due centrali a combustione di pellets da 0,2MW. Origlia spudoratamente sostiene questo da assessore dello stesso comune . leggi tutto

 

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(19.02.13)Memorandum su biogas/biomasse per candidati/eletti

Nell'imminenza delle elezioni per il rinnovo del Parlamento il Coordinamento nazionaleTerre Nostre dei comitati no biogas, no biomasse e per la salute e l'ambiente ha redatto un Memorandum che viene sottoposto ai canditati e che sarà anche basse di confronto con gli eletti. Vogliamo sapere se sischierano con una spregiudicata e pericolosa speculazione o con i territori leggi tutto

 

(17.02.13)Un fortissimo NO al biogas da Castiglion Fibocchi

Castiglion Fibocchi dopo Capalbio rappresenta una battaglia importante di quella che è una vera e propria guerra scatenata daalla speculazione biogasista contro l'agricoltura di qualità, contro le comunità rurali, contro un modello migliore di economia e di società. Dove il patrimonio rurale e civico sono forti e c'è la consapevolezza della loro importanza il biogas non passa leggi tutto

 

(23.01.13) Biogas: chi ricatta chi? Ai comitati che chiedono paletti per frenare il far west delle biomasse si obietta che gli agricoltori sarebbero pronti a fare ricorsi su ricorsi per difendere quella che è una "fonte indispensabile di reddito".  Quali agricoltori? leggi tutto

 

(23.01.13)Biogas: ma davvero gli agricoltori vogliono mettersi il cappio a collo?

Si vuole far credere che gli agricoltori siano tutti schierati per il biogas, che è l'unica risorsa per salvare l'agricoltura. Ma i comitati Terre Nostre No biogas sono nati anche per difendere l'agricoltura, quella sistenibile non aggiogata alle finanziarie e alle multinazionali. E intanto la CIA...

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(09.12.2012)Ad Assisi le biomasse diventano tema etico Al convegno di ieri ad Assisi c'era il vicario del vescovo di Perugia. Un segno di una attenzione al problema in vista della Marcia per la terra contro le bioenergie insostenibili. 

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(03.12.2012) Cuneo. Margari nella morsa "ecologica" A Cuneo la zootecnia intensiva e la speculazione biogasista convivono a stretto contatto con l'economia tradizionale dei margari legata all'alpeggio. Così i margari sono messi in ginocchio da un mercato degli affitti e dei foraggi drogato dal biogas. E in vista della nuova Pac si profila una corsa spietata all'accaparramento dei pascoli che vede speculatori e biogasisti pronti a far fuori i margari. Se il land grabbing nostrano avrà successo gli speculatori lasceranno sui pascoli un po' di bestie... per sfamare i lupi. Così saranno tutti contenti in nome dell'ecologia, della wilderness, delle rinnovabili, di Kyoto e di tutte le balle che ci raccontano. leggi tutto

 

(28.11.12) Serio rischio biologico con il biogas (sottovalutato specie in Italia) La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu e - come succede già in alcuni paesi - dei fanghi di depurazione pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo. In altri paesi come la Germania sono state introdotte normative per il trattamento e il controllo dei substrati in entrata e dei digestati. In Italia nulla di ciò e si spinge l'accelleratore di folli incentivi   leggi tutto

 

(09.12.2012)Ad Assisi le biomasse diventano tema etico I comitati no biogas biomasse sono impegnati con tutte le loro energie nel contastare la realizzazione delle centrali. Nonostante ciò trova spazio nella loro iniziativa anche la riflessione sulle implicazioni morali dell'operazione "energia da biomasse": una spregiudicata speculazione che calpesta principi di equità, trasparenza, precauzione. Al convegno di ieri ad Assisi c'era il vicario del vescovo di Perugia. Un segno di una attenzione al problema che speriamo coinvolga anche altre diocesi da qui al prossimo appuntamento ad Assisi (primavera 2013) per la Marcia per la terra contro le bioenergie insostenibili.  leggi tutto

 

(05.12.2012)Staffarda (CN). Il cattivo esempio viene dal Parco fluviale

A Revello, il Parco del Po concede in affitto terreni lungo il Po già pascolati da un margaro (che doveva astenersi da qualsiasi lavorazione del terreno) come seminativo. Ovviamente se li è accaparrati un biogasista pagando 1.600โ‚ฌ/ha. Si vede che la cassa prevale sull'ecologia. Ma allora su che legittimazione si fondano i Parchi? 

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(03.12.2012) Cuneo. Margari nella morsa "ecologica"

A Cuneo la zootecnia intensiva e la speculazione biogasista convivono a stretto contatto con l'economia tradizionale dei margari legata all'alpeggio. Così i margari sono messi in ginocchio da un mercato degli affitti e dei foraggi drogato dal biogas. E in vista della nuova Pac si profila una corsa spietata all'accaparramento dei pascoli che vede speculatori e biogasisti pronti a far fuori i margari. Se il land grabbing nostrano avrà successo gli speculatori lasceranno sui pascoli un po' di bestie... per sfamare i lupi. Così saranno tutti contenti in nome dell'ecologia, della wilderness, delle rinnovabili, di Kyoto e di tutte le balle che ci raccontano. leggi tutto

 

(02.12.2012) Continuavano a chiamarlo  NIMBY

L'estendersi del movimento contro l'utilizzo a fini energetici delle biomasse induce a inquadrare queste proteste nell'ambito della più ampia iniziativa ecologista grass roots ("di base") che nel mondo si è sviluppata a partire dagli anni '90. Essa non si limita al opporsi ad autostrade, centrali energetiche, dighe, cementificazioni ma si esprime anche in iniziative partecipate, finalizzate alla gestione delle risorse locali. 

La dimensione oppositiva della protesta "post-ambientalista" e quella propositiva non sono affatto disgiunte nonostante sia interesse dei poteri politici ed economici (e dell'ambientalismo istituzionale) far credere il contrario mediante la stigmatizzazione delle proteste quali espressione della "sindrome NIMBY"

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(28.11.12) Serio rischio biologico con il biogas (sottovalutato specie in Italia)

La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu e - come succede già in alcuni paesi - dei fanghi di depurazione pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo. In altri paesi come la Germania sono state introdotte normative per il trattamento e il controllo dei substrati in entrata e dei digestati. In Italia nulla di ciò e si spinge l'accelleratore di folli incentivi  leggi tutto

 

(11.11.12) Le bioenergie fanno male al clima

La maledizione del biogas e delle biomasse viene giustificata con... Kioto. Ma le bioenergie peggiorano l'effetto serra. E ora anche la scienza e la politica se ne accorgono. Anche se i provvedimenti frenati dalla lobby sono parziali e non tempestivi  leggi tutto

 

(04.11.12) Biogas: tecnologia sporca e insicura? In Germania parrebbe di si

Una lunga catena di incidenti nelle 7 mila centrali a biogas germaniche. Le documenta un sito a partire dal 2010. 90 incidenti che comprendono non solo svasamenti di contenuto fetido dei digestori nei corsi d'acqua ma anche tante esplosioni e tantissimi incendi, Anche con persone ferite e ustionate. In un caso un ustionato è morto. Da segnalare un sabotaggio che ha provocato lo sversamento del contenuto di un digestore. Come possono i mercanti del biogas venire a drci che in Germania va tutto bene? In Germania stanno abbandonando il biogas e ci rifilano una tecnologia obsoleta. Con la complicità della politica e dei collusi negli apparati pubblici leggi tutto

 

(21.10.12) No biogas e biomasse: il movimento si struttura

Sabato 20 presso l'agriturismo Santa Maria Maddalena di Bagnolara di Budrio (BO) si è ufficialmente costituita, con la partecipazione di comitati di 10 regioni, l'associazione "Coordinamento nazionale TERRE NOSTRE dei comitati no biogas no biomasse e per la tutela della salute e dell'ambiente".leggi tutto

 

(18.10.12) Il Biogas può uccidere. Helge Boehnel a Capalbio (GR)

Dalla Germania arriva la tecnologia (ma anche il lobbismo industrial-finanziario) che alimentano il far-west del biogas, l'affare sporco del secolo. Per fortuna con i veleni arrivano spesso anche gli antidoti. Il Prof. Boehnel, autorità scientifica in materia di botulino (una tossina mortale prodotta da un tipo di Clostridi anaerobici che si sviluppano nei digestori del biogas). Gli scienziati a libro paga del capitalismo speculativo diranno che Boehnel è un terrorista, un ciarlatano (come Séralini). Peccato che Goettingen è una delle università più prestigiose d'Europa e lui ha diretto per dieci anni un Istituto di biotecnologie dove si studia il botulismo leggi tutto

 

(10.10.12) Cosa c'èsotto allo strano biogas di Buscate (MI)?

leri sera a Cuggiono nell'ovest milanese incontro pubblico contro il biogas. In particolare, contro il progetto - dai contorti tanto nebulosi quanto inquietanti - che l'amministrazione di Buscate (attraverso una società partecipata), intenderebbe realizzare al confine con Cuggiono su un'area bonificata spendendo 3 milioni di euro leggi tutto

 

(26.09.12)Biogas: altro che emissioni zero!

Continua la corsa al biogas per quanto frenata dall'aumento del costo delle biomasse e dalla resistenza politica e sociale (vedi Regione Marche dove i comitati hanno ottenuto un pronunciamento di sospensiva del consiglio regionale). Intanto i dati che emergono sulle emissioni nocive nell'aria desta forte preoccupazione. Che si aggiunge agli altri pesanti impatti ambientali, economici e sociali. la Regione Emilia-Romagna ha "graziato" dalle centrali a biomasse le aree con concentrazioni oltre i limiti di legge delle polveri sottili. Regione Lombardia dove il business è ancora più forte se ne guarda bene leggi tutto

 

(14.09.12) Budrio (Bo). Fervono i cantieri biogasisti ma i comitati non demordono

Ieri e Budrio, grosso comune alle porte di Bologna, si è rimesso in moto con una conferenza il movimento NO BIOGAS. Abbiamo anche visitato il sito e l'area naturalistica di pregio che sorge a fianco della strada dove passeranno i camion. Constatato i danni alle strade comunali  per via del cantiere, ascoltato cosa succede ai consumi d'acqua della Bonifica renana per via delle "voraci" centrali a biogas già in funzione in zona leggi tutto

 

(06.08.12) Colture da biomasse rubano l'acqua

La siccità è grave. Il calo della produzione di mais nazionale avviene in un contesto di siccità generalizzata e le ripercussioni sui prezzi saranno pesanti. Le pagheranno gli allevatori già penalizzati dalla concorrenza delle biomasse. Aumenteranno importazioni e prezzi. Ma il governo dei tecnici ha fatto un nuovo regalo ai vampiri del biogas.

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(22.04.12) La vera antipolitica

Il governo dice che l'obiettivo di produzione di energia elettrica da "rinnovabili" per il 2020 è già stato raggiunto. Dice anche che la politica di incentivazione non è stata caratterizzata da criteri di efficienza energetica ed economica. Però le centrali a biomasse che avvelenano un'aria già pessima (specie in pianura padana) sono sempre "urgenti" e di "pubblica utilità" e si continuerà a favorirle con incentivi doppi rispetto alla media europea. Da noi il bene comune è subordinato agli interessi consolidati, alle lobby e alle caste. Anche quando c'è di mezzo la salute. Come dimostra la Regione Lombardia che non emana le Linee guida sulla localizzazione delle centrali  leggi tutto

 

(20.03.12) Nato il coordinamento No biomasse lombardo

Sabato scorso a Cavernago (BG) in un incontro organizzato dal locale comitato contro la centrale a biomasse è nato il coordinamento dei comitati lombardi no biomasse non biogas. Obiettivi: sostenere i comitati e farli nascere dove non esistono, lanciare una petizione popolare.

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(12.03.12) Agricoltura pattumiera? No grazie

Si sta finalmente chiarendo qual'è il fine della proliferazione delle centrali a biogas e biomasse: smaltire i rifiuti. Sacrosanto utilizzare gli scarti dell'industria agroalimentare e la frazione umida dei rifiuti urbani ma in impianti specializzati, controllati, in aree industriali accessibili alle grandi arterie. Preconizzare il cocktail dei substrati e l'uso di substrati vari nelle migliaia di impianti agricoli o pseudoagricoli significa esporre a grandi rischi l'agricoltura e la salute leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(05.09.14) Secondo alcuni il 2014 segna l'inizio di una piccola era di raffreddamento climatico. Su quanto durerà e quanto si raffredderà la temperatura dell'atmosfera planetaria e, soprattutto, sulle sue cause il disaccordo è notevole

 

L'emergenza  CO2 si sgonfia, quella dell'inquinamento atmosferico e lo scandalo delle biomasse no

 

mentre l'Oms dice che un  morto su 8 è da addebitare agli inquinanti tossici nell'aria le finte rinnovabili - inceneritori di rifiuti compresi - aumentano l'avvelenamento 'sostenibile' grazie ai soldi estorti ai sudditi. Con la benedizione di Kyoto, degli scienziati, dei politici, degli ambientalisti di regime

 

 

L'ex vice presidente di Clinton, Al Gore aveva previsto nel 2007, quando aveva ritirato il Nobel per la pace (per cosa?) che nel 2014 in estate la calotta artica sarebbe del tutto scomparsa in estate. le organizzazioni ambientaliste (WWF in testa) hanno per anni - lo fanno ancora oggi - sfruttato la dabbenaggine delle persone che si informano solo attraverso i grandi media propagando immagini di orsi polari in difficoltà. Le notizie del rapido scioglimento dei ghiacci polari hanno contribuito a creare nel grande pubblico l'impressione che le previsioni più catastrofiste sul riscaldamento climatico si stessero avverando. Si parlava di livello dei mari prossimo a crescere di metri. La realtà è che negli ultimi anni l'atmosfera terrestre si sta raffreddando a dispetto delle previsioni degli scienziati del clima e che i ghiacci artici si stanno estendendo.

 

Analisi recenti dei trend di variazione della temperatura atmosferica terrestre basati su dati satellitari (http://www.climate4you.com/)

 

 

Se sino a ieri la contrazione della banchisa era giudicata segno di un imminente catastrofe perché oggi i media legati ai grandi interessi economici non danno lo stesso rilievo alla altrettanto rapida ripresa della glaciazione artica?

Non è difficile da intuire? Perché le scelte politiche adottate dando per buone le  previsioni degli scienziati del clima (finanziati da anni con generosi fondi di ricerca), premiano interessi forti che non hanno alcuna intenzione di rinunciare ai profitti previsti. Perché i politici dovrebbero ammettere di essere stati influenzati da previsioni, modelli, teorie che - almeno in parte - non reggono alla realtà dei fatti.

 

 

I fatti dicono che l'atmosfera si sta raffreddando globalmente (quindi è difficile giustificare il raffreddamento con un effetto temporaneo dovuto alla corrente del Golfo). Gli orsi che avrebbero dovuto soccombere per il riscaldamento e l'assenza di ghiaccio ora sono in difficoltà per lo spessore del ghiaccio stesso.

 

In realtà la gran parte dei modelli previsionali sul trend della temperatura terrestre hanno fatto cilecca. La CO2 sta aumentando senza tregua ma la temperatura diminuisce. Gli autori dei modelli, che attribuivano all'effetto serra il ruolo di gran lunga determinante della spiegazione della macchina climatica, ora - ma solo ora -  ricorrono a teorie sul riscaldamento marino profondo che 'nasconderebbe' temporaneamente il riscaldamento globale dell'atmosfera. Peccato che prima prevedevano un aumento senza tregua della temperatura atmosferica senza se e senza ma.

 

Il fallimento degli stregoni del clima . Confronto tra i modelli di previsione (le linee colorate di cui i quadratini neri rappresentano la media) e le osservazioni empiriche (dati satellitari). I dati osservati sono ottenuti dai satelliti. HadCrut4 (pallini verdi) si riferisce alla temperatura della superficie terrestre ed è basato su un data set svuluppato dal Climatic Research Unit (University of East Anglia) in collaborazione con il centro di Headley (presso l'Ufficio Meteo del Regno Unito). Il più accreditato insieme al data set GISS della NASA. UAH (pallini blu) è invece un data set di osservazioni satellitari ririferito a vari strati dell'armosfera sviluppato presso l'Università dell'Alabama. 88 modelli su 90 hanno 'toppato'.  Ma su questi modelli stiamo regalando soldi a palate agli speculatori delle biomasse (e di altre energie pseudo rinnovabili).

 

 

Chi non si allineava all'ortodossia, facendo osservare che altri fattori quali le macchie solari, l'attività vulcanica, la variazione dell'asse di inclinazione terrestre continuano a spiegare le fluttuazioni del clima (mentre secondo l'ortodossia hanno influenza minima), veniva isolato quale "servo dei petrolieri". I russi, che attribuiscono molta importanza all'influenza dell'attività solare, sono liquidati come "piazzisti di gas naturale".

L'effetto serra spiega una parte importante dell'aumento di temperatura verificatosi nell'era industriale ma questo effetto è stato forse sovrastimato attribuendo all'aumento della temperatura di origine antropica anche una quota di aumento che può avere altre spiegazioni. Da qui dei modelli previsionali che si stanno rivelando sbagliati per sovrastima dell'effetto serra.

Oggi il dibattito scientifico, a livelli autorevoli, sta riconsiderando anche i dati del passato con evidenze che modificano quegli scenari alla base dei modelli previsionali climatici tanto ortodossi quanto catastrofisti. Il Prof. Liu dell'Università di Madison in agosto ha pubblicato su i Proceedings of the National Academy of Science - una delle riviste scientifiche più blasonate al mondo, dei risultati che come commenta egli stesso (http://www.news.wisc.edu/23050) mettono in discussione i modelli climatici "ortodossi" che stanno rivelando "sostanziali contraddizioni". Liu e i suoi colleghi della Rutgers University, del National Center for Atmospheric Research, dell'Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research, dell'University of Hawaii, dell' University of Reading, della Chinese Academy of Sciences, e della University of Albany evidenziano un trend di riscaldamento climatico nell'era Olocenica (qualla geologica attuale) che ribalta studi precedenti che descrivevano un periodo di raffreddamento climatico prima dell'influenza umana. Retrospettivamente Liu sostiene che anche la piccola era glaciale tra XVI e XIX secolo non si spiegherebbe se si tiene conto del fattore aumento della CO2 (che, in termini molto meno drammatici di quanto è avvenuto con l'industrializzazione, era già in atto). Con questo Liu non si schiera tra i negazionisti e non mette in discussione l'effetto dell'attività antropica sul riscaldamento globale nel XX sec. ma in questa prospettiva esso risulta responsabile di una quota minore del riscaldamento con implicazioni notevoli.

 

Solo i negazionisti e i ridimensionisti sono "a libro paga"?

 

Grazie ai climatologi ortodossi e a Kyoto i paesi europei (particolarmente zelanti in materia) hanno adottato politiche sulle "rinnovabili" che hanno fortemente distorto l'economia e aumentato i costi dell'energia (mentre la Cina e gli altri paesi "emergenti") continuano imperterriti ad aumentare le emissioni di CO2. L'enorme travaso di risorse dagli utenti energetici (famiglie e imprese) ai gruppi che scaltramente (spesso grazie a particolare vicinanza con i poteri politici) sfruttano i generosi finanziamenti per gli impianti (specie se cammuffati da 'agricoli', i crediti verdi, le tariffe onnicomprensive ecc., è luna delle conseguenze sociali di Kyoto è una delle cause della crisi. Più che un capitalismo neoliberista è un capitalismo predone, arraffone, che contraddisce l'ABC dell'economia sull'allocazione efficiente delle risorse invovando per sé un livello elevatissimo di sussidi.

 

 

 

La truffa del "risparmio" di CO2

 

I costi energetici in termine di energia fossile impiegata dell'incenerimento cippato per la produzione di energia elettrica sono tutt'altro che trascurabili (in percentuale dell'energia del legno). Il taglio, esbosco, cippatura, trasporto โ€œkm 0โ€ (70 km) in funzione grado meccanizzazione, condizioni esbosco "mangia" il 2-4% dell'energia del legno. I valori minimi si riferiscono alle condizioni ottimali delle foreste americane e del nord Europa dove è possibile operare con grandi cantieri di lavoro. In Italia le condizioni orografiche sono del tutto sfavorevoli ed è necessario operare in condizioni di efficienza energetica molto peggiori. Se poi, come accade regolarmente in Italia invece che "km 0" il cippato arriva dall'Austria, Francia, Slovenia, Croazia il trasporto non è entro 70 km ma di 200-500 km. Il trasporto a distanza terrestre su gomma (a/r) "mangia" ogni (100 km) il 2,9% dell'energia del legno. Quanto alle biomasse legnose non forestali (quelle coltivate) una stima prudente del consumo energetico (che include i fertilizzanti) con un trasporto a una grossa centrale dal solito raggio a km 0 (che diventa entro 70 km) calcola il 6% dell'energia del legno. Se le distanze si allungano (in Italia le grosse centrali realizzate negli ex-zuccherifici non riescono a reperire la biomassa coltivata nei rispettivi comprensori e devono ricorre a biomasse di importazione) le cose peggiorano nettamente.

Per quanto riguarda il materiale legnoso trasportato da oltre mare ogni 1000 km si deve calcolare una perdita dell'energia del legno dell'1,9%. Dal momento che le fonti di materiale legnoso di importazione sono l'America (nord e sud), l'Australia, l'Indonesia non ci vuole molto a calcolare perdite sostanziali. Parliamo di rotte di 8-10-12 mila km.

Se una centrale utilizza tronchi o cippato che arriva via terra dall'estero facilmente il materiale percorre 300 km il che significa 8,7% di perdita di energia cui va aggiunto almeno un 3% per i costi di cippatura, taglio, esbosco, primo trasporto. Significa che un equivalente del 12% dell'energia del legno è stata "bruciata" già come energia fossile. Se la distanza del trasporto terrestre arriva a 500 km (come può avvenire per provenienze da Austria o Croazia) arriviamo a consumi di energia fossile pari al 20% dell'energia del legno. Nel caso di trasporto da oltremare la perdita può oltrepassare facilmente il 20%.

Questi consumi obbligati di energia fossile corrispondono ovviamente a CO2 emessa in atmosfera contraddicendo platealmente la truffa delle "biomasse carbon neutral". Agli sprovveduti si fa credere che la biomassa aiuta a combattere l'effetto serra perché "tanto si brucia tanto le nuove piante fissano nei loro tessuti". Non è così perché le piante non si tagliano da sole, non si sramano da sole, non si cippano da sole, non si trasportano da sole.

 

Tabella 1 - Efficienza energetica delle biomasse ai fini della riduzione emisisoni CO2



Efficienza elettrica

(%)

Energia elettrica prodotta

(% energia fossile impiegata)

Energia elettrica

/energia fossile impiegata

Moderna centrale a turbogas





Energia fossile

100

60

60

0,6

Centrale biomasse "km 0"





Energia biomasse

100




Energia fossile

10




Energia biomasse netta

90

15

13,5

1,35

Centrale biomasse importate





Energia biomasse

100




Energia fossile

20




Energia biomasse netta

80

15

12

0,6

 

La squallida realtà delle biomasse racconta che esse non solo non mitigano il problema delle emissioni di CO2 ma, secondo non pochi scienziati di vari paesi, lo aggravano. Grandi centrali elettriche a biomasse determinano il trasporto - al di là degli oceani - di enormi masse di legname provocando localmente disboscamenti più intensi della ricrescita forestale. Altrove , come in Brasile, la foresta vergine viene annientata per sostituirla con coltivazioni a rapido accrescimento di eucalipto (una pianta che, tra l'altro, contiene significativi contenuti di cloro con tutto quello che implica nella produzione delle diossine), in Indonesia la foresta vergine viene abbattuta per fare posto alle coltivazioni di palme da olio (esportato in Europa per alimentare, con la sua combustione, il business delle finte rinnovabili).

La distruzione delle foreste vergini per la produzione di biomasse rilascia enormi quantità di CO2 nell'atmosfera in seguito non solo e non tanto alla combustione del legname del soprassuolo quanto alla mineralizzazione della grande quantità di sostanza organica del terreno forestale. Con la distruzione delle foreste e la realizzazione di piantagioni dove di utilizzano fertilizzanti e pesticidi aumenta il carico di veleni nell'ambiente e diminuisce la biodiversità. In Occidente il WWF finge di difendere biodiversità e specie animali con campagne a favore di orsi e lupi (che sono in espansione) mentre, sostenendo le biomasse, gli ambientalisti si macchiano della distruzione di un gran numero di specie animali e vegetali tropicali (tra cui gli oranghi). A questo punto anche un bambino capisce che se gli scienziati e i politici non fossero corrotti non persisterebbero nel sostenere politiche che non solo non mitigano le emissioni di gas serra ma determinano altri pesanti impatti ambientali in termini di avvelenamento degli ecosistemi e di distruzione della biodiversità.

A mettere una foglia di fico sulla dannosità delle biomasse esse sono incoraggiate (con incentivi aumentati) a presentare un assetto cogenerativo virtuoso. Il che, tradotto, significa che devono far finta di non dissipare in atmosfera la maggior parte dell'energia derivata dalla combustione, cercando di recuperare - a volte in maniera smaccatamente fittiuzia -  un po' di energia termica. Qui però si apre il dilemma delle biomasse: se l'energia termica viene utilizzata per utenze civili (di solito pubbliche o comunque collettive) si espongono categorie a rischio come bambini, anziani, malati (che frequentano gli edifici pubblici teleriscaldati) alle ricadute degli inquinanti emessi dalle centrali. Per motivi economici (costo delle tubazioni) e per non disperdere nel terreno la maggior parte del calore dell'acqua calda che circola nelle tubazioni del teleriscaldamento, le centrali - gli inceneritori a legna e altre biomasse - vengono costruite a breve distanza dai centri abitati quando non a fianco di scuole, case di riposo, ospedali. E qui appare evidente che le "rinnovabili" per contrastare un'emergenza presunta in modo dubbio contribuiscono in modo certo e pesante ad un'emergenza certa, grave e conclamata: l'inquinamento atmosferico con le sue conseguenze esiziali per la salute (dell'uomo, degli animali, dei vegetali, degli ecosistemi).

 

Fonti di inquinamento "efficienti"

 

Per ogni kWh prodotto mediante la combustione di biomasse si producono 10-20 volte tanti inquinanti rispetto ad una moderna centrale a turbogas. Poco efficienti in termini di risparmio di energia fossile, le biomasse sono estremamente efficienti in quanto sorgenti di produzione di inquinanti, quindi di morbilità e mortalità.

I motivi sono presto spiegati: le centrali, gli inceneritori a biomasse sono molto più piccole delle centrali a gas che devono rispettare valori di emissioni per i macro inquinanti più alti e valori di emissione per i microinquinanti che non sono neppure presi in considerazione nel caso delle centrali a biomasse (tranne che per quelle che bruciano rifiuti o legno trattato). le centrali a biomasse sono piccole ma ... tante. L'astuzia, da parte dei Signori delle biomasse (in larga misura le stesse ecomafie dei rifiuti) e dei loro politici di riferimento, consiste nel frammentare sul territorio l'impatto sperando che localmente le comunità, spesso senza esperienze alle spalle, non siano in grado di attivare azioni di protesta e efficace contrasto (cosa che nel caso di grandi inceneritori e discariche è invece ormai data per assodata).

Le grandi centrali termoelettriche così come i grandi inceneritori possono dotarsi, sulla base di criteri economici e tecnologici, di sistemi più efficienti di abbattimento delle sostanze inquinanti nei fumi rispetto a quelli adottati nelle centrali a biomasse. La legge favorisce anche dal punto di vista del rispetto di valori soglia delle emissioni inquinanti le centrali a biomasse considerando che non solo sono "fonti trascurabili di emissioni" ma anche in forza del ruolo ad essere riconosciuto di presunta pubblica utilità legato alla presunta funzione di riduzione delle emissioni di gas clima alteranti. Il tutto sulla base di assunzioni che imputano il riscaldamento climatico esclusivamente ai gas serra, un riscaldamento climatico per altro cheโ€ฆ Non c'è più.

La beffa è formalizzata nel famigerato decreto legislativo 387/2003 che recepisce la direttiva europea 2001/77 facendo ponti doro alla speculazione sulle pseudo energie rinnovabili.

Per incentivare la costruzione di nuovi impianti alimentati da FER (fonti di energia rinnovabile), l'art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 in attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo sei della suddetta direttiva interviene sulla disciplina di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di impianti alimentati da FER al fine di semplificare e accelerare il rilascio di una autorizzazione unica regionale per gli impianti nonché per tutte le opere connesse e le dichiara di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti. Così il suddito, oltre a versare una tangente-estorta attraverso una bolletta energetica gonfiata-viene anche affumicato e avvelenato, si vede la propria casa perdere di valore, subisce rumori, traffico pesante e per di più può anche essere espropriato per consentire la costruzione di una strada al servizio degli inceneritori a biomasse.

 

La vera emergenza

 

Se qualcuno pensa che le nostre considerazioni sul clima vadano nella stessa direzione di quanti proclamano che la "civiltà industriale" è innocente, lo spreco di energia può continuare, il modello di consumi è da assolvere, è fuori strada. Noi sosteniamo un'altra cosa. Che il problema CO2 è stato stato isolato da una scienza riduzionistica funzionale al profitto capitalistico perché si presta molto bene a fare da "foglia di fico" e non mette in discussione il modello economico ma sposta risorse da settori a tassi di profitto declinante a settori innovativi dove l'innovazione è pesantemente sussidiata dal contributo pubblico, dove gli investimenti godono di rientri rapidi e dove i guadagni sono tutelati da un quadro normativo "protetto". Senza mettere in discussione il modello di produzione e consumo dlel'energia come del resto (il concetto di "centrale" elettrica sta a dimostrarlo)

A differenza degli "amici dei petrolieri", delle case automobilistiche ecc. noi diciamo con più forza che è necessaria la decrescita dei volumi di produzione fisica di merci e di rifiuti e lo spostamento dalla combustione (con recupero parzialissimo di energia) al riciclaggio della materia. Le emergenze vere sono:

 

1) L'aumento delle combustioni con le conseguente sulla produzione di sostanze tossiche;

2) l'aumento di carico di inquinanti nelle matrici ambientali e negli organismi viventi legato alle combustioni e all'uso di sostanze chimiche di sintesi nei processi agricoli e industriali;

3) la caduta verticale di biodiversità;

4) la perdita di fertilità dei terreni agricoli per degrado chimico-fisico e biologico.

 

L'organizzazione mondiale della sanità (Oms), che attraverso l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro nell'autunno 2013 aveva ufficialmente inserito l'aria inquinata tra gli agenti cancerogeni, nel 2014 ha reso noti dei risultati che, riferiti al 2012, indicavano in 7 milioni i casi di morte attribuibili all'inquinamento atmosferico: 1 su 8. Entro quest'anno saranno resi noti i dati relativi a 1600 città di tutto il pianeta.

Ci sarà di che rabbrividire. Oggi il principale rischio ambientale per la salute umana a livello globale è lโ€™inquinamento atmosfericoโ€, ha dichiarato Maria Neira, direttrice del Dipartimento di salute pubblica dellโ€™OMS. โ€œI rischi legati allโ€™inquinamento dellโ€™aria molto più seri di quanto pensavamo, soprattutto per quanto riguarda le cardiopatie e le ischemie cerebrali, ed è necessario adottare al più presto misure efficaci e condivise per rendere più pulita lโ€™aria che respiriamo. Le cifre sono preoccupantiโ€, ha sottolineato, โ€œe unโ€™adeguata lotta allโ€™inquinamento può salvare milioni di vite umaneโ€.

 

"I rischi legati all'inquinamento son più molto più seri di quanto pensavamo"

 

L'organizzazione mondiale della sanità che attraverso l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro nell'autunno 2013 aveva ufficialmente inserito l'aria inquinata tra gli agenti cancerogeni nel 2014 ha reso noti dei risultati che, riferiti al 2012, indicavano in 7 milioni i casi di morte attribuibili all'inquinamento atmosferico: 1 su 8. Entro quest'anno saranno resi noti i dati relativi a 1600 città di tutto il pianeta. Ci sarà di che rabbrividire. Oggi il principale rischio ambientale per la salute umana a livello globale è lโ€™inquinamento atmosfericoโ€, ha dichiarato Maria Neira, direttrice del Dipartimento di salute pubblica dellโ€™OMS. โ€œI rischi legati allโ€™inquinamento dellโ€™aria molto più seri di quanto pensavamo, soprattutto per quanto riguarda le cardiopatie e le ischemie cerebrali, ed è necessario adottare al più presto misure efficaci e condivise per rendere più pulita lโ€™aria che respiriamo. Le cifre sono preoccupantiโ€, ha sottolineato, โ€œe unโ€™adeguata lotta allโ€™inquinamento può salvare milioni di vite umaneโ€.

 

 

I nostri politici pro biomasse che terrorizzavano i sindaci recalcitranti a piegare la testa e a subire le centrali a biomasse dicevano: "Ce lo chiede l'Europa, dobbiamo rispettare il traguardo del 20% di energia da FER entro il 2020, rischiamo di essere messi in mora e di subire pesanti sanzioni".

Faziosamente a favore delle biomasse non dicevano che dal 2009 l'Italia è in mora per il mancato rispetto della  Direttiva Quadro 96/62/CE sulla qualità dell'aria recepita con D.Lgs. 351/99. L'aria non solo dei centri urbani ma di tanti altre località e lo stesso "fondo" di ampie superfici di Pianura Padana è fuori legge per i parametri di PM10, NOx, ozono. La Pianura Padana, in relazione alle molte sorgenti emissive e alla scarsa circolazione dell'aria (chiusa com'è tra Alpi e Appennini) è una delle camere a gas mondiali ma politici, amministratori, Legambiente hanno il coraggio di sostenere che le biomasse rappresentano anche in questo contesto una soluzione "a favore dell'ambiente".

 

 

 

 

Tabella 2 - Alcuni inquinanti prodotti dalla combustione delle biomasse e loro conseguenze

Inquinante

salute

ambiente

metalli pesanti

cancerogeni ( polmone, vescica, rene, pelle), danni al sistema nervoso e immunitario, alla pelle

si accumulano nel terreno, forme solubili in acqua

PCDD e PDDF

interferenti endocrini, danni alla fertilità, al sistema immunitario, possibili cancerogeni (stomaco, linfomi, sarcomi)

si accumulano nelle catene alimentari

formaldeide

irritante, cancerogeno

formazione ozono

acroleina

estremamente irritante

 

COV

benzene cancerogeno, danni alla memoria, fegato, reni, sistema nervoso e respiratorio

formazione ozono

IPA

cancerogeni, danni alla fertilità e polmoni

si accumulano nel terreno e nei sedimenti

NOx

irritante

formazione di ozono e polveri secondarie, acidificazione

acidi (Hcl, Hfl)

irritanti per la pelle le vie respiratorie

danni agricoli e forestali da acidificazione

 

I danni derivati dalle emissioni in atmosfera delle biomasse si ripercuotono a livello locale, regionale e globale. Alcuni inquinanti (come la diossina e i metalli pesanti) veicolati dalle micropolveri possono restare a lungo sospesi nell'atmosfera e ricadere a terra a grandi distanze.

I sistemi di abbattimento degli inquinanti mostrano vario grado di efficienza anche in relazione alla manutenzione e alla sostituzione delle componenti tanto che al di là delle affermazioni rassicuranti di tecnici e politici quando, pesantemente sollecitate dagli enti locali, le ARPA intervengono per effettuare dei controlli si scopre che non vengono neppure rispettati i già elevati limiti di legge.

Da questo punto di vista è bene aggiungere che i "limiti di legge" sono puramente convenzionali e non hanno alcun significato scientifico e per la salute. I microinquinanti più subdoli come le polveri sottili presentano effetti lineari: quanto più si alza la concentrazione e tanto più aumenta la mortalità a breve e lungo termine. In ogni caso neppure la parziale tutela dei limiti di legge è efficace nel caso degli impianti a biomasse perché essendo "piccoli" sono soggetti ad autocontrollo

 

Figura 1 - Relazione tra concentrazione di PM 2.5 e mortalità in città americane

da: Reduction in Fine Particulate Air Pollution and Mortality. Am. J Respir Crit Med. Mar 15, 2006; 173(3):667-672

 

Conclusioni

 

Per inseguire ipotetiche e comunque modeste riduzioni delle emissioni di CO2 si è attuata una politica di incentivazione delle energie pseudo rinnovabili che sta portando ad un aumento di combustioni e di emissioni inquinanti a carico delle matrici ambientali e della salute. Ciò è particolarmente grave nelle aree dove l'inquinamento è elevato.

L'obiettivo della riduzione delle emissioni di CO2 si è prestato a giochi di prestigio e a operazioni di green washing spregiudicatamente sfruttati dai gruppi economici accreditati presso le istituzioni.

Mentre crescono i dubbi circa il peso dell'effetto serra sul cambiamento climatico si accumulano evidenze sulla crescente gravità di altre emergenze ambientali che richiedono di affrontare con maggiore energia lo spreco di energia e la produzione di rifiuti che caratterizza la società tardo industriale. L'economia del riciclo, dell'autoproduzione, del compostaggio non consente facili profitti per grandi imprese ma migliora il benessere e la salute e crea posti di lavoro diffusi riducendo anche il peso della tassazione per lo smaltimento rifiuti che premia soggetti economici opachi e incentiva il malaffare e la corruzione.

Ben venga una contrazione di PIL per riduzione del fatturato di chemioterapici, beni e servizi che vanno a 'tamponare' i danni dell'avvelenamento delle matrici ambientali e dei corpi degli organismi viventi.

L'ecologia spettacolo, che si concentra su temi emotivi e d'immagine e distoglie da questi problemi di fondo e l'economia ragionieristica del traffico di crediti di CO2 che allontana la gente da un ambientalismo sempre più percepito come componente dei comitati d'affari oligarchici che decidono sulla testa delle persone e delle comunità, hanno fatto il loro tempo. Non ci può essere soluzione ai problemi ecologici staccata da quelli della messa in discussione del modello economico, politico e sociale.

 

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